© by YAMA



home




mail










saggio breve





I PRINCIPI DEL KENDO








Nel mio percorrere la Via della spada, più volte non ho potuto fare a meno di chiedermi quale fosse il senso di ciò.
Che senso avesse per un italiano del XXI secolo impegnarsi lungo questa Via assolutamente impervia.
Che senso avesse praticare a Savona all'alba del terzo millennio una disciplina nata per l'addestramento dei samurai secoli e secoli or sono.
Negli anni, molti oramai, ho spesso modificato la mia risposta, ma non sono mai riuscito a farne una reale, logica, sintesi rappresentativa di ciò che provo che di fatto è al cinquanta per cento ragione e per il restante cinquanta emozione.
La difficoltà sta nel definire, come premessa al perchè praticare il kendo, cosa sia il kendo stesso.
Uno sport?
Un'arte marziale?
Una forma di combattimento?
O ... una disciplina?

Nel 1976 la Zen Nihon Kendo Renmei (Federazione Giapponese Kendo) mise per iscritto quello che chiamò "il concetto del kendo" così sintetizzandolo:

"Il concetto del Kendo è disciplinare il carattere umano attraverso l'applicazione dei principi del Katana".

Nel Grande Dizionario Della Lingua Italiana (ed. UTET) si legge: Disciplina = studio, sia inteso come crescita culturale e morale, sia come addestramento in un'arte.

Quindi il primo passo è fatto.
Il kendo è una disciplina ( Il concetto del Kendo è disciplinare) che favorisce una crescita culturale e morale dell'individuo ( il carattere umano) addestrando all'uso della spada (attraverso l'applicazione dei principi della Katana).

L'addestramento all'uso del katana, in tale contesto non è più il fine, come lo era secoli or sono per i samurai che a tale abilità affidavano la loro capacità di servire il proprio signore e la loro stessa sopravvivenza, ma il mezzo per crescere, sia sul piano culturale che su quello morale ed etico.

Quindi, in sintesi, il kendo è una disciplina che addestrando all'uso della spada favorisce una crescita culturale, morale ed etica della persona.

Superato il quesito su cosa sia il kendo, parliamo ora del perchè alcuni lo pratichino ed alcuni di questi lo pratichino come Via.

Nel 1976 la Zen Nihon Kendo Renmei (la principale Federazione Giapponese di Kendo) oltre a mettere nero su bianco quello che riteneva essere il concetto del kendo, scrisse anche un breve paragrafo intitolato "lo scopo della pratica del kendo".
In questo paragrafo si legge:

Lo scopo della pratica del Kendo è:
- forgiare la mente ed il corpo,
- coltivare uno spirito vigoroso, ed attraverso una corretta e rigorosa pratica:
- impegnarsi a fondo per migliorare nell'arte del Kendo,
- avere grande stima della cortesia umana e dell'onore,
- associarsi agli altri con sincerità,
- ed aspirare sempre a conoscere ed a migliorare se stessi.


Prendiamo la prima parte: forgiare la mente, il corpo e lo spirito.
La pratica del kendo è fatica.
Praticare per un'ora e mezza o due ore alla volta, tre o quattro volte la settimana in un dojo (letteralmente: luogo dove si segue la Via) è estremamente faticoso, centinaia di ripetizioni dei gesti tecnici , affinchè sia il corpo ad imparare ed il pensiero possa essere accantonato, con addosso fino a sei / otto chilogrammi di armatura ed abbigliamento, manovrando un simulacro di spada in bamboo da mezzo chilo è estremamente faticoso, ma per ogni fatica assolta c'è una ricompensa che nell'immediato si traduce in una muscolatura tonica, in un fisico robusto ed in salute, ma anche in un innalzamento della soglia di sopportazione della fatica e dello stress, in un rafforzamento della volontà, nella miglior capacità di gestione delle risorse fisiche e mentali.
Un beneficio quindi non trascurabile.

La ZNKR non si limita poi ad esporre gli obiettivi, ma indica anche la via da percorrere per il loro raggiungimento.

Una volta vinta / accettata la fatica si è fatto il primo passo. Ora si tratta di affrontare un avversario.
All'inizio il praticante vede nell'avversario solamente un altro praticante col quale confrontarsi per misurare le abilità acquisite e possibilmente sconfiggere.
Poi, man mano che si avanza sulla Via, l'avversario diventa dapprima una persona che ci aiuta a crescere scontrandosi con noi ed infine un amico che ci insegna la strada per migliorare che ci mette a confronto con le nostre debolezze, con le nostre fragilità.
A noi starà poi trovare i rimedi e quindi ... progredire lungo la Via, migliorando la nosta tecnica (impegnarsi a fondo per migliorare nell'arte del Kendo), rivalutando e sviluppando valori universali come la cortesia e l'onore (avere grande stima della cortesia umana e dell'onore) che ci consentiranno di intrattenere proficui rapporti interpersonali improntati all'amicizia ed alla reciproca fiducia e stima (associarsi agli altri con sincerità), mantenendo sempre presente nel cuore e nella mente che al progresso sulla Via corrisponde una nostra crescita intima e personale (ed aspirare sempre a conoscere ed a migliorare se stessi).

Lo scritto della ZNKR, dopo aver definito il senso della pratica ed espresso i motivi della stessa, ci propone poi delle conclusioni sulle quali vale la pena soffermarsi

Questo farà sì che ciascuno di noi sarà in grado di:
- amare il proprio paese e la società,
- contribuire allo sviluppo della cultura,
- promuovere pace e prosperità tra tutti i popoli.


Il primo punto non deve, a parer mio, essere interpretato come mera esortazione al patriottismo, che, pur rimanendo un valore assoluto, per quanto desueto ed osteggiato da certo pensiero politico che artatamente lo confonde col nazionalismo, poco c'entra con la via della spada, ma con la creazione di una coscienza di appartenenza, di simbiosi con la società di cui siamo membri e che per tanto non deve lasciarci indifferenti, ma soggetti attivi e che dobbiamo amare in quanto "nostra".
Secondo punto.
Il miglioramento di se stessi, richiamato come obiettivo nello scritto della ZNKR, implica un miglioramento non solo dal punto di vista etico e morale, ma anche da quello culturale e la "cultura" è, è stata e sempre sarà l'unico reale baluardo che l'uomo può innalzare di fronte ad ogni brutalità, ad ogni barbarie, ad ogni violenza o sopruso.
Questo il senso del secondo punto che secondo me trova ulteriore esplicita conferma nell'ultima frase: "promuovere pace e prosperità tra tutti i popoli".

Aggiungo, in conclusione, una ulteriore motivazione, che probabilmente la ZNKR ha ritenuto pleonastico inserire nel proprio scritto, ma che personalmente ritengo importante ovvero il piacere, la gioia nel praticare e nel seguire la Via ... con tanti amici e compagni di viaggio a cui auguro di cuore: "buon kendo!"






back - home