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Vi narrerò l'istoria commovente del pescecane ch'era un cavaliere, pur mangiandosi un uomo come niente a pranzo, a cena, oppure a colazion.
Borghesi o militari, belli o brutti, preti oppur laici, nobili o plebei, gente per bene, oppure farabutti, in un boccone li mandava giù.
Ma incontrando una donna od un bambino era tutto riguardi e cortesie, e sorridendo, con un bell'inchino, per i fatti lor li lasciava andar.
Caduta un giorno in mare, una signora si dibatteva disperatamente; già si vedeva all'ultim'ora... ma capitò lo squalo cavalier,
E disse: - Non temete, o bella dama, - offrendole il suo braccio, ossia la pinna: solo di carne maschia sento brama, ma le donne e i fanciulli lascio andar.
Io non sono uno squalo mascalzone, e conosco e rispetto il galateo, e so come si trattan le persone a seconda del sesso e dell'età.
Ammirati da tanta cortesia tutti a bordo batterono le mani; e il capitano, prima d'andar via, ordinava una salva coi cannon.
E, messo intanto un picciol schifo in mare, con quattro marinari e col nostromo vi scendeva egli stesso a ripescare la bella dama su dall'ocean.
Ma proprio in quel momento il pesce immane si ricordò chi era, e con la coda rovesciato lo schifo,(senza pane e crudi) tutti i maschi trangugiò.
Ed è questa l'istoria commovente del pescecane che era un cavaliere ma si mangiava un uomo come niente a pranzo, a cena, oppure a colazion.
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