Home
Buone maniere
|
Mi scrive ancora la cara Tina
Spacey, ponendo una questione non del tutto limpida, ma che non mancherà
di appassionare le moltitudini di lettrici e lettori che frequentano la
rinata rubrica sul bon ton del vostro Zacka tho Cracka.
Gentile Zardo,
le scrivo ancora una volta, pregandola di inserire questa mia riflessione
nella categoria delle Buone maniere. Sebbene al lettore attento non sfuggirà
la trama particolarmente variegata di questa mia lettera, che le permetterebbe,
a ragione, di essere inserita in una qualsiasi delle sue appassionanti rubriche.
Se cattiva maniera è
- masticare un chewing gum davanti a chicchessia;
- comportarsi in maniera scortese con il prossimo;
- alzare la voce, fare dell'ironia gratuita, tagliare la coda a una
lucertola, lanciare oggetti fuori dal finestrino, e quindi in generale,
usurpare con prepotenza lo spazio delicato e saturo di pulviscolo che
circonda il prossimo,
allora cattiva maniera è anche mancare di rispetto a una testa.
Perché le teste, lei lo sa meglio di me, sono oggetti delicati, che contengono
mille sfumature, particelle di sentimenti, miliardi di ricordi, di immagini
viste, di racconti ascoltati e già vissuti.
Mi perdoni se scado nella melanconia, cosa che tra l'altro mi capita
sempre più di frequente, come ho già avuto modo di raccontarle in passato
ma trovo che ai giorni d'oggi dilaghi sempre più una totale mancanza
di rispetto dello spazio altrui, perlomeno qui nella mia amata Londra.
La gente ha imparato finalmente a seguire dei corsi per corrispondenza di
buone maniere, e grazie a questo, probabilmente tra breve non vedremo più
gli episodi scandalosi che sono stati raccontati in precedenza dalle sue
amiche, e finalmente troveremo delle tavole apparecchiate con la giusta
disposizione di forchetta e coltello.
Ma,
ahinoi, in pochi hanno preso veramente coscienza dello spazio delicato e
saturo di pulviscolo che ci circonda, in pochi sono in grado di rispettare
il nostro personale anello di Saturno, o era Giove? Non ricordo più, comunque
non di certo Marte, che non possiede alcun anello a causa della temperatura
infernale che lo caratterizza, e che mi ha costretto, in una mia recente
escursione in quel paese, a indossare di continuo un cappellino Chanel a
tesa larga.
Il nostro personale anello di Saturno, mio caro Zardo, è probabilmente l'unica
cosa che veramente ci appartiene, e ci apparterrà per sempre.
E non dovremmo permettere a nessuno di rovinarlo, o invaderlo.
È paradossale soffermarsi a parlare di manchevolezze del quotidiano,
quando corriamo il pericolo di ammaccare un altrui anello: magari solo per
un secondo, perché la scienza ci insegna che queste sottili particelle si
rigenerano alla velocità della luce.
Ma
a volte basterebbe soffermarsi un secondo a riflettere, piuttosto che rimettere
in moto l'intero processo di rigenerazione. Esagero come al solito, mio
caro Zardo, o pensa anche lei che la mancanza di rispetto è un tema ancora
più complesso del nastro di Moebius?
La sua amica
Tina Spacey
+++++++++++++
Cara Tina,
cosa aggiungere alle tue parole? Ero indeciso in effetti se pubblicare la
tua lettera in questa sezione delle buone maniere, ma in effetti ho sempre
sostenuto che il 95% delle nostre decisioni e dei nostri comportamenti vanno
ricondotti, in senso lato, alla buona educazione.
Direi una cosa, tuttavia, sempre che io abbia centrato il problema: mi sembra
giusto proteggere prima di tutto gli anelli che ci circondano, delimitando
il nostro spazio personale, e biasimare chiunque voglia scomporre un meccanismo
tanto cronometrico e alle volte delicato. Però, se il tuo paragone reggesse,
ebbene saremmo tutti destinati un po' alla solitudine, gelosi come è giusto
che siamo della purezza di quanto ci circonda. Come un nastro
di Moebius, insomma, che è una figura bidimensionale con una sola superficie
e un solo lato, piuttosto avulso dal resto della geometria.
Ogni anello è per definizione chiuso: non è meglio pensare che la nostra
testa e il nostro corpo in qualche modo racchiudano un microcosmo
ispirato alla perfezione delle meccaniche celesti, piuttosto che esserne
circondate?
Keep in touch,
Sincerely yours,
Za' |