I gladiatori delle Hawaii

Tratto da "Trent'anni di caccia agli squali" - William E. Young - Ed. Corticelli 1940
 


Parecchi anni prima che le isole avvessero una lingua scritta, e che vi giungesse il primo uomo bianco, i re indigeni facevano combattere i gladiatori con gli squali.
Questo si sa perchè il circo che aveva servito per quegli spettacoli è ancora ricordato da molti Canachi viventi, e alcune delle armi che vi si adoperavano esistono tuttora. Pochissimo si sa invece delle cerimonie e dei banchetti che certamente accompagnavano lo spettacolo; al pari di tante costumanze simili, queste sono svanite col tempo.
I combattimenti si facevano in onore dello squalo, e sappiamo che avevano luogo nel circo di Puuola, a Pearl Harbour. Presso la riva, in acque non molto profonde, era stato alzato un circo di rocce di quasi 150 mt. di diametro; le rocce emergevano anche con la marea alta. Dal lato del mare un'apertura lasciava l'accesso all'acqua ed ai pesci. Attratti dalla carne che si metteva nel circo entravano i grandi mangiatori di uomini. Quando era stabilito un combattimento e dentro c'era qualcuno di quei mostri si chiudeva l'apertura. Quindi il re ed il seguito, probabilmente nelle canoe, scendevano nel circo, ed il gladiatore destinato entrava in lizza.
Tutto ciò accadeva prima che nelle isole cominciasse l'età del ferro; le armi erano primitive. La clava era troppo pesante, la fiocina troppo scomoda per usarla stando in acqua. L'unica arma possibile era una specie di daga o coltellaccio; nel museo Bishop a Honololu se ne vedono parecchie, consistenti di un dente di squalo montato su un unico manico di legno. Il gladiatore impugnava il manico, e il dente sporgeva fra due dita della mano. Adoperavano così contro la dura pelle dello squalo l'unica cosa capace di tagliarla. Se il gladiatore aveva l'abilità di portarsi al di sotto del nemico quell'arma gli permetteva di sventrarlo prontamente e finir la battaglia.
Molte leggende ricordano i combattimenti nel circo, e senza dubbio molte erano le libagioni e le offerte alla Regina degli squali, che aveva dimora nei fondali di Pearl Harbour. Ma quelle lotte caddero in disuso molti secoli fa, e nemmemno i più vecchi Canachi si ricordano d'averle viste.
Quando la Marina Americana scelse Pearl Harbour per farvi una base navale, scavando il canale si distrussero le ultime rocce del circo. Ma i vecchi sanno che la Regina vive ancora in fondo al porto, e non ha perdonato del tutto l'invasione dei suoi domini. Fu l'ira di lei, secondo essi, che costò al governo quattro milioni di dollari vent'anni fa, quando sotto le fondamenta del bacino di carenaggio si sollevò il terreno nel mezzo e il bacino crollò lasciando di nuovo il passo alla Regina gelosa. "Si è adirata", dissero, "e ha sollevato la schiena".


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