POST ELABORAZIONI
Le Post-elaborazioni sono tutte quelle trasformazioni che possiamo applicare
sulla nostra foto originale, al fine di produrre un'immagine che risulti più conforme alle nostre finalità.
Chi ha lavorato in camera oscura sa quanto complesse possano essere certe elaborazioni e quanto sia facile,
per una semplice distrazione, buttare via, in pochi secondi, ore di lavoro - senza parlare del costo della carta.
Le post-elaborazioni al computer sono molto più semplici: possiamo fare più prove,
andare per tentativi; fare e disfare, tornando avanti e indietro
senza alcun vincolo: salveremo il lavoro, solo quando saremo certi del risultato.
In ogni caso, i nostri originali, opportunamente duplicati, saranno sempre al sicuro.
In queste schede tecniche, abbiamo diviso, per comodità di esposizione, le post-elaborazioni in tre
parti.
1) Correzioni di base: le stesse che possiamo fare, abbastanza semplicemente, in camera oscura (ad esempio,
taglio dell'inquadratura, modifica della luminosità, del contrasto e della saturazione dei colori, etc.).
2) Correzioni avanzate: sono modifiche più complesse (ad esempio, far sparire un oggetto inopportuno, modificare il colore di un vestito, etc.) che
hanno come scopo quello di migliorare la foto, senza alterarne il significato.
3) Fotomontaggi: sono modifiche "innovative" della foto che ne alterano il significato, introducendo spesso oggetti o relazioni in palese
violazione della realtà "oggettiva".
Il loro scopo, oltre a quello tecnico-didattico, può essere quello di suggerire letture diverse di determinate situazioni,
esasperando le connotazioni emotive o richiamando suggestioni e fantasie che stimolano l'immaginario individuale e collettivo. Anche questa è una forma d'arte.
Prendo spunto da quest'ultima osservazione per dichiararmi in totale disaccordo con quanti pretendono di porre limiti precostituiti alle elaborazioni digitali.
Si arriva addirittura al paradosso di non accettare in determinati concorsi fotografici foto elaborate (sono permesse solo le stesse elaborazioni possibili in camera oscura,
che io ho classificato come "correzioni di base").
Perché non sono d'accordo:
1) Porre dei limiti ad una tecnologia non ha molto senso; sarebbe come costringere il guidatore di un'auto sportiva a non superare la
velocità di una carrozza tirata da cavalli...
2) La fotografia non è riproduzione, ma interpretazione creativa della realtà. Qualsiasi elaborazione è lecita.
3) Il giudizio sulla bellezza o la rappresentatività di una foto non è scientifico (nel qual caso, potrebbe forse avere senso una limitazione di strumento),
ma artistico, soggettivo, non ripetibile (cioè non è detto che una stessa giuria
assegnerebbe il primo posto ad una stessa foto, in tempi diversi) ed estremamente mutevole nel tempo, come tutti i canoni di valutazione dell'arte in senso lato.
Vediamo oggi foto di "artisti" affermati che solo qualche anno fa sarebbero state cestinate e considerate
errori perché contrarie a determinate regole di lettura e/o di composizione.
4) Forse è il momento di chiarire a cosa servono (ammesso che servano) questi concorsi fotografici:
l'argomento richiederebbe molto tempo; osservo solo che, generalmente, non è possibile neppure sapere chi e come
ha scattato una determinata foto. Mi pare inopportuno porre altri vincoli.
Non dimentichiamo, infine, che le post-elaborazioni possiedono un'enorme utilità didattica: la possibilità di modificare una foto sviluppa
la nostra sensibiilità e la nostra capacità non solo di inquadrare, ma anche di "sentire" il soggetto.
Così facendo, apprendiamo di più dai nostri errori e miglioriamo la nostra tecnica in modo più efficiente.
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