Francesco Zardo – Consigli utili

26.3.2002

 

Smacchiare le lacrime?  

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Consigli utili

Consigli utili... Evidentemente l'amica Tina Spacey non ha problemi di candeggio o di piccola economia domestica, dato che il consiglio che mi chiede va ben oltre il contrattempo quotidiano, sconfinando nel terreno delle lacrime e delle emozioni. Come si smacchia la nostra anima, insomma? Come evitare che i nostri cuori, in lavatrice, si restringano?


Gentile mr. Zardo,
Ha un consiglio utile anche per me?
Ogni volta che metto l'ugola in movimento e mi accingo a cantare, – Sinatra, Fitzgerald, Sondheim, poco importa – mi lascio prendere da un'emozione intensa che parte con improvviso prurito alla gola e sfocia in un pianto dirotto.

Poco importa cara Spacey – dirà lei – semplicemente smetta di cantare!

Ma il problema, caro Zardo, è che questa emozione intensa mi prende anche quando cantano gli altri: al Bridewell Theater, l'altra sera, mentre mi deliziavo alla prima di
Sweeney Todd; o in Tv, mentre vedevo un documentario sul canto degli usignoli; stamattina ero alla guida della mia Mini e ascoltavo Radio Free Piccadilly, ho cantato le prime due strofe di una canzone di Mel C e ho dovuto parcheggiare la macchina per non incorrere in un incidente!

Caro Zardo, il problema si fa serio e comincio a credere che qualunque cosa sia in grado di commuovermi. Credo dipenda dal fatto che la mia tata, Miss Tate Modern, mi insegnò la logica dell'insiemistica piuttosto che la storia del Regno Unito. Di conseguenza tutt'ora le situazioni della vita mi appaiono come oggetti da inserire in un circolo di insieme. Ho una visione macroscopica della vita, mi capisce, piuttosto che microscopica. Entro nelle fibre più profonde delle cose, come il Dixan, e mi commuovo davanti all'immensità.

Ha un unguento da consigliarmi, sweetie Zardo?
La avverto che ho già provato a cambiare le mie lenti a contatto con un grandangolo della Canon, ma non ha funzionato. Ho inoltre chiesto alla mia amica Elizabeth Arden se per caso nella sua collezione di creme primaverili ve ne fosse una per le persone particolarmente emotive: mi ha risposto che il problema della lacrima facile è stato debellato da tempo, grazie alla visione ripetuta e tempestiva di telefilm americani. Terapia da intraprendere sin dalla più tenera età.

Nessuno piange più, mio caro amico, mentre io ormai mi commuovo per un nonnulla.

La saluto fugacemente, colta dal dubbio che le stia rubando del tempo prezioso, - e questo già mi procura un leggero prurito alla gola - e confido nella sua immensa saggezza e distribuzione di consigli utili, worldwide.

La sua amica,
Tina Spacey
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Cara Tina,

la tua lettera non avrebbe bisogno di troppi commenti, e forse nemmeno di tante risposte. Che male c'è, infatti, a commuoversi? Basterà fare un po' più di attenzione alla guida, tanto più che dalle tue parti tutti guidano al contrario ed è legittimo confondersi, come sa bene l'autista di Dody Al Fayed («Keep left», sembra che siano state le ultime imperiose parole della sventurata Lady D). Per il resto, direi, largo alla commozione. Io non ho l'autoradio, ma un tempo ce l'avevo, per esempio, e anziché la musica mettevo su un programma condotto da Barbara Palombelli, che mi faceva incazzare talmente da rendere la mia guida ancor più grintosa e aggressiva, fra le strade di Roma e Parigi.

Poi ho tolto l'autoradio, e saggiamente il Gr ha mandato a cacare miss Rutelli: con ciò, se ho bisogno di una carica di stizza per affrontare l'ora di punta mi basta andare a cercare le sapide righe di Barbarella sul Corriere della Sera, e si riparte di slancio.

Quanto a te, non esistono unguenti che riescano ad arginare la commozione: se pure ne esistessero, mi guarderei dal consigliarteli. Cambia stazione radio sulla Mini, se la musica t'impedisce una guida sicura e grintosa per districarti nel dedalo britannico.

Baci, dunque, e saluti a Liz,
Truly yours,
Za'