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di
Pasquale Colaps
Claudia, finge di partecipare ai racconti di Franco, ma il suo viso lascia trasparire una profonda noia. Gli risponde automaticamente, gli occhi cercano altrove una salvezza che non arriva.
All'orizzonte appare il suo amico Giorgio, snello, biondo, magro occhi languidi,
sguardo intelligente. Ciao come stai ? dice Giorgio, bene risponde lei.
La noia li avvolge come nebbia nella brughiera. I lettini da Mastino sono occupati da corpi abbronzati, sembrano quelli di un branco di leoni marini, corpi lucidi. Creme abbronzanti, donne sole che guardano, e uomini con occhi sopra culi tondi.
Il bagnino polacco mi chiede dove deve mettere il mio lettino, dopo un attimo di esitazione dico, vicino al mare grazie. Il vento porta profumi marini, mentre lo guardo colgo nei suoi occhi tristezza, si chiede cosa ci faccio qui? Lontano, lontano dai miei desideri, vivo i sogni altrui, e accetto mance che non cambieranno la mia vita, e se mi uccidessi?
La spiaggia si agita, si sentono delle urla, i lettini sono scossi da un fremito, i curiosi si avvicinano all'acqua. Lei è lontana, la vita gli sfugge, non ha il tempo di ripercorrerla, l'acqua inizia a penetrarla. Kocic, il polacco, spinge in mare il pattino, pochi e forti colpi di remo e le è sopra, lei ormai non risponde, lui dopo il tuffo l'afferra per i fianchi, e con un colpo secco la carica sul suo mezzo di salvataggio, in pochi secondi raggiunge la spiaggia, le sue mani forti premono il petto di lei, (qualcuno ha chiamato il 118) la bocca di
Kocic e sopra a quella che un manciata di minuti prima era un splendita bocca da baciare, passa un minuto, un fremito scuote il corpo di lei, la spiaggia applaude, il viso di
Kocic è luminoso come dopo una notte d'amore.
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