ACCORDO PER IL LAVORO
sottoscritto tra Governo e parti sociali il 24 settembre 1996
FORMAZIONE
CAPO IV
La formazione continua costituisce la nuova prospettiva strategica della formazione e l'affermazione
del diritto del cittadino alla qualificazione e all'arricchimento della propria professionalità. I modi concreti nei
quali essa dovrà essere strutturata sono definiti in sede regionale sulla base di indirizzi e procedure nazionali
definiti con le parti sociali.
La possibilità di aggiornare e modificare conoscenze e abilità anche professionali deve essere agevolata dall'adozione di un sistema di crediti formativi, secondo la logica proposta dai più recenti orientamenti dell'Unione Europea. Il sistema di istruzione e di formazione, anche di livello universitario, va collocato in questa prospettiva, e diviene la base su cui innestare proficuamente interventi di formazione continua e di educazione degli adulti.
Si tratta di:
1) sviluppare la formazione continua con l'attribuzione graduale ed integrale del contributo dello 0,30% con la
partecipazione delle parti sociali. Le modalità di tale attribuzione saranno definite dal Governo nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni;
2) creare nuove opportunità di aggiornamento, anche finalizzato alla riconversione produttiva, attraverso la
predisposizione di piani annuali sia a livello di impresa che di territorio, contrattati tra le parti sociali. Gli interventi dovranno riguardare i lavoratori dipendenti (operai, impiegati, quadri e dirigenti), lavoratori autonomi, imprenditori, nonché soci lavoratori di cooperative.
Per quanto attiene in particolare all'educazione degli adulti occorrerà riaffermare il diritto all'istruzione ed alla formazione anche attraverso l'ottimizzazione degli istituti contrattuali vigenti e l'uso di congedi di formazione e periodi sabatici, attraverso uno specifico provvedimento legislativo di sostegno alla contrattazione.
Particolare rilievo, data la situazione del mercato del lavoro in particolare nelle aree del Mezzogiorno, assumeranno gli interventi di orientamento, rimotivazione e formazione rivolti a soggetti disoccupati e a coloro che corrono un grave rischio di esclusione sociale. Questi si situeranno nel quadro di un più generale riassetto del sistema che intende promuovere comportamenti "attivi" dei disoccupati agevolandoli attraverso la riqualificazione dei servizi dell'impiego e l'organizzazione di piani di lavoro socialmente utile che prevedano il ricorso ad interventi mirati.