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Consigli utili
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Consigli
utili... Evidentemente l'amica Tina
Spacey non ha problemi di candeggio o di piccola economia domestica,
dato che il consiglio che mi chiede va ben oltre il contrattempo quotidiano,
sconfinando nel terreno delle lacrime e delle emozioni. Come si smacchia
la nostra anima, insomma? Come evitare che i nostri cuori, in lavatrice,
si restringano?
Gentile
mr. Zardo,
Ha un consiglio utile anche per me?
Ogni volta che metto l'ugola in movimento e mi accingo a cantare,
Sinatra, Fitzgerald, Sondheim, poco importa mi lascio prendere da
un'emozione intensa che parte con improvviso prurito alla gola e sfocia
in un pianto dirotto.
Poco importa cara Spacey dirà lei semplicemente smetta di
cantare!
Ma il problema, caro Zardo, è che questa emozione intensa mi prende anche
quando cantano gli altri: al Bridewell Theater, l'altra sera, mentre mi
deliziavo alla prima di Sweeney Todd; o in Tv, mentre vedevo un
documentario sul canto degli usignoli; stamattina ero alla guida della
mia Mini e ascoltavo Radio Free Piccadilly, ho cantato le prime due strofe
di una canzone di Mel C e ho dovuto parcheggiare la macchina per non incorrere
in un incidente!
Caro
Zardo, il problema si fa serio e comincio a credere che qualunque cosa
sia in grado di commuovermi. Credo dipenda dal fatto che la mia tata,
Miss Tate Modern, mi insegnò la logica dell'insiemistica piuttosto che
la storia del Regno Unito. Di conseguenza tutt'ora le situazioni della
vita mi appaiono come oggetti da inserire in un circolo di insieme. Ho
una visione macroscopica della vita, mi capisce, piuttosto che microscopica.
Entro nelle fibre più profonde delle cose, come il Dixan, e mi commuovo
davanti all'immensità.
Ha un unguento da consigliarmi, sweetie Zardo?
La avverto che ho già provato a cambiare le mie lenti a contatto con un
grandangolo della Canon, ma non ha funzionato. Ho inoltre chiesto alla
mia amica Elizabeth Arden se per caso nella sua collezione di creme primaverili
ve ne fosse una per le persone particolarmente emotive: mi ha risposto
che il problema della lacrima facile è stato debellato da tempo, grazie
alla visione ripetuta e tempestiva di telefilm americani. Terapia da intraprendere
sin dalla più tenera età.
Nessuno piange più, mio caro amico, mentre io ormai mi commuovo per un
nonnulla.
La saluto fugacemente, colta dal dubbio che le stia rubando del tempo
prezioso, - e questo già mi procura un leggero prurito alla gola - e confido
nella sua immensa saggezza e distribuzione di consigli utili, worldwide.
La sua amica,
Tina Spacey
°°°°°°°°°°°°°
Cara Tina,
la tua lettera non avrebbe bisogno di troppi commenti, e forse nemmeno
di tante risposte. Che male c'è, infatti, a commuoversi? Basterà fare
un po' più di attenzione alla guida, tanto più che dalle tue parti tutti
guidano al contrario ed è legittimo confondersi, come sa bene l'autista
di Dody Al Fayed («Keep left», sembra che siano state le ultime
imperiose parole della sventurata Lady D). Per il resto, direi, largo
alla commozione. Io non ho l'autoradio, ma un tempo ce l'avevo, per esempio,
e anziché la musica mettevo su un programma condotto da Barbara Palombelli,
che mi faceva incazzare talmente da rendere la mia guida ancor più grintosa
e aggressiva, fra le strade di Roma e Parigi.
Poi ho tolto l'autoradio, e saggiamente il Gr ha mandato a cacare miss
Rutelli: con ciò, se ho bisogno di una carica di stizza per affrontare
l'ora di punta mi basta andare a cercare le sapide righe di Barbarella
sul Corriere della
Sera, e si riparte di slancio.
Quanto
a te, non esistono unguenti che riescano ad arginare la commozione: se
pure ne esistessero, mi guarderei dal consigliarteli. Cambia stazione
radio sulla Mini, se la musica t'impedisce una guida sicura e grintosa
per districarti nel dedalo britannico.
Baci, dunque, e saluti a Liz,
Truly yours,
Za'
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