PIANO NAZIONALE PER L'INFORMATICA
Liceo Scientifico
PROGRAMMA DI MATEMATICA PER IL BIENNIO DEGLI ISTITUTI SECONDARI
SUPERIORI
1. FINALITA' DELL'INSEGNAMENTO pag. 2
2. OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO pag. 3
3. ARTICOLAZIONE DEI CONTENUTI pag. 3
4. INDICAZIONI METODOLOGICHE pag. 7
5. MODALITA' DI VALUTAZIONE pag. 7
PROGRAMMA DI MATEMATICA PER IL triennio
del Liceo Scientifico
1. Finalità pag. 9
2. Obiettivi di apprendimento pag. 9
3. Contenuti pag. 10
4. Indicazioni metodologiche pag. 16
PROGRAMMA DI FISICA - PREMESSA GENERALE METODOLOGICA
1. FINALITA' pag.
17
2. OBIETTIVI GENERALI pag.
17
3. INDICAZIONI METODOLOGICHE GENERALI pag. 17
PROGRAMMA DI FISICA PER IL BIENNIO DEGLI ISTITUTI SECONDARI
SUPERIORI
1. PREMESSA pag.
19
2. OBIETTIVI SPECIFICI DEL BIENNIO pag.
19
3. INDICAZIONI METODOLOGICHE PER IL BIENNIO pag. 20
4. CONTENUTI pag.
21
PROGRAMMA DI FISICA PER IL TRIENNIO DEL LICEO SCIENTIFICO
1. PREMESSA pag.
24
2. OBIETTIVI SPECIFICI DEL TRIENNIO pag. 24
3. INDICAZIONE METODOLOGICHE PER IL TRIENNIO pag. 25
4. CONTENUTI pag.
25
5. INDICAZIONI CURRICULARI pag.
28
Riferimenti normativi:
C.M. 6 febbraio 1991, n. 24.- Piano Nazionale per l'introduzione
dell'Informatica nelle scuole secondarie superiori - Innovazione dei programmi
di Matematica e Fisica nei bienni e nei trienni - Anno scolastico 1991-92.
C.M. 27 settembre 1996, n. 615.- Piano Nazionale per
l'introduzione dell'informatica nelle scuole secondarie superiori. Indicazioni
programmatiche relative all'insegnamento della matematica nel triennio del
liceo ginnasio e del liceo scientifico e nel secondo biennio dell'istituto
magistrale.
PROGRAMMA DI
MATEMATICA PER IL BIENNIO DEGLI ISTITUTI SECONDARI SUPERIORI
1. FINALITA' DELL'INSEGNAMENTO
La Matematica, parte rilevante del pensiero umano ed elemento motore
dello stesso pensiero filosofico, ha in ogni tempo operato su due fronti: da
una parte si è rivolta a risolvere problemi ed a rispondere ai grandi
interrogativi che man mano l'uomo si poneva sul significato della realtà che lo
circonda; dall'altra, sviluppandosi autonomamente, ha posto affascinanti
interrogativi sulla portata, il significato e la consistenza delle sue stesse
costruzioni culturali.
Oggi queste due attività si sono ancor più accentuate e
caratterizzate. La prima per la maggiore capacità di interpretazione e di
previsione che la matematica ha acquistato nei riguardi dei fenomeni non solo
naturali, ma anche economici e della vita sociale in genere, e che l'ha portata
ad accogliere e a valorizzare, accanto ai tradizionali processi deduttivi,
anche i processi induttivi. La seconda per lo sviluppo del processo di
formalizzazione che ha trovato nella logica e nell'informatica un riscontro
significativo. Sono due spinte divergenti, ma che determinano con il loro mutuo
influenzarsi il progresso del pensiero matematico.
Coerentemente con questo processo, l'insegnamento della matematica si
è sempre estrinsecato e continua a esplicitarsi in due distinte direzioni: a
"leggere il libro della natura" ed a matematizzare la realtà esterna
da una parte, a simboleggiare ed a formalizzare, attraverso la costruzione di
modelli interpretativi, i propri strumenti di lettura dall'altra; direzioni che
però confluiscono, intrecciandosi ed integrandosi con reciproco vantaggio, in
un unico risultato: la formazione e la crescita dell'intelligenza dei giovani.
Infatti lo studio della matematica:
- promuove le facoltà sia intuitive che logiche,
- educa ai procedimenti euristici, ma anche ai processi di astrazione
e di formazione dei concetti,
- esercita a ragionare induttivamente e deduttivamente,
- sviluppa le attitudini sia analitiche che sintetiche,
determinando così nei giovani abitudine alla sobrietà e precisione del
linguaggio, cura della coerenza argomentativa, gusto per la ricerca della
verità. Ed è appunto nella fase adolescenziale, nel biennio della scuola secondaria
superiore, che l'insegnamento della matematica enuclea ed affina queste varie
attività, caratterizzandole, ma nello stesso tempo fondendole in un unico
processo culturale e formativo.
Queste finalità sono comuni a tutti gli indirizzi di studio perché
concorrono, in armonia con l'insegnamento delle altre discipline, alla
promozione culturale ed alla formazione umana dei giovani, anche se intendono
intraprendere studi non scientifici o decidono di orientarsi nel mondo del
lavoro.
In un corso di studi ad indirizzo tecnico - scientifico (per i quali è
previsto il programma B) l'insegnamento deve inoltre confermare l'orientamento
dei giovani per questo tipo di studi, potenziare e sviluppare le loro
attitudini, offrire quel bagaglio di nozioni che consentirà loro di seguire
proficuamente e senza traumi gli studi scientifici o tecnici a livello
superiore.
PROGRAMMA B: Licei Scientifici, Istituti Tecnici Aeronautici, Istituti
Tecnici Agrari, Istituti Tecnici Commerciali, Istituti Tecnici per Geometri,
Istituti Tecnici Industriali, Istituti Tecnici Nautici, Istituti Tecnici Periti
Aziendali e Corrispondenti in Lingue Estere.
2. OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Alla fine del biennio lo studente dovrà essere in grado di:
- individuare proprietà invarianti per trasformazioni elementari;
- dimostrare proprietà di figure geometriche;
- utilizzare consapevolmente le tecniche e le procedure di calcolo
studiate;
- riconoscere e costruire relazioni e funzioni;
- comprendere il senso dei formalismi matematici introdotti;
- cogliere analogie strutturali e individuare strutture fondamentali;
- matematizzare semplici situazioni problematiche in vari ambiti
disciplinari;
- riconoscere le regole della logica e del corretto ragionare;
- adoperare i metodi, i linguaggi e gli strumenti informatici
introdotti;
- inquadrare storicamente qualche momento significativo
dell'evoluzione del pensiero matematico.
3. ARTICOLAZIONE DEI CONTENUTI
TEMA 1. GEOMETRIA DEL PIANO E DELLO SPAZIO
a)
Piano euclideo: figure e loro proprietà; congruenze (isometrie) e loro
composizione; poligoni equiscomponibili; teorema di Pitagora.
b)
Omotetie e similitudini nel piano. Teorema di Talete.
c)
Piano cartesiano: retta, parabola, iperbole equilatera e circonferenza.
d)
Coseno e seno degli angoli convessi. Relazione fra lati ed angoli nei triangoli
rettangoli.
e)
Esempi significativi di trasformazioni geometriche nello spazio. Individuazione
di simmetrie in particolari solidi geometrici.
TEMA 2. INSIEMI NUMERICI E CALCOLO
a)
Operazioni, ordinamento e loro proprietà negli insiemi dei numeri naturali,
interi, razionali.
b)
Valori approssimati e loro uso nei calcoli elementari. Introduzione intuitiva
dei numeri reali. Radicali quadratici ed operazioni elementari su di essi.
c)
Calcolo letterale: monomi, polinomi, frazioni algebriche.
d)
Equazioni, disequazioni e sistemi di primo e di secondo grado.
TEMA 3. RELAZIONI E FUNZIONI
a)
Insiemi ed operazioni su di essi. Insiemi finiti: prime nozioni di calcolo
combinatorio.
b)
Leggi di composizione ed individuazione di particolari strutture. Prodotto
cartesiano. Relazioni binarie: relazioni d'ordine e di equivalenza.
Applicazioni (funzioni).
c)
Funzioni x --> ax + b, x --> ax (alla seconda) + bx + c, x --> a/x.
Grafici e zeri di tali funzioni.
TEMA 4. ELEMENTI DI PROBABILITA' E DI STATISTICA
a)
Semplici spazi di probabilità: eventi aleatori, eventi disgiunti e "regola
della somma".
b)
Probabilità condizionata, probabilità composta. Eventi indipendenti e
"regola del prodotto".
c)
Elementi di statistica descrittiva: rilevazione di dati, valori di sintesi,
indici di variabilità, regressione e correlazione.
TEMA 5. ELEMENTI DI LOGICA E DI INFORMATICA
a)
Logica delle proposizioni: proposizioni elementari e connettivi, valore di verità
di una proposizione composta. Inferenza logica, principali regole di deduzione.
b)
Variabili, predicati, quantificatori.
c)
Analisi, organizzazione e rappresentazione di dati, costruzione strutturata di
algoritmi e loro rappresentazione.
d)
Automi finiti, alfabeti, parole e grammatiche generative. Sintassi e semantica.
Prima introduzione ai linguaggi formali.
LABORATORIO DI INFORMATICA
Utilizzazione di un linguaggio di programmazione, analisi di problemi
e loro soluzione sia mediante linguaggi di programmazione, sia con l'utilizzo
di un opportuno "ambiente informatico".
COMMENTO AI TEMI
TEMA 1. Lo studio della geometria nel biennio ha come finalità
preminente quella di condurre progressivamente l'allievo dalla intuizione e
scoperta di proprietà geometriche alla loro descrizione razionale, e
rappresenta come tale una guida privilegiata alla consapevolezza argomentativa.
A ciò il docente potrà pervenire adottando un metodo che, facendo leva sulle
conoscenze intuitive apprese dall'allievo nella scuola media, proceda allo
sviluppo razionale di limitate catene di deduzione; è tuttavia necessario che
ogni ipotesi o ammissione cui si farà ricorso sia chiaramente riconosciuta e
formulata in modo esplicito, quali che siano le ragioni che inducono ad
assumerla tra i punti di partenza del ragionamento.
Il docente potrà cioè condurre l'allievo a familiarizzarsi con il
metodo ipotetico-deduttivo su parti circoscritte della geometria, senza la
preoccupazione di pervenire alla costruzione di un sistema globale di assiomi.
Ed è in questa prospettiva che egli programmerà, in un quadro di riferimento
organico, una scelta delle proprietà (teoremi) delle figure piane da
dimostrare, utilizzando la geometria delle trasformazioni oppure seguendo un
percorso più tradizionale.
Un traguardo importante dello studio della geometria sarà il piano
cartesiano, come modello del piano euclideo. Con la sua introduzione saranno
disponibili, per la risoluzione dei problemi geometrici, sia il metodo della
geometria classica che quello della geometria analitica, e l'allievo sarà
stimolato ad usare l'uno o l'altro in relazione alla naturalezza, alla
espressività e alla semplicità che l'uno o l'altro offre nel caso particolare
in esame. La rappresentazione della parabola e dell'iperbole equilatera verrà
effettuata rispetto a sistemi di riferimento scelti opportunamente.
Il coseno e il seno di un angolo sono introdotti, limitatamente agli
angoli convessi, in relazione allo studio delle proprietà dei triangoli e per
necessità proprie delle altre scienze; lo studio delle funzioni circolari è
rinviato al periodo successivo.
Gli elementi di geometria dello spazio hanno lo scopo di alimentare e
sviluppare l'intuizione spaziale. E' in facoltà del docente presentare prima la
geometria piana e poi quella dello spazio, oppure fondere, in relazione agli
argomenti comuni, le due esposizioni.
TEMA 2. I numeri naturali, interi, razionali, già noti agli studenti,
saranno ripresi in forma più sistematica; si perverrà ai vari ampliamenti a
partire da effettive necessità operative, mettendo in luce la permanenza delle
proprietà formali e della relazione d'ordine. L'esposizione potrà anche essere
arricchita con l'illustrazione dell'evoluzione storica dei concetti di
numerazione e di numero.
Il numero reale sarà introdotto in via intuitiva, come processo
costruttivo che può nascere sia da esigenze di calcolo numerico, sia da un
confronto fra grandezze omogenee. E' importante premettere esempi di calcolo
approssimato, in cui sarà posto l'accento sulla significatività delle cifre,
anche al fine di far vedere come il risultato del calcolo possa essere
illusorio in assenza di una corretta valutazione dell'errore.
Il docente programmerà lo sviluppo da dare al calcolo letterale per
abituare l'allievo alla corretta manipolazione di formule, sempre sostenuta
dalla comprensione delle procedure da seguire. Si sottolinea, a questo
proposito, l'inopportunità del ricorso ad espressioni inutilmente complesse,
tenendo presente che la sicurezza nel calcolo si acquisisce gradualmente nell'arco
del biennio. E' invece opportuno fare osservare che un'espressione algebrica è
interpretabile in modo naturale come uno schema di calcolo che può essere
illustrato da un grafo; si potrà anche collegare il calcolo letterale ai
linguaggi formali introdotti negli elementi di informatica.
Lo studio delle equazioni, delle disequazioni e dei sistemi sarà
connesso alla loro rappresentazione sul piano cartesiano, con relative
applicazioni a problemi di varia natura; nella risoluzione il docente si
limiterà a considerare le soluzioni nell'insieme dei numeri reali.
Nel presentare argomenti tradizionali di algebra è opportuno evitare
di dare carattere di teoria ad argomenti che si riducono a semplici artifizi e
di fornire classificazioni e regole distinte in situazioni in cui valgono gli
stessi principi generali.
TEMA 3. Il docente, dopo aver riorganizzato le conoscenze sugli
insiemi che gli allievi hanno già acquisito nella scuola media, avrà cura di
stabilire opportuni collegamenti tra le nozioni logiche e quelle insiemistiche:
connettivi logici ed operazioni tra insiemi, predicato con un solo argomento e
sotto-insiemi dell'insieme universo, predicati binari e relazioni, ecc.....
Lo studio del calcolo combinatorio sarà limitato alle disposizioni,
permutazioni, combinazioni e loro proprietà principali; il docente ne
approfitterà per abituare, tra l'altro, l'allievo a dimostrazioni di tipo
algebrico.
Dall'esame delle relazioni d'ordine, delle proprietà formali negli
insiemi numerici, delle composizioni di isometrie e dall'esame di altri esempi,
il docente perverrà, attraverso il riscontro di analogie strutturali, ai
concetti di gruppo, anello, campo e di struttura d'ordine, senza tuttavia dare
alla trattazione una sistemazione teorica, che viene rinviata ai successivi studi.
Alla nozione di relazione d'equivalenza potrà essere associata quella
di insieme quoziente, con varie esemplificazioni (direzione di rette, classi di
resti, ecc..).
Il concetto di funzione, fondamentale per stabilire relazioni di
dipendenza, consentirà di visualizzare leggi e fenomeni in connessione
interdisciplinare con altri ambiti. L'introduzione delle funzioni
x --> ax + b, x --> ax(alla seconda) + bx + c, x --> a/x
troverà un naturale collegamento con la rappresentazione della retta,
della parabola e dell'iperbole equilatera nel piano cartesiano; analogamente la
nozione di zeri di tali funzioni con la risoluzione delle corrispondenti
equazioni.
La nozione di grafico di una funzione potrà essere illustrata anche su
esempi diversi, osservando che non è necessario attendere il possesso degli
strumenti del calcolo differenziale per avere un'idea qualitativa
dell'andamento di funzioni definite da semplici espressioni. In questo contesto
l'impiego del calcolatore potrà essere importante, purchè l'allievo abbia
consapevolezza del carattere approssimato della rappresentazioni ottenute.
TEMA 4. Al concetto di probabilità si perverrà da vari punti di vista,
avvalendosi di opportune esemplificazioni tratte da situazioni reali.
L'analisi dei problemi sarà facilitata da appropriate
rappresentazioni: diagrammi di Eulero-Venn e, soprattutto, grafici di vario
tipo.
Il programma di statistica è limitato ad elementi di statistica
descrittiva, ma occorre tener presente che anche nella componente descrittiva
vi sono numerosi aspetti di tipo induttivo, che l'insegnante metterà
opportunamente in risalto. Gli esempi e i problemi saranno scelti in modo da
sottolineare l'importanza della statistica nei vari ambiti scientifici e nella
realtà in genere.
TEMA 5. Gli elementi di logica non devono essere visti come una
premessa metodologica all'attività dimostrativa (quasi che occorresse imparare
le "regole del ragionamento" prima di mettersi a fare matematica), ma
come una riflessione che si sviluppa man mano che matura l'esperienza
matematica dello studente. Fin dall'inizio si abituerà lo studente all'uso
appropriato del linguaggio, a esprimere correttamente le proposizioni
matematiche e a concatenarle "logicamente" per dimostrare teoremi,
mentre solo nella fase terminale del biennio si passerà allo studio esplicito
delle regole di deduzione. Così, ad esempio, si potrà osservare che la
risoluzione delle equazioni si basa sull'applicazione di principi logici che
consentono di ottenere equazioni equivalenti o equazioni che sono conseguenza
logica di altre.
E' importante osservare che le riflessioni linguistiche e logiche
potranno acquisire un risvolto fortemente operativo, grazie allo sviluppo della
parte di programma relativa all'informatica e alle caratteristiche dei
linguaggi di programmazione. Ciò consentirà, tra l'altro, di cogliere le
differenze tra il piano linguistico e il piano metalinguistico, tra il livello
sintattico e il livello semantico, particolarmente evidenziate dalla pratica al
calcolatore. Sarà dato altresì opportuno risalto alle analogie e alle
differenze che intercorrono tra il linguaggio naturale e i linguaggi
artificiali della logica, tra il ragionamento comune e il ragionamento
formalizzato.
L'introduzione di elementi di informatica vuole avviare l'allievo alla
costruzione di modelli formali di situazioni problematiche che ne consentano
una soluzione reale o potenziale con mezzi automatici. Per questo è
determinante abituarlo, a partire dal concetto di informazione, a individuare
dati e relazioni tra di essi e a descrivere - in modo via via più formale - i
processi di elaborazione che consentono di pervenire alla soluzione.
La rappresentazione degli algoritmi avverrà in modo grafico o
attraverso l'utilizzo di un "linguaggio di progetto". Durante
l'attività di programmazione lo studente sarà condotto a riconoscere ed
utilizzare consapevolmente i tipi di dati e le loro più elementari strutture,
nonché le regole di costruzione degli algoritmi (sequenza, selezione,
iterazione). In tale attività si evidenzieranno continuamente le analogie e le
differenze tra gli "oggetti" matematici e le loro rappresentazioni
informatiche.
La riflessione sulla formalizzazione di un processo favorirà
l'acquisizione dei concetti di automa e di linguaggio formale. Il concetto di
automa permetterà allo studente di riconoscere l'aspetto logico-funzionale di
alcune realtà (i linguaggi, l'elaboratore, altri sistemi automatici). Per la
sua acquisizione si farà ricorso a diverse rappresentazioni grafiche, abituando
l'allievo, alla selezione di quelle più adatte al problema in esame.
I contenuti proposti troveranno il loro naturale sviluppo
nell'integrazione con l'attività di laboratorio.
LABORATORIO DI INFORMATICA. L'attività di laboratorio, distribuita
lungo tutto l'arco del biennio, integra gli elementi di contenuto dei vari temi
e costituisce essa stessa un momento di riflessione teorica. Essa consisterà
in:
a) analisi di problemi e loro soluzione informatica attraverso sia la
costruzione di un programma e il controllo della sua esecuzione, sia l'utilizzo
di programmi già disponibili e di software di utilità. In quest'ultimo caso
l'utilizzo di tali "ambienti" sarà finalizzato ad abituare l'allievo
ad operare consapevolmente all'interno di diversi sistemi dotati di loro regole
formali e limiti operativi;
b) esplorazioni e verifiche di proprietà matematiche, rappresentazioni
grafiche e calcoli, come momenti costitutivi del processo di apprendimento
della matematica e delle sue successive sistematizzazioni.
4. INDICAZIONI METODOLOGICHE
Il programma, in analogia con quello della scuola media, è distribuito
in cinque grandi "temi" cui si aggiunge un "laboratorio di
informatica", con valore operativo in senso trasversale rispetto ai temi.
Non è prevista una scansione annuale che è demandata agli organismi
collegiali competenti nell'ambito della programmazione didattica d'istituto.
L'ordine con cui sono proposti cinque temi non è da interpretare come
ordine di svolgimento; anzi si suggerisce che il docente li presenti in modo
parallelo, mettendone in luce le reciproche relazioni e connessioni, senza
comunque che ciascun argomento perda la propria identità e caratteristica.
Ferma restando per tutti l'acquisizione dei contenuti indicati, è
auspicabile che il docente trovi il modo di curare l'introduzione dei concetti
e degli aspetti esemplificativi e applicativi tendenzialmente orientati secondo
gli interessi preminenti dei vari indirizzi.
Consapevole che il carattere fondamentale dell'educazione matematica è
il porre e risolvere problemi, il docente riconoscerà l'utilità che
l'insegnamento sia condotto per problemi e porterà l'allievo a scoprire le
relazioni matematiche che sottostanno a ciascun problema e quindi a collegare
razionalmente e a sistemare progressivamente le nozioni teoriche che avrà via via
apprese. In questo itinerario didattico le nozioni più astratte non saranno
proposte "a priori", ma si faranno scaturire come sintesi di
situazioni incontrate in vari settori.
E' evidente che il termine "problema" va inteso nella sua
accezione più ampia, riferito cioè non solo a problemi attinenti a fenomeni
naturali, o della vita reale in genere, ma anche a quelli che scaturiscono
dall'interno della stessa matematica. In questo caso potrà essere utile
sviluppare l'argomento seguendone l'evoluzione storica: potrebbe essere una
buona occasione per far vedere agli studenti come il progresso della matematica
sia stato spesse volte determinato dalla necessità di risolvere antinomie e
difficoltà che man mano si presentavano nel suo interno e far loro percepire il
gusto della ricerca storica, anche in ambito matematico.
In questa prospettiva potranno essere trattate, ad esempio, la
scoperta dell'incommensurabilità e dell'esigenza di una costruzione razionale
del sapere matematico, l'evoluzione storica dei concetti di numerazione e di
numero, la nascita dell'algebra.
Si sottolinea infine l'opportunità che il docente dia particolare
importanza all'uso dell'elaboratore che via via potenzierà nei contesti
matematici che verranno progressivamente sviluppati (ad esempio, calcolo
approssimato, soluzioni di un'equazione o di un sistema, eventi probabilistici
o statistici). Con esso potrà anche ottenere, attraverso la visualizzazione di
processi algoritmi, non attuabile con elaborazione manuale, che l'allievo
verifichi sperimentalmente le nozioni teoriche già apprese. Mediante
l'approfondimento delle conoscenze, dei linguaggi e dei metodi propri
dell'informatica il docente potrà così rafforzare negli allievi l'attitudine ad
astrarre ed a formalizzare, per altra via conseguita.
5. MODALITA' DI VALUTAZIONE
Le fasi di verifica e valutazione dell'apprendimento devono essere
strettamente correlate e coerenti, nei contenuti e nei metodi, col complesso di
tutte le attività svolte durante il processo di insegnamento-apprendimento della
matematica. La valutazione non deve quindi ridursi ad un controllo formale
sulla padronanza delle sole abilità di calcolo o di particolari conoscenze
mnemoniche degli allievi; deve invece vertere in modo equilibrato su tutte le
tematiche e tenere conto di tutti gli obiettivi evidenziati nel presente
programma.
A tal fine l'insegnante si avvarrà di verifiche scritte e orali. Le
verifiche scritte potranno essere articolate sia sotto forma di problemi ed
esercizi di tipo tradizionale, sia sotto forma di "test"; potranno
anche consistere in brevi relazioni su argomenti specifici proposti dal docente
o nella stesura (individuale o a piccoli gruppi) di semplici programmi
costruiti nell'ambito del "laboratorio di informatica". Le
interrogazioni orali saranno volte soprattutto a valutare le capacità di
ragionamento e i progressi raggiunti nella chiarezza e nella proprietà di
espressione degli allievi.
Nel corso delle verifiche scritte si consiglia di consentire l'uso
degli stessi sussidi didattici utilizzati nell'attività di
insegnamento-apprendimento (calcolatrici tascabili, strumenti da disegno e - se
ritenuto opportuno - manuali e testi scolastici).
Si raccomanda altresì, non soltanto all'inizio del biennio, un'attenta
ricognizione dei livelli di partenza ed intermedi dei singoli allievi, mediante
accertamenti opportunamente calibrati, anche al fine di intraprendere azioni
mirate di consolidamento e, se necessario, di recupero, prima di procedere
oltre con lo sviluppo del programma.
PROGRAMMA DI MATEMATICA PER IL triennio del Liceo
Scientifico
1. Finalità
Nel corso del triennio l'insegnamento della matematica prosegue ed
amplia il processo di preparazione scientifica e culturale dei giovani già
avviato nel biennio; concorre insieme alle altre discipline allo sviluppo dello
spirito critico ed alla loro promozione umana ed intellettuale.
In questa fase della vita scolastica lo studio della matematica cura e
sviluppa in particolare:
1. l'acquisizione di conoscenze a livelli più elevati di astrazione e
di formalizzazione;
2. la capacità di cogliere i caratteri distintivi dei vari linguaggi
(teorico-naturali, formali, artificiali);
3. la capacità di utilizzare metodi, strumenti e modelli matematici in
situazioni diverse;
4. l'attitudine a riesaminare criticamente ed a sistemare logicamente
le conoscenze via via acquisite;
5. l'interesse sempre più vivo nel cogliere gli sviluppi
storico-filosofici del pensiero matematico.
Queste finalità si integrano con quelle proprie delle altre discipline
del triennio di modo che l'insegnamento della matematica, pur conservando la
propria autonomia epistemologico-metodologica, concorra in forma
interdisciplinare alla formazione culturale degli allievi.
2. Obiettivi di apprendimento
Alla fine del triennio l'alunno dovrà possedere, sotto l'aspetto
concettuale, i contenuti prescrittivi previsti dal programma ed essere in grado
di:
1. sviluppare dimostrazioni all'interno di sistemi assiomatici
proposti o liberamente costruiti;
2. operare con il simbolismo matematico riconoscendo le regole
sintattiche di trasformazione di formule;
3. utilizzare metodi e strumenti di natura probabilistica e
inferenziale;
4. affrontare situazioni problematiche di varia natura avvalendosi di
modelli matematici atti alla loro rappresentazione;
5. costruire procedure di risoluzione di un problema e, ove sia il
caso, tradurle in programmi per il calcolatore;
6. risolvere problemi geometrici per via sintetica o per via
analitica;
7. interpretare intuitivamente situazioni geometriche spaziali;
8. applicare le regole della logica in campo matematico;
9. utilizzare consapevolmente elementi del calcolo differenziale;
10. riconoscere il contributo dato dalla matematica allo sviluppo
delle scienze sperimentali;
11. inquadrare storicamente l'evoluzione delle idee matematiche
fondamentali;
12. cogliere interazioni tra pensiero filosofico e pensiero
matematico.
3. Contenuti
Tema n. 1 - Geometria
1.a
Circonferenza, ellisse, parabola, iperbole nel piano cartesiano
1.b
Cambiamento del sistema di coordinate
1.c
Equazioni delle isometrie e delle similitudini. Affinità e loro equazioni.
Proprietà invarianti
1.d
Lunghezza della circonferenza e area del cerchio
1.e
Teorema del coseno e teorema dei seni. Risoluzione dei triangoli
1.f
Incidenza, parallelismo, ortogonalità nello spazio. Angoli di rette e piani;
angoli diedri, triedri
1.g
Poliedri regolari. Solidi notevoli
1.h
Le geometrie non euclidee dal punto di vista elementare
1.i
Il metodo ipotetico-deduttivo: concetti primitivi, assiomi, definizioni,
teoremi. Coerenza ed indipendenza di un sistema di assiomi
1.l
Sistemazione assiomatica della geometria euclidea. *Esemplificazioni di
sistemazione assiomatica in altri contesti*
Suddivisione per anno
Classe
terza: 1.a - 1.b - 1.c - 1.d - 1.e
Classe
quarta: 1.f - 1.g
Classe
quinta: 1.h - 1.i - 1.l
Tema
n. 2 - Insiemi numerici e strutture
2.a
L'insieme dei numeri naturali: divisibilità, algoritmo euclideo, numeri primi,
classi di resti
2.b
Principio d'induzione. Progressioni aritmetiche e geometriche. Successioni
numeriche
2.c
L'insieme dei numeri reali e sua completezza
2.d
Potenze a base reale positiva e ad esponente razionale. Operazioni su di esse
2.e
Vettori nel piano
2.f
Numeri complessi e loro rappresentazione grafica. *Radici n-esime dell'unità*
2.g
Potenze a base reale positiva e ad esponente reale
2.h
Strutture algebriche fondamentali. Insiemi ordinati
2.i
Spazi vettoriali: struttura vettoriali in R2 e *in R3* *Basi, applicazioni
lineari*. Risoluzione di sistemi lineari. *Struttura algebrica dell'insieme
delle matrici*
2.l
Confronto tra insiemi infiniti
Suddivisione per anno
Classe
terza: 2.a - 2.b - 2.c - 2.d - 2.e - 2.f
Classe
quarta: 2.g - 2.h - 2.i - 2.l
Tema n. 3 - Funzioni ed equazioni
3.a
Disequazioni di II grado. Equazioni e disequazioni fratte e irrazionali.
Sistemi di disequazioni
3.b
Funzioni circolari. Formule di addizione e principali conseguenze
3.c
Zeri di una funzione
3.d
Logaritmo e sue proprietà. Funzioni esponenziale e logaritmica
Suddivisione per anno
Classe
terza: 3a - 3.b - 3.c
Classe
quarta: 3.d
Tema n. 4 - Probabilità e statistica
4.a
Statistica descrittiva bivariata: matrice dei dati, tabelle a doppia entrata,
distribuzioni statistiche (congiunte, condizionate, marginali). Regressione e
correlazione
4.b
Valutazioni e definizioni di probabilità in vari contesti
4.c
Correlazione, indipendenza, formula di Bayes.
4.d
Variabili aleatorie in una e *in due dimensioni* (casi finiti)
4.e
Variabili aleatorie discrete: distribuzioni binomiale, *geometrica, di Poisson*
4.f
Distribuzioni continue. Distribuzione normale ed errori di misura nelle scienze
sperimentali. *Distribuzione uniforme. Distribuzione esponenziale.*
4.g
Legge dei grandi numeri (Bermoulli)
4.h
*Confronti tra le distribuzioni binomiale, di Poisson, normale (mediante la
costruzione di tabelle numeriche).*
4.i
*Inferenza statistica: stima dei parametri per modelli semplici.*
Suddivisione per anno
Classe
terza: 4.a
Classe
quarta: 4.b - 4.c - 4.d - 4.e
Classe
quinta: 4.f - 4.g - 4.h - 4.i
Tema n. 5 - Logica
5.a Alcune regole d'inferenza. Esempi di derivazioni nella logica dei
predicati
Suddivisione per anno
Classe terza: 5a
Tema n. 6 - Informatica
6.a
Implementazione di algoritmi numerici diretti e iterativi, controllo della
precisione
6.b
Convergenza di metodi iterativi. Algoritmi ricorsivi. Algoritmi definiti in
modo iterativo e in modo ricorsivo
6.c
*Il concetto di algoritmo: esempi di funzioni non calcolabili;. Esempi di
problemi non decidibili*
Suddivisione per anno
Classe
terza: 6.a
Classe
quarta: 6.b
Classe
quinta: 6.c
Tema n. 7 - Analisi infinitesimale
7.a
Limite di una successione numerica
7.b
Limite e continuità di una funzione in una variabile reale
7.c
Derivata di una funzione. Teoremi di Rolle, Cauchy, Lagrange, De L'Hopital
7.d
Studio e rappresentazione grafica di una funzione
7.e
Il problema della misura: lunghezza, area, volume. integrale definito
7.f
Funzione primitiva ed integrale indefinito. Teorema fondamentale del calcolo
integrale. Integrazione per sostituzione e per parti
7.g
Risoluzione approssimata di equazioni. Integrazione numerica
Suddivisione per anno
Classe
quarta: 7.a - 7.b - 7.c - 7.d
Classe
quinta: 7.e - 7.f - 7.g
N.B. Gli argomenti inseriti tra asterischi (*.*) non sono
prescrittivi: il loro svolgimento e livello di approfondimento è lasciato alla
valutazione degli insegnanti.
Commento ai singoli temi
Tema n. 1 - Geometria
Gli argomenti di geometria indicati per il triennio sono in stretta
connessione con gli argomenti suggeriti per il biennio e completano la
formazione dello studente dandogli una visione, per quanto possibile, completa
della disciplina.
Proseguendo nello studio del metodo cartesiano si definiranno le
coniche come luoghi geometrici e se ne scriveranno le equazioni con riferimento
a sistemi di assi cartesiani opportunamente scelti.
Il cambiamento del sistema di riferimento sarà collegato alla
determinazione delle equazioni delle isometrie, già studiate nel biennio in
forma sintetica; potrà anche servire per ampliare lo studio delle coniche.
Dalle isometrie, delle quali saranno considerate le isometrie qualora non siano
già state presentate nel biennio, si passerà allo studio delle similitudini e
quindi a quelle delle affinità, considerando via via le proprietà geometriche
invarianti rispetto alle diverse trasformazioni. Questo procedimento, che si
inquadra nella concezione di Klein della geometria, tenderà a far vedere allo
studente il progressivo ampliamento dei relativi gruppi di trasformazione e la
conseguente riduzione delle proprietà delle diverse figure man mano che si
passa dalla geometria della congruenza a quella affine.
Con l'argomento della lunghezza della circonferenza e area del cerchio
si affronta un tema, quello della misura, che sarà ripreso in forma più
generale nell'ultimo anno.
Lo studio della trigonometria, ridotto all'essenziale, è finalizzato
alla risoluzione dei triangoli rettangoli; esso risponde anche alle necessità
proprie delle altre scienze.
Le dimostrazioni delle principali proprietà dello spazio euclideo
tridimensionale e dei solidi notevoli completano gli argomenti di geometria
elementare; nello sviluppo dei vari argomenti l'intuizione avrà un ruolo
determinante.
La presentazione delle geometrie non euclidee non sarà fine a se
stessa, ma servirà a chiarire il significato di assioma e di sistema
ipotetico-deduttivo. L'acquisizione di tali concetti potrà essere facilitata da
opportune riflessioni, nel corso del triennio e in idonei contesti, sul metodo
ipotetico-deduttivo.
Limitandosi a fatti fondamentali il docente potrà ripercorrere i più
significativi tentativi di dimostrazione del V postulato di Euclide e
illustrare semplici proprietà delle geometrie non euclidee confrontandole con
le situazioni che si presentano nella geometria euclidea; potrà pure procedere,
se lo ritiene didatticamente opportuno, alla costruzione di modelli del piano
ellittico e del piano iperbolico, anche con semplici riferimenti alla geometria
sulla sfera.
La riflessione critica porterà lo studente, a conclusione dei suoi
studi secondari, alla sistemazione assiomatica della geometria euclidea, nella
quale, tuttavia, si eviterà una trattazione approfondita di tutti gli assiomi.
A giudizio del docente potranno essere considerate sistemazioni
assiomatiche anche in altri contesti al fine di meglio recepire il concetto di
teoria matematica formalizzata ed il senso delle relative problematiche
metateoriche.
Tema n. 2 - Insiemi numerici e strutture
Nel presentare le questioni aritmetiche, ma anche in altri contesti,
il docente potrà accennare a qualcuno dei problemi ancora aperti, anche allo
scopo di far vedere come la matematica non sia una scienza conclusa.
La presentazione delle classi di resti serve a dare all'alunno un
esempio significativo di insiemi finiti.
Del principio di induzione si potrà dare una giustificazione
intuitiva; il docente avrà cura di sottolineare l'efficacia del principio
stesso come strumento dimostrativo attraverso vari esempi e applicazioni.
Ripercorrendo un cammino già compiuto nel biennio (numeri naturali,
razionali, relativi) si giungerà ai numeri reali, per definire i quali si potrà
far ricorso alle sezioni di Dedenik o ad altri metodi; in ogni caso la
definizione sarà collegata con la proprietà di completezza del loro insieme.
Nell'occasione, come peraltro suggerito anche in altri temi, si porterà
l'attenzione dello studente sulle regole del calcolo numerico approssimato, già
note nel biennio.
L'argomento delle potenze a base reale positiva e ad esponente
razionale completa quanto svolto nel biennio; ci si limiterà a considerare le
operazioni fondamentali e semplici espressioni.
L'introduzione del concetto di vettore nella terza classe, con
riferimento alle operazioni fondamentali, risulta opportuno per il suo utilizzo
in altri capitoli della matematica e nelle altre scienze. L'argomento sarà
ripreso ed ampliato successivamente.
La trattazione dei numeri complessi si avvarrà anche dell'uso delle
coordinate polari e sarà accompagnata da numerose e varie applicazioni; ad
esempio le radici n-esime dell'unità potranno essere collegate con il problema
di inscrivere un poligono regolare di n lati in una circonferenza.
Il concetto di potenza ad esponente reale sarà trattato in stretto
collegamento con quello di logaritmo, previsto nel medesimo anno.
Le strutture algebriche e d'ordine saranno introdotte non come una
classificazione teorico-formale, ma come ambienti operativi i cui elementi
possono essere di varia natura e nei quali è possibile risolvere classi di
problemi diversi; in particolare sarà opportuno stimolare l'osservazione di
proprietà strutturali nella composizione di trasformazioni geometriche.
Al concetto generale di spazio vettoriale ed, eventualmente, a quello
di applicazione lineare si perverrà attraverso l'analisi di casi concreti in
vari contesti. Qualora si farà riferimento alla struttura vettoriale anche in
R3, sarà opportuno collegare l'argomento a brevi cenni sulla geometria
analitica dello spazio. Lo studio di sistemi lineari che riprende un argomento
già iniziato nel biennio, mira a privilegiare l'esame delle operazioni che
trasformano un sistema lineare in altro ad esso equivalente. In tal modo si
potrà giungere, ad esempio, alla triangolazione della matrice dei coefficienti.
L'eventuale studio delle matrici può offrire un esempio particolarmente
semplice e significativo di anello non commutativo e potrà utilmente essere
collegato alle equazioni delle trasformazioni geometriche studiate nel
precedente anno.
Il confronto tra insiemi infiniti dovrà far risaltare la differenza
tra la potenza del numerabile e quella del continuo.
Tema n. 3 - Funzioni ed equazioni
Nel trattare le disequazioni di II grado, come peraltro per le
equazioni ed i sistemi, si considereranno parallelamente la risoluzione
algebrica e la rappresentazione geometrica. Si sottolinea anche l'opportunità
di non insistere troppo sulla complessità e ripetitività delle equazioni e
disequazioni fratte e irrazionali dovendosi privilegiare sempre, più che la
risoluzione fine a se stessa, la comprensione delle loro caratteristiche e
delle procedure da seguire. In ogni caso si considereranno soltanto quelle che,
ridotte a forma intera, conducono ad equazioni o disequazioni di secondo grado.
Lo studio delle funzioni circolari è limitato al teorema della somma e
sue immediate conseguenze. Per la determinazione dei valori di tali funzioni ci
si avvarrà di strumenti automatici di calcolo.
Nell'ambito del sottotema, previsto nella classe quarta, Zeri di una
funzione, il docente introdurrà in forma intuitiva il concetto di continuità di
una funzione, concetto che sarà ripreso in forma più rigorosa nella classe
quinta. La ricerca degli zeri, strettamente collegata con l'esame del grafico
delle funzioni via via incontrate, porta alle soluzioni di equazioni algebriche
e trascendenti. Nel trattare le prime il docente potrà fare cenno al teorema
fondamentale dell'algebra sottolineando l'importanza dell'estensione dei numeri
reali ai numeri complessi; per le seconde si limiterà a quelle più semplici.
L'argomento sarà completato con la determinazione delle eventuali soluzioni
approssimate di un'equazione, avvalendosi dei metodi propri dell'informatica.
Gli esercizi di applicazione ai concetti di esponenziale e logaritmo
saranno limitati ai casi più semplici; anche per il calcolo del logaritmo di un
numero o del numero di dato logaritmo si farà ricorso a strumenti automatici di
calcolo. Dei suddetti concetti -esponenziale e logaritmo- andranno invece poste
in rilievo sia l'importanza teorica (isomorfismo per strutture) sia le
applicazioni (modellizzazioni di fenomeni di accrescimento).
Tema n. 4 - Probabilità statistica
Gli elementi di calcolo delle probabilità e statistica rispondono
all'esigenza di abituare l'alunno ad effettuare modellizzazioni di situazioni
in condizioni di incertezza.
A questo fine è preferibile che la statistica descrittiva (studio dei
fenomeni collettivi) preceda il calcolo delle probabilità, in quanto atta a
fornire semplici modelli capaci di aprire la problematica concettuale delle
probabilità. Inoltre la statistica descrittiva bivariata è così largamente
utilizzata nella pubblicistica quotidiana che appare molto opportuno e naturale
il suo inserimento precoce nella scuola.
Al contrario l'eventuale trattazione della statistica inferenziale,
essendo basata sull'applicazione del calcolo delle probabilità a problemi
statistici, deve necessariamente seguire la trattazione dei due precedenti
argomenti.
Per quanto riguarda il calcolo delle probabilità l'allusione ai vari
contesti in cui si valutano queste probabilità conduce alle diverse definizioni
di probabilità che sono state storicamente proposte; definizioni che,
opportunamente riprese, non verranno viste come antitetiche l'una dell'altra,
potendosi usare in ogni contesto applicativo quella che appare più opportuna
nello stato di informazione in cui si sta operando.
Una possibile sintesi tra le varie definizioni, che potrà essere
effettuata all'ultimo anno, sta nella formalizzazione assiomatica della teoria,
che va presentata e motivata sia da un punto di vista storico, sia secondo una
giustificazione di comodità per lo sviluppo dell'intera teoria, sia per fornire
un ulteriore esempio di teoria matematica espressa in forma
ipotetico-deduttiva.
Questo esempio potrà utilmente essere accostato a quelli di geometria
e di altri contesti per consentire quella sintesi finale che è il ripensamento
del metodo matematico.
Le semplici distribuzioni di probabilità, che saranno trattate se il
docente lo ritiene opportuno, sono sufficienti a dare indicazioni non banali
sulla problematica di questa parte del calcolo delle probabilità, anche perché
sono particolarmente ricche di applicazioni in vari contesti: fisico,
biologico, economico, applicazioni che saranno utilizzate per meglio mettere in
luce gli aspetti peculiari dei diversi modelli (binomiale, poissoniano ecc.).
Lo studio della curva normale, introdotta anche sperimentalmente, e
delle altre distribuzioni fornisce esempi significativi per l'applicazione di
metodi e concetti dell'analisi, in particolare attraverso l'eventuale esame dei
legami tra le distribuzioni binomiale e poissoniana, binomiale e normale, e
mediante la costruzione numerica di tabelle approssimate.
La legge dei grandi numeri fornisce un anello che lega i problemi
statistici ed i modelli probabilistici permettendo, volendo, di introdurre già
alcuni esempi significativi di inferenza. L'insegnante può presentare tale
legge dal punto di vista teorico, con eventuale dimostrazione, oppure dal punto
di vista empirico presentando al computer simulazioni di tipo bernoulliano.
Il problema degli errori di misura, visto in vari contesti
disciplinari (fisica, biologia ecc.), può permettere di introdurre altri esempi
centrali di inferenza e di mettere in lue aspetti importanti dei problemi di
stima dei parametri.
Particolare cura sarà posta nel ricordare le basi storiche e
filosofiche (Pascal, empirismo inglese, ecc.).
Tema n. 5 - Logica
Il docente non presenterà una trattazione completa delle regole
d'inferenza della logica dei predicati, che risulterebbe troppo astratta, ma
sceglierà alcuni tipici schemi di deduzione di uso più frequente in matematica.
Sarà molto utile illustrare tali schemi con esempi di dimostrazioni,
scelti anche tra quelli già noti allo studente.
Si completa così lo studio della logica delle proposizioni e dei
predicati, già iniziato nel biennio. La riflessione logica merita comunque
molta attenzione in tutti gli anni del triennio, anche in collegamento ad
argomenti citati in altri temi (ad esempio il principio d'induzione, il
confronto tra insiemi infiniti). In particolare lo studio della logica sarà
ripreso quando si affronteranno gli argomenti di geometria dell'ultimo anno.
Tema n. 6 - Informatica
Il
sottotema Implementazione di algoritmi numerici diretti e iterativi, controllo
della precisione si articola nei seguenti argomenti: soluzione di semplici
sistemi lineari, approssimazione di soluzione di equazioni, costruzione di
successioni.
Questo studio continuerà nel quarto anno come Convergenza di metodi
iterativi. Algoritmi ricorsivi. Confronto tra algoritmi definiti in modo
ierativo ed in modo ricorsivo, con la risoluzione in generale di sistemi
lineari, la ricerca di valori delle funzioni considerate, la verifica di
convergenza di successioni. Potranno essere considerati anche metodi
approssimati per il calcolo di (P greco) e del numero e.
Per questi argomenti potrà usarsi in laboratorio, in modo più
avanzato, lo stesso ambiente di programmazione conosciuto al biennio, nonché
avvalersi di idoneo software didattico. Sarà didatticamente opportuno
utilizzare software didattico anche in relazione ad altri ambiti (geometria,
statistica, ecc.).
Il sottotema Il concetto di algoritmo. Esempi di funzioni non
calcolabili. Esempi di problemi non decidibili, peraltro non prescrittivo, sarà
trattato ad un livello di approfondimento adeguato alle basi culturali degli
alunni.
Tema n. 7 - Analisi infinitesimale
L'introduzione del concetto di limite e di quelli di derivabilità ed
integrabilità sarà accompagnato da un ventaglio quanto più ampio possibile di
loro impieghi in ambiti matematici ed extramatematici ed arricchita dalla
presentazione ed illustrazione di opportuni controesempi che serviranno a
chiarire i concetti stessi.
Se il docente lo ritiene opportuno, un'idea intuitiva dei concetti di
limite e di derivata, legati ai classici problemi della tangente ad una curva e
della velocità, può essere data negli anni precedenti, recuperando solo alla
fine una impostazione rigorosa.
Lo studente sarà abituato all'esame di grafici di semplici funzioni ed
alla deduzione di informazioni dallo studio di un andamento grafico; appare
anche importante fare acquisire una mobilità di passaggio dal grafico di una
funzione a quello della sua derivata e di una sua primitiva.
Il problema della misura sarà affrontato con un approccio molto
generale, a partire dalle conoscenze già acquisite dallo studente nei suoi
studi precedenti (aree dei poligoni, lunghezza della circonferenza, area del
cerchio, volume di solidi notevoli) inquadramento preferibilmente sotto il
profilo storico. Il concetto di integrale scaturirà poi in modo naturale dalla
necessità di dare metodi generali per il calcolo di lunghezze, aree, volumi. Lo
studente potrà anche ritrovare, come semplici applicazioni del calcolo
integrale, alcune delle formule già note.
Con gli argomenti di analisi numerica si prosegue lo studio dei
procedimenti per la ricerca di soluzioni approssimate di equazioni, già
iniziato nel terzo anno con il ricorso a strumenti informatici. L'integrazione
numerica offre, in particolare, una ulteriore occasione significativa di
utilizzo di tali strumenti.
4. Indicazioni metodologiche
I contenuti elencati, seguendo il metodo adottato dal programma per il
biennio, di cui il presente programma è il naturale proseguimento, sono
distribuiti per "temi", allo scopo di dare risalto ai concetti
fondamentali attorno a cui si aggregano i vari argomenti. Al termine di ciascun
tema viene data una indicazione di ripartizione degli argomenti per anno.
Sempre in analogia a quanto suggerito nel programma per il biennio, il
docente avrà cura di predisporre il suo itinerario didattico in modo da mettere
in luce analogie e connessioni tra argomenti appartenenti a temi diversi, allo
scopo di realizzarne l'integrazione e di facilitare la comprensione da parte
degli allievi.
Alcuni degli argomenti sono inseriti tra asterischi: il loro
svolgimento non è prescrittivo e starà al docente operare una scelta -anche in
riferimento al grado di approfondimento della trattazione- che si adegua agli
interessi ed al livello di formazione culturale della classe.
Nel ribadire le indicazioni metodologiche suggerite nel programma del
biennio, si insiste sull'opportunità che l'insegnamento sia condotto per
problemi; dall'esame di una data situazione problematica l'alunno sarà portato,
prima a formulare una ipotesi di soluzione, poi a ricercare il procedimento
risolutivo mediante il ricorso alle conoscenze già acquisite, ed infine ad
inserire il risultato ottenuto in un organico quadro teorico complessivo, un
processo in cui l'appello all'intuizione sarà via via ridotto per dare più
spazio all'astrazione ed alla sistemazione razionale.
Si ricorda che il termine problema va inteso nella sua accezione più
ampia, riferito cioè anche a questioni interne alla stessa matematica; in
questa ipotesi potrà risultare didatticamente proficuo storicizzare la
questione presentandola come una successione di tentativi portati a livello di
rigore e di astrazione sempre più spinti. A conclusione degli studi secondari
scaturirà così naturale nell'alunno l'interesse ad una revisione critica dei
concetti e delle teorie via via apprese, anche in un contesto interdisciplinare
e con il concorso di altri docenti, nonché l'esigenza della sistemazione
assiomatica dei temi affrontati che lo porterà a recepire un procedimento che è
diventato paradigmatico in qualsiasi ricerca e in ogni ambito disciplinare.
L'insegnamento per problemi non esclude però che il docente faccia
ricorso ad esercizi di tipo applicativo, sia per consolidare le nozioni apprese
dagli alunni sia per fare acquisire loro una sicura padronanza del calcolo.
E' comunque opportuno che l'uso dell'elaboratore elettronico sia via
via potenziato utilizzando strumenti e metodi propri dell'informatica nei
contesti matematici che vengono progressivamente sviluppati; mediante la
visualizzazione di processi algoritmici non attuabili con elaborazione manuale,
esso consente anche la verifica sperimentale di nozioni teoriche già apprese e
rafforza a sua volta negli alunni l'attitudine all'astrazione ed alla
formalizzazione per altra via conseguita.
PROGRAMMA DI FISICA - PREMESSA GENERALE METODOLOGICA
1. FINALITA'
Lo studio della fisica nella scuola secondaria superiore di secondo
grado concorre, attraverso l'acquisizione delle metodologie e delle conoscenze
specifiche della disciplina, alla formazione della personalità dell'allievo,
favorendone lo sviluppo di una cultura armonica tale da consentire una
comprensione critica e propositiva del presente e costituire una solida base
per la costruzione di una professionalità polivalente e flessibile.
2. OBIETTIVI GENERALI
L'insegnamento della fisica, in stretto raccordo con le altre
discipline scientifiche, si propone di perseguire i seguenti obiettivi:
- comprensione dei procedimenti caratteristici dell'indagine
scientifica, che si articolano in un continuo rapporto tra costruzione teorica
e realizzazione degli esperimenti, e capacità di utilizzarli, conoscendo con
concreta consapevolezza la particolare natura dei metodi della fisica;
- acquisizione di un corpo organico di contenuti e metodi finalizzati
ad una adeguata interpretazione della natura;
- comprensione delle potenzialità e dei limiti delle conoscenze
scientifiche;
- acquisizione di un linguaggio corretto e sintetico e della capacità
di fornire e ricevere informazioni;
- capacità di analizzare e schematizzare situazioni reali e di
affrontare problemi concreti anche in campi al di fuori dello stretto ambito
disciplinare;
- abitudine al rispetto dei fatti, al vaglio e alla ricerca di un
riscontro obiettivo delle proprie ipotesi interpretative;
- acquisizione di atteggiamenti fondati sulla collaborazione
interpersonale e di gruppo;
- acquisizione di strumenti intellettuali che possono essere
utilizzati dagli allievi anche per operare scelte successive;
- capacità di "leggere" la realtà tecnologica;
- comprensione del rapporto esistente fra la fisica (e più in generale
le scienze della natura) e gli altri campi in cui si realizzano le esperienze,
la capacità di espressione e di elaborazione razionale dell'uomo, e in
particolare, del rapporto fra la fisica e lo sviluppo delle idee, della
tecnologia, del sociale.
3. INDICAZIONI METODOLOGICHE GENERALI
Sul piano della metodologia dell'insegnamento appaiono fondamentali
tre momenti interdipendenti, ma non subordinati gerarchicamente o
temporalmente:
- elaborazione teorica che, a partire dalla formulazione di alcune
ipotesi o principi deve gradualmente portare l'allievo a comprendere come si
possa interpretare e unificare un'ampia classe di fatti empirici e avanzare
possibili previsioni;
- realizzazione di esperimenti da parte del docente e degli allievi
singolarmente o in gruppo, secondo un'attività di laboratorio variamente
gestita (riprove, riscoperte, misure) e caratterizzata da una continua ed
intensa mutua fertilizzazione tra teoria e pratica, con strumentazione semplice
e talvolta raffinata e con gli allievi sempre attivamente impegnati sia nel
seguire le esperienze realizzate dall'insegnante, sia nel realizzarle
direttamente, sia nell'elaborare le relazioni sull'attività di laboratorio;
- applicazione dei contenuti acquisiti attraverso esercizi e problemi
che non devono essere intesi come un'automatica applicazione di formule, ma
come un'analisi critica del particolare fenomeno studiato, e come uno strumento
idoneo ad educare gli allievi a giustificare logicamente le varie fasi del
processo di risoluzione.
L'attività di laboratorio, a partire dalla situazione esistente in
ciascuno istituto e nella previsione di potenziare le strutture e
l'organizzazione, dovrà essere vista prevalentemente come attività diretta
degli allievi e armonicamente inserita nella trattazione dei temi affrontati di
volta in volta.
Alla effettiva attività di laboratorio dovrà essere dedicato almeno il
30% del tempo disponibile.
Allo stesso modo dovrà essere prevista una corretta utilizzazione
degli strumenti di calcolo e di elaborazione e si dovranno individuare i
momenti più opportuni e gli spazi necessari per tale attività didattica.
A titolo indicativo si segnalano alcune possibili utilizzazioni
dell'elaboratore:
- costruzione diretta da parte degli allievi di programmi per la
rielaborazione dei dati raccolti in laboratorio e per la risoluzione di
problemi;
- utilizzazione di programmi di simulazione anche precostituiti che
valgano a visualizzare le leggi e i modelli interpretativi dei vari fenomeni
esaminati.
Nello svolgimento e nella graduazione degli interventi l'insegnante
cercherà di privilegiare approcci diversificati ai concetti fisici e dovrà
avere presente l'indirizzo e gli obiettivi dello specifico tipo di scuola,
sempre nel contesto delle finalità generali che s'intendono uguali per tutti.
Nel quadro del programma, la scansione concreta degli argomenti
secondo una sistemazione razionale della disciplina, i tempi e i modi del
ricorso al laboratorio ed all'elaboratore dovranno essere articolati secondo un
preciso piano di lavoro. Questo deve essere programmato all'inizio dell'anno
scolastico avendo presente lo sviluppo progressivo delle capacità degli
allievi. Inoltre la progettazione degli interventi didattici deve tenere conto
delle esigenze di coordinamento con quelli delle altre discipline.
Infine, per quanto riguarda l'attività di verifica e di valutazione, i
docenti dovranno prestare particolare attenzione alla valutazione di tipo
formativo. Gli errori commessi dagli allievi durante il processo
d'apprendimento potranno così fornire preziose indicazioni per la scelta di
ulteriori e/o diversificati interventi didattici, finalizzati anche
all'attività di recupero.
PROGRAMMA DI FISICA PER IL BIENNIO DEGLI ISTITUTI SECONDARI SUPERIORI
1. PREMESSA
Alla realizzazione degli esperimenti nel laboratorio di fisica deve
essere dedicato almeno il 30% del tempo disponibile; pertanto, nella
formulazione dell'orario scolastico, si farà in modo che due ore di lezione
siano consecutive per venire incontro alle esigenze di laboratorio.
Il programma è costituito da una parte introduttiva che si sofferma
sulle conoscenze prerequisite e sul collegamento con quanto già studiato nella
scuola secondaria di primo grado e da quattro grandi temi:
- l'equilibrio e i processi stazionari;
- il movimento;
- la propagazione della luce;
- l'energia: sue forme, conservazione e trasformazione.
Lo spazio dedicato a ciascun tema e l'ordine proposto possono essere
diversi a giudizio degli insegnanti nel contesto del piano di lavoro programmato.
E' anche possibile ritornare sugli stessi temi secondo un processo di
approfondimento a spirale, ma si deve comunque puntare ad una trattazione che
tenga conto dei tre elementi indicati nella premessa generale:
- impostazione concettuale e costruzione teorica;
- esperimenti di laboratorio;
- risoluzione di problemi.
Inoltre la scansione degli argomenti deve essere coordinata per quanto
possibile con quelle delle altre discipline, in particolare della matematica.
Limitatamente alle classi in cui il numero delle ore settimanali di
insegnamento della Fisica è inferiore a tre, la programmazione annuale definirà
il grado di approfondimento degli argomenti previsti dal programma, con
eventuale motivata esclusione di alcuni di essi, in relazione alle finalità
dell'istituzione, senza per altro trascurare alcuno dei quattro temi previsti
dal programma stesso.
Durante lo svolgimento dei singoli temi deve essere prevista la
lettura di pagine a carattere storico per meglio evidenziare come siano state
modificate le teorie scientifiche con il progredire delle conoscenze e con
l'acquisizione di nuove metodologie.
In ogni fase dell'insegnamento della disciplina dovrà, in particolare,
essere data massima rilevanza all'aspetto metodologico.
Al termine del biennio, gli allievi dovranno avere anche acquisito la
consapevolezza del valore culturale della fisica, essenziale non solo per la
risoluzione di problemi scientifici e tecnologici, ma soprattutto per il
contributo alla formazione generale della loro personalità.
2. OBIETTIVI SPECIFICI DEL BIENNIO
Alla fine del biennio gli allievi dovranno essere in grado di:
- analizzare un fenomeno o un problema riuscendo ad individuare gli
elementi significativi, le relazioni, i dati superflui, quelli mancanti, e
riuscendo a collegare premesse e conseguenze;
- eseguire in modo corretto semplici misure con chiara consapevolezza
delle operazioni effettuate e degli strumenti utilizzati;
- raccogliere, ordinare e rappresentare i dati ricavati, valutando gli
ordini di grandezza e le approssimazioni, mettendo in evidenza l'incertezza
associata alla misura;
- esaminare dati e ricavare informazioni significative da tabelle,
grafici ed altra documentazione;
- porsi problemi, prospettare soluzioni e modelli;
- inquadrare in un medesimo schema logico situazioni diverse
riconoscendo analogie o differenze, proprietà varianti ed invarianti;
- trarre semplici deduzioni teoriche e confrontarle con i risultati
sperimentali;
- utilizzare o elaborare semplici programmi da verificare con
l'elaboratore, per la risoluzione di problemi o per la simulazione di fenomeni.
Con l'attività di laboratorio gli allievi dovranno inoltre:
- aver sviluppato la capacità di proporre semplici esperimenti atti a
fornire risposte a problemi di natura fisica;
- aver imparato a descrivere, anche per mezzo di schemi, le
apparecchiature e le procedure utilizzate e aver sviluppato abilità operative
connesse con l'uso degli strumenti;
- aver acquisito flessibilità nell'affrontare situazioni impreviste di
natura scientifica e/o tecnica.
3. INDICAZIONI METODOLOGICHE PER IL BIENNIO
La fase iniziale del processo di insegnamento-apprendimento della
fisica ha una funzione di raccordo con le conoscenze e le abilità già acquisite
dagli allievi negli studi precedenti.
Dopo aver valutato il livello degli allievi per quanto riguarda le
conoscenze prerequisite si cercherà di omogeneizzare il gruppo classe, facendo
ricorso ad opportune strategie di recupero, mediante l'osservazione di semplici
fenomeni fisici e la esecuzione di misure e facili esperimenti che richiedano
premesse teoriche elementari e che riguardino alcune proprietà dei corpi. Si
potranno effettuare, in relazione alle eventuali esigenze, misure di:
-
lunghezza, superfici, volumi;
-
angoli;
-
tempo;
-
velocità media;
-
massa e densità;
-
peso e peso specifico.
L'analisi dei fenomeni, approfondita con il dibattito in classe ed
effettuata sotto la guida dell'insegnante, dovrà gradualmente e con continuità
sviluppare negli allievi la capacità di schematizzare fenomeni via via più
complessi e di proporre modelli.
L'individuazione delle grandezze fisiche in gioco e la valutazione
degli ordini di grandezza saranno utili per creare un ulteriore collegamento
con le conoscenze già acquisite nella scuola secondaria di primo grado.
Il metodo sperimentale e la teoria della misura rappresenteranno un
riferimento costante durante tutto il corso e saranno affrontati non
separatamente dai problemi fisici concreti, ma come naturale conseguenza
dell'attività teorica e di laboratorio. Quest'ultima sarà condotta normalmente
da piccoli gruppi di studenti sotto la guida dell'insegnante mediante
l'esecuzione di semplici misure, esperimenti, ed attraverso la rappresentazione
e la elaborazione dei dati sperimentali che, in particolare, dovranno
riguardare:
-
valore medio, precisione di una misura ed errori;
-
sistema di misura S.I.;
-
individuare la posizione dei corpi nello spazio, sistema di coordinate;
-
vettori, loro uso e composizione;
-
rappresentazione grafica di relazioni che caratterizzano alcuni semplici
fenomeni.
L'uso del materiale audiovisivo dovrà integrare, ma non sostituire,
l'attività di laboratorio che è da ritenersi fondamentale per l'educazione al
"saper operare". Si potrà inoltre utilizzare software didattico di
provata qualità per la simulazione di fenomeni fisici che non sia possibile
studiare direttamente in laboratorio.
La prova scritta, ove prevista, comprenderà esercizi e problemi non
limitati ad un'automatica applicazione di formule, ma orientati all'analisi del
fenomeno considerato e alla giustificazione logica delle varie fasi del
processo di risoluzione. Durante l'anno scolastico la prova scritta potrà
consistere anche in una relazione descrittiva individuale successiva ad una o
più esperienze di laboratorio.
Gli obiettivi intermedi ed operativi del curriculo disciplinare devono
essere stabiliti dai docenti tenendo conto del percorso didattico scelto e
avendo presenti costantemente gli obiettivi sia specifici sia generali
precedentemente indicati.
I contenuti che seguono vengono rappresentati secondo una suddivisione
per temi dettata dalla omogeneità dei concetti portanti, pur se applicati ad
argomenti riguardanti anche settori diversi della fisica.
4. CONTENUTI
Tema n. 1 - L'equilibrio ed i processi stazionari
Il tema è articolato in quattro parti per permettere agli allievi un
approccio più organico con concetti che di regola nelle trattazioni, trovano
collocazione in momenti successivi: in meccanica, in termologia e in
elettricità.
a) - Le forze e l'equilibrio in meccanica
-
Concetto di forza, sua rappresentazione vettoriale e sua misura statica;
-
vari tipi di forza: peso, forza elastica, attrito e resistenza in un fluido,
forza gravitazionale fra due corpi, forza di Coulomb, forza di Ampère;
-
statica del punto materiale (composizione di forze);
-
statica del corpo rigido, corpi appoggiati e leve (la bilancia);
-
energia potenziale per la forza peso, concetto di lavoro;
-
statica dei gas, legge di Boyle;
-
statica dei liquidi, pressione idrostatica, legge di Archimede;
-
pressione atmosferica.
b) - L'equilibrio termico
-
Conduttori e isolanti termici (esperimenti sulla propagazione del calore);
-
equilibrio termico e concetto di temperatura, dilatazione, termometri e scale
termometriche (costruzioni di un termometro a gas o a liquido);
-
quantità di calore e sua misura;
-
stati di aggregazione ed equilibrio fra diverse fasi;
-
misure del calore di cambiamento di stato.
c) - L'equilibrio elettrostatico
- Fenomenologia elementare, potenziale elettrostatico, condensatori.
d) - Processi stazionari
-
Flusso stazionario di un fluido in un condotto, velocità, portata, relazione
fenomenologica tra differenze di pressione e portata, viscosità;
-
corrente elettrica continua, conduttori lineari e non lineari; circuiti logici;
-
magnetismo: fenomenologia elementare;
-
effetto magnetico di una corrente elettrica, amperometro, voltometro;
-
memorie magnetiche e a semiconduttori.
Il tema si propone di offrire agli allievi situazioni:
- confrontabili concettualmente;
- storicamente affrontate in modo parallelo;
- trattate da capitoli della fisica che nella loro sistemazione
attuale appaiono molto distanti (esempio flusso di un fluido, di calore, di
elettricità).
La trattazione parallela di tali argomenti permette al docente di
evidenziare come spesso uno stesso schema logico possa inquadrare situazioni
profondamente diverse da un punto di vista puramente fenomenologico, ma
descrivibili con formalismi uguali o analoghi.
Il docente dovrà quindi condurre gli allievi a evidenziare in questo
contesto analogie e differenze, proprietà varianti ed invarianti.
Si sottolinea il fatto che una trattazione parallela di fenomenologie
diverse, ma concettualmente analoghe, permette un notevole risparmio sia di
tempo che concettuale, rispetto alla trattazione classica delle stesse.
Il tema non richiede che gli allievi abbiano già acquisito padronanza
di concetti definibili attraverso funzioni variabili nel tempo: richiede quindi
almeno da questo punto di vista una limitata capacità di astrazione e l'impiego
di semplici conoscenze di geometria e di algebra.
Il concetto di lavoro è presente nel tema come strettamente legato
alla condizione di equilibrio quindi didatticamente introducibile partendo dal
concetto di energia potenziale del campo gravitazionale (forza-peso).
Procedendo per analogie si potrà introdurre operativamente il potenziale
gravitazionale e quello elettrico.
Tema n. 2 - Il movimento
-
Sistemi di riferimento;
-
legge oraria e sua rappresentazione grafica;
-
velocità, accelerazione (esempi di moti significativi);
- le
leggi della dinamica ed applicazioni;
-
quantità di moto, energia meccanica e loro conservazione;
-
urti elastici ed anelastici;
- il
moto dei pianeti.
Lo svolgimento di questo tema richiede particolari capacità di
astrazione per la necessità di introdurre concetti come la velocità e
l'accelerazione istantanee. Si raccomanda pertanto un ampio riferimento a
diagrammi e rappresentazioni geometriche nelle discussioni teoriche e l'uso di
filmati per integrare gli esperimenti di laboratorio.
Il tema di presta particolarmente all'utilizzazione del computer nello
studio del moto dei corpi.
La trattazione degli urti elastici e anelastici richiede esperienze di
laboratorio che ne evidenzino la fenomenologia in due dimensioni.
La conservazione della quantità di moto si presta in modo particolare
per mostrare agli allievi l'importanza e la necessità dei principi di
conservazione nell'indagine fisica.
Tema n. 3 - La propagazione della luce
-
Propagazione rettilinea della luce, riflessione, rifrazione;
-
lenti sottili;
-
l'ipotesi corpuscolare ed interpretazione corpuscolare delle leggi dell'ottica
geometrica;
-
studio quantitativo e fenomenologico delle onde sulla superficie di un liquido;
-
diffrazione ed interferenza della luce;
-
scomposizione della luce e misura delle lunghezze d'onda.
Si consiglia di giungere ad individuare le leggi dell'ottica
geometrica attraverso esperimenti sulla propagazione di pennelli di luce e
quindi di mostrare come le leggi di Cartesio siano interpretabili in termini
corpuscolari.
Prima di avviare lo studio delle onde, che a questo livello è bene sia
limitato all'aspetto fenomenologico anche se quantitativo, si mostreranno
all'allievo fenomeni ottici chiaramente non interpretabili in termini
corpuscolari (fenomeni di diffrazione e interferenza). Si potranno mostrare
agli allievi spettri sia continui che a righe, ottenuti per dispersione o
attraverso reticolo a trasmissione.
La misura della lunghezza d'onda potrà anche limitarsi alla stima per
mezzo dell'esperimento di Young dell'ordine di grandezza per luce di vari
colori.
Il tema si propone di far studiare agli allievi una teoria organica
(teoria corpuscolare della luce) e di far comprendere come sia possibile costruire
una successiva teoria in grado di "spiegare" fenomeni già
interpretati e altri non interpretabili con la prima teoria.
Tema n. 4 - L'energia: sue forme, conservazione e trasformazione
-
Calore e lavoro come forme diverse per trasferire energia;
-
lavoro elettrico; energia nel condensatore carico; effetto Joule;
-
energia raggiante;
-
fonti di energia.
Questo argomento ha lo scopo di introdurre gli allievi al tema
dell'energia.
Si consiglia all'insegnante di condurre gli allievi a riconoscere le varie
forme di energia e di mostrare sperimentalmente alcuni semplici esempi di
processi di trasformazione visti come processi di trasferimento di energia.
Nell'esame di tali esperienze è importante mettere in luce la
conservazione dell'energia come invariante comune a tutti i fenomeni studiati.
PROGRAMMA DI FISICA PER IL TRIENNIO DEL LICEO SCIENTIFICO
1. PREMESSA
Il programma riguarda gli allievi provenienti dalle classi del biennio
nelle quali è stato svolto l'insegnamento della Fisica secondo indicazioni del
P.N.I.
Nelle indicazioni metodologiche sono indicati alcuni concetti già
affrontati in prima approssimazione nel biennio e che devono essere ripresi e
formalizzati nella classe terza in relazione non solo allo sviluppo
intellettivo raggiunto dagli allievi, ma anche alle conoscenze matematiche
acquisite.
Il programma è costituito dai seguenti temi:
- forze e campi;
- sistemi di riferimento e relatività;
- principi di conservazione - processi reversibili e irreversibili;
- onde meccaniche ed elettromagnetiche;
- struttura della materia;
- l'Universo fisico.
I temi, tutti prescrittivi, possono essere integrati fra loro secondo
un itinerario didattico stabilito nelle iniziali riunioni di progettazione
curricolare, nelle quali si può anche prevedere, in qualche caso didatticamente
motivato, il ritorno in anni diversi su argomenti di singoli temi.
L'insegnamento della fisica, come naturale prosecuzione dell'attività
didattica svolta nel biennio, sposterà gradualmente nel triennio l'attenzione
dagli aspetti prevalentemente empirici e di osservazione analitica verso gli
aspetti concettuali, la formalizzazione teorica e i problemi di sintesi e
valutazione.
Si considera fondamentale, per una corretta conoscenza dei contenuti
della fisica da parte degli studenti, che il docente presenti fin dall'inizio
la differenza fra le definizioni operative ed i concetti astratti. I modelli
saranno presentati come mezzi di rappresentazione e dovranno sempre essere
discussi i loro limiti di validità. Le teorie saranno trattate mettendone in
evidenza l'evoluzione e il progressivo affinamento.
In questo modo si introdurranno implicitamente anche nozioni di storia
della fisica, come parte importante della formazione culturale dello studente e
si proseguirà, come nel biennio, con la lettura di pagine di carattere storico.
La scansione degli argomenti sarà coordinata, per quanto possibile,
con quella delle altre discipline, in particolare della matematica, della
filosofia e delle scienze.
2. OBIETTIVI SPECIFICI DEL TRIENNIO
Lo studio della fisica nel triennio, oltre a fornire allo studente un
bagaglio di conoscenze scientifiche adeguato, deve mirare allo sviluppo di
specifiche capacità di vagliare e correlare le conoscenze e le informazioni
scientifiche, raccolte anche al di fuori della scuola, recependole criticamente
e inquadrandole in un unico contesto.
Al termine del corso di studi gli allievi dovranno aver acquisito una
cultura scientifica di base che permetta loro una visione critica ed organica
della realtà sperimentale.
I contenuti svolti nel biennio dovranno essere approfonditi nel
triennio, nel corso del quale, grazie alla maggiore capacità di astrazione
raggiunta dagli allievi, saranno affrontati argomenti generali e di più elevata
complessità per favorire negli allievi stessi lo sviluppo delle capacità di
sintesi e di valutazione.
3. INDICAZIONE METODOLOGICHE PER IL TRIENNIO
Partendo dalle abilità e conoscenze conseguite dagli allievi nel corso
del biennio si potrà ora procedere alla revisione di alcuni concetti che non
potevano essere compiutamente acquisiti a causa della giovane età.
In particolare si riprenderanno i concetti di velocità e di
accelerazione, soffermandosi su quelli di velocità ed accelerazione istantanee.
In tale riassetto sistematico si approfondirà lo studio dei moti (moto
circolare, moto armonico e moti su traiettoria curvilinea qualsiasi), con
particolare attenzione ai sistemi di riferimento.
Congruo spazio si dedicherà alle equazioni dimensionali ed alle unità
di misura.
L'attività di laboratorio prevederà sia esperimenti eseguiti dagli
alunni sia altri, più raffinati, presentati dall'insegnante.
L'uso dell'elaboratore aiuterà a comprendere le conseguenze di
determinate ipotesi e le implicazioni di un modello. Inoltre, attraverso la simulazione,
si potranno effettuare confronti tra modelli e dati sperimentali. Ancora si
richiama l'opportunità di fare esercitare gli allievi nella risoluzione di
problemi e di esercizi proposti dall'elaboratore tramite un generatore di
numeri casuali.
Si sottolinea in particolare la necessità didattica di utilizzare
programmi di simulazione per lo studio degli aspetti che non si prestano ad
esercitazioni di laboratorio.
La prova scritta comprenderà esercizi e problemi non limitati ad una
automatica applicazione di formule, ma orientati sia all'analisi critica del
fenomeno considerato, sia alla giustificazione logica delle varie fasi del
processo di risoluzione.
4. CONTENUTI
Tema
n. 1 - Forze e campi
-
Forze e momenti;
-
massa inerziale e momento di inerzia;
-
concetto di campo e di linee di campo;
-
campo gravitazionale e campo elettrostatico;
-
potenziale ed energia potenziale: campi conservativi;
-
moto di masse in un campo gravitazionale;
-
moto di cariche in un campo elettrostatico;
-
campo magnetico generato da corrente elettrica;
-
moto di cariche in un campo magnetico;
-
conduzione elettrica;
-
induzione elettromagnetica;
-
campo elettromagnetico;
-
circuiti elettrici.
Il tema si propone di formalizzare e completare le conoscenze acquisite
nel corso del biennio e non sufficientemente approfondite o per mancanza di
supporti matematici o per mancanza di sufficienti capacità di astrazione degli
allievi.
Lo svolgimento in parallelo degli argomenti campo gravitazionale e
campo elettrostatico permetterà di trattare subito analogie e differenze tra di
essi. Il successivo studio del campo magnetico - qualora il livello della
classe lo consenta - permetterà un discorso più ampio sui concetti di campo e
di interazione.
Nella programmazione dell'attività didattica il docente avrà presente
che la maggior parte dei contenuti di questo primo tema è propedeutica agli
argomenti dei temi successivi.
Tema n. 2 - Sistemi di riferimento e relatività
-
Sistemi di riferimento inerziali e non inerziali;
- le
trasformazioni galileiane;
-
forze apparenti;
- i
postulati della relatività ristretta;
-
simultaneità, dilatazione dei tempi, contrazione della lunghezze,
trasformazioni di Lorentz;
-
massa relativistica ed equivalenza tra massa ed energia;
-
ipotesi della relatività generale.
I contenuti del presente tema, anziché essere affrontati in un unico
momento, potranno essere trattati nel corso del triennio e organicamente
inseriti nel percorso curricolare: ad esempio gli argomenti inerenti alla
relatività galileiana potranno essere proficuamente affrontati con la
sistematizzazione dei contenuti di meccanica.
I concetti fondamentali delle teorie della relatività (spazio e tempo)
sono stati spesso oggetto di riflessione in campo filosofico: appare quindi più
che mai opportuno uno stretto coordinamento di tali concetti nello studio delle
due discipline.
Tema n. 3 - Principi di conservazione - Processi reversibili e
irreversibili
-
Sistema isolato;
-
conservazione della quantità di moto e del momento angolare;
-
conservazione dell'energia;
-
indipendenza dei principi di conservazione dal sistema di riferimento;
-
teoria cinetica della materia;
-
principi della termodinamica;
-
trasformazioni reversibili e irreversibili;
-
entropia.
Il tema si presta a considerazioni e studi che oltre al primario
valore scientifico e all'interesse epistemologico hanno anche una rilevanza
sociale. Nell'affrontare i vari argomenti il docente di atterrà ad una
impostazione rigorosa e coerente evitando nozionismi ed affermazioni prive di
fondamenti scientifico-sperimentali.
Nella progettazione curricolare il docente avrà presente che il quarto
argomento di questo tema ha come propedeutici argomenti contenuti nel tema 2.
Tema n. 4 - Onde meccaniche ed elettromagnetiche
-
Oscillazioni ed onde: equazioni dell'onda;
-
studio matematico della propagazione dell'onda;
-
onde longitudinali e trasversali;
-
riflessione, rifrazione, dispersione;
-
interferenza, diffrazione, risonanza;
-
polarizzazione;
-
effetto Doppler;
-
equazioni di Maxwell e onde elettromagnetiche.
Il tema potrà essere adeguatamente presentato con la formalizzazione
matematica richiesta da una trattazione sufficientemente approfondita solo dopo
che nel corso di matematica l'allievo avrà appreso ad utilizzare le funzioni
goniometriche e si sarà impadronito delle loro proprietà.
Lo studio delle onde potrà essere proficuamente affrontato per mezzo
della rappresentazione vettoriale di Fresnel.
Si sottolinea il fatto che la conoscenza degli argomenti previsti nel
presente tema è essenziale per la comprensione di quelli previsti nel tema
riguardante la struttura della materia.
Tema
n. 5 - Struttura della materia
-
Spettroscopia (emissione, assorbimento, stati metastabili);
-
effetto termoelettronico;
-
corpo nero ed ipotesi di Planck;
-
effetto fotoelettronico e ipotesi di Einstein;
-
ipotesi di de Broglie: dualità onda-corpuscolo;
-
modelli atomici (Rutherford, Bohr, de Broglie): validità e limiti;
-
principio di indeterminazione - effetto tunnel;
- lo
stato solido (conduttori, semiconduttori, isolanti, giunzioni);
-
nucleo atomico e radioattività naturale;
-
reazioni nucleari (in particolare fissione e fusione);
-
tipi di interazione;
- le
particelle "elementari" (invarianze, simmetrie).
Il tema esige da parte degli allievi una buona conoscenza e padronanza
dei concetti affrontati nei precedenti temi. Conseguentemente esso dovrà essere
affrontato dopo che i concetti fondamentali della fisica "classica"
avranno fatto parte del patrimonio culturale degli allievi.
Il nodo cruciale per la comprensione della struttura della materia è
essenzialmente il problema della dualità onda-corpuscolo che richiede, oltre ad
una elevata capacità di astrazione e di sintesi, anche la padronanza dei
concetti sia di meccanica dei corpi rigidi (corpuscolo), sia di meccanica delle
onde, sia di elettromagnetismo (essendo di natura elettromagnetica le forze che
sono in gioco nei modelli atomici).
Il tema, proprio per i requisiti di astrazione e di sintesi prima
richiamati, può contribuire in modo rimarchevole allo sviluppo di tali capacità
nello studente.
Tema n. 6 - L'Universo fisico
- La
curvatura dello spazio-tempo;
-
spostamento verso il rosso delle righe spettrali;
-
orologi e lunghezze nel campo gravitazionale;
-
radiazioni elettromagnetiche;
-
radiazione cosmica;
-
sistema solare;
- le
stelle: origine ed evoluzione;
-
oggetti celesti;
-
ipotesi cosmologiche e modelli di universo.
Questo tema di sintesi di ampio respiro è proposto come tema
conclusivo del programma di Fisica essendo finalizzato a fornire all'allievo
una visione scientifica organica della realtà fisica.
Gli argomenti in oggetto dovranno essere affrontati non in termini
esclusivamente descrittivi ma, nei limiti consentiti dalla preparazione
logico-formale degli allievi, anche nella loro formulazione matematica, ogni
volta che si presenta questa possibilità. Considerazioni di carattere storico
completeranno la trattazione del tema.
Dovrà essere previsto ampio coordinamento con gli analoghi argomenti
del programma di scienze naturali.
5. INDICAZIONI CURRICULARI
Gli argomenti oggetto del programma sono stati suddivisi per grandi
temi secondo i moderni orientamenti della ricerca pedagogica. Si ritiene
comunque opportuno fornire indicazioni per una loro possibile scansione
annuale.
La scansione tiene conto del carattere di propedeuticità che alcuni
argomenti hanno rispetto ad altri più complessi dal punto di vista formale e
concettuale e costituisce riferimento per i docenti ai fini dell'individuazione
del percorso curricolare da seguire e degli esiti conclusivi da verificare al
termine di ogni anno scolastico.
In riferimento ai contenuti disciplinari di seguito indicati, si
sottolinea che attraverso la programmazione annuale saranno definiti anche
l'importanza e il livello di approfondimento dei singoli argomenti.
CLASSE TERZA
Richiami
di cinematica - Teoria della misura
-
Moti su traiettoria rettilinea, moto circolare, moto armonico, moto su traiettoria
curvilinea qualsiasi.
-
Teoria della misura.
Forze
e campi
-
Forze e momenti.
-
Massa inerziale e momento di inerzia.
-
Concetto di campo e di linee di campo.
-
Campo gravitazionale e campo elettrostatico.
-
Potenziale ed energia potenziale: campi conservativi.
-
Moto di masse in un campo gravitazionale.
-
Moto di cariche in un campo elettrostatico.
-
Campo magnetico generato da corrente elettrica.
-
Moto di cariche in un campo magnetico.
-
Conduzione elettrica.
Sistemi
di riferimento
-
Sistemi di riferimento inerziali e non inerziali.
- Le
trasformazioni galileiane.
-
Forze apparenti.
Principi
di conservazione
-
Sistema isolato.
-
Conservazione della quantità di moto e del momento angolare.
-
Conservazione dell'energia.
-
Indipendenza dei principi di conservazione dal sistema di riferimento.
CLASSE QUARTA
Campo
elettromagnetico - Corrente alternata
-
Induzione elettromagnetica.
-
Campo elettromagnetico.
-
Circuiti elettrici.
Relatività
- I
postulati della relatività ristretta.
-
Simultaneità, dilatazione dei tempi, contrazione delle lunghezze.
-
Trasformazioni di Lorentz.
-
Massa relativistica ed equivalenza tra massa ed energia.
Processi
reversibili ed irreversibili
-
Teoria cinetica della materia.
-
Principi della termodinamica.
-
Trasformazioni reversibili ed irreversibili.
-
Entropia: definizione e significato.
Onde
meccaniche ed elettromagnetiche
-
Oscillazioni e onde: equazioni dell'onda.
-
Studio matematico della propagazione dell'onda.
-
Onde logitudinali e trasversali.
-
Riflessione, rifrazione, dispersione.
-
Interferenza, diffrazione, risonanza.
-
Polarizzazione.
-
Effetto Doppler.
-
Equazioni di Maxwell e onde elettromagnetiche.
CLASSE QUINTA
Struttura
della materia
-
Spettroscopia (emissione, assorbimento, stati metastabili).
-
Effetto termoelettronico.
-
Corpo nero e ipotesi di Planck.
-
Effetto fotoelettronico e ipotesi di Einstein.
-
Ipotesi di de Broglie: dualità onda-corpuscolo.
-
Modelli atomici (Rutherford, Bohr, de Broglie): validità e limiti.
-
Principio di indeterminazione - effetto tunnel.
- Lo
stato solido (conduttori, semiconduttori, isolanti, giunzioni).
-
Nucleo atomico e radioattività naturale.
-
Reazioni nucleari (in particolare fissione e fusione).
-
Tipi di interazione.
- Le
particelle "elementari" (invarianze, simmetrie).
L'Universo
fisico
-
Ipotesi della relatività generale.
- La
curvatura dello spazio-tempo.
-
Spostamento verso il rosso delle righe spettrali.
-
Orologi e lunghezze nel campo gravitazionale.
-
Radiazioni elettromagnetiche.
-
Radiazione cosmica.
-
Sistema solare.
- Le
stelle: origine ed evoluzione.
-
Oggetti celesti.
-
Ipotesi cosmologiche e modelli di universo.