Le
Obiezioni.
Se ci sono ben quattro ricerche che smentiscono Don Benzi (a fronte
di nessuna che lo supporta), come rispondono il sacerdote di Rimini
e i suoi sostenitori a queste per loro imbarazzanti evidenze scientifiche?
Già, perchè la reputazione
di quegli istituti di ricerca rende poco credibile ogni tentativo di
contestarne la competenza o l'onestà.
Don Benzi e i suoi sostenitori, però, non avendo altro in mano ci hanno
provato.
Non potendo contestare la professionalità complessiva di istituti quali
Censis e Parsec, si sono orientati a contestare la (presunta) metodologia
di quelle specifiche ricerche.
Il che, in realtà, equivale proprio a contestare la professionalità
di quegli istituti, ma un pò vigliaccamente, senza arrischiarsi a farlo
apertamente. Ma tant'è ...
C'è da dire che
vista la limitatissima diffusione pubblica dei risultati di quelle
ricerche, Don Benzi e i suoi sostenitori non hanno finora avuto
gran bisogno di cercare di contestarli.
Don Benzi lo ha fatto sul suo sito (vedi il link riportato nel capitolo
sulle ricerche scientifiche), alcuni suoi sostenitori lo hanno fatto
in risposta a miei interventi su Internet.
E tutti, alla fine, non sono riusciti a fare molto di più che
puntare su questa singola obiezione:
i risultati di quelle ricerche non sono credibili perchè "si basano
su INTERVISTE alle prostitute".
E dato che, secondo loro, tutte le prostitute sono schiave e tutte
le schiave sono minacciate e non possono dire la verità, ecco che verrebbero
fuori quelle percentuali così basse di schiave: perchè quasi nessuna
osa dire la verità.
Peccato per loro: questa obiezione, l'unica fondamentale che sono
stati in grado di opporre, NON STA IN PIEDI.
Innanzitutto, c'è da rilevare che ci sono anche concretissimi motivi
perchè una prostituta MENTA IN SENSO OPPOSTO, ovvero che dica di
essere (o essere stata) costretta a prostituirsi anche quando non è
vero, anche quando in realtà è volontaria:
- la paura di essere male giudicata (soprattutto quando si tratta di
ottenere un "lavoro onesto")
- la paura di essere considerata complice in qualche reato
Afferma la ricerca del Censis: "come riferiscono parecchi intervistati,
molte prostitute dicono di essere state rapite anche se non è vero perché
ciò costituisce un'attenuante, una giustificazione che "salva la faccia".
Possono raccontare di essere state trascinate qui con la forza, negando
qualsiasi forma di adesione volontaria, anche per paura di essere ritenute
responsabili di qualche reato."
e soprattutto
- poter ottenere (o almeno lasciarsi aperta la possibilità di ottenere)
il PERMESSO DI SOGGIORNO per motivi di protezione sociale, senza neppur
dover denunciare qualcuno come sfruttatore-schiavista o testimoniare
contro di lui in tribunale (art.18 del Testo Unico sull'immigrazione,
http://www.giustizia.it/cassazione/leggi/dlgs286_98.html#ART18).
A questo proposito c'è un recente fatto di cronaca (settembre 2002)
che parla di due prostitute nigeriane che si sarebbero "redente" vedendo
passare una processione di Don Benzi, al termine della quale avrebbero
chiesto ed ottenuto di essere accolte nella struttura di Don Benzi.
Non commento l'aspetto "morale" di questa "redenzione": faccio solo
notare quanto sia oggi comprensibile che una prostituta volontaria ma
irregolare, senza permesso di soggiorno, voglia cogliere al volo l'opportunità
di usufruire dei benefici di legge per le "presunte schiave pentite",
in particolare il permesso di soggiorno, piuttosto di rischiare il fermo
e l'immediata espulsione conseguente ad una operazione di polizia ispirata
dalla legge Bossi-Fini.
E a parte questi aspetti (che comunque non sono secondari e che tendono
ad orientare le risposte in senso "pro Don Benzi"), i sostenitori del
prete riminese dovrebbero riuscire a rispondere ad una semplicissima
domanda:
se "nessuna prostituta osa dire la verità e nessuna ammette di essere
schiavizzata", come mai Don Benzi è a conoscenza che tutte loro sono
schiave?
Se queste prostitute, tutte, mentono per paura di ritorsioni, perchè
mai avrebbero detto a Don Benzi la verità?
Sono in grado di dare io la risposta che darebbe Don Benzi: perchè
lui sta in strada accanto a loro, tutte le notti, e ha conquistato la
loro fiducia.
Perfetto.
E' lo stesso motivo per il quale QUELLE RICERCHE SCIENTIFICHE SONO
CREDIBILI!
Infatti, i risultati di quelle ricerche NON derivano direttamente
dalle interviste alle prostitute, bensì DALLE ESPERIENZE DI DECINE E
DECINE DI OPERATORI del settore, compresi operatori di strada
che fanno (presumibilmente in modo più "laico" di lui ...) esattamente
lo stesso lavoro di Don Benzi.
In altre parole: sono stati anche e soprattutto gli OPERATORI (addirittura
un centinaio per l'inchiesta del Censis) ad essere "intervistati"!
Ed è risultato che sulla base delle loro ESPERIENZE la maggior parte
delle prostitute straniere NON E' SCHIAVA.
Nel caso della ricerca del CENSIS, per esempio, solo il 16% degli operatori
interpellati ritiene che le volontarie siano una stretta minoranza e
che la grande maggioranza sia schiava.
Le interviste alle prostitute sono solo una parte (indispensabile, peraltro)
di quelle inchieste.
Ma i risultati riflettono anche le conoscenze e le esperienze accumulate
negli anni dagli operatori, non derivano direttamente e unicamente dalle
risposte delle prostitute.
C'è da dire, inoltre, che Don Benzi accusa il Censis di non aver coinvolto
la sua organizzazione in quella inchiesta (anche se fosse stato, sarebbe
stata comunque una voce contro cento altre), ma sorvola bellamente sul
fatto che è invece stata coinvolta nell'inchiesta, altrettanto qualificata
e analoga nei risultati, del Parsec (Carchedi, op. cit., pag. 105)!
Perchè una cosa va detta, e con la massima chiarezza:
l'organizzazione di Don Benzi è solo UNA delle decine e decine di
operatori e organizzazioni italiane che ogni notte assistono e aiutano
le prostitute straniere!
Se gran parte del pubblico identifica solo Don Benzi come "quello che
aiuta le prostitute", venendo a pensare che sia l'unico che le conosce
veramente, è solo grazie alla martellante ed abile campagna mediatica
che il sacerdote riminese è riuscito ad imbastire.
Ma esistono moltissimi altri operatori che fanno quello che fa lui,
senza farsi tanta pubblicità e con altrettanta efficacia.
Ed anche con maggior rispetto per le prostitute, per esempio senza portarle
in giro come animali da circo o "trofei" da esibire.
Se qualcuno vuole contestare i risultati di quelle ricerche tentando
di criticare la competenza metodologica di quegli istituti, dovrà anche
e soprattutto contestare la competenza di decine e decine di operatori
specializzati.
Dovrà convincere che ci sono UN CENTINAIO di operatori che, nella loro
pressochè generalità, sono incapaci di valutare il grado di sincerità
e credibilità delle prostitute con le quali sono a stretto e quotidiano
contatto.
Mentre ce ne sarebbero pochissimi, ed in particolare UNO, Don Benzi, che sarebbero così abili da
riuscire ad accorgersi che tutte mentono e che, contrariamente a quanto
dicono, sono tutte schiave.
A chi si vuole cimentare in questa impresa propagandistica: buona fortuna.
Del resto, l'Università di Trento è arrivata a stime assolutamente allineate
a quelle delle ricerche Parsec e Censis pur senza utilizzare il metodo
delle interviste.
Esistono poi altre obiezioni, non tanto contro la credibilità
di quelle ricerche (che restano, a pesare come macigni ...), quanto
in generale contro la credibilità dell'idea che possa esistere
una grandissima parte, addirittura la grande maggioranza, di prostitute
straniere volontarie (e non schiave).
A queste obiezioni, che si basano soprattutto sulla presunta impossibilità
per una prostituta straniera di esercitare autonomamente, soprattutto in strada, rispondo nel
capitolo 'Prostituzione straniera e criminalità: retate, racket, passaporti ed altre amenità "alla Don Benzi".'