Fisica — Physics

Ulteriori conseguenze della teoria del tempo guida

L'introduzione del tempo guida e l'accettazione del fatto che le onde si muovono in entrambe le direzioni del tempo hanno spiegato il modo con cui gli elettroni si muovono nello spazio-tempo, scomparendo in un luogo e ricomparendo in un altro, ed il collasso della funzione d'onda. Di per sé questi risultati costituiscono una prova della bontà della teoria. Comunque, oltre a fornire la comprensione di come le cose funzionano nel corso di un'interazione tra un fotone ed un elettrone, la teoria predice anche altre conseguenze. Eccone alcune.

L'introduzione del tempo guida dà una migliore comprensione del principio di indeterminazione. Per comprenderla, consideriamo nuovamente il processo Compton. La teoria quantistica dice che le energie, quantità di moto e spin delle due particelle interagenti sono soggette alle limitazioni imposte dal principio di indeterminazione. Tuttavia, anche se, per esempio, una buona determinazione della posizione dell'elettrone implica una cattiva conoscenza della quantità di moto, l'indeterminazione non influenza le successive misurazioni della quantità di moto. D'altra parte, nel lasciare la zona di interazione il fotone possiede una ben definita quantità di moto. Ora la domanda è: Come possono l'elettrone ed il fotone soddisfare le leggi di conservazione se i loro stati dinamici divengono noti solo dopo una successiva interazione o misurazione? La meccanica quantistica non fornisce la risposta. Dalla teoria del tempo guida, invece, comprendiamo che queste informazioni vengono mediante il pacchetto di onde che si propaga a ritroso nel tempo. Indipendentemente dal fatto che l'elettrone sia rappresentato da pacchetti di onde con valori incerti, dopo la successiva interazione il pacchetto che ritorna indietro porta le informazioni — non più indeterminate — necessarie per completare l'interazione ed il fotone emesso è in grado di ricevere le corrette caratteristiche necessarie per soddisfare le leggi di conservazione.

Come abbiamo visto, in accordo con la teoria del tempo guida il futuro condiziona il passato. Da ciò ne deriva un'altra conseguenza, la quale può essere soggetta a test. Come già menzionato, la meccanica quantistica fornisce la distribuzione probabilistica degli angoli di diffusione del fotone causata dall'interazione con un elettrone. Tale probabilità non dipende dalla distribuzione di particelle nella regione circostante. In altre parole, la meccanica quantistica fornisce la distribuzione di probabilità sotto l'assunzione inespressa che la distribuzione di fotoni e particelle elettricamente cariche presso il luogo dove ha luogo la collisione sia isotropa. Che cosa succede se non è così, cioè se la distribuzione di fotoni e particelle è anisotropa nelle vicinanze del punto di diffusione? Poiché la successiva interazione ha luogo dove si verificano per prima le condizioni appropriate, una distribuzione anisotropa dovrebbe alterare la distribuzione probabilistica degli angoli di diffusione. Perciò dovrebbe essere possibile ovviare alla limitazione imposta dal principio di indeterminazione ed indurre gli elettroni a muoversi nella direzione desiderata, come ad una gallina, il cui cammino non è predicibile, ma che può essere indotta a seguire quello indicato da una traccia di grani di mais. Questo risultato non è predetto dalla teoria quantistica. Se dimostrato, esso costituisce un'ulteriore prova della bontà della teoria del tempo guida, la quale perciò apre la strada ad una più profonda conoscenza della costituzione e del funzionamento delle particelle elementari — poiché è chiaro che la teoria deve avere significato anche riguardo a tutte le altre particelle elementari — e mostra pure che tutte le particelle elementari non sono altro che onde, ossia oscillazioni dell'etere (vedi Corrispondenza tra etere e universo fisico).

Il fatto che le interazioni elettromagnetiche avvengano mediante onde che si muovono in entrambe le direzioni del tempo implica pure quanto segue. Consideriamo un elettrone che venga colpito dapprima in P1 = (t1x1) e, in un tempo successivo, in P2 = (t2x2). Come abbiamo già considerato, il bilancio delle grandezze dinamiche viene stabilito solo dopo l'occorrenza della seconda interazione e tale bilancio determina le caratteristiche del fotone uscente da P1. Supponiamo ora che il fotone emesso da P1 interagisca con un altro fotone in P3 = (t3x3), con t3 = t2. Poiché x2 ≠ x3, i punti P2 e P3 sono separati da una distanza puramente spaziale. Ciononostante, l'evento in P2 influenza quello in P3, poiché, per esempio, il trasferimento di spin in P3 dipende dall'interazione avvenuta in P2. Perciò la cosa appare come se il segnale si fosse propagato da P2 a P3 più velocemente della luce, mentre in realtà ciò è dovuto al fatto che il segnale ha viaggiato parzialmente all'indietro nel tempo.

Further consequences of the leading time theory

The introduction of the leading time and the acceptance of the fact that waves move along both directions of time have explained the way electrons move in space-time, by disappearing at one place and reappearing at another, as well as the wave-function collapse. By themselves these results constitute a proof of the goodness of the theory, but, besides giving an understanding of how things work in the interaction between a photon and an electron, the theory predicts other consequences. Here'are some of them.

The introduction of the leading time gives a better understanding of the uncertainty principle. To see this, let's consider again the Compton process. The quantum theory says that the energies, momenta and spins of the two interacting particles are subject to the limitations imposed by the uncertainty principle. However, even if, for example, a good determination of the position of the electron implies a bad knowledge of the momentum, the uncertainty doesn't influence the successive measurements of the momentum. On the other hand, on leaving the interaction zone, the photon has a well defined momentum. Now the question is: How can electron and photon satisfy the conservation laws if their dynamical states become known only after a successive interaction or measurement? Quantum mechanics doesn't give the answer. From the leading time theory, instead, we understand that these informations come through the back moving electron wave-packet. Independently from the fact that the electron is represented by wave-packets with uncertain values, after the successive interaction the back moving packet brings back the informations — without any uncertainty — needed to complete the interaction, and the issuing photon can receive the correct characteristics necessary to satisfy the conservation laws.

As we've seen, according to the leading time theory the future conditions the past. From this fact, another consequence derives, which can be put to test. As already mentioned, quantum mechanics provides the probability distribution of the photon angles of scattering caused by its interaction with an electron. Such probability doesn't depend on the particle distribution on the surrounding region. In other words, quantum mechanics gives the probability distribution under the unexpressed assumption that the distribution of photons and electrically charged particles near the place where the collision takes place be isotropic. What happens if it isn't so, i.e. if the photon and particle distributions are anisotropic in the vicinity of the scattering point? Since the next interaction takes place where the appropriate condition is first found, an anisotropic distribution should alter the probability distribution of the scattering angles. Hence, it should be possible obviate the limitation imposed by the uncertainty principle and induce electrons to move in the desired direction, as a hen, whose motion is unpredictable, but that can be induced to follow the path indicated by a trail of grains of mais. This result isn't predicted by quantum theory. If proven, it provides a further proof of the goodness of the leading time theory, which opens the way for a deeper knowledge of the constitution and workings of the elementary particles — it's clear that the theory must be meaningful also in the realm of all the other elementary particles — and would also show that all elementary particles are just waves, i.e., some types of oscillations of the ether (see Correspondence between the ether and the physical universe).

The fact that the electromagnetic interactions occur through waves moving in both time directions imply also the following. Consider an electron that gets hit first at P1 = (t1x1) and then, some later time, at P2 = (t2x2). As we already considered, the balance of the dynamical quantities is established only after the occurrence of the second interaction, and such balance determines the characteristics of the photon emitted at P1. Suppose now that the photon emitted from P1 interacts with another electron at P3 = (t3x3), with t3 = t2. Since x2 ≠ x3, the points P2 and P3 are separated by a purely space-like distance. Nonetheless, the event in P2 influences the one in P3, because, for example, the spin transfer in P3 depends on the interaction that occurred in P2. Hence it looks as if a signal had propagated from P2 to P3 faster than the speed of light, while in reality it's due to the fact that the signal has partly traveled backward in time.