LO STUDIO AUTONOMO

Nella maggior parte dei casi i corsisti, anche quelli formalmente disoccupati, svolgono di fatto una qualche attività lavorativa irregolare o saltuaria per loro irrinunciabile ai fini del reddito oltreché per la prospettiva di un più stabile inserimento nel mondo del lavoro che tali impegni lavorativi anche saltuari comunque rappresentano.

Se a ciò si assommano ineludibili impegni di natura familiare e personale, risulta evidente come la disponibilità a svolgere attività di studio a casa da parte dello studente adulto sia nella gran parte dei casi drasticamente ridotta. A differenza di quanto avviene nei corsi diurni, nell'ambito dei corsi per adulti l'assegnazione di lezioni per casa, almeno nel biennio di qualifica, non rientra tra le prassi didattiche raccomandate.

L'azione del docente in classe dovrà pertanto prevedere specifici momenti e modalità di consolidamento ed esercitazione dei contenuti proposti in sostituzione dei periodi di studio casalingo.

Questo elemento essenziale del patto formativo viene espressamente stipulato col corsista al momento della sua iscrizione e va rigorosamente rispettato, pena tra l'altro l'instaurarsi di quello che rischia di essere percepito dall'utenza come un vuoto di credibilità tra l'impegno assunto per il rispetto delle sue specificità ed esigenze e una prassi didattica della docenza che finisce col ricalcare le modalità di insegnamento del mattino, con conseguenti effetti devastanti in termini di fiducia, motivazione e ulteriore disponibilità alla partecipazione alla vita scolastica da parte dello studente lavoratore.

Il lavoro di classe deve contemplare sistematicamente l'attività di rinforzo, di ripresa, di consolidamento

Diversa è la questione relativa alle attività formative specificamente pensate nella dimensione della AUTOFORMAZIONE ASSISTITA oppure della FORMAZIONE A DISTANZA (FAD).