19 giugno 1944

 

Dopo l'assalto della notte del 15 giugno al carcere del Baldenich di Belluno compiuto da un manipolo di partigiani comandati da "Carlo" conclusosi senza colpo ferire con la liberazione di oltre 70 prigionieri politici, il Comando nazista decide d'operare una dura rappresaglia nei confronti del movimento di resistenza bellunese.

Il 19 giugno le truppe naziste irrompono a Belluno in Piazza Campitello (oggi Piazza dei Martiri) ed arrestano 24 persone tra cui Attilio Tissi del CLN Provinciale.

Verso le 22 a Feltre vengono arrestate 33 persone e 5 vengono uccise.

 

La sera alle 22 il corteo nazista guidato da alcune spie feltrine si porta all'Albergo Feltre per arrestare il ten. col. Angelo Zancanaro.

Dopo aver sfondato la porta d'ingresso ed aver sparato numerosi colpi di mitraglia entrano nell'androne. Svegliato da tale rumore inconfondibile e sentendo i tedeschi urlare il proprio nome Zancanaro esce immediatamente sul ballatoio e si presenta al nemico al fine d'impedire che inutili innocenti siano colpiti.

Viene tratto in arresto assieme al giovane figlio Luciano. Giunti sull'uscio vengono falciati dalla mitraglia nazista.

 I tedeschi si portano quindi all'abitazione di Pietro Vendrami e lì lo uccidono, poi raggiungono l'abitazione di Oldino De Paoli che tenta la fuga ma viene fermato dalla mitraglia nemica in Via Tofana (dove lo ricorda una lapide).

I corpi vengono gettati su di un camion, ma la tragica notte non è ancora finita.  Il corteo di morte si porta al Seminario. Lì viene ucciso il veneziano Romano Colonna e vengono arrestati Don Giulio Gaio ed il Rettore del Seminario Monsignor Fent.

Mons. Fent verrà liberato entro breve tempo mentre per Don Giulio le porte del carcere si apriranno solamente il 9 ottobre. I tedeschi tenteranno si arrestarlo una seconda volta l'8 novembre ma riuscirà a mettersi in salvo ed a rifugiarsi a Vittorio Veneto. Don Giulio Gaio rientrerà a Feltre solo dopo la liberazione.

Per la tragica notte di S. Marina e per l'uccisione di altri tre valorosi uomini impiccati sulla pensilina del caffé centrale di Feltre viene condannato a morte Attilio Bolzanella che però tra amnistie e condoni non sconterà la pena capitale nè tanto meno l'ergastolo.

 

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