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I cuori infranti
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La recente infatuazione di Tina
Spacey, la mia amica italo-londinese, per un gagà incrociato al baretto
di Piccadilly non è durata molto a lungo: del resto "la donna è mobile",
come canta il Duca di Mantova nel Rigoletto.
Dear mr. zardo,
come ringraziarla per il suo caro interessamento alle mie Piccadilly stories?
Lei ha perfettamente ragione, quell'uomo così imbellettato non potrebbe
che farmi soffrire, preferendo alla mia compagnia quella del suo sarto:
in Baker Street, per essere precisi.
Credo dunque che indosserò una muta da pescatore per i prossimi sette giorni,
in modo da nascondermi dal suo sguardo indagatore.
E poi, riflettendoci, come far coincidere la mia passione per l'avventura
e le corse sugli alberi, il vento forte tra i capelli, la salsedine che
increspa le mani, come far coincidere tutto questo con le sue manine unte
di grasso di foca che come lei saprà, fa sparire magicamente le rughe?
Sono convinta che se partissi con lui per un'isola deserta, e decidessi
di arrampicarmi su un albero per godere di una nuova prospettiva, ebbene,
il damerino non mi seguirebbe affatto, ma scuoterebbe l'albero così forte
da far cadere a terra tutti i frutti: me inclusa.
La ringrazio,
e le auguro la più solare delle giornate
++++++++++++
Tina Spacey
Cara
Tina S.,
non c'è bisogno di ringraziarmi: è il mio lavoro, se pure volontario, e
per me è un piacere interessarmi alle faccende delle mie lettrici, specie
se i miei consigli suscitano alla fine un buon esito, come nella fattispecie
mi sembra essere accaduto.
Che cosa aggiungere? Forse una cosa sola: l'abito non fa il monaco, come
canta non so chi in non so quale opera. La stessa Liviana Conti potrebbe
decidere di aggiungere una linea di mute alla sua collezione primavera estate.
D'altro canto se pure non tutti rammentano l'aria del Rigoletto che
citavo sopra, a molti è rimasta impressa per contro l'immagine di Claudine
Auger in 007
Operazione tuono (Thunderball, Terence Young, 1965), quando
indossa per l'appunto una muta. Pochi uomini sono rimasti freddi alla sequenza
in questione, e penso che anche il tuo damerino potrebbe rintracciare suggestioni
del genere nella tua muta se non fosse che, al giorno d'oggi, la memoria
delle persone è in linea di massima piuttosto corta, e alle volte si estende
all'indietro al massimo per un paio di giornate di campionato.
Attenzione a una cosa, tuttavia. Le "corse sugli alberi" sono
un passatempo che si adatta ad alcuni, meno ad altri. Nel futuro ti suggerisco
di non pensare troppo a quest'attività, al momento di giudicare un
uomo. Esistono infatti uomini di per sé stessi affascinanti e generosi,
che però se decidessero di seguirti in quest'attività scimmiesca
finirebbero per schiantarsi al suolo come una noce di cocco. Di Tarzan ce
n'è uno solo! E a parte tutto le giornate in capanna con l'uomo scimmia
potrebbero risultare alle lunghe ripetitive e noiose, specie per chi era
abituato al brunch di Piccadilly o ad altri passatempi peculiari della vita
urbana.
Grazie a te per aver portato un po' di leggerezza in un terreno fangoso
come questo dei cuori infranti, disseminato altrimenti di sofferenze profonde
e dubbi ahimé più difficili da sciogliere, se non alle volte insolubili.
Con il solito affetto,
Za'
P.S. Una volta anche io mi sono recato da un sarto in Baker Street, poiché
avevo adocchiato un completino tasmania che secondo me mi avrebbe donato.
Sentito il prezzo, ho preferito acquistare il mio piccolo yacht, un quindici
metri che fa mostra di sé al molo di Saint Sévère,
ed è costato (tasse escluse) una cifra di poco inferiore al completino
di cui prima. |