La fotografia panoramica potrebbe essere intesa, in senso lato,
come la ripresa di paesaggi o di scorci particolarmente suggestivi.
Questa scheda tratta un argomento molto specifico, intendendo, con fotografia panoramica, quella in cui il rapporto
fra i due lati della foto, indipendentemente dal suo contenuto, sia di 1:3 (o comunque di 1:X, con X maggiore di 2,2).
La fotografia è più larga del classico formato 24x36, dove il rapporto fra i lati è di 1:1,5.
Il risultato più evidente, come mostrato nelle foto qui sotto, è la "sensazione" di una visione allargata, con
una maggiore estensione del campo inquadrato.
Parlo di "sensazione" perché non sempre il campo inquadrato è realmente maggiore: spesso, infatti, si ottiene una foto
panoramica semplicemente eliminando parte dell'originale inquadratura, come mostrato nelle foto qui sotto.
In pratica, esistono due modi per ottenere foto panoramiche.
1) Per estensione; ad esempio, con la Xpan della Hasselblad usiamo un negativo
di 24x65 (che estende appunto il classico 24x36 grazie ad obiettivi ad ampia copertura).
2) Per riduzione; con macchine compatte come la Rollei micron, o con la Leica minilux, ottengo,
con un'apposita maschera, un negativo di 13x36.
Nella fotografia digitale questo problema non si pone: posso infatti usare entrambi i modi; addirittura,
posso estendere la mia foto fino a 360 gradi (diorama), unendo, con appositi programmi, una sequenza di fotografie.
E' facilmente intuibile che una foto ottenuta per estensione ci consente una stampa più grande a parità di risoluzione:
se da un negativo 13x36 stampo un 20x60, allora, da un 24x65 posso stampare un 40x110.
La stessa cosa vale per il digitale: posso avere una foto di 500x1500 pixel, ottenuta per riduzione da un formato 1200x1600, ma
per estensione, posso ottenere una foto di 1600x4800, incollando più foto.
Lavorando per estensione, cambia anche l'angolo realmente ripreso.
La fotografia panoramica è molto diffusa; esistono siti specializzati (vedi la sezione Web links) che approfondiscono l'argomento, più di
quanto possa fare io in questa semplice scheda.
Purtroppo, anche in questo settore, esiste una visione estremista che pretende di effettuare una netta
distinzione, con un giudizio che pare quasi di tipo etico, fra la "vera" panoramica e quella "falsa", riportando in
quest'ultima categoria tutte le panoramiche ottenute per riduzione.
Questo tipo di classificazione, oltre a non avere alcun fondamento effettivo, è fuorviante per una serie di motivi.
Innanzitutto, la foto è sempre un'interpretazione e quindi un taglio della realtà che ci circonda: non inquadro mai "il tutto".
Si tratta quindi di capire il perché di questo taglio: in fondo, la fotografia in bianco e nero "taglia" tutta la
dimensione dei colori, ma nessuno si permette di dire che si tratta di foto "false".
Anzi, il taglio, proprio perché elimina informazioni non strettamente necessarie a veicolare un determinato contenuto semantico,
rende la foto più incisiva e spesso più significativa.
La dimensione del negativo non può essere un criterio assoluto di valutazione: infatti, non posso dire che un negativo di 13x36 dà una
"falsa" foto panoramica, solo perché è una riduzione dal 24x36.
Se così fosse, allora anche il 24x65 sarebbe un "falso" in quanto
riduzione del formato 6x7. Paradossalmente, lo stesso formato professionale 6x18, si potrebbe ottenere come riduzione da una
lastra di 20x25 presa con un banco ottico!
Questo argomento non regge e neppure quello relativo all'angolo di copertura per estendere il quale basta (entro certi limiti)
accorciare la distanza focale.
Godiamoci quindi le nostre foto panoramiche, lasciando da parte le discussioni "di principio", e
concentriamoci piuttosto sui nostri scopi che, in fondo, sono molto più semplici:
ottenere dalle nostre foto il risultato che ci eravamo posti al momento dello scatto.
La fotografia panoramica ci offre una possibilità espressiva in più.