La struttura  del  bilancio

 

 

2.   Le  operazioni  d’integrazione

 

 

     Le operazioni relative all’integrazione del capitale e del reddito dell’impresa possono sinteticamente essere così enumerate:

 

 

            1)  la determinazione delle imposte sul reddito

            2)  la determinazione delle quote di TFR

            3) la determinazione di altre spese future

            4) la determinazione del «non ancora fatturato»

            5)  la determinazione di rischi futuri

            6)  la determinazione di «ratei» di costi o di ricavi

 

 

     1)  La determinazione delle imposte sul reddito

 

   

        a)   livello  economico-aziendale

 

 

     Una delle «classiche»  operazioni di integrazione del capitale e del reddito dell’impresa riguarda la determinazione del «carico fiscale» gravante sulla gestione aziendale.

     Nel sistema tributario italiano vi sono due grandi categorie di imposte  che gravano sulla gestione aziendale:

 

                a)   imposte sul reddito

                b)   imposta sul valore aggiunto

 

     Le imposte sul reddito e sul patrimonio (imposte dirette) gravano sul reddito d’impresa e nel caso delle società esse sono così configurate attualmente:

 

                      Iperg              36%

                      Irap               4,25%

 

    

     Rispetto alla determinazione delle imposte sul reddito occorre tenere presente le disposizioni contenute nel DPR  916/86  (Testo unico delle Imposte sui redditi), valutando il carico fiscale di competenza dell’esercizio dopo aver determinato il cosiddetto «reddito fiscale».

     Nell’economia dell’impresa il risultato dell’esercizio è determinato dalla contrapposizione fra i ricavi conseguiti e i costi sostenuti.

      Il reddito fiscale è determinato invece dalla  contrapposizione fra i componenti positivi ed i componenti negativi, tassativamente stabiliti dal richiamato Testo Unico.

     In molti casi «ricavi» e «componenti positivi» coincidono così come coincidono «costi» e «componenti negativi» non dando così luogo a problemi di sorta ma in alcuni casi la coincidenza manca.

     In particolare per i ricavi, fiscalmente, vale la distinzione:

 

                    a)   Ricavi imponibili

                    b)   Ricavi esenti

 

mentre per i costi vale la distinzione:

 

                    a)  Costi detraibili

                    b)  Costi non detraibili

 

da cui segue che il reddito fiscale sul quale vanno applicate le aliquote d’imposta è determinato dalla differenza fra i Ricavi imponibili ed i Costi detraibili.

       Per semplicità e comodità d’esposizione si supponga che il conto economico di una società sia così configurato al termine di un esercizio:

 

 

 

          Ricavi dalle vendite..............       £.        1.900.000.000

          Scorte in magazzino ...........        £.          300.000.000

          Interessi attivi ....................         £.            30.000.000

         Plusvalenze diverse .............        £.          170.000.000

 

         Totale dei ricavi ...................        £.      2.400.000.000

 

 

         Scorte iniziali .......................        £.         250.000.000

         Materie  prime .....................        £.      1.000.000.000

         Costo del lavoro ....................       £.         550.000.000

         Servizi  generali ...................        £.         130.000.000

         Ammortamenti ....................         £.         270.000.000

         Sopravvenienze passive .......         £.           60.000.000

        

         Totale dei costi ....................         £.      2.260.000.000

 

         Utile  conseguito (lordo) .....         £.          140.000.000

 

 

     Al fine del calcolo delle imposte occorre esaminare quali siano i componenti positivi e quali quelli negativi del reddito al fine della determinazione del reddito imponibile.

       Si supponga che nell’esempio fatto gli interessi costituiscano un «reddito esente» (perché ad esempio maturato su titoli del debito pubblico esenti dall’imposta) mentre tutti gli altri ricavi siano imponibili secondo quando disposto dal Tuir, si avrà pertanto:

 

       

         Ricavi dalle vendite.....................       £.        1.900.000.000

         Scorte in magazzino ..................        £.          300.000.000

         Plusvalenze diverse ....................        £.          170.000.000

 

         Totale dei componenti positivi ....       £.      2.370.000.000

 

        Una disposizione del Testo Unico (l’art. 54, comma 4) dà la pos-sibilità al contribuente che realizza plusvalenze patrimoniali di scegliere fra la tassazione immediata e la tassazione ripartita in cinque «esercizi fiscali».

      Scegliendo questa seconda ipotesi i componenti positivi del corrente esercizio diventano:

        

         Ricavi dalle vendite.....................       £.        1.900.000.000

         Scorte in magazzino ..................        £.          300.000.000

         Plusvalenze diverse ....................        £.           34.000.000

 

         Totale dei componenti positivi ....       £.      2.234.000.000

 

   

     Si supponga ora che nella colonna dei costi l’impresa abbia imputato ammortamenti eccedenti le quote fiscalmente ammesse in detrazione per lire   40.000.000  (ancorché  tali maggiori quote siano da considerarsi giustificate sotto il profilo economico). Inoltre la voce di costo «sopravvenienze passive» non è fiscalmente ammessa in detrazione in quanto non trova «inerenza fiscale» con i redditi prodotti nell’esercizio.

      Con siffatte due rettifiche si ottiene:    

 

   

         Scorte iniziali ............................        £.         250.000.000

         Materie  prime ..........................        £.      1.000.000.000

         Costo del lavoro .........................       £.         550.000.000

         Servizi  generali ........................        £.         130.000.000

         Ammortamenti .........................         £.         230.000.000

                 

         Totale dei componenti negativi ......    £.      2.160.000.000

 

 

e quindi il reddito imponibile sarà               £.          74.000.000

 

e le imposte  corrispondenti .......................  £.         39.368.000

(37% + 16,2% ) x  74.000.000

 

 

 

 

 L’effetto immediato che si può rilevare è che a fronte di un tasso nominale d’imposta pari al  53,2%  l’impresa è gravata da un «tasso effettivo d’imposta» pari al  28,12%.

      Il carico fiscale così determinato lascia però ancora alcuni margini d’indagine in quanto deriva dalla contrapposizione fra componenti positivi e negativi non completamente omogenei fra di loro sotto il profilo degli effetti fiscali.

      Infatti mentre i ricavi di natura finanziaria esenti per disposizione di legge esauriscono nell’esercizio corrente il loro effetto (positivo) le plusvalenze patrimoniali non costituiscono un reddito esente ma solo un reddito fiscalmente imputabile a più esercizi.

     In termini più espliciti i ricavi esenti producono effetti «definitivi» sul reddito d’impresa mentre le plusvalenze ripartibili in più esercizi determinano solamente un «beneficio fiscale» temporaneo non esentando l’impresa dal pagamento delle imposte ma solo «spostando in avanti» il momento del versamento dei tributi dovuti.

     Analogo ragionamento vale per quel che riguarda i costi.

     Le sopravvenienze costituiscono un elemento con effetto «defini-tivo» sul reddito aziendale mentre gli ammortamenti non deducibili nel corrente esercizio lo saranno, seguendo le tabelle fiscali, nei prossimi.

      In  definitiva esistono componenti del reddito (positivi e negativi) con effetti «permanenti» e componenti (positivi e negativi») con effetti «temporanei».

      La distinzione sopra fatta ha grande rilievo sul piano economico in quanto consente di distinguere correttamente le imposte da versare e le imposte che invece gravano sul reddito corrente.

     Le imposte da versare sono date dalla consueta contrapposizione:

 

         Componenti positivi del reddito

         -  Componenti negativi del reddito

 

        =   Reddito imponibile

 

     Le imposte di competenza dell’esercizio sono invece determinate dalla formula seguente:

 

        Componenti  positivi «permanenti»  del reddito

        -  Componenti negativi «permanenti» del reddito

 

       =   Reddito dell’esercizio

 

 

 

 

 

     Nel caso in esame si avrà:

 

     Ricavi  «permanenti» ..........     £.       2.370.000.000

 

     Costi  «permanenti» ...........      £.      2.200.000.000

 

     Reddito corrente ................       £.         170.000.000

 

     Imposte dell’esercizio ........       £.           90.440.000

 

 

        Rispetto alle variazioni temporanee si ha invece la situazione se-guente:

 

           Componenti positivi ............   £.       136.000.000

           Componenti negativi ...........   £.        40.000.000

 

           Reddito «differito» .............     £.        96.000.000

 

          Imposte «differite» ..............     £.       51.072.000

 

  

     Il tasso effettivo d’imposta è pertanto pari al  64,6%, determinato quindi dalle sole variazione permanenti del reddito.  

        

               

 

         b)  livello della dinamica dei valori

 

 

      Variazione  economica

 

      +   Imposte dell’esercizio  ........     £.       90.440.000

 

      Variazione finanziaria negativa «certa»

     

      +  Fondo imposte dell’esercizio....   £.    39.368.000

 

      Variazione  finanziaria negativa  «presunta»

 

     +  Fondo imposte differite ......        £.    51.072.000

 

 

 

 

 

 

 

   c)   Livello  della  rappresentazione contabile

 

                                                                                    

 Patrimonio                            

Aziendale                                                 

 

   Investimenti

 

    Finanziamenti

 

 

 

 

   Debiti tributari

 

   Fondo Imposte

   Differite

 

 39.368.000

 

 

51.072.000

 

     Reddito

 Aziendale

 

     Costi

 

      Ricavi

 

 

Imposte

dell’esercizio

 

 

90.440.000

 

 

Totali

90.440.000

 Totali

90.440.000

 

 

 

     2)  La determinazione delle quote di TFR

 

  

       a)  Livello economico-aziendale

 

      L’art.  2120 del c.c. stabilisce che in ogni caso di cessazione del rapporto di lavoro subordinato il prestatore di lavoro ha diritto ad

un trattamento di fine rapporto.

     In tale articolo le disposizioni prevedono anche la base del calcolo di siffatto «trattamento». In particolare l’indennità è così articolata:

 

          a)   una quota  «annuale»  data dal rapporto fra la retribu-zione lorda divisa per un coefficiente fisso pari a  13,5;

      b)  una quota di rivalutazione da calcolare sul pregresso sommando al  75%  dell’indice ISTAT del «costo della vita» una quota fissa pari all’1,5%.

 

 

      Esempio:

 

 

    Trattamento maturato  al 31.12.1994    £.        500.000.000

 

     Retribuzioni correnti  ..........................   £.     1.620.000.000

 

     Costo della vita      +    3%

 

     da cui, rivalutazione:

 

     (3%  x  75%)  +   1,5%   =    3,75%

 

     Quota corrente  .................................    £.        120.000.000

     (1.620.000.000  /  13,5)

 

 

 

     Quota rivalutata

     (500.000.000  x  3,75%) ...................     £.         18.750.000

   

     Totale quota dell’anno in corso ......     £.       138.750.000

 

 

b)  Livello  della dinamica  aziendale

 

 

      Variazione  economica

 

     +   Indennità  TFR   .......................    £.      138.750.000

 

  

      Variazione  finanziaria

 

      +   Trattamento di fine rapporto ....   £.    138.750.000

 

 

b)   Livello  della  rappresentazione contabile

 

 

                                                                                

 Patrimonio                             

Aziendale                                                 

 

   Investimenti

 

    Finanziamenti

 

 

 

 

  Trattamento di

  Fine  Rapporto

 

 

 

138.750.000

 

     Reddito

 Aziendale

 

     Costi

 

      Ricavi

 

 

Indennità di

TFR

 

 

138.750.000

 

 

Totali

138.750.000

Totali

138.750.000

 

 

 

 

 

3)  La  determinazione di altre spese future

 

 

     a)  Livello economico-aziendale

 

 

     Le spese future riguardano eventuali spese che l’azienda ritiene di sostenere negli esercizi futuri ma che riguardano la produzione corrente, come ad esempio le spese di manutenzione di impianti e macchinari, spese di ristrutturazione beni mobili o immobili o, nel caso di società di capitali, di spese per compensi ad amministratori e sindaci.

     Dal punto di vista economico si tratta di un costo di natura certa  ma di  ammontare  probabile che necessita di un processo di valutazione direttamente connesso con la situazione dell’impresa.

 

       b) Livello della dinamica aziendale

 

      Supponiamo che nell’esercizio corrente siano determinate spese di manutenzione macchinari da sostenere in esercizi futuri per £.  30.000.000 e che siano liquidati compensi ai componenti del Collegio Sindacale per £.  25.000.000.  La dinamica aziendale sarà la seguente:

 

 

       Spese di manutenzione

 

 

      Variazione economica negativa

    

      +   Spese di manutenzione                       £.     30.000.000

 

      Variazione finanziaria passiva

 

     +  Fondo spese manutenzione                   £.   30.000.000

 

 

 

     Compensi al Collegio Sindacale

 

     Variazione economica  negativa

 

    +  Compensi ai Sindaci                               £.    25.000.000

 

 

    Variazione finanziaria negativa

   

    +  Debiti verso Sindaci                                £.    25.000.000

 

 

 

 

 

 

   c)  Livello  della rappresentazione contabile

 

 

   

                                                                                

 Patrimonio                            

Aziendale                                                 

 

   Investimenti

 

    Finanziamenti

 

 

 

Fondo manut.

Debiti verso

Sindaci

  30.000.000

 

  25.000.000

 

     Reddito

 Aziendale

 

     Costi

 

      Ricavi

 

 

Costi di manut.

 

Compensi ai

Sindaci

 

  30.000.000

 

 

  25.000.000

 

 

Totali

  55.000.000

Totali

  55.000.000

 

 

 

     4)  La  determinazione del non ancora  fatturato

 

 

     a)  Livello  economico aziendale

 

    

     Alla data della chiusura dell’esercizio molte delle operazioni aziendali  sono in corso e protraggono i loro effetti  nell’esercizio seguente. Fra queste operazioni ve ne sono due caratteristiche che riguardano l’acquisto di merci o prodotti per il quale l’azienda non ha ancora ricevuto la fattura dal fornitore o, similmente, la vendita di merci o prodotti per i quali non è ancora stata emessa la relativa fattura al cliente.

     Nel caso dell’acquisto di prodotti, di merci o di servizi si tratta di costi relativi all’esercizio in corso per i quali, tuttavia, non vi è ancora, per ragioni amministrative, il documento attestante l’acquisto effettuato (la fattura del fornitore) e tuttavia essi sono entrati nell’economia dell’azienda determinando in tal modo la necessità di una «integrazione» sia al capitale che al reddito.

    Nel caso di vendita di prodotti, di merci o di servizi si tratta di ricavi relativi all’esercizio in corso per i quali l’azienda non ha ancora provveduto ad emettere la relativa fattura.

     La valutazione dei costi (per le fatture da ricevere) o dei ricavi (per le fatture da emettere) è in qualche modo «obbligata» nel senso che al corrente esercizio devono essere imputate precisa-mente le quantità di competenza moltiplicate per i rispettivi prezzi (di acquisto o di vendita).

 

 

       b)  Livello  della  dinamica  aziendale

 

 

         Supponiamo che siano acquistati prodotti in una data pros-sima  a quella della chiusura dell’esercizio e che siano per il momento immagazzinati.

        Quando verrà fatto l’inventario delle giacenze di fine esercizio quelle quantità acquistate (e non ancora documentate da fattura del fornitore) entreranno comunque a far parte del valore finale attribuito al magazzino dell’impresa: questo solo fatto impone che sia preventivamente «integrato» il costo di acquisizione dei prodotti al fine di non evidenziare nel patrimonio e nel reddito dell’azienda un magazzino fittizio.

      Supponiamo che i prodotti per i quali non è ancora pervenuta la fattura ammontino  a  £.  50.000.000, la dinamica relativa sarà la seguente:

 

 

          a)  Variazione  economica

 

         +  Costi di acquisto di prodotti          £.     50.000.000

 

         b)  Variazione  finanziaria

 

         +   Debiti  verso Fornitori per

              Fatture da Ricevere                      £.     50.000.000

 

 

  

     Rispetto alla voce di ricavo l’impresa si trova nella opposta condizione di aver venduto un prodotto o fornito un servizio per i quali ha naturalmente sostenuto i relativi costi di produzione: l’iscrizione del ricavo è quindi necessaria  per  dare la corretta rappresentazione della produzione d’impresa, sia sotto il profilo patrimoniale che quello economico.

      Se i prodotti venduti (o i servizi) hanno un valore pari a £. 100.000.000 la dinamica relativa sarà la seguente:

 

        a)  Variazione  Finanziaria

 

       +   Crediti verso Clienti  per

            Fatture da Emettere                    £.      100.000.000

 

 

       b)  Variazione  Economica

 

      +  Vendita di prodotti                        £.      100.000.000

          (o Prestazioni di servizi)

 

 

c)  Livello della rappresentazione contabile

 

           

                                                                                

 Patrimonio                            

Aziendale                                                 

 

   Investimenti

 

    Finanziamenti

 

 

Fatture da

emettere

 

 

100.000.000

 

Fatture  da

ricevere

 

 

 50.000.000

 

     Reddito

 Aziendale

 

     Costi

 

      Ricavi

 

 

Acquisti di

prodotti

 

 

 

  50.000.000

 

Vendite di

Prodotti

 

 

100.000.000

Totali

150.000.000

Totali

150.000.000

 

 

 

    5)  La determinazione di rischi futuri

 

 

 

     a)  Livello economico-aziendale

 

     Il problema della determinazione dei «rischi» è di carattere fondamentale nell’intera economia aziendale, stante la conside-razione che l’attività economica è per sua natura attività rischiosa.

     Una prima fonte di rischi deriva dal fatto che il conseguimento di un equilibrio economico durevole è legato in modo necessario alla esistenza di un «ordine» nella gestione, «ordine» che assume le configurazioni di:

 

 

           a)  sistematico, in riferimento alle operazioni aziendali;

           b)  combinatorio, in riferimento ai «rapporti» fra i diversi

                fattori della produzione e al loro utilizzo;

          c)  di composizione, in riferimento al rapporto fra le forze                            

               «interne» e le forze «esterne» all’azienda.

 

      Conseguenza immediata di questa classificazione e qualifica-zione dell’ordine aziendale è l’esistenza, incessante, di un triplice rischio operativo, vale a dire:

 

          a)  un rischio  sistematico

          b)  un rischio combinatorio

          c)  un rischio di composizione

 

    

      Nella formazione del capitale e del reddito aziendali i rischi concorrono, come già detto, in modo incessante e per una corretta rappresentazione dei suddetti capitale e reddito è estremamente necessario una ponderata valutazione dei rischi che incombono (o possono incombere) sui medesimi.

       Nell’economia aziendale vi sono due fondamentali tipi di ri-schi:

 

             a)   rischi di natura generica

             b)   rischi di natura specifica

 

 

     Per i rischi di natura generica non vi sono elementi certi né nella entità, né nel momento in cui si tradurranno in «oneri certi» e né  nel fatto che effettivamente tale «traduzione» si verifichi.

      Il fronteggiamento di questi rischi è corrispondentemente di natura generica e consiste nell’accumulare una parte degli utili annuali in appositi «fondi», comunemente denominati «di riserva» attraverso i quali si accresce la solidità patrimoniale dell’impresa.

      Nel linguaggio dei bilanci siffatti «fondi» non sono di norma classificati come «fondi rischi» ma, come già detto, come «riserve».

      Le Riserve di bilancio costituiscono una categoria economica tipica delle imprese organizzate in forma societaria ed una parte di esse sono obbligatorie per disposizione di legge (ed assumono appunto la denominazione di «Riserva legale»).

     Le  Riserve di Bilancio derivano la loro consistenza da  due fonti:

 

         a)  gli utili conseguiti

 

         b)  variazioni (di solito straordinarie) negli elementi

              dell’attivo o nei ricavi

 

     Nel primo caso si parla di riserve da utili, nel secondo di riserve patrimoniali.

     Le Riserva da utili e le Riserve patrimoniali, unitamente la Capitale Sociale, costituiscono il cosiddetto Patrimonio Netto dell’azienda (o anche i «mezzi propri»).

     

     Per i rischi di natura specifica l’incertezza è concentrata su un particolare elemento del patrimonio (un credito, un prodotto in lavorazione, una merce in magazzino, una partecipazione in altre imprese ecc....)  ma di questo rischio non è nota né l’entità né il momento in cui si verificherà.

      In questi casi si parla di oneri di natura certa o probabile dei quali è però indeterminato, al momento della redazione del bilan-cio, l’ammontare.

     Il  problema  più rilevante che si pone rispetto ai rischi è la loro «partecipazione» alla formazione dei risultati economici della gestione aziendale.

      Da questo punto di vista si possono distinguere due fasi distin-te:

 

         a)   la determinazione del rischio

         b)  la sopportazione del costo

 

      Le due fasi relative ai rischi aziendali sono strettamente colle-gate fra di loro nel senso che la determinazione del rischio confi-gura una «ipotesi» fondata su un determinato grado di probabi-lità mentre la sopportazione del costo configura il verificarsi del-l’ipotesi formulata.

     La trasformazione dei rischi in costi è un processo complesso che si manifesta nell’ordine aziendale considerato nelle tre accezioni sopra richiamate. Se il divenire aziendale si svolgesse comunque entro le previsioni formulate i rischi aziendali sareb-bero assenti ed i costi della produzione sarebbero esattamente quelli che compaiono nel consuntivo economico. Poiché nella realtà non si verifica mai la coincidenza fra previsioni e consun-tivi  il costo economico del rischio può essere valutato come il maggior costo consuntivo rispetto alle previsioni formulate.  Una corretta  gestione aziendale deve quindi  prevedere la formula-zione di appositi piani aziendali che fissino il cammino da percor-rere mentre l’amministrazione aziendale deve poi agire nel senso di attenersi il più possibile ai programmi formulati.

     E’ intuitivo che gli scostamenti dalle previsioni formulati possono essere non solo «negativi» (maggiori costi o minori ricavi) ma anche di carattere positivo (minori costi o maggiori ricavi) ma nella pratica la probabilità che si verifichino scostamenti di segno negativo è sempre più alta rispetto a quella che si verifichino scostamenti di segno positivo.

      In ogni caso la presenza di rischi specifici pone il problema del loro fronteggiamento e l’azienda risolve tale fronteggiamento istituendo esercizio per esercizio degli appositi «fondi» che hanno la funzione (almeno) di ripartire i costi eventuali in più esercizi.

     Una volta stabilite le «quote di fronteggiamento» dei rischi possono verificarsi, ovviamente, tre distinte  ipotesi:

 

             ipotesi:

       L’entità dei danni subiti è esattamente pari alle quote stanziate in bilancio. In tal caso significa che le previsioni formulate si sono realizzate con esattezza per cui le quote stanziate determinano una «assenza di rischio».

 

             ipotesi:

         L’entità dei danni subiti è inferiore alle quote stanziate in bilancio. In tal caso l’azienda sopporta un «costo del rischio» pari alla differenza fra l’ammontare previsto e l’ammontare effettivo.  

 

            ipotesi:

          L’entità dei danni subiti è superiore alle quote stanziate in bilancio. In tal caso l’azienda si trova nella condizione di ricercare ulteriori mezzi finanziari per fronteggiare il danno subito, con conseguente sopportazione di costi ulteriori sia del danno in sé sia relativi alla ricerca di ulteriori mezzi finanziari.

 

 

      b)   Livello  della  dinamica  aziendale

 

 

     Supponiamo che una impresa esponga alla fine del periodo la seguente situazione creditoria nei confronti dei propri clienti:

 

 

     Cliente «A».. .......................        50.000.000

     Cliente «B»..........................        80.000.000

     Cliente «C»..........................       130.000.000

     Cliente «D» ........................         10.000.000

 

     Totale crediti .......................       270.000.000

 

 

     I crediti così esposti sono al «valore nominale» e non presen-

tano rischi se sono tutti immediatamente esigibili.

     Qualora però il cliente «D» sia insolvente (perché per esempio soggetto a procedura fallimentare)  l’azienda può considerare non più esigibile o esigibile solo in parte il credito maturato. Se valuta che l’intero credito sia «a rischio» (perché non assistito da nessuna garanzia personale o reale) potrà  ridurre in via «precau-zionale» il valore dei crediti registrando una perdita (per il momento solo «presenta» ancorché altamente probabile) sui crediti  esigibili.

     Il movimento di valore relativo alla perdita di cui trattasi può essere così espresso:

 

 

        Variazione economica

 

       +   Perdite presunte su crediti            £.     10.000.000

 

 

      Variazione rettificativa

 

      +  Fondo rischi su  crediti                    £.     10.000.000

 

 

  c)  Livello della rappresentazione contabile

 

          

                                                                                

 Patrimonio                            

Aziendale                                                 

 

   Investimenti

 

    Finanziamenti

 

 

 

 

Fondo  rischi

su  crediti

 

 

 10.000.000

 

     Reddito

 Aziendale

 

     Costi

 

      Ricavi

 

 

Perdite presunte

su crediti

 

 

  10.000.000

 

 

Totali

 10.000.000

Totali

 10.000.000

 

 

 

 

      6)  La determinazione di  «ratei» di costi o di ricavi

 

 

      a)  Livello economico-aziendale

 

      La chiusura dell’esercizio amministrativo avviene ad una data prestabilita, solitamente fissata nel 31 dicembre. In quella data per effetto del decorso del tempo l’azienda matura quote di costi o di ricavi che verranno pagati (i costi) o riscossi (i ricavi) nell’esercizio successivo.

     Tali quote di costi o di ricavi assumano convenzionalmente la denominazione «contabile»  di ratei e rappresentano un caso spe-cifico di integrazione del reddito aziendale.

     Le caratteristiche  economiche dei «ratei»  sono essenzial-mente due:

 

           a)  la loro entità varia in funzione del tempo

 

           b) la loro efficacia è limitata a due esercizi contigui

 

     In assenza di una delle due caratteristiche indicate il valore rappresentato non può essere definito «rateo» nel suo senso proprio. 

       Le ipotesi più comuni di «ratei»  riguardano gli interessi  ma-turati sui titoli quando il pagamento delle cedole avviene in date prefissate che non coincidono con quelle dell’esercizio.

 

      Esempio

 

 

     Buoni Pluriennali del Tesoro

     Valore  Nominale      £.        100.000.000

     Saggio d’interesse                            12%

    Pagamento cedole       1-4/1-10

 

 

Se l’esercizio viene chiuso con data 31 dicembre l’azienda avrà maturato un credito per interessi pari ai giorni trascorsi dal 1 di ottobre al 31 di dicembre. 

    Il  valore del rateo sarà pertanto:

 

    Interesse semestrale         £.      6.000.000

 

                           6.000.000

       Rateo       -----------------   x  92   =   3.032.967

                              182      

 

    Analoghe considerazioni valgono quando si tratta di quote di costi.

 

 

      b)   Livello della dinamica aziendale

 

 

        1)  Rateo   «attivo»

 

         Variazione  finanziaria

        

        +  Crediti  (Ratei attivi)          £.    3.032.967

 

 

         Variazione economica

 

        +  Interessi attivi                     £.   3.032.967    

 

 

         2)  Rateo  «passivo»

  

         Variazione economica

    

          +   Interessi  passivi                £.   3.032.967

 

 

         Variazione finanziaria

 

         +  Debiti  (Ratei passivi)          £.    3.032.967

 

 

     c)  Livello della rappresentazione contabile

          

                                                                                

 Patrimonio                             

Aziendale                                                 

 

   Investimenti

 

    Finanziamenti

 

  

   Ratei attivi

 

 

3.032.967

 

Ratei  passivi

 

  3.032.967

 

     Reddito

 Aziendale

 

     Costi

 

      Ricavi

 

 

Interessi passivi

 

 3.032.967

 

Interessi attivi

 

  3.032.967

Totali

 6.065.934

Totali

 6.065.934