1. La determinazione
periodica del capitale e del reddito
Concetti introduttivi
La vita aziendale si svolge senza soluzione di continuità dal
mo-mento della costituzione sino alla «liquidazione» finale attraverso la quale
è fatta cessare ogni forma di attività economica.
Per questioni (evidenti) di carattere amministrativo e per
comodità la vita aziendale è scissa in «periodi amministrativi» ognuno dei
quali sembra possedere, ad un occhio poco attento, un propria peculiarità
staccata dai restanti periodi.
Il periodo amministrativo è correntemente definito
«esercizio» ed al termine di ciascun «esercizio» è di solito formalmente
redatto il bilancio che assume, come è noto, la denominazione di «bilancio d’esercizio» che spesso, in modo assai poco
appropriato, è definito semplicemente «Bilancio».
La redazione del Bilancio d’Esercizio implica la definizione
temporale dell’esercizio stesso (di solito coincidente con l’anno solare) ed ha
come ulteriore conseguenza che è necessario stabilire con esattezza tutte le
operazioni che sono attinenti al periodo considerato.
Stabilire con esattezza le operazioni relative ad un periodo
amministrativo significa dare una valutazione economica e finanziaria alla
produzione ed al capitale, traducendo i medesimi in cifre.
La traduzione dei movimenti economici e finanziari conseguenti
alle operazioni amministrative in
«cifre» implica la conoscenza sia dei movimenti (cosa ovvia solo in
apparenza) sia del «metodo di conversione».
I movimenti economici e finanziari relativi alla gestione
aziendale possono essere classificati come segue:
a) valori ripresi
b) valori
contestuali
c) valori
sospesi
I valori ripresi fanno riferimento a operazioni svolte in
precedenti periodi amministrativi ma di competenza (economica o finanziaria)
del periodo considerato.
I valori contestuali fanno riferimento a operazioni svolte
nel cor-rente periodo amministrativo.
I valori sospesi fanno riferimento a operazioni svolte nel
corrente periodo amministrativo ma di competenza (economica e finanziaria) di
periodi successivi.
Poiché nella contabilità ordinaria delle operazioni di
gestione non vi è necessità (e non è d’uso) procedere volta per volta alle
distinzioni sopra fatte dei valori di bilancio il momento della redazione
annuale è assunto nella prassi come il più idoneo a valutare la natura e la
consistenza dei valori aziendali al fine di determinare la loro destinazione in
una delle tre categorie suddette.
Pertanto la formazione del Bilancio d’Esercizio consiste
nella conversione dei movimenti aziendali in cifre facendo riferimento ad una
data precisa.
Le richiamate operazioni di conversione sono sinteticamente
divise in due categorie:
a)
operazioni di integrazione
b)
operazioni di rettifica
Con le operazioni di integrazione si procede nel senso di
«aggiun-gere» al capitale e al reddito quei
componenti che non hanno ancora trovato un riscontro contabile perché dal punto
di vista finanziario non si è ancora manifestata l’entrata (nel caso di ricavi)
o l’uscita (nel caso dei costi).
Con le operazioni di rettifica si procede nel senso di
«togliere» al capitale e al reddito quei componenti che pur essendo stati
registrati sono di competenza economica o finanziaria futura (i cosiddetti
valori sospesi).
Inutile avvertire che tutte le operazioni aziendali sopra
richiamate possono essere analizzate nei soliti tre livelli:
a) il livello economico-aziendale
b) il livello della dinamica aziendale
c) il livello della rappresentazione contabile