Razze Celtiche
Il mondo celtico è abitato da innumerevoli creature, appartenenti a razze con usi e costumi anche molto dissimili fra loro. Solo alcune, tuttavia, hanno raggiunto un livello di civilizzazione tale da poter estendere il proprio dominio su ampi territori, costituendo regni, imperi e nazioni.
Lappartenenza
ad una razza comporta vantaggi e svantaggi, dovuti al tipo di
cultura e alle caratteristiche fisiche dei suoi esponenti.
Centauri |
Draconici |
Elfi
Marini |
Elfi
Silvani |
Elfi
Scuri |
Ent |
Folletti |
Gargoyle |
Giganti |
Gnomi |
Gnomi
Oscuri |
Hobbit |
Mezzosangue |
Minotauri |
Moghai | Nani |
Orchetti |
Seihan |
Troll |
Umani |
I centauri sono creature veramente singolari, per metà umane e per metà equine; sono di corporatura estremamente robusta e raggiungono unaltezza di oltre due metri.
La loro formidabile costituzione li rende dei corridori rapidi ed instancabili, nonché dei guerrieri temibili (benché non siano aggressivi come i Troll).
I Centauri sono estremamente fieri della propria stirpe, sono soliti trattare con alterigia le altre razze, vivendo in tribù isolate e del tutto autosufficienti nel fitto delle foreste. Sono dotati di un intelletto acuto, vivono prevalentemente di caccia e diffidano della magia.
I Centauri conservano ancora luso dellantica Lingua Imperiale, un tempo diffusa in tutti i territori soggetti allImpero di Norgoth.
I Draconici discendono dai Grandi Draghi dellEra del Sogno (sebbene gli storici siano discordi riguardo le loro origini).
Dotati di un fisico resistente alla fatica e di uno spesso strato di scaglie protettive, riescono a sostenere con noncuranza temperature molto elevate (per contro, il gelo li cala in uno stato di torpore che li rende assai vulnerabili). Orgogliosi delle proprie origini, considerano le altre razze alla stregua dinconsapevoli prede; il loro grande acume, unito ad una natura bellicosa, li rende dei temibili avversari in battaglia.
Fortunatamente, le Famiglie draconiche (riconoscibili dal diverso colore delle scaglie) sono spesso divise da faide interne, che impediscono loro di unirsi per muovere guerra agli altri popoli civili.
I Draconici parlano il sibilante Shizhak, derivante dalla antica lingua dei draghi (lo Shindragg).
Si narra che, in tempi remoti, molto prima che la follia della Signora sconvolgesse le terre conosciute, alcuni clan elfici furono colti dal Richiamo del Mare, una sottile malia che li spinse ad abbandonare la propria patria, per insediarsi sulle coste del mondo celtico e, di lì, affrontare le vastità dellOceano dei Leviatani.
Col
trascorrere dei secoli, i loro discendenti si adattarono alla
propria nuova terra, apprendendone i segreti ed arrivando a
meritarsi il titolo di Prediletti di Dhanann, Signore degli
Abissi.
Agili ed eleganti, da sempre abituati a mescolarsi agli umani, gli elfi marini hanno perso un poco della grazia originaria, divenendo un popolo di abili navigatori, di scaltri mercanti e di coraggiosi esploratori.
La fama
delle loro mirabili Città Galleggianti è diffusa, così come
lefficienza della loro flotta, in grado di sfidare la furia
dei flutti.
Gli elfi
marini comunicano fra loro nel fluente Dha'rhan, derivante dal
nobile Khair'elhan.
Si narra
che, durante gli anni bui segnati dalla folle opera distruttrice
della Signora, diversi clan elfici si ritirarono verso oriente,
cercando rifugio ai confini del mondo conosciuto.
Impotenti
dinnanzi allo sterminio della propria razza, essi decisero di
troncare i contatti col mondo, ponendosi sotto la benevola
protezione di Ninlith, Dea della Vita e della Prosperità.
Unici
depositari dell'antica magia elfica, fondarono la splendida
città di Elborn, gemma fra le gemme.
Eleganti,
dal fisico slanciato e dai tratti delicati, gli elfi silvani
hanno conservato la bellezza eterea dei loro avi, unitamente ad
una tenacia e ad un coraggio frutto dei lunghi anni di lotta
contro lOscurità.
Straordinariamente
longevi e dallindole mite, sono fini cultori dell'arte e
dei piaceri della vita, quali la poesia e lamore; se
minacciati, tuttavia, sanno mostrarsi estremamente agguerriti,
fieri rappresentanti di una nobile, antichissima stirpe.
Gli elfi silvani parlano il melodioso Khair'elhan (che alcuni studiosi chiamano Khair'rhan).
Eleganti e
misteriosi, gli elfi scuri possiedono un fascino sottile,
difficile da ignorare, che li contraddistingue ovunque si
trovino. Sono in pochi a conoscere le vere origini di questa
razza di creature enigmatiche, sebbene alcuni studiosi affermino
con certezza che esistano da molto prima dellavvento della
Signora.
I grandi
occhi obliqui, la pelle ambrata, le movenze fluide dei corpi
sorprendentemente elastici e resistenti sembrano confermare le
leggende secondo cui essi sarebbero i discendenti degli abitanti
di Pho'long, la Città di Giada, dove i mortali erano soliti
unirsi con esseri provenienti dal Piano Etereo.
Gli elfi
scuri, per altro, sono i primi a dar credito a queste e a molte
altre storie sul loro conto, spinti soprattutto dallo spirito
malizioso ed ironico, a tratti persino contorto, che
contraddistingue gli esponenti di questa stirpe.
Amabili e
seducenti, raffinati e poetici, sono altresì famosi per i loro
repentini mutamenti dumore, che li spingono ad agire con
cattiveria, se non addirittura con crudeltà.
Gli elfi scuri parlano il suadente Ghal'rhan, che molto ha in comune con il più nobile Khair'elhan.
Gli Ent
rappresentano senza dubbio gli esseri più straordinari del Mondo
Celtico. Alti più del doppio dun uomo ed assai robusti,
sono interamente ricoperti duna spessa corteccia
grigio-verde; dotati di enormi piedi simili a radici e di braccia
possenti, gli Ent sono soliti portare lunghe barbe muschiose.
Popolo
pacifico ed amante della poesia, caratterizzato da una longevità
millenaria, gli Ent si mescolano raramente alle altre razze del
Mondo Celtico, prediligendo unesistenza contemplativa nel
fitto delle foreste.
Gli Ent
parlano il complesso Balar, il cui suono è simile al rumore del
vento fra le foglie.
Ben poco si
conosce riguardo il Popolo Fatato, data lestrema abilità
con cui i suoi esponenti riescono a trarre in inganno gli ospiti
indesiderati.
Di certo,
si sa che i folletti sono esseri minuti, alti poco più di tre
spanne, con una spiccata propensione per la magia e gli scherzi.
Il Piccolo
Popolo parla la bizzarra Lingua delle Fate (che alcuni studiosi
chiamano Nethyllrin).
Le più
antiche leggende che menzionano i Gargoyle sono quelle secondo
cui queste creature aiutarono gli Elfi a difendere le mura di
Elborn. Nondimeno, le informazioni sulle loro origini sono
oscure, forse perse per sempre.
Di sicuro,
la Magia si pone a fondamento della loro stessa esistenza,
consentendo alle loro massicce membra di granito di muoversi e
parlare. Sempre secondo il mito, i Gargoyle sarebbero immortali,
ma si tratta unicamente di unesagerazione, dovuta
allestrema resistenza della loro pelle e della loro grande
longevità.
Astuti,
talvolta feroci nelle loro vendette, questi enigmatici testimoni,
nel trascorrere dei secoli, conducono vite isolate, talvolta
cadendo in un profondo sonno senza sogni destinato a durare per
decenni.
I Gargolyle
parlano il misterioso Eghvar, dalle forti connotazioni mistiche.
Di
carattere rude, dotati di un coraggio leggendario, i Giganti sono
delle vere e proprie macchine da guerra. Una volta che la furia
della battaglia li ha sopraffatti, sono in grado di ignorare la
fame, la stanchezza ed il dolore delle ferite, pur di guadagnare
la vittoria.
Riuniti in
Clan patriarcali, sono soliti stringere alleanze con gli umani,
mettendo a loro disposizione la propria forza smisurata.
Pur non
essendo molto acuti, i Giganti possiedono un proprio codice
donore per il quale sono disposti a sacrificare la vita.
Per questo, in tutto il Mondo Celtico, sono ben pochi i folli che
oserebbero sfidare apertamente un popolo che vive per la guerra e
per la gloria.
I Giganti
padroneggiano con una certa difficoltà la comune Lingua dei
Regni, ma sono molti gli studiosi a sostenere che alcune tribù
conservino luso dellOrgvar (variante del Gith, la
perduta Lingua Astrale).
Molto
simili ai nani per fisionomia, gli gnomi si distinguono per
lestrema complessità e raffinatezza della loro società,
nonché per la loro grandissima propensione alla magia.
Dindole
gentile e brillante, gli esponenti di questo popolo amano vivere
in piccole comunità isolate, dove condurre in pace i propri
studi ermetici.
Gli gnomi
parlano il complicatissimo Gnum, che rappresenta una sfida anche
per i letterati di maggior acume.
Negli anni
bui, durante i quali la Signora iniziò la sua Ricerca, furono in
molti a lasciarsi sedurre dal fascino della Metà Nera.
Il popolo
degli gnomi, da sempre sensibile alla Magia, non fu da meno,
tanto che diversi giovani talenti si lasciarono corrompere dalle
promesse della Tentatrice, dando origine alla stirpe degli gnomi
oscuri.
In seguito
alla disfatta della Signora, questi clan si ritirarono oltre le
Malelande, decisi a proseguire la propria ricerca del potere
lontani da occhi indiscreti.
Marchiati
da una fama inquietante, gli gnomi oscuri hanno mantenuto la
vivissima intelligenza dei propri avi, unita ad una vena di
smaliziato cinismo.
Gli gnomi
oscuri hanno ereditato il complicato Gnum, anche se molti
preferiscono usare la Lingua Nera.
Di tutte le razze del Mondo Celtico,
quella degli hobbit è forse la più mite e benvoluta. Alti poco
più d'un metro, paffuti, dai grandi piedi pelosi, hanno un
carattere bonario e scherzoso che li rende irresistibili.
Arguti e dotati di una grande
intelligenza, sono un popolo pacifico e civile, che preferisce la
buona tavola alle gloriose imprese.
Gli hobbit parlano comunemente
lallegro Nadib.
Col termine
(spesso dispregiativo) di Mezzosangue si è soliti
indicare il frutto di unioni miste, fra esponenti di razze
diverse.
Talvolta,
queste unioni sono originate da una divorante passione, capace di
sfidare le convenzioni sociali e le polverose tradizioni (come
nel caso di un umano che sposi una donna elfica, generando un
mezzelfo). Più spesso, sono il marchio della brutale
violenza, a seguito delle razzie perpetrate da razze barbariche
(è questo il caso dei mezzorchi).
In ogni caso, un mezzosangue si trova quasi sempre a vivere una spiacevole condizione, trovandosi emarginato (in modo più o meno netto) da ambedue le razze dorigine.
Impossibilitato ad integrarsi, si vede spesso costretto allisolamento, oppure, a nascondere la propria origine mista.
Appartenenti ad un popolo rozzo,
dedito quasi esclusivamente alla guerra e alla caccia, i
Minotauri sono umanoidi dal fisico possente e dal temperamento
irascibile.
Dotati di lunghe corna acuminate
(fonte di grande orgoglio), posseggono unenorme forza
fisica, ma un intelletto assai modesto.
La loro società è fortemente
militarizzata, con severissime leggi che puniscono i codardi e
gli insubordinati (una pena molto comune è il taglio delle
corna, che condanna la vittima a vivere come un reietto: poco
meno di un essere umano).
Certi della propria superiorità nei
confronti delle altre razze, i Minotauri sono dediti al
banditismo, e ad altre pratiche abominevoli, apprese durante gli
anni trascorsi al servizio della Signora.
I Minotauri parlano il rozzo
Harghar, che alcuni studiosi sostengono abbia molto in comune con
la lingua dei giganti.
Sorprendentemente
agili ed aggraziati nei movimenti, i Moghai (comunemente detti
felini nei Regni Liberi) sono creature umanoidi con
svariati aspetti in comune con i grandi felidi delle Terre Calde.
Il loro corpo è coperto da un morbido pelo ed i loro occhi sono
in grado di penetrare loscurità più fitta, come quelli di
certi predatori.
Benché la
loro indole sia profondamente tradizionalista ed estremamente
mite, i Moghai sono anche noti come valenti guerrieri, dotati
della facoltà di lasciarsi pervadere dalla Furia di
Meerclar, al fine di tramutarsi in feroci belve assassine.
È per questo motivo che, nelle contrade di Baamoth, si suol
dire: Mai far arrabbiare un Moghai.
I felini si
servono di una bizzarra lingua detta, per lappunto, Moghai.
Di
corporatura tozza ed estremamente robusta, daspetto
sanguigno e rude, i nani vivono da sempre in buoni rapporti con
gli uomini, a cui sono legati da innumerevoli secoli di storia
comune e di continui scambi commerciali. La loro è una cultura
basata su pochi valori solidi e fondamentali che difendono sino
alla morte: il lavoro, la famiglia e lonore personale.
Esperti
minatori, ingegneri, architetti, fabbri, orafi e gioiellieri, i
nani hanno sviluppato più di ogni altra razza il proprio ingegno
e le proprie capacità creative, a tal punto da risultare i
migliori artigiani del mondo celtico (non a caso, molti potenti
artefatti magici sono opera di esperti Maestri nanici).
Al loro
genio si deve linvenzione della stampa a caratteri mobili,
ed ancor prima, la scoperta del vetro e dei combustibili liquidi
per lilluminazione. I nani sono inoltre noti per il loro
grande amore per il bere e la buona cucina, per il loro carattere
scorbutico ed irascibile, per la fermezza e la decisione che
pongono nel perseguire lo scopo che si sono premessi, nonché per
il fatto che non dimenticano mai, anche a distanza di anni, la
parola data o loffesa ricevuta.
Inoltre, un
nano che si rispetti, oltre che per la fierezza di appartenere
alla razza più nobile di tale mondo, si distingue
per il profondo attaccamento che ha per la propria barba, simbolo
di prestigio sociale e motivo di grande orgoglio.
I nani
parlano lantico Taghran, che possiede un duplice alfabeto
(fonetico e runico).
Dotati
duna coriacea e bitorzoluta pelle verde, di una natura
incline ai violenti scoppi dira, nonché di un intelletto
piuttosto limitato, gli orchetti sono la più popolosa fra le
razze di stirpe goblinoide.
Organizzati
in numerose tribù sparse per tutto lantico mondo celtico,
per lo più impegnate in sanguinose faide intestine, sono soliti
insediarsi nei luoghi più sperduti ed inospitali, vivendo quasi
unicamente di saccheggi ai danni delle razze civilizzate.
Nel corso
della Guerra dei Dieci Anni, svariate tribù orchesche si unirono
agli eserciti della Signora, sebbene la loro indole
indisciplinata e rissosa comportasse la costante minaccia di una
diserzione in massa.
Bellicosi e
sanguinari, gli orchetti possiedono un gutturale linguaggio detto
Orraka (famoso fra i pochi linguisti che lo conoscono, per
possedere più di quindici sinonimi del termine
uccidere).
Stando ai
miti, le origini del popolo Seihan risalgono allEra dei
Sogni, allorché il Dio Akhira volle imitare loperato dei
Creatori e dare vita ad una stirpe di valenti guerrieri.
Ciò che
ottenne, furono i fieri Seihan, in parte uomini, in parte
scimmie, animati da un animo indomito. Caratterizzati da una
pelle oltremodo coriacea e difficile da scalfire, i Seihan sono
soliti rifiutare le armature umane, giudicandole un inutile
impedimento.
Possiedono,
inoltre, una lunga coda, che indica la facoltà di mutarsi in
terribili Ozharu durante le notti di plenilunio.
Secondo la
leggenda, i migliori fra i Seihan sono in grado di affinare le
proprie capacità sino a mutarsi in Shin Seihan, guerrieri dalle
facoltà sovrumane, capaci dimprese titaniche. Costoro sono
in grado di padroneggiare antichissime tecniche di combattimento
che sfruttano il Chi (lenergia spirituale insita in ogni
essere vivente), al fine di sopraffare lavversario col
proprio devastante potere.
Maggiore è
la forza di uno Shin Seihan, maggiore è il suo potere; il sogno
di ogni combattente Seihan è quello di raggiungere il
leggendario Quinto Dhan, soglia dellimmortalità.
I Seihan
parlano il Tien Shu, lingua tipica delle terre esotiche
meridionali del mondo celtico.
I Troll
sono creature umanoidi piuttosto alte ed estremamente robuste,
con lunghi arti dinoccolati ed una pelle bitorzoluta il cui
colore sfuma dal giallo al verde.
La maggior
parte di loro vive in villaggi isolati, spesso divisi da
sanguinose faide, mentre una ristretta minoranza si è insediata
nella civile Yrrkam, baluardo contro la barbarie dominante.
Benché
molti studiosi li considerino dei bruti privi di raziocinio, i
Troll sono capaci di grande disciplina, oltre che di gesti di
vero e proprio eroismo nell'interesse del proprio Clan.
I Troll
parlano il gutturale Skaana che, singolarmente, possiede almeno
ventitre vocaboli per il solo termine onore, e molti
di più per la parola guerra.
Gli uomini
del mondo celtico non differiscono in nulla, né fisicamente né
psicologicamente, dagli uomini che abitavano il nostro mondo in
epoca tardo-medievale.
I loro usi e costumi mutano
sensibilmente in base al territorio, venendo così a creare un
insieme eterogeneo di culture che convivono ormai da secoli in
modo più o meno pacifico. A seconda del territorio
dorigine i diversi popoli di tale mondo hanno sviluppato
alcune caratteristiche e peculiarità fisiche a sfavore di altre:
così, ad esempio, i guerrieri che abitano le distese ghiacciate
a nord del Massiccio del Ludgren sono estremamente resistenti, ma
estremamente ingenui rispetto agli astuti abitanti di Ofir.
Gli umani parlano una ricchissima
varietà di lingue e dialetti, sebbene le esigenze commerciali
abbiano determinato lampia diffusione della Lingua dei
Regni in tutti i territori civili; meno comuni, sono il Khemet
(parlato nelle Terre Calde) e lantico Imperiale (noto agli
studiosi ed accademici).