Partenza - Arrivo:
Da Zambla Alta: per sentiero n°221 fino al
Rifugio SABA poi sentiero n°222 fino al Pian Cansaccio dove è situata il
Rifugio Capanna 2000 in ore 2.00.
(Possibilità di arrivare in seggiovia da Plassa)
Tempo di percorrenza:
ore 4.00
Durante le grandi
glaciazioni del Quaternario il nostro territorio non venne mai
completamente sommerso dall’immane calotta di ghiaccio che, a più riprese,
invase l’emisfero boreale arrecando gravissimi danni alla vegetazione che,
in gran parte, dovette soccombere. Le nostre montagne, per l’esiguità dei
ghiacciai locali (quello del Brembo si fermava a Camerata) e per i loro
versanti esposti a Sud, riuscirono a mantenere liberi dalla morsa di
ghiaccio ampi spazi (oasi di rifugio) dove molte specie alpine si
rifugiarono per sopravvivere (relitti glaciali), evento questo che permise
loro di giungere fino a noi. Un altro fattore determinante per la
ricchezza floristica delle Prealpi Bergamasche é dovuta al fatto di essere
collocate in piena "zona insubrica" (territorio compreso tra il lago di
Como e il lago di Garda) le cui presenze botaniche sono uniche ed
irripetibili.
L’Arera rappresenta la somma di questi antichi privilegi che si possono
benissimo "leggere" percorrendo i suoi sentieri e in particolare il
"Sentiero dei Fiori", un itinerario naturalistico dove la natura alpina
mette in mostra non solo un’incredibile varietà di forme e di colori ma
anche specie floristiche di eccezionale valore botanico. Prime fra tutte
la gialla linaria bergamasca (Linaria tonzigii), il minuto caglio del
monte Arera (Galium montis-arerae) e la rupicola sassifraga della
Presolana (Saxifraga presolanensis) tre specie rarissime ed esclusive
della flora prealpina orobica. Oltre alla primule, alle genziane, ai
rododendri, alle stelle alpine, alle orchidee spontanee e ad una miriade
di altri bellissimi fiori meritano considerazione alcune specie poco
comuni: la delicata campanula dell’Arciduca (Campanula raineri), il roseo
e pendulo aglio d’Insubria (Allium insubricum), la splendida silene di
Elisabetta (Silene elisabethae), i rosei cuscinetti della petrocallide (Petrocallis
pyrenaica), rarissima per le Alpi Orientali, la già menzionata sassifraga
di Vandelli (Saxifraga vandellii) e il non comune ranuncolo alpestre (Ranunculus
alpestris). Spettacolari sui ghiaioni le luminose fioriture del dorato
papavero alpino (Papever rhaeticum), dell’azzurra campanula dei ghiaioni
(Campanula cochleariifolia), delle vistose margherite gialle del doronico
(Doronicum grandiflorum) e di un’elegante viola abbastanza rara (Viola
dubyana).
Questo meraviglioso patrimonio floristico che la Natura nel corso dei
millenni ha creato e conservato per noi é un dono prezioso, degno di
grande ammirazione e di assoluto rispetto.