Anno 1 Numero 2 Mercoledì 17.04.02 ore 23 

  

Direttore Responsabile Guido Donati

 

DALLA SENSAZIONE ALLA PERCEZIONE E ALLA RECETTIVITÀ: IL CAMMINO VERSO L' ASCOLTO

di Concetta Turchi e Marco Mortillaro

Ogni azione, sia essa volontaria oppure no, ha la sua origine da una sensazione. La sensazione nasce dalla capacità che ha ogni organismo vivente di rispondere agli stimoli in cui è immerso, grazie alla presenza di recettori sensoriali più o meno complessi in grado di raccogliere una serie di informazioni sulla realtà circostante: prima tappa di quel filo diretto con il mondo che permette l' adattamento partendo da circuiti neuronali molto semplici quali i riflessi.
Seguendo lo sviluppo filogenetico, la centralizzazione della sensazione permette di collegare la struttura corporea, e lo spazio corrispondente, alla temporalità: infatti ogni tipo di messaggio sensoriale (tattile, acustico, visivo, ecc.) arriva al cervello come serie numerica di dati allineati nel tempo, dati che si possono analizzare e confrontare con altri registrati nelle precedenti esperienze. In questa ascesa al sistema nervoso centrale, la sensazione localizzata in uno spazio trova quel tempo che la trasforma in percezione, cioè nella possibilità di conoscenza del senso della sensazione.
Anche gli organi di senso si strutturano e si completano per rispondere in modo sempre più adeguato e specie-specifico.
Nell' acquisizione di questa specificità che porterà verso l'umano, un ruolo fondamentale viene svolto dagli integratori cerebrali che compaiono in funzione degli imperativi evolutivi: nell'ordine l'integratore vestibolare e rinoencefalico, l'integratore visivo, l'integratore cocleare e quello piramidale. L'integratore vestibolare controlla la struttura dinamica automatica, che gestisce attraverso una organizzazione protopatica, cioè al di fuori del campo cosciente.  Con il controllo che opera su tutte le funzioni motorie, assicura la statica e la cinetica del corpo.
L'integratore olfattivo è il primitivo organo con funzione di orientamento: l'integratore vestibolare lo porta, dietro uno stimolo, là dove vuole o dove è necessario andare. Viene soppiantato ben presto dall' integratore visivo, che ha la stessa funzione, ma permette una maggior precisione. L'integratore cocleare fa la sua comparsa nei mammiferi, trasformando tutte le relazioni esistenti fino a quel momento tra i vari integratori. 

 

La coclea assume la direzione del sistema e, con la collaborazione del vestibolo, porta all'acquisizione delle caratteristiche specificatamente umane: la verticalizzazione, la liberazione della mano, il linguaggio. 
Soltanto con il completo sviluppo della coclea l'udito, da fenomeno sensoriale passivo legato alla messa in vibrazione del corpo indotta da una sorgente sonora, si può trasformare in ascolto come atto recettivo, cosciente e volontario. Infatti, nell'ascolto, è presente contemporaneamente un fenomeno sensoriale, la capacità di sentire i suoni, un fenomeno percettivo, la discriminazione delle qualità del suono (udito), e un fenomeno recettivo, la messa in ascolto, legato alla particolare postura che assume il corpo per lasciarsi inondare dai suoni del mondo che lo circonda. Diventare recettivi vuol dire imparare a percepire e arrivare al senso profondo della comunicazione con gli altri. In questa acquisizione di livelli sempre meno automatici, assume un ruolo determinante l'integratore piramidale, che trasforma l'atto motorio in atto volontario. Quello che è avvenuto nei millenni come sviluppo filogenetico, si riepiloga nello sviluppo di ogni individuo. Fin dal quarto mese e mezzo di vita intrauterina il feto è in grado di ascoltare i suoni che provengono dal mondo circostante: sono i suoni del mondo viscerale materno in cui è immerso, sono i suoi respiri, i suoi battiti, i suoi borborigmi. Si tratta di suoni ricchi di basse frequenze che, attraverso l'operazione di filtraggio del liquido amniotico (che funziona come un filtro passa-alto), arrivano al feto come un rumore di fondo ovattato e rassicurante sul quale compare la voce della madre. Immediatamente riconoscibile dagli altri suoni in quanto ricca di tonalità acute, questo suono arriva al feto come elemento nuovo, discontinuo, che lo mette in vibrazione in un modo diverso. È quel suono che, dopo il parto, il neonato cercherà e riconoscerà tra mille altri, e questo riconoscimento getterà il ponte, il primo, tra una sensazione attuale e una sensazione passata. In quel suo primo riconoscere, la sensazione, divenuta percezione, troverà nella memoria la prima possibilità di rappresentazione psichica.
Tutto lo sviluppo successivo (motorio, psichico, linguistico) avverrà attraverso la mediazione della coclea e della sua funzione: l'ascolto. In questo modo il bambino, nel corso del suo sviluppo, passerà dall'acquisizione di uno schema corporeo alla elaborazione della propria immagine del corpo. Lo schema corporeo è una realtà di fatto data dalla vita
del nostro corpo a contatto

 

con il mondo fisico: esso si struttura a partire dalle sensazioni, attraverso l'apprendimento e l'esperienza. Non è specifico dell'essere umano poiché anche gli animali hanno uno schema corporeo che consente loro di muoversi e di sapere del loro movimento.
L'immagine corporea, collegata allo sviluppo dell'integratore cocleare, si struttura nell' ambito di una relazione, attraverso la comunicazione: la sua acquisizione scaturisce dal linguaggio e per il linguaggio. Il corpo, infatti, è sottoposto costantemente a pressioni sonore che ne eccitano sia la superficie cutanea che i visceri. Il ling
uaggio, poco alla volta, va a sensibilizzare le zone sensoriali che rispondono a quelle onde vibratorie; così la voce andrà a sollecitare proprio quella parte del corpo che funziona meglio. L'immagine del corpo è legata pertanto alla particolare utilizzazione del campo neuronico, utilizzazione che dipende dalla propria storia personale, dalla comparsa di fattori accidentali e/o di malattie, dalla impedenza del luogo in cui una persona vive, e dal tipo di scambio linguistico con persone della stessa etnìa. 
Una immagine del corpo sana si ha quando la realtà corporea risuona continuamente con il corpo immaginato in modo da arrivare ad un concetto integrato di sé che consentirà di porsi in modo creativo con l' ambiente circostante. Tutto questo significa che è possibile rimodellare l'immagine del corpo a partire dal linguaggio proprio e altrui. La chiave di volta di questa trasformazione possibile è la recettività, che vuol dire ampliamento dei propri confini percettivi. Significa porsi attivamente in ascolto di fronte ad un avvenimento verbale che ci può trasformare.

Bibliografia essenziale:
Françoise Dolto, L'immagine inconscia del corpo. Bompiani 1998
Massimo Fagioli, Istinto di morte e conoscenza . Nuove Edizioni Romane 1991
Ruggero Pierantoni, La trottola di Prometeo. Laterza 1996
Alfred Tomatis, L'orecchio e la voce. Baldini e Castoldi 1993
Alfred Tomatis, Ascoltare l'universo. Baldini e Castoldi 1998