La struttura del bilancio

 

 

 

 

2.   IL  PIANO  ECONOMICO:

      STRUTTURA  E  POSIZIONAMENTO  DEI VALORI

 

 

 

 

2.1   Piano  economico:  Impostazioni  e  principi

 

 

     L'equilibrio economico  dell'impresa si realizza contabilmente quando i ricavi superano i costi lasciando un «congruo»  margine per la remunerazione del capitale e per lo sviluppo dell'impresa.

     Indicando  con  R  i ricavi, con C  i costi  e con  U  l'utile  l'equazione  economica diventa:

 

 

R     =    C    +    U

 

     La  realizzazione  di questo  «pareggio»  contabile  esige  una amministrazione sapiente  che sia in grado di  gestire  nel modo  più  opportuno alcune  «variabili»  dell'economia  dell'impresa.

     Le  variabili rilevanti  per la definizione  del  concetto di equilibrio economico  riguardano  in modo  specifico la dimensione aziendale.

      La dimensione  aziendale  è  un concetto  composito, risultate cioè  dalla  combinazione  di alcuni  «fattori».

     Di questi  fattori  i principali sono:

 

               a)   capacità  produttiva;

               b)   numero degli addetti;

               c)   capitale  investito;

               d)   quota di  mercato;

               e)    valore  aggiunto.

 

 

 

     L'equilibrio economico  dell'impresa, vale a dire  il  «pareggio  contabile»  fra  ricavi  costi,  scaturisce dalla composizione dei vari  fattori  che costituiscono la dimensione dell'impresa.     

     Il  mantenimento  nel tempo  della  struttura  aziendale  e  dell'equilibrio  economico  Ricavi\Costi   è  condizionato  dallo  sviluppo  «ordinato»  di  tutti  i  fattori della  dimensione.

     Lo  strumento  che  gli amministratori  detengono  per predefinire  tale  sviluppo  «ordinato»  è  la  programmazione.

      La  programmazione  riguarda  la  fattibilità  economica  della  produzione  d'impresa.

      Lo strumento  operativo  della  programmazione  è  il   Piano  Economico.

      L'attività  di  programmazione  aziendale  ha  per oggetto  la  defi-nizione  «quantitativa»  dei  fattori  della  dimensione, la  loro  com-posizione  e  la valutazione  dei risultati  conseguenti.

     I fattori della  dimensione  aziendale  prima richiamati costi-tuiscono di fatto un  «percorso  formativo»  di dati sui quali l'attività  di  programmazione  si svolge.

     Quando una  nuova  idea d'impresa  nasce,  o una esistente  tende a  svilupparsi,  uno dei primi problemi riguarda la definizione  di  capacità  produttiva da   assumere.

     Il concetto  di  capacità  produttiva  è  di carattere tecnico, pertanto strettamente  connesso  con  il tipo di  produzione  che si intende svol-gere.

      Le  attività  economiche  possibili  possono essere così  classifica-te:

 

                             a)     agricole, estrattive e  pesca;

                             b)     industriali;

                             c)     commerciali;

                             d)     servizi;

                             e)      finanziarie.

 

     Ciascuna  impresa   svolge  un  processo di produzione  connesso  con l'attività  tecnica  che ha prescelto.

      La  capacità  produttiva di  una impresa agricola  sarà  data, per esempio,  dagli  ettari  disponibili  e  dalla  fertilità  del  terreno,  se  si tratta  di coltivazioni.

      La  capacità  produttiva  di  una  impresa industriale  sarà  data  dalle unità  producibili  da un  determinato gruppo di impianti  in  una  definita  unità  di tempo.

      La  capacità  produttiva  di  una impresa  di  servizi  sarà  data dalla  quantità  di servizi del tipo specificato che può  offrire in una certa unità  di tempo.

      La  capacità  produttiva  è  un  fattore  essenziale  della  dimensio-ne ed esprime le  potenzialità  produttive dell'impresa.

      Uno  degli obiettivi  fondamentali del piano economico  è  quello  di predefinire  il  grado di utilizzazione  della  capacità produttiva  e così  fornire un primo elemento  di  valutazione  della  congruità  economica  dell'iniziativa  d'impresa.

       Esempio:   se è  costituita  una impresa di servizi sociali  (assi-stenza  domiciliare)  il  primo  elemento  è  dato  dalle  ore  necessarie  all’assistenza, e quindi  dal  numero di operatori  necessari  per il  funzionale svolgimento del servizio.

     Come  si intuisce  la determinazione  della  capacità  produttiva  implica,  a  priori,  la  valutazione  di  un altro  elemento  della  dimensione:  la  quota  di mercato.

     L'impresa  che nasce (o che intende svilupparsi)  si  trova difronte  ad un mercato  potenziale  fondato su elemento  economico  conosciuto  sotto  la denominazione  di  «domanda».

      La  domanda  di mercato può  essere:

 

                  a)  già  espressa  (o effettiva);

 

                  b)  latente   (o  potenziale)

 

 

     L'insieme  delle due  categorie  di  domanda  esprime  l'estensione  del  mercato.

      Esempio:   se  gli  anziani  di  una  provincia  sono 5.000  di  cui  1.900  già  assistiti  la  domanda sarà  così  distribuita:

 

               a)    domanda  effettiva:          1.900

               b)     domanda  potenziale:      3.100

 

              Estensione  del  mercato           5.000

 

  

  

  L'impresa  che nasce  dovrà  considerare  la  possibilità  di  acquisire  una  domanda  «potenziale» trasfomandola in  «effettiva»,  ovvero sottrarre  quote  di  mercato  ad altre  imprese esistenti.

     Il dato  di partenza  per  la  costituzione  del piano  economico  è  dunque  costituito  dall'«obiettivo di vendita».

     Ammettiamo  che  gli amministratori dell'impresa  ritengano di poter acquisire 100  utenti  da reperire interamente nella  domanda  «potenziale».

      Definito  l'obiettivo  citato  occorre  acquisire  la capacità  produt-tiva  necessaria  allo  svolgimento  del  servizio  che  nel caso specifico  è  determinato  dalle  ore necessarie  per l'assistenza dei 100  utenti e dal numero degli operatori ritenuti opportuni per lo svolgimento del servizio  in  parola.

      In  sintesi  si  ottiene  un  «intreccio»  di  fattori  rilevanti per la  dimensione:

 

         1)   il  rapporto  fra  la domanda effettiva  dell'impresa  e  domanda effettiva  totale  definisce la  quota  di mercato  e  quindi  il «peso»  commerciale  dell'impresa.   Nel caso in  esempio  è:

 

 

              nr.   assistiti   impresa           100

                                                          -----------    =    5%

              nr.  assistiti   mercato          2.000

 

 

        2)  il  numero  degli  operatori  impiegati  definisce  la  cosiddetta  «dimensione  organica»  che  nel caso specifico  delle  imprese di  servizi definisce anche la  capacità  produttiva.

 

         3)  L'impresa  avrà  la possibilità  di scegliere  fra  diverse  solu-zioni  relativamente  alla  dimensione  organica  e alla  capacità  pro-duttiva.

 

 

        Esempio:

 

         Prima  fase

 

          100   utenti    x    4   ore\giorno    =     400   ore

 

         Seconda  fase

 

         Determinazione  dell'organico

 

         Terza  fase

 

          Distribuzione  degli operatori

 

 

     La  capacità  produttiva  ed  numero  degli  addetti  sono fattori  (o  parametri)  tecnici  della dimensione.

      La  quota  di mercato detenuta,  data  dal rapporto  fra la  do-manda effettiva  dell'impresa e la domanda effettiva del mercato,  è  un parametro di  natura  economica,  esprimente il «potere di mercato» dell'impresa.

     Strettamente connesso alla  capacità  produttiva  e  alla  quota  di mercato è  il  capitale investito nell'impresa  che  definisce la  dimen-sione  finanziaria.

     Ricordando dalla Nota introduttiva  i  Fattori della Produzione ed il  Fabbisogno di Finanziamento si può  affermare che il  volume  del capitale investito  può  essere  suddiviso  nelle due  categorie  seguenti:

 

                              1)   Capitale Fisso

                              2)   Capitale  d'Esercizio

 

     Il Capitale Fisso  è  il valore che  ad una certa  data compare  nello Stato Patrimoniale  ed è composto  di  Costi di struttura, di crediti, di disponibilità  liquide e di scorte di merci  o di  prodotti.

     La qualifica di «fisso» deriva non tanto dalla  sua  immobilità  quanto dalla  circostanza che si tratta  di una  parte  di  Fattori  produttivi  che  sono  in attesa di  partecipare  al processo  di  produ-zione.

 

     Il capitale d'esercizio  è  costituito  dal valore di  quei fattori  che hanno  partecipato  al processo produttivo  e  può  essere così definito:

 

                          1)  Fattori  tecnici

                          2)  Materie  prime

                          3)   Servizi  di lavoro

                          4)   Servizi  generali           

 

     Se ora  si riprende la  struttura  dell'esempio  numerico  del primo paragrafo e si valuta  il capitale  anziché dopo 30 giorni  dopo  360  si  otterrà:

 

      Fattori  strutturali:

        km  32.000   x  225  lire                     =           7.200.000

 

      Materie  di  consumo

          kg.  90    x  30.000  lire

          unità  800  x  2.000   lire                   =          4.300.000

 

      Servizi  di  Lavoro

         20.000  lire  x  160  h  x  360  gg        =      1.152.000.000

 

      Servizi   Generali

           3.000  lire  x  160  h   x 360   gg.        =        172.800.000

 

 

     Rispetto  al Capitale  Fisso è  necessario  fare  alcune  ipotesi,  rispetto  ai vari componenti.

 

         a)   C\C   bancario

 

         Saldo   iniziale                                           337.880.000

         +  Ricavi                                                   1.382.400.000

          -  Costi  operativi                                    1.329.800.000

          -  Restituzione finanziamenti                   160.880.000

          -  Pagamento  interessi  (12%)                    29.000.000

          -   Crediti  finali                                        230.400.000

                                                                        ---------------------

           Saldo  finale                                                30.200.000

 

 

            Interessi  attivi    (10%)                              18.400.000

            Saldo  definitivo                                           48.600.000

 

b)       Scorte                                                      £.          700.000

 

c)       Fattori  strutturali                                  £.     42.800.000

 

 

In  tale  modo  la  rappresentazione  contabile  sarà:

 

 

Patrimonio

Aziendale

 

INVESTIMENTI      

L.|migliaia

FINANZIAMENTI

L.\migliaia

 C\c  bancario

 Crediti v/clienti

 Scorte di Materiale        

 Fattori strutturali:

    Automezzi

     48.600

    230.400

           700

 

      42.800

  Capitale sociale

  Finanziamenti

  Bancari

  Finanziamenti

  di Terzi

 

    40.000

  

  197.000

 

    50.000

 

   Reddito

 

 

COSTI

 

RICAVI

 

Servizi  di lavoro

Servizi  generali

Fattori   strutturali

Scorte

Interessi  passivi     

  1.152.000

    172.800

       7.200

      4.300

     29.000

Prestazioni  di

Servizi

Interessi bancari

 

1.382.400

    18.400

Totale  Capitale

Investito

 

   1.687.800

Totale  dei

Finanziamenti

 

1.687.800

 

 

 

    Come  conseguenza  della  predetta  rappresentazione  contabile  la struttura  del capitale  sarà:

 

 

 

Tipo  di capitale

 Valore   del  capitale

  %

Fisso

           322.500.000

 19,10

D'Esercizio

        1.365.300.000

 80,90

   

 

 

 

 

     Come è facile notare il peso del Capitale d’Esercizio è nettamente prevalente sul totale del Capitale investito.

      Dal punto di vista finanziario la gestione d’impresa registra quindi un notevole grado di elasticità.

      L’elasticità finanziaria è conseguenza diretta del fatto che l’im-presa opera prevalentemente con fattori produttivi a costo posticipato ed in particolare con Servizi di Lavoro.

       E’ chiaro che nel caso di una impresa che operasse prevalente-mente con  fattori produttivi a costo anticipato (si pensi per esempio ad imprese industriali con impieghi notevoli in Fattori strutturali)  la posizione finanziaria dell’impresa sarebbe completamente rovesciata.

       La gestione tecnica dell’impresa (e quindi i parametri tecnici della dimensione: capacità produttiva e numero degli addetti) determina quindi in linea di massima il grado di elasticità della gestione.

      La gestione «economica» incide anch’essa però nella posizione fi-nanziaria dell’impresa.

      Infatti se per ipotesi si suppone, riprendendo l’esempio precedente, che i crediti conseguenti ai ricavi siano riscossi molto oltre il termine del processo di produzione inteso in senso tecnico immediatamente si capisce come il volume di crediti aumenti determinando non solo un rinvio del rimborso dei prestiti contratti ma mettendo l’impresa nelle condizioni di assumere nuovi finanziamenti, con relativi costi per interessi.

      Supponendo che i crediti riscossi si abbassino di 1.000.000.000 ri-spetto all’esempio precedente si otterrà, chiaramente:

 

           

Tipo  di capitale

 Valore   del  capitale

  %

Fisso

         1.322.500.000

 49,20

D'Esercizio

        1.365.300.000

 50,80

 

 

 

      I quattro aspetti della dimensione d’impresa citati (capacità pro-duttiva, numero degli addetti, dimensione finanziaria e quota di mer-cato)  acquistano significato economico solo se coordinati fra di loro. Il risultato «tecnico» della loro coordinazione è espresso tramite la dimensione economica d’impresa, data dal flusso di ricchezza prodotta da un determinato processo di produzione ovvero da una serie di processi di produzione.

      Il parametro che esprime la dimensione economica dell’impresa è il «valore aggiunto».

     Per comprendere in modo schematico il concetto di «valore ag-giunto» si consideri una merce qualunque, per esempio un tavolo di legno.

     Il processo produttivo del tavolo parte dal taglio dell’albero da cui si ricaverà il legno, proseguirà con la trasformazione del tronco d’albero in tavole di legno, le tavole di legno saranno quindi trasformate in tavolo ed il prodotto finito sarà presumibilmente ceduto ad una impresa commerciale che si incaricherà di collocarlo presso il consumatore.

     Le operazioni produttive possono così essere raccolte in schema:

 

Imprese

Acquisti

 Vendite

Valore aggiunto

Boschiva

   ------------

       100.000

         100.000

Del legno

      100.000

       200.000

         100.000

Del tavolo

      200.000   

       300.000

         100.000

Commerciale

      300.000

       400.000

         100.000

 

      600.000

    1.000.000 

         400.000

 

 

     Il valore commerciale del tavolo, per ipotesi pari a £. 400.000, è pari alla somma del «Valore aggiunto» delle quattro imprese che hanno partecipato alla produzione del tavolo stesso.

     La dimensione economica di ciascuna impresa è pari a £. 100.000 (ovviamente per semplicità di esposizione).

      In quanto parametro economico il Valore Aggiunto può essere e-spresso sia mediante «fonti» che mediante «impieghi».

 

 

 

      Le fonti del valore aggiunto ne esprimono l’altezza, gli impieghi ne esprimono la composizione.

 

 

     Esempio:

      Una impresa industriale presenta il seguente consuntivo econo-mico al termine di un determinato periodo amministrativo:             

 

 

Costi

 

Ricavi

£.

Scorte iniziali

     100.000

Vendite

  1.840.000

Acquisti

     900.000

Ricavi fin.

     150.000

Servizi  di

lavoro

 

     400.000

 

Scorte finali

 

     160.000

Servizi generali

     200.000

 

 

Oneri finanz.

     100.000

 

 

Ammortamenti

     300.000

 

 

Utile

     150.000

 

 

Totale

  2.150.000 

Totale

  2.150.000

  

      

 

      L’altezza del Valore aggiunto, ovvero le fonti, sarà così  deter-minata:

 

          Vendite............................................     £.      1.840.000

          

          Scorte iniziali........     £.        100.000

          +  Acquisti ...........      £.       900.000

          +  Servizi...............      £.       200.000 

          -  Scorte finali  .....     £.        160.000

 

          Costo del Venduto ...........................    £.      1.040.000

 

         Valore aggiunto della produzione

         tecnica (redditi prodotti)...................     £.        800.000

 

         Valore aggiunto della produzione

         finanziaria  (redditi percepiti) ..........     £.        150.000

 

         Fonti del Valore Aggiunto ..............      £.        950.000               

 

 

     La composizione del valore aggiunto sarà invece la seguente:

 

         Servizi  di  lavoro  .............................    £.     400.000

         Oneri finanziari  ..............................     £.     100.000

         Ammortamenti  .................................    £.     300.000

         Utile  conseguito ...............................    £.     150.000

 

         Impieghi del Valore Aggiunto .........     £.     950.000

 

 

     Il valore aggiunto indica così il contributo della singola impresa al sistema economico.

    In conseguenza di questo fatto il Valore Aggiunto esprime la dimensione economica dell’impresa.

 

 

                                  *     *      *     *     *

 

     Tutte le considerazioni fin qui svolte attengono alle valutazioni preliminari per la formazione del piano economico.

     Una volta acquisiti i dati necessari occorre procedere alla redazione del piano.

     La redazione del piano economico impone la preventiva conoscenza di quelli che possono essere definiti i fondamentali principi della misurazione del reddito d’impresa:

 

                      a)  il principio  finanziario;

                     

                      b)  il principio della competenza economica.

 

    

      a)  Principio finanziario

 

     Nella parte relativa ai finanziamenti si è già posto in evidenza che la gestione aziendale può avvenire sotto tre regimi:

 

        1) a ricavi totalmente anticipati;

        2) a costi totalmente anticipati;

        3) a costi e ricavi «intrecciati».

 

     In sintesi fra il sostenimento dei costi ed il conseguimento dei ricavi si inserisce il «fattore temporale» che dà origine al fenomeno finanziario.

     Si supponga per semplicità che una impresa per la produzione di un certo livello di merci (o di servizi) sostenga costi per £. 100.000.000 e consegua ricavi per £. 130.000.000.

     Per capire se le operazioni poste in essere dall’impresa danno ori-gine o meno ad una posizione di equilibrio economico occorre con-siderare due ordini di fattori:

 

    1) il regime aziendale dei costi;

    2) la determinazione di un compenso per il soggetto che pone

        in essere le operazioni suddette.

 

     Si supponga che il regime sia a costi totalmente anticipati, sostenuti al momento 0 e che i ricavi siano riscossi al termine del processo di produzione, al momento 1.

     Il soggetto economico al momento 0 deve fronteggiare i costi e poi-ché  il  finanziamento dei ricavi arriverà solo al momento 1 di neces-sità  dovrà ricorrere al finanziamento di terzi, sostenendo il relativo costo.

     Supponiamo che l’interesse sia pari al 12%, il costo d’acquisto sarà allora pari a £. 12.000.000 (annui).

     Supponiamo ancora che il soggetto economico giudichi «congruo» per sé una remunerazione pari al 20% del capitale inizialmente inve-stito e quindi pari a £. 20.000.000 nell’esempio fatto.

     Con i dati ora disponibili è possibile fare un confronto fra due me-todi per il calcolo della convenienza economica: il calcolo «aritmeti-co» ed il calcolo «finanziario».

 

      Metodo  aritmetico

 

      Ricavi  conseguiti..................         £.    130.000.000

      Costi  sostenuti .....................         £.    100.000.000

      Utile realizzato .....................          £.      30.000.000

     

      Saggio di profitto     =   30%

 

 

Metodo  finanziario

 

      Ricavi conseguiti .................................    £.       130.000.000

 

      Costi  operativi ............  £.   100.000.000

      Interessi passivi ...........  £.     12.000.000

      Compenso al soggetto...  £.    20.000.000

     

      Costi  sostenuti ......................................   £.    132.000.000

 

     Perdita realizzata...................................    £.         2.000.000

 

    Saggio  di profitto    =   18%

 

 

 

b)  Principio della competenza economica

 

 

     Nella parte relativa all’analisi dei fattori produttivi si è visto come i medesimi possano essere distinti, sotto il profilo economico, in «fattori a costo anticipato»  e  «fattori a costo posticipato».

     La distinzione introduce ad ulteriori approfondimenti sul tema. I costi dei «fattori anticipati» si suddividono in costi di utilizzazione e costi sospesi in conseguenza del fatto che una quota del fattore è utilizzata nel processo produttivo corrente ed una restante parte verrà utilizzata in processi di produzione futuri.

     I costi dei «fattori posticipati» si risolvono invece interamente in costi di utilizzazione.

     Il calcolo dei costi di utilizzazione dei fattori produttivi è noto nelle scienze economiche in generale e nella ragioneria in particolare come «principio della competenza economica».

     Due sono le variabili che incidono sul «principio» in discorso: la prima è quella già vista, che può essere definita come «grado di utilizzazione del fattore produttivo» e possiede una connotazione soprattutto tecnica; la seconda riguarda il fattore temporale e possiede una connotazione essenzialmente economica.

     A chiarimento dei due principi anzidetti si supponga che una certa impresa sostenga un costo di acquisto di un macchinario per £. 200.000.000  e che il produttore definisca come massimo utilizzo del medesimo  20.000  ore  (circa tre anni). Se l’impresa redige il proprio bilancio quando l’impianto ha lavorato per 8.000 ore la situazione sarà la seguente:

 

 

 

      a)  calcolo  «tecnico»

 

          Costo di acquisizione    £.   200.000.000

                                                ----------------------  =  10.000 (Co)

          Ore «potenziali»                    20.000  

 

 

        Co  (10.000)   x   ore  (8.000)    =   £.     80.000.000

 

 

      b)  rappresentazione del calcolo «tecnico» 

 

     Costo di acquisizione  :      £.      200.000.000

 

     Costo di utilizzazione  :      £.        80.000.000

 

       Costo sospeso             :       £.     120.000.000

 

 

     E’ evidente che il calcolo  «tecnico» può essere con estrema sem-plicità fatto per ogni ora di lavoro, ottenendo la suddivisione fra il costo di utilizzazione ed il costo sospeso.

     Il calcolo «tecnico» non è tuttavia sufficiente per offrire in ogni circostanza  la corretta suddivisione fra il costo di utilizzazione ed il costo sospeso.

     Si supponga infatti di dover compiere due «verifiche» comprese nell’arco delle 8.000 ore di utilizzazione, una prima quando le ore utilizzate sono 3.000 e la seconda allo scadere delle 8.000.

     In questa evenienza molto semplicemente saremo indotti a proce-dere come segue:

 

      a)  Momento 1  (a 3.000  ore)

 

    

       Co  (10.000)    x    3.000     =     30.000.000

 

 

     b)  Momento 2  (a  8.000  ore)

 

       Co  (10.000)   x   (8.000 - 3.000  =  5.000)   =   50.000.000

 

 

     In questo modo mentre l’utilizzazione totale rimane invariata la necessità o la volontà di redigere due bilanci al Momento 1 e al Mo-mento 2 impone una ulteriore suddivisione, in ragione del tempo trascorso.

     Anche se i due calcoli possono dar l’impressione di rispondere alla medesima logica, nella sostanza non è così.

     Nel caso del calcolo del grado di utilizzazione è il bilancio dell’im-presa ad essere costruito in funzione della utilizzazione stessa (in so-stanza si vuol sapere che cosa è successo nei conti dell’impresa dopo aver utilizzato l’impianto un certo numero di ore).

     Nel calcolo  fatto in ragione del tempo è il grado di utilizzazione a dover esser calcolato, rovesciando quindi i termini della questione.

     La competenza economica è esattamente questo: il calcolo dei costi di utilizzazione in funzione del tempo.

      Non c’è quasi occorrenza d’aggiungere che la competenza econo-mica si applica in modo perfettamente corrispondente anche ai ricavi dell’impresa.

     La competenza economica dà origine sul piano economico a tre categorie di valori:

 

          (1)   Valori  ripresi

          (2)   Valori contestuali

          (3)   Valori sospesi

 

 

     Nel Conto economico così come nel Piano economico i Valori ripresi si riferiscono costi e ricavi sospesi del precedente periodo, i Valori contestuali riguardano i costi di utilizzazione e i ricavi della produzione corrente ed  infine i  Valori sospesi riguardano costi e ricavi di competenza di periodi futuri.

      Si supponga di dover affrontare la redazione di un piano econo-mico triennale e di dover collocare nel piano medesimo l’utilizzazione di una certa attrezzatura produttiva. Di questa attrezzatura produttiva l’azienda ha la disposizione immediata in quanto l’ha acquistata in anni precedenti sostenendo un costo, per ipotesi di £.  50.000.000. Al momento della formazione del piano economico la situazione è la seguente:

 

                Costo Utilizzato......      £.      35.000.000

                Costo Sospeso........      £.       15.000.000

 

Durante il triennio, e precisamente al termine del primo anno, l’im-presa ritiene di dover dismettere l’attrezzatura e di acquisirne una nuova prevedendo un costo di acquisizione pari a £.  80.000.000. L’impresa prevede inoltre un utilizzo quadriennale della nuova attrez-zatura.

     Si può dare una rappresentazione grafica della posizione assunta dal nuovo acquisto nel piano economico nella maniera seguente:

 

                                           tempo

 

     0                  1                   2                  3                   4                 5

     |---------------|---------------|---------------|---------------|--------------|

                

                                          20.000         20.000          20.000        20.000

 

 

  

  Poiché il piano economico si ferma (per volontà dell’ammini-strazione) al momento (3) per effetto del principio della competenza e-conomica nel piano andranno iscritte  £.   40.000.000 che costituiscono il costo di utilizzazione. Il restante importo di £. 40.000.000 rappresentano invece il costo sospeso.

      In questo modo si otterrà la seguente situazione:

 

     (1)  Valori   ripresi  ......................     £.       15.000.000

     (2)  Valori contestuali .................      £.      40.000.000

     (3)  Valori sospesi .......................       £.      40.000.000

 

 

 

 

   

Nel piano economico che si va a predisporre i costi di utilizzazione (da coprire con i ricavi del medesimo periodo) ammontano pertanto a £. 55.00.000, i costi sospesi ammontano invece a £. 40.000.000.

     I valori ripresi ed i valori contestuali sono pertanto «valori in pia-no», i valori sospesi sono invece «valori fuori piano».