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Il ricordo di Pino Rechichi nel documento del Collegio Docenti dell’Istituto Magistrale di Polistena
“Nessuno ha potuto o potrebbe fermare sulla carta i febbrili contatti, le frasi a metà, le facce stravolte di quella drammatica mattina del 4 marzo né riepilogare le considerazioni, le decisioni ed i vuoti che si sono avvicendati nello sgomento totale e generale.
Dopo il pianto e l'omaggio a Pino Rechichi, il Collegio ha potuto mettere ordine nello scompiglio e strutturare in maniera civile le proprie riflessioni nella seduta del dieci marzo.
Di fronte ad un corpo docente muto, il Preside Luigi Marafioti, ostentando calma e chiarezza d'idee, ha ricordato il prof. Giuseppe Rechichi, delineandone le doti umane, le capacità didattiche, il bagaglio culturale e l'incondizionata disponibilità a bene operare sia nella specifica attività di educatore sia nelle relazioni con gli alunni ed i colleghi.
"Da oltre dieci anni – ha aggiunto il Preside – Pino era vicario stimato e riusciva a conciliare le incalzanti istanze sociali e culturali del territorio con le strutture reali disponibili, avviando, con i colleghi, processi sani di rinnovamento culturale senza riserva alcuna, sacrificando tempo libero ed energie, per il bene della comunità scolastica. Oggi ne avvertiamo il vuoto incolmabile!".
I docenti intervengono nel manifestare, a sette giorni dal tragico fatto di stampo mafioso, il loro sdegno per la pericolosa spirale di violenza ed il profondo dolore per la scomparsa di un amico, di un caro collega che aveva sempre profuso tutte le sue energie per produrre civiltà e pace.
"Riprendendo la parola, il Preside invita i docenti a riflettere su tali tragici eventi che colpiscono le forze più sane della società, sollecita tutti a far sì che la morte del prof. Rechichi, dopo lo sgomento, il dolore e l'inevitabile smarrimento, costituisca elemento permanente d'impegno culturale e civile per ''produrre", in modo più efficace ed incisivo, civiltà e cultura vera. Occorre, in tal senso, avviare processi formativi che esaltino la dignità e scoraggino il degrado e la violenza".
Le iniziative, altre volte ventilate in seno agli Organi Collegiali della Scuola per l'intitolazione dell'Istituto Magistrale, vengono ora riproposte anche in relazione a quanto emerso in una riunione del Consiglio Comunale, convocato in sedete straordinaria ed allargato alle forze sociali, sindacali, finanziarie è commerciali: il Sindaco e la Giunta hanno proposto che l'Istituto Magistrale venga intitolato al compianto prof. Rechichi.
I docenti intervengono nella discussione che sancisce l'unanime parere favorevole alla proposta che, come si è detto, andava maturando da tempo negli ambienti della scuola e delle forze culturali di Polistena, oltre che di quelle politiche.
Prima che la seduta venga sciolta, il Preside conclude: “Il professore Rechichi, oltre ad essere un valente educatore con attività continuativa fin dal 1974 ed aver ricoperto la funzione di Collaboratore vicario fino al giorno della sua morte, si era sempre prodigato amorevolmente per costruire relazioni di autentica democrazia tra le forze della Scuola e l'esterno.
Dotato di estroverso dinamismo e di autentica fede nei valori eterni del vivere civile, rappresentava per i giovani un indiscusso punto di riferimento per risolvere problemi ed intoppi che giornalmente si presentavano e si presentano in ogni comunità civile che operi in un settore, come la scuola, con finalità di ampio consenso.
Le iniziative che erano maturate in sede di programmazione didattica, finalizzate alla lotta contro la Mafia e la violenza comune, lo avevano sempre visto protagonista solerte e generoso”.
Il Preside conclude avanzando l'idea che si fondi, con l'apporto dei Comuni, della Provincia e della Regione Calabria, nonché degli Istituti di Credito che vogliano aderire, un'occasione di più ampio respiro regolata da uno Statuto e che si potrebbe configurare in Dall’8 aprile 1992, con nota n. 63288, il Provveditore agli Studi di Reggio Calabria, ha emesso un decreto d’intitolazione dell’Istituto Magistrale di Polistena “all’Onorando Prof. Pino Rechichi”.
L’anno successivo, 1993, sempre ad aprile, viene inaugurata una Associazione Culturale Antimafia intestata allo stesso professore Rechichi.
Una "Fondazione Permanente" che valorizzi, annualmente, l'impegno culturale e civile e si concretizzi in una o più borse di studio.
La proposta, tenendo conto anche dei consensi verbali già espressi da molti operatori del territorio e della Città di Polistena, suscita compiacimento tra i docenti che si dichiarano disponibili a lavorare in tal senso. Omissis.
Letto, approvato e sottoscritto, addì dieci del mese di marzo 1987.
Il professore Rechichi nel ricordo di Luigi Marafioti (anch'egli recentemente scomparso)
UN PROFESSORE, UNA SCUOLA
C’è una precisa corrispondenza “storica” tra la vita del nostro Istituto e la vicenda umana e professionale di Giuseppe Rechichi. Egli, dopo i primi anni d’insegnamento nelle sedi di Taurianova, Siderno, Cittanova e Palmi, veniva nominato in Ruolo ed assegnato al nostro Istituto nell’anno scolastico 1974-75, proprio mentre il Ministero concedeva l’autonomia da Reggio Calabria.
Da allora in poi c’è stata una perfetta simbiosi tra un professore e la “Sua” Scuola: quasi tredici anni di vita in comune, di lavoro, di sacrifici, di esperienze e di rapporti umani.
All’interno di questa esperienza, il Suo ruolo è stato sempre fondamentale, non solo per l’incarico di Collaboratore Vicario che seppe esercitare in maniera eccezionalmente valida, ma anche per la qualità della “Sua” presenza nella comunità scolastica.
È difficile esprimere a parole questa realtà comunitaria di affetti, sentimenti, relazioni; basti dire che noi l’abbiamo vissuta e la vogliamo custodire gelosamente perché rimanga viva dentro di noi e intorno a noi.
Noi: i presidi, i colleghi, gli studenti, i genitori, il personale non docente, tutti coloro che l’hanno conosciuto fuori e dentro la Scuola.
Dire che egli ha dato la Sua vita per la Scuola potrebbe sembrare un’esagerazione retorica, ma noi sappiamo quanta parte avesse la Scuola nella Sua vita, senza escludere e senza togliere nulla alle altre dimensioni fondamentali dell’umana esistenza (La famiglia, la vita sociale ecc.).
Alla Scuola ha dato la vita anche in senso fisico, essendo morto mentre si adoperava per organizzare la giornata scolastica, colpito, per una tragica coincidenza, durante una sparatoria a cui era completamente estraneo.
Ora perdiamo il “Suo” aiuto diretto, ma non perdiamo la “Sua” presenza, poiché il contributo d’idee, d’affetti, d’insegnamento che Egli ci lascia è grandissimo ed utilissimo per proseguire nel cammino e per crescere ancora e meglio.
Anche questo potrebbe sembrare un pensiero retorico-consolatorio, invece è per noi una era più viva e più feconda, perché la Sua figura e il suo esempio continueranno ad ispirare e sostenere la nostra dura fatica scolastica ed esistenziale.
La testimonianza d’affetto e di dolore da parte di Suoi alunni di 10-15 anni addietro sono la conferma delle consegne che Pino Rechichi ci lascia.
Istituto Magistrale “Giuseppe Rechichi”, prendi coscienza del dono che hai ricevuto, custodisci gelosamente i ricordi e gli affetti, proclama e diffondi i valori che ti vengono consegnati: la cultura, il lavoro, l’onestà, l’autenticità del vivere, l’amicizia, la solidarietà e l’impegno civile, che erano componenti irrinunciabili di Pino Rechichi.
Ricordo degli alunni
QUEL QUATTRO MARZO
Il 4 marzo è un giorno macchiato dal sangue innocente di un’altra vittima della mafia, del degrado morale e civile in cui rischiamo di restare intrappolati.
Per la gente comune, per i Calabresi che non conoscevano di persona la vittima, si tratta di un episodio di violenza come tanti altri che purtroppo si consumano ogni giorno e, magari dopo un paio di giorni di rammarico e riflessione, tutto sarà stato relegato nel dimenticatoio.
Noi alunni, che abbiamo conosciuto ed amato i1 prof. Rechichi, non potremo mai dimenticare la tragica mattina del 4 marzo!
Il Magistrale di Polistena non ha perso solo un docente o il Vice Preside, ma ha perso un uomo attorno a cui ruotava l’intera Scuola.
Noi alunni non abbiamo perso il burbero professore di matematica e fisica, ma siamo stati privati di un validissimo maestro di vita. Io non ricorderò solo le sue lezioni di matematica (che, a dire il vero, non è che mi piaccia tanto), ma i racconti delle sue esperienze di vita che venivano sempre finalizzati all'insegnamento e alla crescita umana.
Ricordo la sua allegria, 1a sua gioia di vivere, i suoi progetti, i suoi occhi che brillavano di commozione di fronte alla Parigi
notturna ammirata nell'ultima gita d'istruzione e le sue considerazioni la vita e la storia…
Personalmente sento che molte delle sue parole resteranno scolpite dentro di me, perché erano cariche di fiducia nel Bene e di coraggio.
Il ricordo della Sua umanità, sono certa, mi seguirà, il suo ottimismo mi sosterrà per sempre, per lottare con convinzione contro ogni forma di violenza.
La Scuola, ne sono pienamente convinta, deve tener fede a questi principi, usando, come diceva il prof. Scattarreggia nella manifestazione di popolo del 12 marzo per le vie di Polistena, le uniche armi che noi abbiamo e che sono molto affilate: la forza morale, le salde convinzioni nella democrazia e nel vivere civile, l'impegno nel nostro lavoro quotidiano, fatto di spirito di sacrificio, di collaborazione con le forze sane del nostro paese.