La storia del 35mm - 02/03/2002
Ogni storia ha un inizio ed una fine...
Il 35mm, così come lo conosciamo oggi, nasce nell'ambito di alcune sperimentazioni sui proiettori cinematografici.
La pellicola 35mm a doppia perforazione era usata, all'inizio del 1900, solo per la ripresa cinematografica: ogni fotogramma misurava 18x24 (millimetri); per la fotografia si usavano, invece, soprattutto le lastre di 13x18 (centimetri!) - quello che ancora oggi conosciamo come "grande formato".
Nel 1910, Ernst Leitz I chiama alla Leitz di Wetzlar un tecnico molto competente: Oskar Barnach, trentenne, impiegato alla Zeiss di Jena.
Il passaggio di Barnack fu sollecitato da Emil Mechau, amico di Oskar, anche lui tecnico, letteralmente "fuggito" dalla Zeiss perché il suo progetto per un proiettore cinematografico, privo del fastidioso sfarfallio, era stato snobbato dalla dirigenza.
Questo progetto fu invece ben accolto alla Leitz che accolse di buon grado anche Oskar Barnack come responsabile delle ricerche sulla microscopia.
Barnack cominciò a collaborare con l'amico Mechau girando spezzoni di film da rivedere poi sul nuovo proiettore.
Non essendo pratico di riprese cinematografiche, Barnack aveva difficoltà nel regolare ogni volta l'esposizione: per cercare di risolvere una situazione che poteva diventare critica, Barnack costruì un "involucro" con le stesse caratteristiche della cinepresa: stessa emulsione 35mm,
stesso obiettivo Zeiss Tessar 50mm f 3.5.
Si trattava di una sorta di esposimetro di riferimento: ogni volta che girava una scena con la cinepresa, egli esponeva (con il suo "involucro") alcuni fotogrammi "fotografici".
Al rientro in laboratorio, sviluppava questi negativi, ricavandone dati esatti per il corretto trattamento degli spezzoni di film.
Dopo un periodo di impiego di questo "esposimetro a posteriori", Barnack fu incuriosito e stimolato da un'idea innovativa: creare una vera e propria macchina fotografica.
Barnack riuscì a costruire quello che oggi definiamo "UR" (prefisso che in tedesco significa "primordiale") in grado di esporre
fotogrammi di dimensioni maggiori (24 x 36 mm) sempre sulla pellicola cinematografica.
Costruito in due soli esemplari (uno nel 1913, personale di Barnack, ed uno nel 1914, attualmente conservato nel museo Leica), il prototipo UR
ha un otturatore a tendina regolabile fino ad 1/500; un vano portapellicola che può contenere fino a due metri di film (50 esposizioni).
L'obiettivo retrattile rende la fotocamera davvero compatta (solo 400 grammi di peso).
Questa fotocamera fu brevettata come Liliput Kamera Barnack, nel giugno del 1914.
Per questo motivo, il formato 35mm è conosciuto come "formato Leica".
Barnack è stato il primo fotografo di reportage della storia: le sue foto, così naturali e "vive", prese "in mezzo alla gente" aprirono una nuova era
della fotografia, fino a quel momento "vincolata" dalla staticità del grande formato.
Gli stessi motivi che hanno decretato il successo del 35mm, portano ora in risalto la tecnologia digitale.
Per ottenere risultati fotografici validi da un negativo tanto piccolo, bisogna avere ottiche eccezionali, e seguire con attenzione tutta la sucessiva fase di
sviluppo e stampa.
Invece è successo l'esatto contrario: soprattutto con l'avvento del colore ed i ritmi sempre più frenetici della vita moderna - uniti alla difficoltà di allestire camere oscure nei piccoli appartamenti moderni, e ai rischi personali e
ambientali derivanti dall'impiego dei prodotti chimici necessari al trattamento - sono progressivamente diminuiti i fotografi che seguono tutto il ciclo della foto; i più affidano (spesso con leggerezza) il loro lavoro
al primo minilab di zona che, nella migliore delle ipotesi, fa un lavoro mediocre.
Cosa offre il digitale:
1 - La possibilità di riappropriarsi del proprio lavoro, eseguendo elaborazioni (alcune impossibili in camera oscura) in modo semplice e divertente, con risultati spesso superiori alle stampe che escono dai minilab.
2 - L'immediatezza del risultato (utilissima ai fini didattici) e la possibilità di interagire con l'oggetto fotografato in tempo reale.
3 - La massima libertà: scatti senza limiti, a costo zero (anche questo è molto utile per imparare e per sperimentare).
4 - La sicurezza e la tranquillità del lavoro svolto (quante volte vi hanno graffiato o perso le pellicole?).
5 - L'uso "collettivo" della foto che diventa un nuovo modo di esprimersi e di comunicare, in linea con la moderna tecnologia informatica.
6 - ... Potremmo continuare all'infinito...
Tanti, ma veramente tanti, sono i vantaggi della nuova tecnologia; c'è, se mai, da chiedersi perché non si affermi in modo addirittura più rapido...
Sicuramente la supremazia della fotografia digitale è irreversibile: lo dimostrano gli acquisti e le tendenze delle nuove generazioni, soprattutto quelle vicine alle nuove tecnologie.
Il recente intervento di Bill Gates (23/2/2002) al PMA di Orlando non lascia dubbi in merito.
Esistono ancora delle "frizioni" che rendono più lento questo processo che dovrebbe comunque completarsi nel giro di 8 - 10 anni al massimo.
Ogni storia ha un inizio ed una fine...
La fotografia 35mm resterà un privilegio di pochi amatori che vorranno riscoprire (soprattutto nel bianco e nero) il gusto della manualità, della materialità, e dalla qualità, rivivendo, non senza un po' di nostalgia,
il percorso dei grandi maestri che, forse, non avrebbero trovato, in un mondo esclusivamente virtuale, gli spunti e gli stimoli per esprimersi a quei livelli.
Su questo dovremmo riflettere...
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