Bosa - La città dalle casette colorate

 

  

Al centro di una valle, attorniata da modesti rilievi ricoperti da un'insolita vegetazione verdeggiante, una graziosa cittadina di casette colorate sembra arrampicarsi su un dolce colle dominato da un antico castello. Le mille tonalità color pastello si specchiano nelle limpide acque di un fiume, caratteristica forse un po' insolita per questi luoghi notoriamente aridi, e che contribuisce a rendere il paesaggio particolarmente suggestivo.

Proseguiamo verso l'ingresso del paese, scorgendo sempre più dettagli di quel grazioso quadretto che ci si sta avvicinando pian piano.. un tozzo campanile.. delle palme.. una barchetta di pescatori che pigra scivola verso il mare. Il fiume è ora l'unico ostacolo che ci separa dalla meta. Le sue acque calme sono olio che scorre lento sotto un antico ponte. Da qui è meglio proseguire a piedi.

Appena raggiunta la riva opposta, notiamo subito la Cattedrale, nella sua maestosa grandezza, affacciarsi prepotentemente su una stretta e buia strada di pietre. All'interno la luce soffusa delle candele rende l'atmosfera particolarmente mistica. Un timido raggio di sole entra ad illuminare l'altare maggiore e i dipinti che decorano l'abside, lasciando nella penombra l'antico coro ligneo. 

Usciti dalla chiesa, ci incamminiamo per il dedalo di viuzze che si arrampicano tra le case colorate del colle di Serravalle. Siamo nel rione "sa Costa", la parte più antica della cittadina, che trova le sue origini nel Medioevo, quando a seguito della costruzione del castello la popolazione trasferì l'antico villaggio nei pressi della fortezza, a scopo difensivo.

Salendo le ripide stradine si respira tutta la tradizione della gente del posto. Davanti a una porta un'anziana donna passa il tempo facendo filè. Un ciuffo di capelli candidi spunta da sotto il velo nero, triste memoria di un antico lutto. Profonde rughe le rigano il volto, ma i suoi occhi azzurri esprimono ancora tutta la vitalità della sua giovinezza, mentre le sue mani salde continuano a ricamare meticolosamente.

Attraverso una lunga scalinata raggiungiamo il castello dei Marchesi di Malaspina, di cui purtroppo è rimasto ben poco all'infuori delle robuste mura. La triste desolazione di questo luogo testimonia l'azione distruttiva del tempo, ma soprattutto la vergognosa incuria dell'uomo, che ha permesso che una tale meraviglia potesse trasformarsi in un ammasso di ruderi. L'ascesa al castello non è stata comunque vana.. l'affascinante veduta che da qui si può ammirare ci ha pienamente ripagati della fatica della lunga camminata. Seguendo con lo sguardo l'argenteo nastro del fiume Temo, ne si può intravedere la foce all'orizzonte, dove l'azzurro del cielo si confonde con l'intenso blu del mare.

Lasciandoci alle spalle quello spettacolo, una lunga scalinata di pietra grezza ci porta al Corso. Tra significativi edifici settecenteschi troviamo i principali negozi, che espongono in bella vista i prodotti dell'artigianato locale. Gioielli, cestini di canna e di asfodelo, filè, merletti, gli immancabili dolci di mandorla e la malvasia. 

Svoltando a sinistra, alla fine del Corso, ecco di nuovo il fiume. Lo costeggiamo passeggiando all'ombra delle palme, fino a raggiungere un altro ponticello che ci riporta sulla riva sinistra. Qui troviamo le antiche concerie, edifici dalla struttura molto semplice considerati un reperto di archeologia industriale unico nel suo genere e per questo dichiarati monumento nazionale. Nonostante ciò, non sono visitabili e nemmeno i vecchi macchinari sono più presenti.. forse distrutti, o forse in bella mostra in qualche museo.

 

Come arrivarci..

Dalla SS 131 si esce a Macomer e passando per i paesi di Sindia e Suni si seguono le indicazioni per Bosa. In alternativa, venendo da Alghero, si può raggiungere Bosa percorrendo una splendida strada litoranea da cui si gode di un meraviglioso panorama.. e ideale per chi ama le curve!

 

Maryan

 

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