Monica Monti Castiglioni THE MEMORY OF TREES Caso X-2MC04111298 Dedicato alla Mia Lothlòrien Lothlòrien Forest, Stato di Washington Mercoledì, 11:21 am Il respiro diventava fumo e si dissolveva verso il cielo bianco di nubi gravide di pioggia. La foresta era umida e illuminata da una luce bianco sporco che sembrava filtrare dalle vetrate di una cattedrale romana. Mentre i due robusti uomini camminavano, l'unico rumore era quello delle loro suole che schiacciavano le foglie secche del bosco. Si fermarono davanti a un grosso albero segnato con una croce arancione. "Be', è questa la vittima di oggi?" chiese uno dei due. "Hai il cuore troppo tenero per essere un taglialegna, Joe." "Che vuoi che ti dica? Quand'ero bambino venivo in questi boschi con mio padre. Leggevamo gli anelli degli alberi tagliati." Batté la mano robusta sulla corteccia. "E' sotto uno di questi alberi che ho conosciuto mia moglie." L'altro lo guardò, brandendo la motosega. "Conosciuto in senso biblico?" Ma evidentemente Joe non lo stava ascoltando. Stava guardando stupefatto la corteccia della "vittima". "Mitch... Ma guarda un po' qui..." "Che c'è?" Indicò un punto del tronco in cui la corteccia era molto corrugata. "Sembra una cicatrice." disse lui. Mitch sospirò. "Sì, come quando un ramo di spezza. Dai, forza, Joe, togliamoci il pensiero." "No, aspetta. Noi dovremmo raccogliere un legno così rovinato? Hanno segnato male l'albero." Mitch batté la mano sulla croce arancione. "Ragazzo, la vedi questa X? Forse avevano delle ragioni per tagliarlo. Forse sanno che questo legno assomiglia alla radica." "Sanno... cosa vuoi che ne sappiano..." "Joe, piantala e prendi quella sega, forza!" L'altro obbedì silenziosamente e assieme iniziarono a tagliare il grosso tronco a circa 30° l'uno dall'altro. Scalfirono la corteccia quasi nera, scoprendo il corpo bianco avorio dell'interno della pianta. Poi d'un tratto il legno diventò rosso. I due taglialegna si tirarono indietro di colpo. La macchia rossa si espanse sul legno appena scoperto e un denso liquido cremisi imporporò il tronco. "Oh mio Dio, Joe..." "Mitch... quell'albero sta... sanguinando..." Abbandonati tutti gli attrezzi e la pianta stessa, i due uomini ripresero il cammino di corsa per uscire dalla foresta. Il più alla svelta possibile. Georgetown, Appartamento di Dana Scully Venerdì, 6:29 pm Nonostante fosse a conoscenza del poco tempo e dello scarso pollice verde di sua figlia, Margaret si ostinava a regalare piantine a Dana. Ora la donna stava innaffiando una Santa Paola, osservandola attentamente quasi con la curiosità di quando era una bambina. Le foglie grassottelle della pianta si aprivano allo scarso sole con tutta la loro estensione, salendo con la loro peluria ruvida verso il soffitto come funghi da tronchi di alberi. Il seme giallo sole risaltava sul rosso scarlatto dei petali morbidi e gommosi. Scully sorrise. Le faceva piacere avere piante in casa, rallegravano l'ambiente. Ma puntualmente morivano dopo pochi giorni. Melissa era molto più brava di lei a curare le piante. Lo era sempre stata. Chiuse gli occhi, immergendosi nei ricordi. Miramar, anni prima. Il giardino davanti alla casa, visto dalla finestra della loro stanza. Dana era affacciata a guardare sua madre e sua sorella tagliare le rose e sotterrare sapientemente le radici di fiori di vetro dai colori vivaci. "Ehi, Dana! Togli il naso dai libri e vieni in giardino!" La voce di Melissa. Dana sorrise, scostandosi dietro l'orecchio un ciuffo di capelli rossi che cadeva dalla coda. "Sto arrivando!" Quando riaprì gli occhi, Scully era di nuovo nel suo appartamento ad accarezzare le foglie gommose della Santa Paola. Chiuse gli occhi e le lacrime caddero sulle sue guance. Le mancava Melissa, le mancavano i tempi felici. Quando sentì bussare alla porta trasalì. Si alzò in piedi, asciugandosi gli occhi con la manica della camicia. Guardò attraverso lo spioncino. Mulder? Ma non doveva essere a New York, adesso? Non doveva partecipare a quella conferenza? Aprì la porta. "Mulder!" fece, sorpresa. "Che ci fai qui?" "Ci ho ripensato." disse, alzando le spalle. Scully annuì. Ci furono alcuni attimi di silenzio, poi alla fine Mulder, non poco sorpreso, le chiese: "Posso entrare?" Dana sussultò. "Oh, sì, certo, vieni." Chiuse la porta dietro di lui. "Che cosa t'ha fatto cambiare idea sulla conferenza a cui non hai avuto mai la minima intenzione di andare?" Fox si girò verso di lei sorridendo: "Be', sono riuscito a sgattaiolare via prima di perdere... prendere l'aereo." "Non voglio nemmeno sapere come." Scully fece un gesto in aria con una mano, a metà tra l'irritazione e la rassegnazione. "Ho scoperto una cosa, l'ho letta su un giornale che ho preso all'aeroporto e..." "Cosa c'è che mi fa pensare che il mio programmato week-end di pace e riposo sia rovinato?" sospirò lei. "Scully, hai pianto?" sussurrò Mulder. Lei girò lo sguardo di scatto. "No, Mulder, che stai dicendo?" velocemente raccolse l'innaffiatoio dal tavolo e si diresse in cucina quasi di corsa. Fox si girò verso il tavolo e notò la Santa Paola. Scully rovesciò l'acqua rimanente nel lavandino, quindi si tamponò gli occhi con acqua fredda e si affrettò ad asciugarli. "Fiore di vetro?" le chiese lui, quando Dana tornò in sala. "Santa Paola." Mulder annuì. "Non sono un esperto di piante." "Nella mia famiglia lo era Melissa." si lasciò sfuggire lei. Fox intuì che cosa doveva essere successo poco prima del suo arrivo. "Mulder, che cosa sei venuto a dirmi?" gli chiese sedendosi sul divano. "Ah, giusto. Ho trovato un articolo." Estrasse dalla tasca interna della giacca e glielo porse. Scully lo prese e lesse: "'Scomparsa altra coppia all'interno del bosco maledetto.' Bosco maledetto? Mulder, oltre a luci verdi e cose del tipo c'è altro che devo sapere sul bosco?" "Niente omini verdi, questa volta, Scully." "Omini grigi?" "Nemmeno." "Allora cos'è che ti ha attirato così tanto del caso?" Mulder sfoderò un sorriso enorme: "Il fatto che mi abbia evitato la conferenza." Dana sorrise. "Oh, temo di aver capito." "Prenoto due biglietti per Seattle?" Dana chiuse gli occhi. "Dammi almeno il tempo di preparare la valigia." "Non tieni più la tua bella valigietta per partenze di emergenza?" Scully esclamò con tono esageratamente lamentoso: "L'ho disfatta tre ore fa!" Mulder guardò l'orologio e Scully alzò gli occhi al cielo. "Prenota i biglietti." concluse lei. "Sei uno stramaledetto schiavista. Ti odio." Fox le sorrise, guardandola scomparire dietro la porta della camera: "Tanto lo so che non è vero!" Seattle, aereoporto Sabato, 3:21 am "Scully?" "Mhmfff..." "Scully..." "Ancora cinque minuti." protestò lei, ma quando sentì due mani armeggiare sui suoi fianchi, trasalì, aprì gli occhi di colpo, cercò di tirarsi in piedi e, urtando con il capo contro la parete dell'aereo, ricadde indietro. "Ahu..." "Scully, calmati..." Riconobbe la voce di Mulder. Aprì gli occhi e vide le sue mani che le stavano allacciando la cintura di sicurezza. "Ehi...?" "Scusa, Mulder." "Un attacco di panico?" Fox si allacciò la propria cintura, quindi le passò una mano delicatamente sui capelli dove lei aveva appena sbattuto. Lei allontanò con calma la sua mano. "Sto bene, Mulder." "Appena scendiamo troviamo un motel, ok?" "Ah, questa è la cosa più bella che hai detto da ieri sera." "Non riuscirò mai a pareggiare il tuo 'Sei uno stramaledetto schiavista. Ti odio.'" Scully gli lanciò un'occhiata di sussiego. Betseda, Stato di Washigton Moonlight Holly Motel Sabato, 8:07 am Dopo lo sbarco, Mulder era riuscito a trascinarla ancora in giro per quasi tre ore su un autobus che li aveva condotti in paesino chiamato Betseda, ai confini della foresta. Quella mattina, Scully aveva rifiutato di puntare la sveglia. Fu Mulder a supplire all'inconveniente, bussando alla porta di comunicazione per cinque volte di seguito. "Cosa c'è?!?!" urlò Scully, senza aprire gli occhi. "Posso entrare, Scully? Sei decente?" "Sei tu che non lo sei." mugugnò lei, infilando la testa sotto il cuscino. "Scully, che ci fai ancora a letto?" "Credo di avere l'influenza." disse, la sua voce soffocata dalla lana del guanciale. "Oh, Scully..." Dana sbuffò e si mise a sedere tirandogli il cuscino addosso. "Ehi!" "Ho la febbre del sabato mattina, Mulder! Ma perché ti do sempre retta?" Scese dal letto, rabbrividendo. Lui rimise a posto il cuscino e le sorrise. "Perché ho sempre delle ottime intuizioni." "Se questa volta non esce niente che riguardi strettamente noi, vai avanti da solo." Fece un gesto veloce verso la porta. "Adesso vattene, devo cambiarmi." Lothlòrien Forest, Stato di Washington Sabato, 9:04 am "Fammi capire, Mulder. La polizia locale ha richiesto il nostro aiuto perché in questa foresta scompaiono diverse persone e..." "In realtà, la polizia ha chiesto l'intervento dei Federali, Skinner ha proposto a me il caso e..." "E tu l'hai imposto a me." Scully girò le pagine del fascicolo, mentre camminava accanto al collega. "Allora. Abbiamo un presunto serial killer che rapisce coppie e le uccide nel giro di una nottata, facendo ritrovare poi i loro corpi in una posizione rituale..." Scully osservò per qualche istante le foto. "...sdraiati paralleli al centro della strada." "A volte." "A volte?" Mulder sgranocchiò un seme di girasole, osservando assorto la foresta. "A volte viene ritrovato un solo corpo. Spesso si sono trovati degli indizi nel bosco. Pezzi di stoffa o oggetti appartenenti alle vittime. Sembra che lui riesca a nascondere non solo i corpi benissimo, ma anche se stesso. Nessun sospettato, nessuna pista." "La sua psicosi? Perché uccide..." Scully cercò nel fascicolo. "...spezzando il collo e ponendo i corpi in mezzo alla strada?" "Potrebbe derivare da un trauma." "Un incidente automobilistico." "Infatti." "E ultimamente è stato ritrovato un uomo, steso in mezzo alla strada, era un impiegato... mh... niente di particolare..." "Manca la compagna." disse Mulder. "Già... sempre un uomo e una donna?" "Sì. In generale fidanzati." "Con che criteri? Aspetto fisico? Età?" Mulder scrollò le spalle. "Le vittime sembrano essere scelte casualmente, forse le prime che vengono incontrate..." "Mi chiedo come mai il caso non sia passato prima all'attenzione dell'FBI." Mulder indicò il fondo della strada. Un capannello di uomini stava discutendo accesamente ai bordi della foresta, due uomini si stavano spintonando violentemente. I due agenti si diressero verso di loro e appena sfoderarono i distintivi il silenzio piombò nell'aria. Un uomo prese parola. "Siete qui per il killer, vero? Siete qui per quel bastardo?" Mulder osservò per qualche istante, prima di rispondere. "Stiamo facendo delle indagini." "C'è del marcio!" urlò un altro uomo. "Sta' zitto, Joe!" urlò il primo che aveva parlato. "Non sono un visionario." Joe si fece spazio tra gli altri. "E quello che ho visto è vero! Mitch ve lo potrà confermare!" "Peccato che Mitch sia famoso per le gare di birra, non è così?!" I due uomini stavano per riprendere a lottare, quando, Scully, alzando la voce, li fermò. "Possiamo sapere di che si tratta?" Joe si girò verso di lei. "Agente, io l'ho visto!" "Ha visto chi commette questi crimini?" gli chiese, mostrandogli la foto dei due corpi sdraiati sulla strada. Joe scosse lentamente la testa. "No. Ho visto solo il simbolo della corruzione!" "Di questo paese?" chiese Mulder. "No. Di questa Terra." I due agenti si scambiarono un'occhiata. "Di cosa sta parlando?" replicò Scully. "Sto parlando delle lacrime degli angeli." "Sta solo farneticando!" urlano altri. Mulder alzò una mano per chiedere silenzio. Joe proseguì. "Ho visto gli alberi sanguinare." Tirò un profondo respiro. "In questa foresta, gli alberi sanguinano. Accusano gli uomini di compiere azioni ignobili e..." "Sei un fanatico, Joe, lo sei sempre stato!" "Ora basta!" urlò lui. "Un momento." fece Scully. "Ha visto alberi sanguinare?" Joe annuì. "Io e Mitch eravamo andati a tagliare un albero, per le segherie, e abbiamo visto quel tronco sanguinare." "Quante volte è successo?" chiese Mulder. "Una sola." rispose il taglialegna. Indicò con gesto tutti quelli che aveva intorno. "Nessuno dei qui presenti ha voluto più tornare in quel luogo. Anche se non mi crede nessuno." Mentre la discussione si riaccendeva, Scully raccolse una copia del giornale locale che stazionava inosservata sul cofano di una delle macchine. "'Alberi Sanguinanti - Taglialegna fermati nel loro lavoro da sangue che sgorga dalla ferita inflitta alla pianta.'" Alzò lo sguardo. Joe la guardò: "Signora... agente, lei mi deve credere. Io non sono pazzo." Si sfregò le grosse mani tra di loro. "Io ho visto quel sangue e ho visto anche quella cicatrice." "Cicatrice?" chiese Scully. "Una cicatrice nel tronco dell'albero. Era... assomigliava al nodo che si forma quando un albero perde un ramo." Una macchina arrivò in quel momento. "Ma era lunga e... non poteva essere che quelli della segheria volessero un legno così rovinato. Non era niente che io abbia mai visto prima." Mitch, appena sceso dall'auto, lo interruppe. "Joe, piantala con questa storia. Quella era una normale cicatrice come se ne formano quando si spezza un ramo." "Ma è assurdo! Un legno così non sarebbe utilizzabile! Quella cicatrice deve essere comparsa nell'ultima settimana." Mitch si affiancò al compagno. "Indipendentemente da tutto, quello era sangue. Io l'ho visto..." Un'altra ondata di commenti li invase. "Possiamo vedere l'albero?" li bloccò Mulder. I due uomini si guardarono. "Be', io non ve lo consiglio." fece Mitch. "E' impressionante..." I due agenti si scambiarono un ennesimo sguardo. "Portateci là." disse Scully, con fermezza. I due taglialegna si guardarono e a malincuore si inoltrarono nella foresta assieme ai due agenti e alle altre persone. Lothlòrien Forest, Stato di Washington Sabato, 10:13 am Avevano camminato un bel po' prima di raggiungere l'albero. Sembrava una normale pianta, una grande pianta di bosco con una X arancione. I due agenti girarono dietro all'albero, trovando le due seghe abbandonate e l'apertura nel tronco. Scully sospirò e si piegò davanti alla nicchia contemporaneamente a Mulder. "Eccoci qui..." sussurrò lei. Commenti di stupore e orrore si stavano levando dagli uomini dietro di loro. "Meglio di insettini verdi succhialiquidi, non pensi Scully?" Lei sospirò. "Non sapevi niente di questa storia?" gli chiese, infilandosi le mani in tasca alla ricerca di guanti e provette. "No, questa volta proprio no." Scully raccolse delle schegge insanguinate dal tronco. "Spedirò questi campioni al nostro ufficio di Seattle, per vedere che risultati daranno. Cosa stai pensando, Mulder?" "Io? Niente." Scully alzò gli occhi al cielo, quindi si mise in piedi e chiese a Joe di portarli fuori di lì. Betseda, Stato di Washigton Moonlight Holly Motel Domenica, 5:25 pm "Mulder?" Seduto al tavolo sotto la finestra, Fox alzò lo sguardo. "Perché finisco sempre per lavorare il sabato e la domenica fino a tardi?" Fox sorrise. "Perché sei la mia collega?" Scully si stirò, allungando le gambe sul letto. "Già, credo di sì." Il cellulare trillò e lei si mise al computer. "Sta arrivando il fax." Pochi minuti dopo aveva i dati sullo schermo del suo portatile. "Allora, Mulder, quello che abbiamo trovato è sangue di una donna, razza caucasica..." "Una donna?" "Sì. Ti stupisce?" "Be', a dire la verità sarei stato certo che quello fosse il sangue di uno dei due taglialegna." "Ci avevo pensato anch'io." convenne lei. Poi osservò lo schermo. "Mulder... Ho come una mezza idea..." "Una mezza idea?" chiese lui. "Sì... Però è un po' strana." "Ah, dilla." Lothlòrien Forest, Stato di Washington Domenica, 7:07 pm Evidentemente allo sceriffo non gradiva essere disturbato di domenica. Ma quello era un caso di emergenza. Scully e Mulder stavano camminando intorno al tronco. "Cosa credete di trovarci?" fece lo sceriffo, in mezzo a due dei suoi uomini. Dana fece passare una mano sulla profonda ruga della pianta. "Aprite questa... cicatrice." I tre uomini si guardarono, ma non si mossero. "Va bene, allora, forniteci un piede di porco, lo apriremo da soli." concluse Mulder. Lo sceriffo fece un cenno all'uomo alla sua destra. Questi andò verso la macchina, estrasse una cassetta degli attrezzi e la portò fino a tre metri dalle radici dell'albero, allontanandosi poi di nuovo. "Grazie." disse seccamente Scully, estraendo un paio di tenaglie. Scully osservò il tronco e vide i tre ufficiali allontanarsi ulteriormente da loro. Mulder la raggiunse, un'occhiata e iniziarono ad attaccare il tronco. Dopo faticosi minuti di lavoro, la corteccia si spezzò sotto la pressione di Mulder e un cumulo di schegge schizzò in avanti. "Mulder." sussurrò lei. "Ci siamo." Fece altrettanta pressione sull'altro lembo di corteccia e un varco si aprì davanti ai loro occhi. Un varco abbastanza grande per vedere l'interno della pianta. Mulder osservò la cavità e poi lanciò uno sguardo alla collega. --Un punto per te, Scully.-- pensò. "Che succede?!" esclamò lo sceriffo da lontano. "Venga a vedere coi suoi occhi." concluse Scully. Lui girò alla larga della pianta assieme ai suoi due uomini, sbirciando al di sopra delle spalle di Mulder e Scully, dentro la pianta. Una donna dai capelli castano chiaro sorrideva beatamente morta. Betseda, Stato di Washigton Stazione di Polizia, obitorio Martedì, 7:07 pm Mulder osservò l'elenco degli esami appena conclusi sul corpo della giovane ritrovata all'interno dell'albero. "E' morta asfissiata, probabilmente all'interno della corteccia ha cominciato a mancare ossigeno. Sulla caviglia destra ha una ferita provocata dagli strumenti dei taglialegna. E' da lì che è uscito il sangue che ha sporcato l'albero." gli spiegò Scully, togliendosi guanti e camice. "Cos'è questo, Scully?" Mulder indicò la formula di un composto chimico su uno dei fogli. "Linfa. E' stata trovata all'interno del sistema circolatorio sanguigno. Quelle sorte di radici bianche che legavano le braccia avevano dei capillari sottilissimi che filtravano per pochi millimetri sotto la pelle." "Come aghi di flebo." "Infatti. Solo che erano capillari sottili come pungiglioni di zanzare." Mulder annuì. "Come lo sapevi?" Dana rivolse lo sguardo altrove. "Be'... Tempo fa, quando ancora studiavo medicina, Melissa mi raccontò una leggenda. Diceva che..." Scully scosse la testa. "Mulder, non c'entra niente, lascia stare." "No, dimmela, voglio saperla. Insomma, è stato grazie a questa leggenda che hai capito che si trattava di questo, no?" "Be'..." Scully si sedette di fronte a lui. "Mia sorella diceva che gli alberi hanno la funzione di proteggere gli uomini. E quando c'era qualche cose che non andava, li inglobavano in sé, per proteggerli. In questo caso, la morte risale più o meno a due settimane fa e forse questa donna doveva essere protetta dal..." "Serial killer che stiamo inseguendo." concluse Mulder. "Ma nella leggenda li asfissiavano sempre?""No, i tronchi si riaprivano come foglie e fiori allo spuntare dell'alba.""C'è qualcosa che ha cambiato questo procedimento, Scully." "Mulder..." "Aspetta, Scully, tu come te la spieghi la ragazza nel tronco?" "Mulder, gli alberi non hanno muscoli, non hanno la capacità di richiudersi su se stessi in pochi minuti. Lo possono fare fiori e foglie, ma il tronco non è vivo." "Facciamo esami più approfonditi, allora, controlliamo che quell'albero non sia stato manomesso. Ma sai già che sono inutili e sai già cosa ci troveremo. Perché sei stata tu a trovare questa pista."Scully non aveva alzato lo sguardo dal lenzuolo azzurro. "Mulder..." Sospirò. "Io credo di essere stanca. Ho bisogno di farmi una doccia e di infilarmi a letto." "Non vuoi ammetterlo, vero?" "Ammettere cosa?" "Che ci sia qualcosa di strano, di leggendario in questo caso." "Le leggende non sono realtà, Mulder." "Ma da quello che ho visto tentano di salvare la gente." Betseda, Stato di Washigton Moonlight Holly Motel, stanza 213 Martedì, 10:13 pm Nessun'opera era stata osservata così a lungo quanto quel muro bianco screpolato che si alzava tra lei e il bosco dietro al motel. Non riusciva ad ammettere che realmente la leggenda che sua sorella le aveva raccontata fosse vera. E poi perché lì? Perché in quella foresta e non in quella di Bellefleur in Oregon? Sospirò. Mulder aveva insistito troppo su quel fronte. Lei si era stancata. Si alzò in piedi, frugando nella valigia alla ricerca di qualcosa che non si portava mai dietro, ma quella volta ne aveva sentito il bisogno. Estrasse un walkman, si aggiustò le cuffie sulle orecchie e si infilò a letto, spegnendo la luce. Cercò a memoria il tasto play, quindi chiuse gli occhi, come se non volesse vedere il buio schiarirsi per la luce che filtrava dall'esterno. La musica partì poco dopo. Era una dolcissima melodia senza parole, l'unica voce femminile registrata in multi-vocals appariva anch'essa come un strumento. "Sentila, sembra un coro di angeli." Scully sorrise, al ricordo della voce della sorella quando le aveva regalato la cassetta. In quel momento, Dana ebbe l'impressione di sentir cantare un coro di angeli in una foresta. Ali bianche e aureole dorate. Scintille d'argento e oro che accompagnavano le note fluttuanti nell'aria come soffici sfere piumate in mezzo a uno svolazzare di candidi abiti bianchi. Stava sognando. Stava sognando di camminare in mezzo a questa foresta popolata di spiriti divini, di angeli di Dio. Si voltò, cercando istintivamente Melissa. Mulder?, sussurrò, trovando il collega. Mulder, hai visto? Hai visto quant'è bello? Lo prese per mano. Non aver paura, vieni. Gli angeli iniziarono al alzarsi in volo, sopra di loro. Scully alzò la mano libera, aspettate!, gli angeli sorrisero e su di loro iniziò a piovere una soffice polvere brillante. Mulder, se ne stanno andando. Guardarono su, verso il cielo, quasi tutti gli angeli erano svaniti. Si vedevano solo le stelle. Le stelle e le foglie dei grandi alberi della foresta. Scully uscì dal dormiveglia quando la canzone finì. Si girò, osservando distrattamente i mobili azzurrognoli intorno a sé. Poi si riaccoccolò tra i cuscini, ascoltando la canzone successiva. "I walk the maze of moments But every where I turn to Begins a new beginning But never finds a finish..." Betseda, Stato di Washigton Moonlight Holly Motel, stanza 211 Martedì, 11:14 pm Mulder si stirò nel letto. Sentiva confusamente i rumori venire dall'esterno e le pareti del motel erano così sottili che fino ad un'oretta prima aveva potuto sentire Scully rigirarsi nel letto. Quando sentì bussare alla porta si costrinse ad uscire dal quel beato dormiveglia e a mettersi a sedere sul letto. "Che c'è?" disse. Nessuna risposta. Si alzò in piedi. Ora che ci pensava non sapeva se il rumore era venuto dalla porta di congiunzione delle due camere o dal quella sull'esterno. Aprì lentamente la prima, osservando Scully stesa sul letto. Poteva percepire un soffice rumore meccanico. Si avvicinò lentamente, i suoi occhi si stavano ancora abituando al buio dopo il sonno. Si inginocchiò accanto al letto della collega. "Scully?" Lei non rispose. Mulder si accorse che indossava un paio di cuffie. Sorrise. Fece per togliergliele, sentendo la musica che proveniva dal lettore portatile con autoreverese. "You go there you're gone forever I go there I'll lose my way If we stay here we're not togheter Anywhere is..." "Mi pareva strano che ti addormentassi con i Megadeth..." sussurrò lui, cercando di toglierle le cuffie. Ma Scully si mosse del sonno. "Mamma, me l'ha regalata Missy..." Mulder sorrise e rinunciò nella sua impresa. La mattina dopo si sarebbe ritrovata le pile scariche, ma almeno non l'avrebbe svegliata. Si alzò in piedi e si ritirò in camera propria. Appena chiuse la porta sentì di nuovo bussare. Questa volta era certo che venisse dalla porta sull'esterno. Raccolse in fretta la pistola, cercò di guardare fuori attraverso la finestra, ma non vide nulla. Aprì la porta lentamente, portando avanti la pistola. "Chi è?" Nessuna risposta. Solo rumore di passi davanti a sé. Si guardò in giro, senza vedere niente di sospetto. Uscì dal porticato, camminando per un centinaio di passi davanti a sé. Poi vide un'ombra, che si muoveva dietro il motel. Invertì direzione e si diresse velocemente verso la foresta. L'ombra svanì confusa tra le altre. "Chi sei?!" urlò all'aria umida della notte. "C'è qualcuno là?!" Si addentrò nel bosco, tenendo ben stretta la pistola tra le mani. Le ombre che parevano muoversi in lontananza viste di striscio si fondevano con immobili forme d'albero ad una visione più attenta. D'un tratto sentì un ramo spezzarsi dietro di sé, si girò di scatto puntando la pistola al buio. "FBI!" urlò, avanzando. Maledizione, c'era anche un freddo polare. Camminò in avanti. La luna piena in cielo dava una visione in azzurro e nero della zona. Osservò l'albero: sul tronco nero spiccava una zona circolare bianca umida. Il punto in cui un ramo era stato appena spezzato. Ma non fece in tempo a pensare niente, perché qualcosa lo investì alle spalle. Piombò in avanti, scontrandosi con il tronco, mentre un ramo spezzato di abbatteva di nuovo sopra di lui. Poi un urlo. Betseda, Stato di Washigton Moonlight Holly Motel, stanza 213 Martedì, 11:29 pm Il suono secco dell'autoreverse la fece svegliare. Scully sospirò, sfilandosi le cuffie e spegnendo il walkman. Le era sembrato di percepire un urlo, ma probabilmente era solo una sua fantasia. Perché diavolo faceva così freddo? Si stropicciò gli occhi, mettendosi a sedere sul letto. Si alzò per prendere una coperta, quando si accorse che da sotto il rudimentale serramento che faceva da porta di comunicazione filtrava luce. "Mulder..." sospirò. Ma perché faceva così freddo? Si infilò le scarpe velocemente e si mise sulle spalle un maglione. Bussò sulla porta, poi l'aprì. "Mulder..." La porta aperta? Sospirò e il suo fiato divenne vapore. "Mulder." lo chiamò. Guardò sulla soglia. Dove diavolo era finito? "Mulder!" chiamò. "Mulder, sono le..." Guardò il suo orologio da polso che non si era tolta prima di dormire. "...undici di notte, possibile che non te ne puoi stare a letto..." La porta era aperta. Mulder non era nella camera. "...Dannazione..." Scully si precipitò in camera, prese la cornetta del telefono e chiamò il cellulare di Mulder, che suonò nella stanza accanto. Quindi compose il numero della polizia. Non fu sorpresa, ma solo irritata nel sapere che le forze dell'ordine non avevano sguinzagliato uomini in giro per Betseda per controllare le strade. Avevano solo implorato la gente di starsene in casa.E lei aveva avuto subito l'impressione che allora il serial killer aveva chiamato le sue vittime. Mulder. E l'altra doveva essere lei. Mentre parlava al telefono si vestì di corsa, quindi interruppe la comunicazione e prese la pistola. Stava per infilarla nella cintura, quando una figura irruppe dalla stanza di Mulder, gettandosi addosso a lei. "Non posso perderti!!!" urlò una profonda voce maschile. "FBI!" urlò Scully, ma la sua pistola era caduta lontano da lei. "Non posso perdere tutte e due le mie vittime!" "Fermati!" gridò di nuovo lei, cercando di allontanarlo, di raggiungere la pistola e ragionare allo stesso tempo. Aveva già sentito quella voce. Dove? Nel bosco? "La prego! Si fermi!" urlò l'uomo, buttandola definitivamente per terra. Scully cercò di toglierselo di dosso. "E' successo anche a loro!" Dana si divincolò dall'uomo, scalciandolo, raggiunse la pistola, si girò di scatto, puntandogliela contro. Senza distogliere lo sguardo accese la luce e l'altro si buttò indietro, coprendosi il volto. "L'automobile!!!" urlò. "Sceriffo?!" esclamò Scully. "L'automobile, l'automobile sta venendo verso di noi!" continuava l'altro, contorcendosi sul pavimento. Scully raccattò le manette dalla giacca. Non le ci vollero molti sforzi per legare lo sceriffo al letto. "Che è successo?" gli chiese, senza ottenere altro che "Dobbiamo spostarci, spostarci, andiamocene..." "Di che sta parlando, sceriffo?" "Il nostro giorno... in breve... deve arrivare..." Scully rabbrividì. "No... non è giusto..." Scully sentì bussare alla porta. Si alzò e aprì, lasciando entrare due poliziotti. "Lo sceriffo?!" esclamò uno dei due. "Devo uccidere..." sussurrò lui. "Che è successo?" disse il secondo poliziotto. "Mi ha assalita. E credo che..." Scully deglutì, osservando la porta aperta della camera di Mulder. Si inginocchiò di fianco all'uomo. "Dov'è Mulder?" "L'ha preso... e non posso lasciarmi scappare la donna!" La sua voce crebbe fino ad un urlo. "Tu devi morire, tu sei la vittima che ho scelto!" "Oh mio Dio..." fecero i due uomini. "Deve dirmi dov'è Mulder!" urlò Scully, ormai in preda al panico. "L'hai ucciso?! Hai ucciso Mulder?!" Gli occhi dello sceriffo si spalancarono con orrore. Poi, nonostante tutte le pressioni di Scully, rimase in silenzio. Betseda, Stato di Washigton Dipartimento di Polizia Mercoledì, 8:07 am "Le strade risultano vuote, agente Scully." Dana annuì, osservando lo sceriffo dietro le sbarre. Erano passate ormai più di otto ore dalla scomparsa di Mulder. "Abbiamo mandato una pattuglia per il bosco." La donna annuì di nuovo. "La versione dello sceriffo è confermata. Sua moglie morì in un incidente, vennero investiti entrambi da un pirata della strada, il collo di lei fu spezzato nell'impatto e morì sul colpo. Lui sarebbe morto di lì a poco se una macchina non si fosse fermata a soccorrerli. Erano sposati da un paio di settimane." Scully si alzò in piedi e andò verso l'omicida. "Mi dica dov'è Mulder. Dove ha nascosto..." Scully rabbrividì. "...il corpo?" "Non ho ucciso il suo collega." sussurrò. "Non so nemmeno dov'è... E' stato... è stato un orrore." "Un orrore è tutto quello che ha fatto." "Un orrore è quello che hanno fatto a mia moglie." Scully uscì quasi di corsa dalla stazione di polizia. Ritornò al motel. Camminò per qualche istante per la camera di Mulder. Si sedette sul letto disfatto. No, non poteva nemmeno immaginare la vita senza di lui. Non ci riusciva e non voleva. Si alzò in piedi e camminò verso l'uscita, girandosi per dare un'ultima occhiata alla stanza già in disordine nonostante Mulder ci avesse vissuto solo per poche ore. Chiuse gli occhi e scosse la testa. "Non può finire così... non per uno stupido caso..." Il multi-vocals. Scully aprì gli occhi di scatto e corse in camera sua. Sollevò le lenzuola, trovando il walkman. Lo sceriffo aveva ammesso di aver bussato sulla porta delle loro stanze e lei non l'aveva sentito. Non l'aveva sentito perché stava ascoltano musica. Stava ascoltando "The Memory of Trees". Gli alberi. Gli alberi l'avevano salvata e forse avevano tentato di salvare anche Mulder. Uscì di corsa dal motel, inoltrandosi nel bosco. Girò di corsa per diversi muniti, incontrando la pattuglia della polizia di Betseda. "Agente Scully!" esclamò uno degli uomini che giorni prima avevano presenziato al taglio dell'albero. --Dio mio, no!-- urlò Scully, vedendo l'espressione contrita dell'uomo. "Abbiamo trovato questa." disse lui, alzando un sacchetto di plastica trasparente. "E' la pistola di Mulder." disse lei. La prese tra le mani, accarezzandola attraverso la plastica. "Sì, è proprio la sua... Dove l'avete trovata?" "Era per terra..." "Dove?" "Be', ora di preciso..." "Non me lo sa dire?!" urlò Scully. "Mi dica subito dov'è stata trovata precisamente o la terrò responsabile della morte del mio collega!" L'altro si fece subito dare una cartina del bosco. "E'... è una radura... qui..." Dana strappò il foglio di mano all'uomo. "Ho subito bisogno di uomini per incidere un tronco e di un'ambulanza!" ordinò. "Li voglio ora!" Scully aveva appena sfoderato tutta la sua determinazione, tanto che ognuno fece quello che lei diceva. Raggiunsero il luogo del ritrovamento dell'arma pochi minuti dopo. Scully si guardò intorno. Alberi. La pistola era stata ritrovata più o meno al centro della piccola radura. Scully raccolse da terra un ramo. La base era bianca e umida, sembrava essere stato spezzato da poco. Non poté fare a meno di vedere un'analogia. Un albero con un ramo spezzato ramo. Lei senza Mulder. Rabbrividì. "Agente Scully." la chiamò gentilmente il poliziotto. "La prego, è meglio che torni al motel. Le faremo avere notizie..." "No!" urlò lei. "No! Devo trovare Mulder, devo trovarlo!" La sua mano si strinse intorno al ramo, e lei percepì qualcosa di umido. Guardò la propria mano, scoprendo una macchia rossa irregolare. "Agente Scully, sta sanguinando..." "No... non è sangue mio." Alzò lo sguardo e vide, ovviamente, un albero. Ma non era uguale agli altri. Aveva una lunga cicatrice che lo solcava. A metà della linea un cerchio più chiaro. Scully abbandonò il ramo. Si diresse verso l'albero e fece scorrere la mano sulla superficie. Poi esclamò: "Aprite questa pianta!" "A-aprire?" fece un poliziotto dietro di lei. "Sì! Apritela come abbiamo fatto io e l'agente Mulder domenica!" Gli uomini si misero al lavoro, quasi per accontentare questa agente dell'FBI impazzita per la scomparsa del collega. "Fate attenzione!" urlò lei. "Agente Scully..." Il poliziotto le mise una mano sulla spalla. "So che.." "Ha fatto arrivare l'ambulanza?!" L'uomo annuì. "Temo che non la useremo per il suo collega, agente Scully..." Dana lo fulminò con lo sguardo, poi riportò la propria attenzione al tronco. Finalmente un piccolo varco si aprì e uno dei due uomini esclamò: "Capo, questo tronco è cavo!" "Fate presto!" li incitò Scully. L'attenzione si fece più viva, mentre stava per arrivare l'ambulanza richiesta da Scully. I due lembi della cicatrice dell'albero vennero tirati e spezzati. Scully corse avanti, inginocchiandosi davanti all'apertura. "Mulder!" urlò, tra la gioia, la pazzia e la paura. Nessuno intorno a lei osava più parlare. Scully infilò le braccia nel tronco, trascinando fuori il corpo abbandonato del collega come in un secondo parto. Radici e capillari come fili si spezzarono spruzzando nell'aria nuvole di linfa, staccandosi come milioni di flebo dal corpo di Mulder. Scully venne aiutata da altri uomini, mentre lei teneva le spalle del collega strette convulsamente a sé nella disperata ricerca di un battito. Tu-tum tu-tum tu-tum. Dana sorrise. Strinse a sé il collega. Il battito c'era, era accelerato ma c'era. Gli ultimi fili si spezzarono, mandando in aria le ultime nuvole di linfa. Mulder stava anche respirando. Intorno a lei si era creato un silenzio incredulo. Dana stringeva dentro di sé tutte le emozioni che minacciavano di farla scoppiare in un pianto isterico. "Fate in fretta!" urlò, cercando di non piangere dalla gioia. "Fate in fretta, non credo sia in ottima forma!" Ma in quel momento, Scully sentì il collega muoversi. Abbassò lo sguardo. Mulder sbatté gli occhi per qualche istante. Poi cercò di mettere a fuoco l'immagine davanti a sé, senza riuscirci. Non aveva importanza, quel profumo l'avrebbe riconosciuto anche in mezzo alla cucina di un ristorante francese. "Scully..." "Sono qui, Mulder, tranquillo, va tutto bene." Fox tossì, mentre gli infermieri lo portavano sulla barella e quindi dentro l'ambulanza. Scully salì assieme a loro, sedendosi accanto a lui. "Ehi, a cosa abbiamo giocato questa notte, Scully? Ho un mal di testa atroce." Dana sorrise, noncurante degli sguardi che si erano posati su di loro.Fox tossì di nuovo."Credo che tu abbia respirato la stessa aria per tutta la notte." "Ho capito. Era quello di cui parlava Clyde Bruckman?" Scully chiuse gli occhi, serrando le lacrime dietro le palpebre. "No, non credo. Hai un centinaio capillari vegetali che ti escono dalle braccia. Hanno respirato loro per te, in parte." "Credevo fosse un cactus." fece lui, mentre i suoi occhi si chiudevano. "Mulder. No, Mulder, stai con me. Mulder!"Fox riaprì lentamente gli occhi. "Mulder, non sappiamo come fare a curarti, devi stare con me." Lui sorrise leggermente. "E' una proposta di matrimonio?" Dana sorrise. Non c'era niente che potesse fermare Mulder dallo sparare battutine sceme una via l'altra. Lothlòrien Forest, Stato di Washington Venerdì, 11:21 am Dopo essere stato accuratamente esaminato e ripulito da tutti i capillari, Mulder fu dichiarato completamente fuori pericolo. In quei giorni lui era rimasto in ospedale, mentre Scully sbrigava le ultime pratiche burocratiche. Mulder sarebbe stato dimesso di lì a poco e Scully aveva approfittato di quell'ora libera prima della partenza per rientrare nel bosco. Camminò seguendo un percorso che ben conosceva, arrivando in poco tempo a quell'albero che ora stazionava squarciato tra i suoi simili. Scully sorrise, arrivando nella radura. I suoi simili, forse figli, forse fratelli, ma più probabilmente cloni. Si sedette davanti all'albero che aveva protetto Mulder. Chiuse gli occhi, immergendosi in una sorta di monologo mentale con l'albero. --So che può sembrare stupido. Ma Missy lo faceva e oggi mi sento di doverlo fare anch'io. Quello che penso è che hai dato la tua bellezza di pianta integra per salvare Mulder. Non so perché le altre vittime siano tutte morte... forse perché nessuno dei loro compagni ha trovato la via verso gli alberi, che non riuscivano più ad aprirsi a causa delle colpe dell'uomo verso la Natura. Certamente hanno abbandonato questo mondo secondo una morte migliore, piuttosto che essere lasciate con il collo spezzato il collo spezzato in mezzo ad una strada. Forse, senza i loro partner erano soli. Mulder aveva me. Forse è così...-- Scully aprì gli occhi, sorridendo. "Sto pensando come Melissa..." sussurrò. --Ma quello che penso è che in questo modo, ora, nessuno ti taglierà più. Almeno, te lo auguro.-- Si alzò in piedi, mise una mano sulla corteccia spezzata e sussurrò: "Grazie." Si girò e fece per uscire dalla foresta quando percepì una voce che diceva: "Il piacere è stato mio." Si girò di scatto guardandosi intorno. --No. E' solo la mia fantasia.-- Respirò profondamente un paio di volte. Poi sorrise. --O forse no.-- FINE Il feedback è ben accetto: xmcarter@libero. (Grazie)