Anno 2 Numero 75 Mercoledì 10.09.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

BENEFICI SENZA CONFINI
WWF Position paper sulle aree protette

www.wwf.it

Obiettivi

Le aree protette rappresentano il cuore delle strategie nazionali e internazionali di conservazione.
Fungono da rifugi per le specie e i processi ecologici che non potrebbero sopravvivere o mantenersi in ambienti terrestri e marini fortemente manipolati. Forniscono gli spazi per l’evoluzione naturale e un futuro miglioramento ecologico. Le persone – vicino o lontano che siano - traggono beneficio dal potenziale genetico delle specie selvatiche, dai servizi ambientali degli ecosistemi naturali, dalle opportunità di ricreazione e rifugio offerte. Molte persone credono inoltre che sia un obbligo etico prevenire la scomparsa di specie dovuta alle nostre azioni. Le aree protette simbolo sono tanto importanti per l’eredità di una nazione quanto la cattedrale di Notre Dame o il Taj Mahal. 

Le aree protette sono in aumento. Oggi sono oltre 100.000 quelle istituite, classificate dall' UNEP- World Conservation Monitoring Centre (Centro di Monitoraggio Mondiale della Conservazione), coprono 18.9 milioni di chilometri quadrati di superficie terrestre, pari al 12,7% del totale, comprese oltre 1300 aree marine protette, che rappresentano l’1 % degli oceani. La maggior parte di queste aree è stata individuata e ufficializzata durante il ventesimo secolo, e ciò rappresenta probabilmente il più vasto e consapevole cambiamento nell’uso del territorio della storia.
Tale aumento, però, fornisce una falsa impressione riguardo alla reale forza della rete delle aree protette a livello mondiale. Molte sono inaccessibili e remote – ghiacciai, deserti e montagne - e non sempre ben posizionate per proteggere la biodiversità o per portare benefici alle comunità. Ci sono anche notevoli carenze: ad esempio appena lo 0.1 % delle foreste naturali è protetto nelle isole del sud Pacifico, solo l’1% delle foreste umide nelle pianure del Camerun in Africa Centrale o le mangrovie nel Golfo di Guinea, e solo il 2 % dei sistemi lacustri. Specie simbolo e in pericolo come tigri e rinoceronti soffrono la mancanza di aree protette.
L’aumento della superficie protetta globale non è stato sempre accompagnato da una gestione efficace: molte aree protette non hanno un riconoscimento legale e non hanno una opportuna capacità gestionale: sono infatti chiamate “paper parks”, cioè parchi di carta. Anche le aree ufficialmente e legalmente protette sono comunque a rischio. Le minacce includono problemi immediati, come la caccia, il disboscamento e l'estrazione mineraria illegali e gli incendi incontrollati; e problemi nel lungo periodo, quali la contaminazione tossica e i cambiamenti climatici; queste minacce sono provocate da diverse cause tra cui carenze governative, povertà, sfruttamento e mancanza di risorse alternative. 
La qualità delle aree protette può soffrire, ad esempio, del prelievo di specie a causa del bracconaggio, di un danno ecologico generale fino ad arrivare, in casi estremi, alla completa distruzione. 
Anche dove le aree protette rimangono integre, i risultati concreti possono essere parziali, a causa dell’isolamento e della frammentarietà da un contesto territoriale circostante completamente diverso. La mancanza di fondi ostacola la gestione e la pressione della popolazione non fa che aumentare i contraccolpi. Ancora non è chiaro come i governi si impegnino seriamente nella tutela nel lungo periodo; addirittura alcuni governi potrebbero aver designato alcune aree come protette semplicemente per salvarle per uno sfruttamento successivo.
Se le aree protette vogliono attirare l’interesse politico e ricevere ogni risorsa necessaria per mantenersi nel lungo periodo, occorrono argomenti forti e convincenti a favore della protezione.

Quanto è abbastanza? Viene spesso chiesto alle associazione ambientaliste quale deve essere la superficie di terra e mare da destinare ad area protetta. Una sola risposta è impossibile, perché dipende da quanto accade intorno. Le aree protette circondate da territori con una gestione impropria del suolo e delle acque, faticano moltissimo a mantenere tutte le specie; mentre in un’area maggiormente sostenuta nella fascia circostante impiega meno risorse per proteggere la biodiversità. Il processo di conservazione ecoregionale e la ricerca che ne deriva stanno iniziando a fornire le informazioni necessarie per migliorare la nostra capacità di rispondere a domande come questa in futuro.

Ruolo del WWF
Le aree protette sono al centro del lavoro del WWF da più di 40 anni, a partire dall’attenzione rivolta alle specie in pericolo d’estinzione fino ad arrivare all'approccio ecoregionale; tale missione include:
- pianificazione: sviluppando proposte concrete per una rete di aree protette coerente e vitale, attraverso processi di pianificazione ecoregionali, come nella ecoregione marina dell’Africa orientale o attraverso programmi come AREAS ( strategia d’azione per rinoceronti ed elefanti asiatici)
- supporto alla creazione e all’espansione di aree protette: in Sud Africa il WWF è stato fondamentale per la nascita e lo sviluppo di 11 parchi nazionali, inclusi il Cape Peninsula National Park e più di 30 riserve naturali
- collaborazione nella gestione: sostenendo la gestione di importanti aree protette, come il Korup Park in Camerun
- Raccolta fondi: per accrescere l’operatività e la ricerca, come in Song Thanh Reserve in Vietnam
- meccanismi di finanziamento sostenibile, come nel programma Amazon Region Protected Areas in Brasile 
- partnerships: in molti progetti, come l’alleanza WWF-Banca Mondiale
- coinvolgimento: per assicurare una voce locale nelle decisioni, come negli accordi sui conflitti uomo–elefante nel Quirimbas National Park in Mozambico
- promotori: di programmi comuni come la tutela transnazionale delle zone umide tropicali tra Australia, Papua Nuova Guinea e Indonesia
- ricerca: fornendo supporto tecnico per esempio nell’analisi delle lacune, dirette dal WWF Canada
- sostegno alla tutela – come nel Summit di Yaoundé in Africa – e contro diverse minacce quali l’estrazione dell’uranio nel Kakadu in Australia. 


Posizione del WWF

Aree protette: L’IUCN definisce un’area protetta come : un’area di terra e/o mare dedicata in modo specifico alla protezione e al mantenimento della diversità biologica, delle risorse naturali e di quelle culturali associate, gestite attraverso misure legali o comunque efficaci

Le aree protette vengono suddivise in 6 categorie:
I a Riserva naturale integrale/area selvaggia protetta
I b Area wilderness
II Parco Nazionale
III Monumento naturale
IV Area per la gestione dell'habitat e la specie
V Paesaggi terrestri e marini protetti
VI Area protetta per la gestione di risorse 

Il WWF ha come obiettivo la creazione di nuove aree protette e il suo strumento Gift to the Earth ( Regali alla Terra ) si dimostra prezioso per individuare nuovi obiettivi particolarmente significativi. 

Il WWF ritiene che la definizione del IUCN debba essere integrata. La conservazione della biodiversità è l’obiettivo primario delle aree protette ma vanno riconosciuti anche i benefici aggiuntivi. Riconosciamo anche il valore di molte altre funzioni di tutela al di fuori delle aree protette dell’IUCN, come quelle di controllo delle valanghe, la protezione dei bacini idrici e altre riserve strategiche. 

Regali alla Terra : una celebrazione di pubblico impegno del WWF nelle azioni di conservazione e dimostrazione di leadership ambientale a governi, associazioni o individui. Oltre 60 degli 89 Regali alla Terra fino ad oggi, includono Aree Protette, per esempio il Deh Cho Canadese, che include la tutela di 10 milioni di ettari di terra dallo sviluppo commerciale fino alla creazione di una rete di aree protette. 

Costruire un sistema di aree protette rappresentativo: attualmente molti sistemi di aree protette non sono completi e quindi importanti ecosistemi non risultano presenti. C’è un bisogno urgente di completare sistemi di aree protette ecologicamente rappresentativi, in particolar modo inserendo ecosistemi scarsamente tutelati come le aree costiere e il mare aperto, le zone umide, le foreste tropicali umide e secche, le foreste di pianura dei climi temperati, savana e prateria.

Il WWF ritiene che la conservazione ecoregionale rappresenti il miglior modo di utilizzare un approccio basato sulla scienza per rafforzare la rete delle aree protette posizionandole così in un contesto più ampio. Creare un sistema di aree protette ecologicamente rappresentativo è la più urgente priorità nei programmi rivolti alle aree protette globali, soprattutto per quelle marine in cui il WWF intende estendere il sistema al 10% dei mari.

Conservazione delle ecoregioni: una ecoregione è “un’area di terra o mare relativamente grande che ospita specie, comunità, dinamiche ambientali”. L'approccio ecoregionale ha come obiettivo la conservazione dei processi ecologici integrando le attività di livello locale all’interno di una strategia più ampia, basata su circa 50-100 anni di biodiversity vision, aggregando i punti di vista socio-economici e biologici, con approcci idealisti e ambiziosi. Il WWF ha identificato 237 ecoregioni principali (Global 200). Una parte fondamentale di ogni strategia consiste nell’utilizzo delle principali "gap analysis" come cornice per identificare i luoghi candidati ad essere protetti.




Mantenere le aree protette per il presente e il futuro: molte aree protette rimangono a rischio perché non sono state formalizzate o perché i vincoli o la gestione corrono continui pericoli. Il WWF è stato coinvolto fin dall'inizio nel lavoro della Commissione Mondiale sulle Aree Protette riguardo all'efficacia di gestione, spesso lavorando con la Banca Mondiale.

Il WWF ritiene di cruciale importanza assicurare un management efficace delle aree protette, obiettivo che si cercherà di implementare in tutti i progetti del WWF sulle aree protette.

Valutazione dell’efficienza del management: la Commissione Mondiale sulle Aree Protette utilizza un programma per valutare le aree protette, che includono le seguenti considerazioni: il contesto ( l’importanza, le minacce); la pianificazione; il fabbisogno di risorse; l’andamento (come viene condotta la gestione); e potenzialità (verifica obiettivi). All’interno di questi programmi sono stati sviluppati vari strumenti di giudizio, che vanno dal monitoraggio dettagliato a lungo termine alle semplici verifiche. Il WWF e l'IUCN hanno prodotto le linee guida per l’efficienza nella gestione di aree marine protette che stanno per essere “testate” in oltre venti siti. Il WWF è stato inoltre coinvolto in molti sistemi nazionali e regionali: per esempio in America Centrale e in Brasile, per una Valutazione veloce e una Metodologia delle priorità per i sistemi di aree protette, e uno strumento di rilevamento (con la Banca Mondiale) per monitorare i progressi a livello locale.


Costruire l'adesione interna per le aree protette: le aree protette sono state a volte istituite facendo poca attenzione alle comunità indigene e locali, che possono aver sofferto per l'allontanamento dai loro territori d’origine o per aver perso i propri diritti sul territorio. D’altro canto, invece, le aree protette possono fornire rifugio per le comunità umane e, in tal senso, il loro ruolo deve ancora crescere. Il WWF sostiene la posizione del WCPA riguardo ai diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali nelle aree protette e promuove il maggior coinvolgimento dei locali nel management di tali aree.


Aree protette e riduzione della povertà: discutere di risorse finanziarie da spendere nella protezione della biodiversità diventa più complesso laddove rimane pressante il bisogno di supporto sociale, in particolar modo per le popolazioni più povere. La gestione può dare una mano assicurando che le aree protette non penalizzano i poveri e anzi, sono più efficaci proprio coinvolgend le comunità locali per sviluppare strategie rivolte a ridurre la povertà. Lavorare in siti come quelli della VI categoria (aree con gestione di risorse) in America Latina è un’esperienza preziosa, come del resto anche nella V categoria (paesaggi marini e terrestri protetti), nei parchi nazionali dell’Europa Occidentale. Aree fortemente protette possono aiutare i mezzi di sostentamento: per esempio assicurano il rifornimento d'acqua. 

Popolazioni indigene e locali: il WCPA intende lavorare con le popolazioni indigene e locali delle aree protette. Tale processo include che “… debbano essere riconosciuti come collaboratori equi e con pieni diritti nello sviluppo e nell’implementazione delle strategie di conservazione rivolte a suolo, territori, acque, coste marine e altre risorse… pieno rispetto per i diritti degli indigeni e di altre popolazioni locali riguardo all’uso tradizionale e sostenibile delle loro terre… dovranno essere presi in considerazione i principi di decentramento, partecipazione, trasparenza e responsabilità … gli indigeni e gli altri popoli dovranno poter condividere totalmente ed equamente i vantaggi derivati dalle aree protette… i diritti connessi alle aree protette sono spesso una responsabilità internazionale...”.




Il WWF ritiene che per le aree protette sia di vitale importanza il sostegno delle comunità indigene e locali che ci vivono o ne dipendono e di molti altri rappresentanti a tutti i livelli ( locale, nazionale, regionale, globale). Il WWF riconosce il bisogno di costruire un processo razionale, trasparente ed equo basato sul riconoscimento di differenti diritti e sta lavorando per costruirlo. 
Le aree protette possono fornire un quadro di riferimento per implementare soluzioni nel conflitto uomo-natura . Difendere e sostenere le aree protette è fondamentale per assicurare loro una protezione duratura. Nel caso in cui emerga che popolazioni indigene o locali siano state allontanate dalle loro terre con la forza o che abbiano perso il possesso dei diritti per creare aree protette, dovranno essere prese in considerazione misure restitutive. Nell’attuazione del progetto, il WWF è fortemente impegnato nel valutare come le aree protette possano portare vantaggi sia per la biodiversità che per le comunità indigene e locali. Si riconosce anche l’importanza di uno sviluppo più ampio di alleanze per incrementare la rete delle aree protette, per esempio con proprietari terrieri privati, compagnie idriche ed energetiche, imprese del settore del turismo e del legname e gruppi di sviluppo.

Benefici senza confini: le aree protette forniscono molti servizi aggiuntivi tra cui:
- Rifornimento di servizi ambientali , come acqua, pesca e suoli; circa 1/3 delle più grandi città del mondo si affida alle foreste protette per l’acqua potabile
- Mantenimento delle risorse naturali: molte aree marine protette fungono da siti di riproduzione per i pesci, sostenendo le comunità costiere e assicurando così una protezione contro una pesca eccessiva
- Difesa delle culture locali: un numero crescente di popolazioni indigene e locali sta cercando rifugio nelle aree protette e alcuni ne hanno creata una propria
- Luoghi spirituali: molti importanti luoghi religiosi e spirituali si trovano, o trarrebbero beneficio nel trovarsi, in aree protette; tali luoghi sono riconosciuti dal programma del WWF Regali alla Terra 
- Mitigazione dei cambi climatici: per esempio attraverso l'azione tampone delle mangrovie in caso di tempeste e per l’aumento del livello del mare 
- Riduzione delle tensioni di confine: le aree protette transnazionali sono state in passato di grande aiuto nella riconciliazione in aree di conflitto, specialmente attraverso l’iniziativa Peace Parks (Parchi della Pace)
- Diffusione dei valori ricreativi, incluse le visite individuali e di gruppo come i Pan Park e le iniziative di ecoturismo nei parchi nazionali in Sudafrica
- Diffusione dei vantaggi economici e della diminuzione della povertà, per le comunità locali: per esempio le barriere coralline sono famose perché producono circa 300 miliardi di dollari all’anno nelle economie locali e molte aree protette delle categorie e contribuiscono a fornire mezzi di sostentamento
- Mantenimento delle risorse genetiche: per le attività di allevamento e nella medicina



Il WWF ritiene che lo sviluppo di un’ampia gamma di ragioni a favore della protezione sia un punto fondamentale nella costruzione di una piattaforma interna di supporto alle aree protette. Questo comporta l’identificazione dei benefici, promuovendo messaggi ad un’audience interna ed incrementando la formazione sul tema. 

Costruire un futuro finanziario sicuro: in questo senso, molti dei costi delle aree protette possono essere ammortizzati, ad esempio, attraverso l’introduzione di un costo per i servizi ambientali come l'acqua pulita, visite e attività di ecoturismo.


Il WWF ritiene che possano essere potenziate le strade innovative per supportare la protezione, incluso il far pagare i servizi ambientali, ma sarà comunque impossibile eliminare tutti i costi delle aree protette o rinunciare ai continui supporti da parte di governi, fondazioni private, compagnie e istituti internazionali.


Collegamenti tra paesaggi marini e terrestri : le aree protette non possono proteggere da sole la biodiversità. Il WWF vede tali aree come frammenti di un unico mosaico, con livelli diversi di protezione, permettendo così di mantenere sia la biodiversità che le risorse necessarie sostenibili e di resistere ai cambiamenti climatici. Il mosaico può includere aree protette transnazionali; aree protette della categoria V e VI e no-take zones; corridoi biologici; utilizzi sostenibili al di fuori delle aree protette come aree di pesca, fattorie etc. La tutela deve essere integrata in strategie di sviluppo piuttosto che isolata e di conseguenza vulnerabile a tali strategie; questo implica di negoziare e controbilanciare gli utilizzi della terra. Il lavoro delle aree protette del WWF va di pari passo con la gestione sostenibile (per esempio nel Marine Stewardship Council) e con il restauro (per esempio Forest Landscape Restoration)


Il WWF ritiene che i Sistemi delle aree protette debbano essere posizionate all'interno di un ampio mosaico di mare e terra che aiuti la conservazione e lo sviluppo sostenibile. Ciò richiede trattative con altri rappresentanti per bilanciare interessi ecologici, sociali ed economici.



Il WWF ritiene che sia necessario bilanciare la necessità di non arrecare ulteriori danni alla biodiversità con un impatto non completamente negativo sui mezzi di sostentamento all’interno delle aree protette
Almeno, non fare danni. Dal momento che la maggior parte delle aree protette si trova in paesi in via di sviluppo, è necessario un trasferimento internazionale di risorse per supportare un management efficiente e mitigare gli effetti negativi sulle popolazioni locali.

Nuove strade per lavorare insieme: le aree protette non riguardano soltanto le autorità dei parchi nazionali, ma dovrebbero essere un esercizio di collaborazione tra interessi pubblici, privati e di comunità. Il WWF stringe alleanze con donatori, governi, compagnie, organizzazioni non governative come l'IUCN , istituzioni come la Banca Mondiale e centinaia di ONG e comunità.

Il WWF ritiene che alcune alleanze siano essenziali se le aree protette devono essere parte di un processo di sviluppo sostenibile più ampio. Ritiene inoltre che sia importante in ogni collaborazione assicurare che la conservazione rimanga il punto centrale nei principali piani di infrastrutturazione (strada, condotte, ecc) e nei piani di utilizzo dei suoli.


Alleanza Banca Mondiale – WWF: nel 1998 il WWF ha unito le sue forze con la Banca Mondiale per promuovere obiettivi comuni riguardo alla gestione sostenibile delle foreste e delle aree protette, basati su strategie elaborate dal WWF.
Uno degli obiettivi consiste nel creare 50 milioni di ettari di una nuova area di foresta protetta e migliorare l’efficienza del management in 50 milioni di ettari di area di foresta già protetta per il 2005 




Governo: con lo sviluppo delle aree protette, le vecchie strutture governative non sono sempre adeguate ai tempi e hanno un approccio troppo isolato. Nei suoi programmi sul campo, il WWF sta lavorando con partner diversi su nuove direzioni di governo che vanno da un maggiore coinvolgimento degli stakeholders (portatori d’interesse) fino a forme di co-gestione. Per esempio il WWF e l’IUCN stanno lavorando insieme per identificare la cornice legale che darà il via alle aree protette marine pelagiche, permettendo così di proteggerne le risorse disponibili per tutti i paesi.


Il WWF ritiene che il management debba rimanere flessibile e rispondente alle realtà locali e sostiene di dover dare più influenza alle comunità locali nei processi decisionali e manageriali delle aree protette ad esempio attraverso accordi di co-management.




ASPETTATIVE DEL WWF PER IL CONGRESSO MONDIALE SUI PARCHI

Il Congresso Mondiale sui Parchi è organizzato dalla IUCN e dalla sua Commissione Mondiale sulle Aree Protette. Ha luogo ogni dieci anni e rappresenta il più importante forum mondiale per le politiche riguardanti le aree protette, condividendo esperienze a riguardo e pianificando sviluppi futuri. Il WWF sostiene il Congresso Mondiale sui Parchi e ne riconosce il ruolo cruciale nelle politiche di conservazione mondiale.

Aree chiave
Il WWF ha evidenziato 5 aree fondamentali in cui si spera di vedere risultati positivi al Congresso Mondiale sui Parchi che si terrà a Durban, in Sudafrica, dal 7 al 17 Settembre 2003.
- governo: continuare negli impegni preesistenti (come il Summit di Yaoundè, il programma per le aree protette di Cina e Amazzonia, impegno nelle aree protette più grandi della Guiana francese e della Federazione russa)
- settore privato: maggiori contributi da parte del settore privato riguardo a politica, riconoscimento delle aree protette, territorio per la protezione e garanzia di supporto finanziario 
- Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile: miglioramento dei contributi fatti al WSSD, in particolar modo con l’obiettivo di ridurre sostanzialmente la perdita di biodiversità per il 2010 e di unire questo alle strategie nazionali di riduzione della povertà 
- Convenzione sulla diversità biologica: un programma concordato per il CBD che includa obiettivi, andamento dell’efficienza gestionale, rafforzamento dell’approccio agli ecosistemi riconoscendo le minacce dei cambiamenti climatici indotti dall’uomo, miglioramento delle collaborazioni, cambiamento di governo e cooperazione con altre convenzioni 
- Commissione Mondiale sulle aree protette: raccomandazioni chiare e programmi di lavoro per ognuno dei temi del WCPA

Aspettative

- Conservazione su larga scala: l’importanza primaria di posizionare e pianificare le aree protette in un contesto ecoregionale più ampio
- Aumentare i benefici: l’ampia gamma di vantaggi ambientali, sociali ed economici derivati dalle aree protette oltre alla conservazione della biodiversità
- Efficienza di gestione: la necessità di passare dalla teoria alla pratica usando valutazioni che migliorino la gestione e costruiscano efficienza per le aree marine protette
- Mettere a punto standard di gestione: l’urgenza di arrivare ad avere buoni standard di gestione per le aree protette e di trovare modelli per valutarli.
- Popoli: l’importanza di assicurare che le aree protette possano aiutare i membri più poveri e più vulnerabili della società e di giocare un ruolo importante nella diminuzione della povertà
- Cambiamenti ambientali globali: l’urgenza di individuare le minacce alle aree protette lavorando sul loro ruolo mitigatore nei cambiamenti climatici
- Nuovi approcci: opportunità fornite da riserve private , coinvolgimento di società corporative e nuove strategie per finanziare le aree protette
- Difendere le aree protette: riconoscere che è richiesta ai governi e al settore privato più responsabilità per quanto riguarda la concessione di maggiori risorse e di limitare le minacce, tra cui il disboscamento illegale, la pesca illegale e l'estrazione mineraria

 

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