Melody Morgan Carter Better Best Forgotten Titolo: Better Best Forgotten Autrice: Melody Morgan Carter (Monica M. Castiglioni) E-mail: xmcarter@libero.it - xduchess@freemail.it Bollino: giallo Categoria: storia Parolechiavi: Post-XF, Mulder/Scully Romance, Mulder/Scully, Mulder/altra romance, Scully/altro Romance Riassunto: L'opposto di Salt Lake City, Utah. Archivi: Ok, ovunque, archiviate, pubblicate, pubblicizzate, ma che rimanga integro e con me come autrice. Poi mandatemi un'e-mail con l'address dell'archivio, così lo visito! ;) Dichiarazioni: I personaggi che riconoscete sono di Chris Carter, 1013 & Fox &cc. Quelli che non riconoscete (ovvero due soli: B.T.M & E.M.) sono miei, così come la storia. Insomma le solite storie, scommetto che Chris Carter, che è qui legato nel mio armadio, è anche lui stufo di leggerle (gli passo le fanfic per combattere la noia...). Dedicato ai bambini della classe degli "Scoiattoli" della Scuola Materna di Prestino, che hanno ispirato questo racconto. Let's take a chance on a happy ending Let's turn the page and stop pretending The past can stop a heart from mending It's time to let go, 'cos baby, you know Some things are better best forgotten. ("Better Best Forgotten" - Steps) Concluso il 27.4.99 <> 1013 Carter street, Los Angeles 28 aprile 2007, 11:29 am L'ultima persona che si era aspettato di trovare davanti alla porta di casa era Dana Scully. Era rimasto incantato per qualche secondo, poi alla fine aveva balbettato: "Ciao Scully!" "Ciao Mulder." rispose lei, con un tono dolce. "Uh-ah, entra." Si scostò dalla porta per farla entrare. Il nuovo appartamento di Mulder a Los Angeles era simile, in parte, a quello vecchio. Era più grande, molto più luminoso e soleggiato, più ordinato, ma aveva la stessa impronta di "estensione dell'ufficio". "Bello qui." disse Scully. "Uhm... Mulder... forse non era il caso che capitassi qui così tra capo e collo... Avevo un caso qui e... ho pensato di venire a trovarti..." "Non sei assolutamente fuori luogo, Scully. Sono... contentissimo che tu sia qui, sul serio." La sua frase fu interrotta da una voce che proveniva dalla porta alle spalle di Scully. "Papà che succede?" Dana trasalì e si girò per vedere la bambina. "Oh, tu devi essere Belle." La bambina scrutò l'agente qualche instante, poi sorrise. "E tu sei Dana Scully, vero?" La donna annuì. "Piacere." "Piacere. Bellefleur Teresa Mulder." La bambina le strinse la mano con decisione. Scully lanciò un'occhiata all'ex-collega, che sorrise con aria innocente. Il campanello suonò prima che chiunque potesse dire altro. Fox andò ad aprire in silenzio sotto lo sguardo delle altre. Da dietro la porta spuntò un volto che sorrise alla bambina, non notando Dana. "Belle, andiamo?" "Mamma!" urlò la bambina. "I week-end li passo con papà!" "Sì, lo so, ma oggi c'è stato un cambiamento di piani e devi venire con me, su, andiamo." Tese la mano verso la bambina, la quale si ritirò di scatto nella cameretta, imbronciata. La donna alzò lo sguardo, notando finalmente Scully. "Oh, Dana, che piacere vederti." Scully si morse la lingua prima di rispondere con un insulto bello e buono. "Anche per me, Diana." Fowley si limitò a fare un sorrisetto alla donna, quindi fece per entrare nella camera di Belle. Ma Mulder le sbarrò il passo. "Senti, Diana, tu questi cambi di programmi me li devi dire in anticipo. Non puoi capitare qui e sottrarmi così il mio tempo con Belle. Lo sai che lei..." "Fox, ti prego." Diana lanciò un'occhiata verso Scully, come per dire: "non in presenza di estranei.". Scully si diede una scossa. "Oh, scusate, io... sono solo di passaggio, devo andare. E' stato un piacere rivederti... rivedervi." Si incamminò verso la porta, ma Mulder la chiamò. "No, aspetta, Scully! Solo un attimo." Nel frattempo Diana era entrata nella cameretta di Belle e la stava trascinando fuori quasi di peso. Mulder si girò verso Fowley. "Senti, Diana..." "Fox, io parto domattina per una conferenza a Seattle e starò via per tutta la settimana, non posso venire a prendere Belle domenica sera." "Aspetta, non puoi..." "Fox, ti prego. Siamo adulti e persone civili. Te la lascerò tenere un'altra volta, va bene?" "Ma l'hai portata qui solo ieri sera!" "Fox..." Altra occhiata allusiva verso Scully. Mulder sospirò. "Ciao, papà." disse Belle, tristemente, mentre Fox si chinava per abbracciarla. Poi, mentre stavano uscendo, Belle salutò anche Scully. "Arrivederci agente Scully... o... Dana?" "Come vuoi tu, Belle." rispose lei con un sorriso. La bambina si fermò a forza prima della porta. "Allora posso chiamarti Scully, come fa il mio papà?" Dana sorrise. "Certo." "Bene, allora ciao Scully!" esclamò mentre la madre chiudeva la porta. Dana si girò verso l'ex-collega. "Mi dispiace..." sussurrò. "Non avrei..." Mulder scosse la testa. "Non è colpa tua." Alzò lo sguardo su di lei. "Se non era questo, Diana avrebbe trovato un altro pretesto per potarsi via Belle." Scully abbassò lo sguardo. "Forse ora è meglio che vada..." "Su cosa stai lavorando?" le chiese subito Fox. "Cosa?" "Sei qui per un caso, no?" Scully rimase in silenzio per un instante. "No." sussurrò. "No?" Dana sospirò. "No. Sono qui solamente per..." la voce le venne a mancare. "Per venirmi a trovare?" In questa domanda di Fox, lei sentì un sorriso. Alzò lo sguardo. Effettivamente lui stava sorridendo. "Già." convenne lei. Fox rise. "Dio mio..." "Mulder... lo so che... Io... sono stata... ingiusta con te e..." "No, no. Lo so... è..." Fox sospirò. "Senti, perché non andiamo a mangiare un boccone da qualche parte? E' quasi mezzogiorno, ho fame." Scully annuì, sorridendo. Joyful Restaurant, Los Angeles 28 aprile 2007, 12:30 pm Il ristorante scelto da Mulder era un posticino tranquillo. Non avevano parlato molto fino allora. Fu Fox a riprendere in mano il discorso. "Be', allora... Che cosa ti ha portato qui?" "Ho saputo della separazione." disse. "Ah." fece lui, mangiando. "Uhm... sì... è ancora in ballo... però ormai... siamo quasi al divorzio..." "Sì, lo so. Sono quasi cinque mesi..." disse lei con una vena di colpevolezza. "Che è successo?" "Qualche guaio." fece Scully. "Qualche guaio?" "Be'... quando ho ricevuto la tua lettera... ho cercato di farmi coraggio e chiamarti per circa... uhm... un mese... Poi... ti ho lasciato quello stupidissimo messaggio sulla segreteria telefonica." Mulder sorrise. In effetti era abbastanza stupido, ma lui lo sapeva a memoria. L'aveva ascoltato e riascoltato un centinaio di volte, pur di avere la vaga sensazione di riavere Scully accanto a sé. "Ciao Mulder... uhm... io... mi dispiace che...uhm... le cose... hmmm... tra te e Fow... ehm... Diana... non siano andate bene... Io... sì, adesso sono un po' di corsa... scusa... devo partire e... devo lasciarti, devo spegnere il cellulare sull'aereo... Ti chiamo ancora quando torno, ok? Adesso--" comunicazione interrotta dalla fine del tempo concesso sulla segreteria. "Dove andavi così di fretta?" fece lui, senza rancore. Dana scosse la testa. "Un campo di biologi nello Utah." "Cosa c'era?" "Una tossina biomichimica piuttosto particolare. Mi hanno messo in quarantena per quasi due mesi... e dopo... hm... mi c'è voluto un altro mese per decidermi a prendere l'aereo e venire qui." Mulder sorrise. "Però alla fine ce l'hai fatta." "Già... sì... forse avrei dovuto chiamarti... ma..." Dana sospirò. "Sapevo che se ti avessi chiamato, molto probabilmente avrei fatto un discorso molto più stupido di quello della segreteria e non sarei mai arrivata qui." Fox annuì. "Era... era il motivo per cui io ti scrivevo." Dana sorrise. "Mi dispiace. Puoi perdonarmi?" "Scully, non mi offendo per le visite a sorpresa, io non..." "No. Cioè... non intendevo questo... Non ho... non ho risposto a nessuna delle tue lettere, nemmeno alle tue chiamate..." "No, non è vero. Hai risposto a quella del mio matrimonio..." la voce di Fox scivolò via. "Sì, è vero." Scully sorrise. "E'... hm... è stata una bella cerimonia..." Mulder poté sentire una vaga vena di banalità in quella frase. "Già. E... hai risposto anche a quella del battesimo di Belle... anche se so quanto è stato... duro, per te." "Bellefleur." sussurrò Scully. Alzò lo sguardo. "Non me avevi scritto il nome completo." "Non... non ce n'era bisogno." "Diana ti ha permesso di farle quel nome senza fare storie?" "Diana non ne sa niente. Le è piaciuto il nome perché... credo perché avesse deciso di accontentarmi in tutto... il contrario di adesso." Dana abbassò lo sguardo sulle proprie mani. "E' una bambina stupenda." Mulder annuì. "Mi dispiace di non essere venuta al battesimo, io..." "Non te la sentivi?" Scully prese un profondo respiro. "Esatto." "Ti do ragione." disse lui. Le sorrise. "Mi dispiace per tutto quello che è successo, Dana." "Anche a me." sussurrò. Mulder distolse lo sguardo da lei. "Di cosa, Scully?" "Di tutto. Del tuo trasferimento punitivo a Los Angeles, di come ti ho lasciato solo a fare tutto..." "Non è colpa tua... E poi... Los Angeles è bella, Salt Lake City fa schifo." Scully sorrise. Mulder si stava riferendo ad un vecchio caso, in cui era lei ad aver avuto una minaccia di trasferimento. "Sì, ma..." "Lontano dagli X-Files, lontano dai guai." disse. Scully annuì. "Sono stati ingiusti." "Lo so." Mulder le sorrise. "A parte la quarantena, che t'è successo di bello?" Dana ricambiò il sorriso. In quegli anni, dal 2000, quando Mulder era stato trasferito a Los Angeles, aveva mantenuto la sezione degli X-Files con quella stessa passione e devozione che aveva caratterizzato il lavoro di Mulder... magari con un po' di scetticismo in più. Il collega che le avevano affibbiato era leggermente svogliato e fannullone, ma a lei non interessava. Nelle indagini più difficili, nei casi più orribili, immaginava ancora di avere Mulder accanto a sé, avere la sua passione come sostegno, sapere che se lui avesse saputo come lei si stava comportando sarebbe stato fiero di lei. In fondo era stato un po' il suo maestro, visto che lei approdava agli X-Files fresca di accademia, con un'esperienza biennale di puro insegnamento. Non gli riferì che la sua vita sociale era - se possibile, diminuita. Ora era lei che era quella ossessionata dal suo lavoro. Non aveva neppure più Mulder con cui passare i venerdì sera al telefono a dire idiozie sul "Pianeta delle Scimmie" o a correre dietro a luci nel cielo. E tutto quell'isolamento, l'aveva voluto lei. Ed ora era lì, seduta al tavolo con lui, dopo sette anni, a chiedere perdono e a perdonare. Poi d'un tratto Mulder disse: "Torniamo là." "Dove?" fece lei. "A Bellefleur." "A Bellefleur?" fece lei. "Sì. Non sei curiosa di sapere quanto è cambiato in..." Mulder fece un rapido conto. "Quindici anni..." "Oh mio Dio..." disse Scully, coprendosi la bocca con una mano. Poi scoppiarono a ridere assieme. "Quindici anni, Mulder..." "Questo vuol dire che tu hai..." "Ah, no, Mulder, non dirlo!" lo fermò lei, sorridendo. "Be', che c'è di male? Io vado per i 46!" Mulder le regalò uno dei suoi sorrisi sinceri, che aveva ancora lo stesso effetto raddolcente di un tempo. Shady Grove Motel, Bellefleur, Oregon 28 aprile 2007, 7:07 pm "E' libera la camera 43?" chiese Mulder alla commessa del motel. "Mi scusi?" replicò lei. "La camera 43. Se libera la vorrei." "La 43..." La ragazza lo guardò un po' stupita e si chinò a controllare il registro. Accanto a Mulder, Scully lo guardò stupita. "43?" fece lei. "Come fai a ricordarlo?" "Non ricordi che ho una memoria fotografica?" ricevendo le chiavi, Mulder ringraziò la ragazza e lasciò la caparra, quindi assieme all'ex-collega s'incamminarono verso il piccolo bungalow contrassegnato con il numero "43". "Li hanno ristrutturati bene, dopo l'incendio..." fece lui. "Già..." fece Scully stupita. "E' vero, l'incendio." Entrarono, ispezionando l'ambiente. "Be'..." disse Mulder. "Sono passati 15 anni... ma si sa che in questa contea il tempo non è costante..." Scully rise. Effettivamente l'interno della stanza sembrava aver conservato il vecchio stile fine anni Ottanta. Si sedette sul letto e osservò Mulder girare per qualche istante, un po' imbarazzato. "E' stato qui che mi hai raccontato di tua sorella per la prima volta." "E qui..." disse lui, fermandosi davanti al muro. "Che ci siamo abbracciati per la prima volta." Dana sorrise. "Sì... ricordo." Mulder si sedette accanto a lei. "Mi sono chiesto una cosa, in questi anni Scully..." abbassò lo sguardo. "Be'... sai... il... hm... perché del mio trasferimento... per farmi smettere di lavorare sugli X-Files... o per dividerci? In fondo... Tu hai continuato il mio lavoro, che differenza fa?" Dana sorrise appena. "Che io sono più scettica?" "Forse..." "Sai, Mulder..." Scully si bloccò a metà della frase. "Cosa?" "Hmm... Avevo chiesto anch'io il... ecco..." "Avevi chiesto anche tu il trasferimento?!" esclamò lui. Dana annuì. "Non me l'hanno concesso. Hanno detto che avevano già mandato due agenti a Los Angeles. Tu e Diana." "Bastardi..." sussurrò Fox. "Poi... Ecco... Tu... hm..." "Già... io mi sono sposato con Fowley, quindi... Dio, Scully, mi dispiace..." Scully sorrise e passò una mano tra i capelli di lui. "Ehi. Io... pensavo che... che voi sareste stati contenti assieme. Davvero." "Grazie, Scully..." Fox prese la mano di Scully tra la sua e la baciò delicatamente sul dorso. "Hai... hai sofferto tanto, vero?" Lei abbassò lo sguardo, la sua mano ancora prigioniera di Fox. "Dana..." "Ho cercato di staccarmi da te, Mulder... per quello che non ti rispondevo mai... ma... ho letto tutte le tue lettere... ho conservato anche i messaggi che mi lasciavi sulla segreteria telefonica... Ho... Ho trovato dei gusci di semi di girasole nel cassetto della tua scrivania..." Dana sorrise, cercando di scacciare indietro le lacrime. "Li ho tenuti." Mulder sorrise. "Dio mio, Scully... Io... io ti amo." Scully girò lo sguardo di colpo. "Mulder, ti prego..." "Il mio matrimonio con Diana è fallito... è fallito perché ho sposato la donna sbagliata. Io... io sapevo già di amarti allora, lo sapevo... L'ho sempre saputo... ma... io... Scully... ho... ho creduto che... così sarebbe stato più facile dimenticarti... E invece è stata una tortura... Per te, per me, per Diana, e anche per Belle..." Dana annuì. "Giusto, Belle. Mulder, ora tu hai una figlia, devi pensare a lei." Si alzò in piedi. "Era... era meglio se non venivo a trovarti. Non... non avrei mai dovuto." "Dana... il nostro divorzio era già in atto da tempo." "Ecco... appunto... avrei dovuto... tenermi in contatto con te, così..." "Così l'avrei capito prima e Belle forse nemmeno sarebbe nata." Dana abbassò lo sguardo. "Quello che è fatto è fatto, Scully. E io non rinuncerei a Belle per niente al mondo. Ma è meglio avere genitori divorziati che genitori che litigano sempre... e lo dico per esperienza." Dana sospirò. "Mulder... io credo che sia meglio che io ritorni a Washington." "Scully..." "Mulder, non... non mi vuoi capire. Io devo tornare a Washington..." "Scully, ma che stai dicendo?" "Sto dicendo che tu devi... devi cercare di fare pace con Diana." "Cosa?!" "Io... io Mulder... io sono venuta a dirti che..." Scully si morse le labbra. "Che sto... sto pensando a sposarmi." Mulder si sentì aprire un varco sotto i piedi. Si sentì crollare, rivide quella stanza prendere fuoco e sperò che la terra lo ingoiasse per sempre. "Sono... sono venuta per parlartene di persona... io... hm... ho... ho conosciuto un ragazzo... un uomo.... e... ecco, andiamo molto d'accordo e l'altro mese lui... sì, mi.. mi ha chiesto di sposarti..." Scully scosse la testa. "Di sposarlo... Io... io gli ho detto di sì." Mulder inspirò lentamente. --Pensavi che ti stesse ad aspettare per sempre?-- pensò. "E allora... a quando il grande giorno?" "Hm... non... non abbiamo ancora deciso..." Fox annuì. "Ok... allora..." Si sforzò di sorridere. "Congratulazioni." "Grazie.." disse lei. "Io... sì, forse avrei dovuto dirtelo prima... è che... abbiamo avuto così tante cose da raccontarci che... non sapevo da che parte iniziare." Frugò nelle tasche ed estrasse una busta. "Poi... ecco... c'è questa. Credo che questo sia il posto più adatto, per dartela." Fox ricevette la busta, domandandosi cosa ci fosse di tanto importante da essere recapitata di persona. Le mani di entrambi tremavano. Mulder aprì con cura la busta. C'erano una foto ed un biglietto, scritto con la grafia precisa ed elegante di Scully. "Samantha Ann Debian, 1121 Spotnizt Street - Gilligan Island - New York. Tel. (202)555-0712" Mulder estrasse la foto, che ritraeva una donna, un uomo e due bambini. Alzò lo sguardo, in cerca di una risposta. "E' tua sorella, Mulder." disse lei. "E' sempre stata là, ha due figli, una femmina, Teena, e un maschio, Fox." Mulder si morse le labbra per non piangere. Scully proseguì. "E' sposata con Hermann Debian, ha alcuni ricordi del suo rapimento... per lo più immagini sfuocate. E... ricorda di averti incontrato dieci e passa anni fa in un bar, dove l'ha accompagnata suo padre." Mulder annuì. "Non te l'ho mai detto." disse lui, sentendo rimorsi. "Credo... credo che l'X-File degli X-Files sia svelato. Ora... Non abbiamo più motivo di essere una squadra." Fox annuì. Era vero. Tristemente vero. Dana osservò l'ex-collega fissare per diversi minuti la foto. Quasi si pentì di avergli raccontato tutte quelle menzogne sul suo matrimonio, su un uomo che si era inventata di sana pianta, su una relazione che aveva sempre rifiutato. "Forse è meglio che vada." "No... aspetta Scully... aspetta, ti prego." Dana si girò verso di lui. "Mulder..." "Questa... questa sarà la nostra ultima notte assieme. Passiamola come si deve." Dana sorrise, trattenendo a stento le lacrime, ed annuì. Shady Grove Motel, Bellefleur, Oregon 29 aprile 2007, 2:12 am Il letto era piccolo, ma i loro due corpi nudi, abbracciati ci stavano alla perfezione. Infatti tutto era stato perfetto quella notte. Scully si mosse appena contro il corpo del collega, il suo viso appoggiato alla spalla di lui. "Non ti dimenticherò mai, Mulder." sussurrò. "Nemmeno io." sussurrò lui. "Sarai per sempre nel mio cuore, Scully..." Dana sorrise. "E tu nel mio." si accoccolò accanto a lui, chiudendo gli occhi per meglio godersi gli ultimi attimi di amore. 1013 Carter street, Los Angeles 4 maggio 2007, 5:25 pm Appena Mulder aprì la porta, Diana Fowley gli piazzò in mano il voluminoso zaino della figlia. "Ha voluto portarsi mezza casa, non è colpa mia!" esclamò. Mulder appoggiò il bagaglio al divano, prendendo in braccio la figlia che era corsa allegramente verso di lui. "Ehi, piccola." "Vengo a prenderla domenica sera a quest'ora, va bene?" fece Diana, girandosi. "Aspetta." disse Fox. "Vorrei parlarti un attimo." Poi si rivolse a Belle. "Perché non vai a dare da mangiare ai pesci?" La bimba annuì allegra e corse verso lo studio. "Senti, Fox, se è per i due giorni che hai perso con lei, te li farò recuperare..." "No." la interruppe lui. "Stavo pensando... ai giorni che abbiamo perso tutti assieme. Noi tre. Come famiglia." Diana non parlò. "Vorrei... oh, Dio... Io... vorrei ritentarci un'altra volta, Diana." Fowley sorrise. Un sorriso che Mulder adorava... o forse che aveva imparato ad adorare, in sostituzione di un altro... "Vuoi dire... che possiamo fare un altro tentativo, che vivremo ancora assieme?" Mulder annuì. Si abbracciarono e si baciarono dolcemente. Sbirciando a dietro lo stipite, Bellefleur sorrise: che bello avere due genitori che si vogliono bene... FBI, Quartier Generale di Washington Sezione X-Files 15 guigno 2007, 7:07 pm "Ehi, Scully!" Una voce nota la distolse dai suoi pensieri sul panorama caotico che aveva di Washington dal suo ufficio. Si girò verso la porta d'ingresso che aveva lasciato socchiusa. "Ciao, Marshal." disse lei. "Che c'è? Non dirmi che hai bisogno aiuto..." "No... Figurati. Le tue super-idee mi sono utili per tutta la settimana, ma di venerdì sera, sei tu che hai bisogno delle mie." Scully lo guardò stupita. Ed Marshal era un agente della VCS con pochi anni di esperienza in più di lei. Si erano sempre dati una mano, fin da quando si erano conosciuti due anni prima. "Intendo," riprese lui. "cosa ne dici di andare a cena assieme, 'sta sera?" "Marshal..." "Su, Scully, dài. Dimmi di sì." Dana sorrise. "Sì." L'amore che condivisero rimase per sempre un segreto tra Dana Scully e Fox Mulder. Niente trapelò dai loro cuori. Non ne uscì l'ultima notte a Bellefleur in Oregon, l'ultimo addio, la loro prima e ultima notte d'amore. Né dei loro sentimenti, profondi e perenni, infiniti e profondi. Non lo seppe mai Bellefleur Mulder, non lo seppe mai Diana Fowley in Mulder, con la quale lui annullò ogni causa di divorzio in corso. Non lo seppe Edward Marshal, il marito di Dana Scully, né i loro due figli adottivi. Fu il loro ultimo patto segreto. FINE *** LO ODI VERO? Immagino che a nessuno piaccia questa prospettiva e nemmeno a me... ma è solo un racconto, non il telefilm!!! L'ho scritto per esorcizzare il male! La odi? Ok, scrivimi per dirmelo! ;) Ditemi cosa ne pensate, scrivetemi, per favore!!! xmcarter@libero.it © text copyright 99, Castiglioni Ti piace questa fanfic? La odi? Fammelo sapere. Ma sii gentile... :) xmcarter@libero.it Il mio sito è finito! (X-Files, Music and Software:)) "La Città delle Stelle" - http://digilander.iol.it/xbellatrix/ Archived by "The City of Stars" by Melody Morgan Carter Feedback means everything to an author. (Nicole Van Dam) Feedback makes the world go round. (Nicole Perry) Feedback makes the world a better place for you and me. (Krikkit) © Text copyright 99, Castiglioni FEEDBACK!!!!!! Please please pleaseeeeee!!!!!!! SCRIVETEMI!!!! E-Mail me, please!!!!!!!! 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