PangeaDalla sua formazione ad oggi, la Terra è teatro di fenomeni naturali globali che ne hanno modellato forma e caratteristiche.
Un cambiamento fondamentale è la formazione dell’atmosfera causata principalmente dalla liberazione di gas dall’interno della Terra per i violenti impatti dei meteoriti col nostro pianeta e per le eruzioni vulcaniche molto frequenti.
La stabilizzazione dell’atmosfera ha determinato un insieme di fenomeni fisici caratteristici dello stato medio dell'atmosfera in una data zona. Tali fenomeni si definiscono "clima" e  cambiano continuamente alla incessante ricerca di un equilibrio tra fattori astronomici, geologici e fisici.
Dall’apparizione delle prime forme di vita ad oggi il clima e cambiato e continua a cambiare. Oggi è enormemente differente da quello di 100 milioni di anni fa, quando i dinosauri dominavano il pianeta, e anche da quello di 18.000 anni fa, quando i ghiacciai ricoprivano gran parte dell’emisfero boreale.
Anche negli ultimi secoli si sono verificate variazioni climatiche significative, che hanno influenzato molto la vita dell’uomo sulla Terra e, forse, queste ultime variazioni sono state parzialmente determinate anche dall’attività umana.
Il clima è definito come quell’insieme di fattori meteorologici che, in una determinata zona della superficie terrestre, identifica lo stato medio dell’atmosfera per un lungo periodo.
Esso non è uno spettatore silente, ma è anzi una forza motrice attiva che ha influenzato e influenza tutt’ora la vita dell’uomo che nel corso dei secoli ha dovuto adattarsi all’ambiente in cui viveva. Infatti, l’interesse per i fenomeni atmosferici nasce con l’uomo.
Furono i greci ad interrompere la lunga tradizione dell’astro-meteorologia e della meteorologia empirica dell’antichità, per raccogliere in forma organica le conoscenze sull’atmosfera fino allora acquisite ed elevarle alla dignità di filosofia naturale. Ben duemila anni dovettero però trascorrere prima che la meteorologia perdesse il suo carattere qualitativo e divenisse quantitativa. L’invenzione dei principali strumenti meteorologici e l’organizzazione delle prime reti osservative consacrarono la meteorologia a scienza.
I fattori meteorologici che determinano il clima di una zona sono: la temperatura, l’umidità, il regime dei venti, la quantità di precipitazioni, la durata dell’insolazione ecc.
Tra i vari sistemi adottati per classificate i climi prevale quello che li divide in quattro gruppi principali: zonali, regionali, locali e microclimi. I climi zonali sono riferiti a parti molto estese della superficie terrestre: una torrida o equatoriale, compresa tra i due Tropici, due zone temperate, comprese tra i tropici ed i Circoli Polari, due zone polari tra i Circoli Polari ed i Poli. I climi regionali si riferiscono a superfici più o meno vaste di un continente e sono determinati dalle differenze geografiche esistenti all’interno di una stessa regione. I climi locali rappresentano varianti ridotte del clima regionale; ognuno di loro è determinato da un fattore geografico locale, come ad esempio una vallata, una pianura, un litorale o una città.
I microclimi, infine, sono determinati da fattori che influenzano settori molto limitati, quali una piccola cittadina o un quartiere.
Negli ultimi anni si è verificato un notevole incremento della richiesta di dati meteorologici, soprattutto in relazione agli effetti che le condizioni del tempo esercitano sull’uomo e sulle sue attività.
I Servizi Meteorologici mettono a disposizione dell’industria, dell’agricoltura, del turismo e dei lavori pubblici una mole di dati sempre più ampia e precisa sul clima e sulle sue variazioni negli ultimi decenni.