Salem di Francesca Bergamini Salem, MA 4 aprile 1998 Finalmente era tornata; l'ultima volta che era venuta non era stata accolta molto bene dai suoi ex compaesani. Nel corso degli anni aveva visto la sua città cambiare notevolmente, ma nulla avrebbe potuto cancellare quell'epoca di cui ancora oggi si vedevano i segni. Ma ora basta coi ricordi; era venuta fin qui per un motivo ben preciso, era arrivato il momento di agire. Doveva vendicarsi. Le ci vollero solamente cinque minuti per arrivare alla casa di Sarah Gedney; era una piccola villa in legno e pietra, circondata da un grande giardino perfettamente tenuto, un vialetto in cemento conduceva alla porta di ingresso. Prima di entrare controllò il nome sul campanello per assicurarsi di essere nel posto giusto; il nome corrispondeva. La porta era chiusa, ma per lei non era assolutamente un problema, si girò per assicurarsi che non ci fosse nessuno nei paraggi che potesse vederla, dopodiché entrò. Si ritrovò all'interno dell'abitazione, di fronte a lei una scala portava al piano superiore, ma decise di ignorarla, girò invece a sinistra verso il piccolo soggiorno. L'arredamento era semplice ed essenziale, nessuno sfarzo, solamente un divano, un tavolino e qualche mobile. Attraversò il salotto lentamente e silenziosamente sino a giungere alla cucina, dove la padrona di casa era indaffarata a preparare il pranzo. "Sarah Gedney?" La donna sussultò dallo spavento, si girò di scatto trovandosi davanti una giovane donna, avrà avuto una ventina d'anni, non di più. "Sì" rispose Sarah "E' arrivato il momento di pagare per quello che ha fatto!" "Ma... non capisco. Chi è lei? Che cosa vuole da me?" "Voglio vendetta... e l'avrò." La ragazza alzò le braccia al cielo dopodiché le diresse verso Sarah Gedney. La donna cominciò a urlare... stava bruciando. Nell'arco di una ventina di secondi tutto era finito, il corpo giaceva a terra carbonizzato, la ragazza gli si avvicinò, guardò la sua opera con aria compiaciuta, poi se ne andò. Prima di volatilizzarsi lasciò il consueto marchio sulla porta d'ingresso: le lettere COT impresse a fuoco. [sigla] Washington D.C. FBI Headquarters 5 aprile 1998 ore 8.00 am "Buongiorno Mulder." "Ciao Scully." Dana entrò nell'ufficio chiudendosi la porta alle spalle e si diresse verso la scrivania. Fox era immerso nella lettura, dato l'interesse era molto probabile che si trattasse di un nuovo x-file. "Un caso interessante?" chiese Scully dopo essersi seduta. "Sì, decisamente. Il corpo di una donna è stato trovato ricoperto di ustioni, dalla testa ai piedi, nella sua abitazione a Salem, Massachusetts; la casa è intatta, nessun segno di incendio." "Combustione umana spontanea?" suggerì ironicamente Scully. "Potrebbe darsi, ma c'è dell'altro: sulla porta d'ingresso sono state impresse a fuoco le lettere COT. Ed è quando ho letto questo che mi sono ricordato di un altro x-file dell'aprile 1992: stesso modus operandi, e soprattutto entrambi gli omicidi sono avvenuti il 4 aprile. Una coincidenza?" "Come mai non ne sapevo niente?" "Veramente non è mai stato un caso di competenza dell'FBI; me ne occupai in veste non ufficiale, dato che le autorità locali non avevano richiesto il nostro aiuto; é stato archiviato nel giro di una settimana, però sono riuscito ugualmente a ottenere il rapporto." Mulder passò il documento nelle mani della collega, che lo sfogliò soffermandosi sulla foto della vittima: si chiamava Jack Sewall ed era ridotto a un ammasso di carbone. "Hai già qualche idea sulla causa di morte?" chiese Dana "Non ancora, ma la scopriremo presto." Salem, MA J.B. Thomas Hospital -obitorio- 6 aprile 1998 ore 11.30 am Il tragitto Washington/Boston aveva avuto una mezz'ora di ritardo, ma per il resto era andato tutto bene. Arrivati a Boston avevano affittato una macchina e si erano diretti verso Salem; il viaggio non era stato molto lungo, erano solo 20 km. Entrati in città avevano raggiunto l'obitorio per vedere il cadavere. Il coroner aveva appena terminato l'autopsia e stava stilando il referto nel suo ufficio. Gli agenti si identificarono e chiesero se potevano dare un'occhiata alla vittima, il medico legale acconsentì e fece loro strada nel sotterraneo. Mulder e Scully indossarono i guanti di lattice e la mascherina, dopodiché aprirono la cella frigorifera e ne estrassero il carrello di acciaio. "Oh mio Dio. E'... è totalmente ricoperto da ustioni... di terzo e quarto grado, direi; i tessuti sono praticamente carbonizzati!" disse Scully. "Che cosa può averlo ridotto così?" " Le ustioni possono essere state provocate da svariati fattori: dal fuoco, da agenti chimici, da radiazioni ionizzanti o dall'elettricità. A giudicare dalla gravità delle lesioni, tendo a pensare che il tempo di esposizione sia stato piuttosto lungo e le temperature molto elevate, ma con esami più approfonditi si riuscirebbe a saperne di più." "L'autopsia è già stata eseguita, quindi il medico legale dovrebbe essere in grado di darci delle spiegazioni più esaurienti." Gli agenti salirono le scale e si diressero verso l'ufficio del coroner, il quale li accolse ed espose le conclusioni tratte dall'esame autoptico. "L'ipotesi più plausibile è che la donna sia stata esposta al fuoco. Non ho riscontrato nessuna presenza anomala: nessun agente chimico né tracce di radiazioni di alcun tipo" riassunse brevemente il dottore, dopo essersi dilungato in un ampio resoconto ricco di termini medici. . Gli agenti ringraziarono il dottore e uscirono dall'ufficio. "Cosa intendi fare adesso?" "Per il momento non abbiamo nulla in mano, ma credo che ci sia un legame tra l'omicidio del '92 e questo. Come si chiama il poliziotto che ha firmato il rapporto di quell'anno?" chiese Mulder sgranocchiando alcuni semi di girasole. Scully aprì il fascicolo e cercò il nome dell'agente incaricato del caso. "Si tratta del vice sceriffo Carl Brooks" rispose Dana. Salem, MA Stazione di polizia 6 aprile 1998 ore 1.00 pm Mulder e Scully arrivarono alla stazione di polizia che era quasi ora di pranzo; il loro appetito fu inoltre stimolato dal profumo di caffè e ciambelle che proveniva dal bancone d'ingresso. I due agenti chiesero di poter parlare col vice sceriffo Carl Brooks, che nel frattempo era stato nominato sceriffo. Il poliziotto di turno, un uomo piuttosto grosso e calvo, fece loro strada verso il suo ufficio. "Buongiorno, siamo gli agenti Mulder e Scully dell'FBI. Ci scusi se la disturbiamo, ma vorremmo farle alcune domande sull'omicidio dell'altro giorno." "Stavo giusto per andare a mangiare; se volete farmi compagnia possiamo discuterne?" disse lo sceriffo invitandoli a pranzo Gli agenti accettarono e lo seguirono in un ristorante cinese che si trovava giusto dietro l'angolo. Dopo essersi accomodati ad un tavolo appartato e aver ordinato, Mulder prese la parola. "Abbiamo trovato alcune analogie tra l'omicidio dell'altro ieri e uno del '92. Dal rapporto risulta che è stato lei ad occuparsene." "Sì è vero, ricordo quella vicenda; la vittima era un mio caro amico, ed è proprio per questo motivo che decisi di seguire le indagini. Purtroppo non arrivammo a niente e, nel giro di una settimana, il caso fu archiviato per ordine dello sceriffo Richards." "Perché ne ordinò la chiusura?" chiese Scully "A dir la verità me lo sono chiesto anch'io; Wayne apparve molto scosso dopo aver saputo dell'omicidio, ricordo ancora la sua espressione; sembrava quasi terrorizzato. In ogni caso gli chiesi se potevo occuparmene io, lui stranamente acconsentì: non era solito ad affidare i casi ad agenti troppo legati alle vittime, ma questa volta sembrava volersene liberare ad ogni costo. Cominciai subito le indagini, ma non arrivai a niente, così mi fu tolto il caso che in seguito venne archiviato." "Dove si trova ora lo sceriffo Richards?" chiese Mulder "Tre mesi fa sua moglie morì, e da allora non si è più ripreso; è ricoverato alla casa di cura... è letteralmente impazzito." " Crede che sia possibile parlargli?" "Non so a cosa vi possa servire, è ridotto piuttosto male e non sa più quel che dice, non credo che vi sarà di grande aiuto, ma se volete tentare vi posso indicare la strada per arrivare alla casa di cura." "La ringrazio." Salem, MA Casa di cura 6 aprile 1998 ore 3.15 pm Gli agenti entrarono nel locale; più che una casa di cura sembrava un vero e proprio ospedale, con quel tipico odore nauseante dato dal disinfettante. Si avvicinarono alla reception per avere informazioni sullo sceriffo; l'infermiera rispose che il signor Richards, da tre mesi a questa parte, aveva avuto un periodo di forte depressione conclusosi in pazzia. Li accompagnò comunque nella sua camera, avvisandoli ulteriormente delle sue precarie condizioni di salute. L'uomo si trovava di fronte alla finestra a guardare il paesaggio con aria assente, era seduto su una sedia a dondolo alla quale dava qualche colpetto con la schiena affinché si muovesse. "Sapete, da qui riesco a vedere tutta la città: la mia casa, il dipartimento di polizia, il parco..." "Signor Richards, vorremmo farle qualche domanda riguardo ad un omicidio avvenuto l'altro ieri, e molto simile ad un caso del '92, di cui lei è sicuramente a conoscenza" disse Dana. "Non ricevo molte visite da quando sono qui; cosa siete venuti a fare?" I due agenti si guardarono scoraggiati; era chiaro che lo sceriffo non era più in sé, ma Mulder volle fare comunque un altro tentativo. "Le dice niente il nome Jack Sewall?" chiese Fox Lo sceriffo si girò di scatto verso i due agenti, il viso scavato dalle rughe aveva assunto un'espressione di terrore, il suo cuore stava pulsando in maniera folle, era sul punto di scoppiare; quelle parole l'avevano totalmente scombussolato, sperava di non doverle più risentire, ma il destino aveva voluto che la sua agonia continuasse... fino alla morte. "E'... è tornata, e questa volta ce la farà... sono la sua prossima vittima." "Di chi sta parlando?" chiese Mulder "Del demonio. Torna ogni cento anni per vendicarsi... nulla può fermarla." Lo sceriffo cominciò ad urlare all'impazzata, talmente forte che l'infermiera del piano inferiore lo sentì, e accorse immediatamente allontanando i due agenti dalla camera. Mulder e Scully percorsero il corridoio fino a giungere all'uscita, scesero i tre scalini in pietra che conducevano all'ingresso, e risalirono in macchina scambiandosi le impressioni. "Non crederai che quella donna sia stata uccisa da una strega, che torna ogni cento anni a vendicarsi?" disse Dana Fox rimase in silenzio. "No, non è possibile; tu gli credi!" "Non ho detto questo... diciamo... che la considero una possibilità." "Mulder, almeno per una volta, perché non guardi in faccia la realtà? Quell'uomo è fuori di testa, non è di certo una fonte sicura!" "Scully, hai visto tu stessa l'espressione che aveva quando ho pronunciato il nome di quel tizio." "E con questo! Cosa ti fa credere che non si sia inventato tutto?" "Non lo so, ma cosa ci costa fare una verifica? E poi non è la prima volta che incappiamo in un caso simile; ricordi Tooms?" "E va bene, hai vinto; facciamo questa verifica, anche se non so cosa speri di trovare." Salem, MA Stazione di polizia 6 aprile 1998 4.20 pm Gli agenti fecero ritorno al dipartimento di polizia a chiedere dove potevano trovare informazioni sugli avvenimenti dei secoli scorsi. Nel corridoio incontrarono lo sceriffo Brooks che stava uscendo per un giro di pattuglia. "Avete scoperto qualcosa di interessante da Wayne Richards?" chiese lo sceriffo. "Forse sì, forse no" rispose enigmatico Mulder "Se non le crea troppo disturbo, ci servirebbero le cronache di giornali, rapporti processuali o qualsiasi altra notizia riguardante aprile del 1798 e 1898" disse Dana. "Aggiunga anche il 1792 e 1892, per favore" soggiunse Mulder. "Non so cosa stiate cercando, ma se volete vi posso accompagnare all'archivio storico; lì troverete tutto quello che vi serve." "La ringrazio" disse Scully Dopo un primo momento di incertezza, lo sceriffo pose agli agenti una domanda che gli frullava in testa già da qualche minuto. "Scusate l'intromissione e la curiosità, ma cosa ve ne fate delle notizie sulle vicende di due secoli fa?" "Bé vede... l'agente Mulder ha una sua "teoria" riguardo all'omicidio dell'altro giorno. In poche parole crediamo che possa essere collegato a dei vecchi assassinii; una specie di rituale, se così si può dire." "Una teoria affascinante." Mulder accennò un sorrisino di gratitudine allo sceriffo, mentre Scully lo guardava con aria sempre più scettica. Salem, MA Archivio storico 6 aprile 1998 5.30 pm L'archivio storico era parte integrante della biblioteca pubblica. Lo sceriffo accompagnò gli agenti nel sotterraneo dove una puzza di umido e di muffa li assalì; la stanza era colma di vecchi schedari e montagne di libri antichi, in quel luogo era racchiusa tutta la storia della città di Salem, dalle sue origine ad oggi. Mulder e Scully incrociarono l'archivista, che stava riordinando dei grossi volumi su uno scaffale; dopo essersi presentati mostrando i tesserini, chiesero all'uomo di poter visionare i microfilm dei periodi in esame. L'archivista, il classico topo di biblioteca, li accompagnò in una stanza e diede loro la documentazione che avevano richiesto. Mulder cominciò a visionare i microfilm del 1792; nel periodo di aprile risultavano dieci decessi: cinque per cause naturali e cinque omicidi, di cui due erano stati risolti e il colpevole arrestato; i tre rimanenti erano rimasti insoluti, le vittime si chiamavano: Gerald Hathorne, Melissa Corwin e Guyle Stoughton; sono stati uccisi nelle loro abitazioni, hanno trovato i loro corpi bruciati e le lettere COT impresse sulla porta d'ingresso. "Direi che tutto coincide col nostro caso. Ci troviamo davanti ad uno dei primi x-files della storia" disse Fox. Dopo aver verificato che nel 1798 non si presentavano casi simili, Mulder si apprestò a guardare i microfilm dell'aprile 1892; come previsto anche in questo caso vennero fuori tre possibili omicidi che avevano le caratteristiche dei precedenti e dei recenti. Le vittime erano: Carl Saltonstall, Melinda Sergeant e Caroline Winthrop, stesso scenario. Non trovò nuovamente niente nel 1898; l'omicidio su cui stavano lavorando doveva essere avvenuto per sbaglio. "Abbiamo sei assassinii: tre nel 1792 e tre nel 1892, entrambi con lo stesso modus operandi, e il primo di ogni anno è datato 4 aprile. La domanda è: perché nel 1992 se ne è verificato uno soltanto?" "Forse l'assassino ha avuto qualche problema, oppure si è semplicemente stufato. Mulder, questa tua idea di una strega centenaria che uccide per vendicarsi non sta in piedi; è fuori da ogni logica." Fox cominciò a ridere, prima un accenno, poi una vera e propria risata. "Bé... cosa c'è da ridere?" "Stavo pensando a noi due. Quante volte ci siamo ritrovati in una situazione del genere, Scully? Io a tirar fuori una delle mie solite "teorie strampalate" e tu a cercare di placare la mia immaginazione con la tua logica razionale." Seguì un periodo di silenzio in cui entrambi cominciarono a scavare nei ricordi di quei sei anni di lavoro, sempre insieme, spalla a spalla. Fu lo sceriffo Brooks a rompere quel silenzio, arrivando nel seminterrato. "Avete trovato qualcosa di interessante?" "Sei omicidi identici a questo; tre nel 1792 e tre nel 1892. Ne sapeva qualcosa?" chiese Mulder. "Assolutamente niente." "E' per caso a conoscenza di qualche altro omicidio, simile a questo, avvenuto nel 1992?" chiese Scully "Nessun altro caso, ne sono sicuro. In questa città avvengono raramente avvenimenti di questa portata, quindi me ne ricorderei... forse però conosco una persona che potrebbe aiutarvi: si tratta di Walter Trudau, lo storico del paese; ha passato tutta la sua vita a studiare la storia di Salem, dovrebbe essere ben informato al riguardo." "Ci faremo un salto. Grazie ancora per il suo aiuto." "Sempre a vostra disposizione." Salem, MA Casa dello storico 6 aprile 1998 ore 7.35 pm Gli agenti si apprestarono a parcheggiare l'auto nel cortile adiacente l'abitazione dello storico, dopodiché suonarono il campanello preparando i tesserini da mostrare al padrone di casa. Dall'esterno si potevano sentire chiaramente il cigolio di una finestra e il rumore di passi, piuttosto pesanti, che si faceva sempre più forte, mano a mano che si avvicinavano all'ingresso. La porta in legno massiccio si aprì e i due agenti si trovarono davanti un uomo anziano, con capelli e barba bianca; si appoggiava ad un bastone per sorreggersi e teneva una pipa in bocca, dalla quale si formava una nuvoletta di fumo. Mulder e Scully si identificarono e, senza sprecarsi in inutili convenevoli, arrivarono immediatamente al nocciolo della situazione. "Signor Trudau, ci servirebbero alcune informazioni su degli strani omicidi avvenuti nell'aprile 1792 e 1892?" disse Dana "Non so di cosa stiate parlando" ripose aspramente l'uomo. Mulder spiegò per filo e per segno l'intera vicenda: dagli assassinii del passato a quello del giorno prima, dalle lettere impresse sulla porta ai corpi carbonizzati; più Fox proseguiva nel suo racconto, più lo storico sembrava agitato e a disagio. "Vi ripeto che non ne so niente; in ogni caso credo sia meglio che ve ne torniate a Washington. Qui non potete fare niente. Nessuno è in grado di fare qualcosa... contro di LEI." Gli agenti non ebbero nemmeno il tempo di ribattere che si trovarono fuori dall'abitazione; il signor Trudau li aveva cacciati in malo modo. Era chiaro che quell'uomo nascondeva qualcosa... qualcosa di molto importante e pericoloso. Salem, MA Landscape Inn Motel 6 aprile 1998 ore 8.40 pm Gli agenti raggiunsero finalmente il motel dove avrebbero passato la notte; erano state assegnate loro le camere comunicanti 103 e 104. Era ancora presto, così decisero di riunirsi in una stanza per discutere del caso. "Tu hai già una teoria in mente, non è vero Mulder?" "Ci sto lavorando. Secondo me la storia della strega non andrebbe così sottovalutata, potrebbe avere un fondo di verità." "Mulder, è semplicemente una leggenda metropolitana!" "E allora come spieghi gli omicidi del 1792 e 1892?" "Non so... potrebbe trattarsi di un rito, o di un serial killer che ricalca vecchie orme o..." "O una strega immortale" concluse Fox. "Mulder!" "Scully, seguimi per un momento: una donna uccide delle persone, per vendicarsi di qualcosa, utilizzando dei poteri sovrannaturali; questo spiegherebbe il perché non siano state trovate tracce di alcun tipo sul luogo del delitto? Le lettere COT, proprio come l'arco di tempo che separa gli omicidi, avrà un suo valore simbolico a noi ancora sconosciuto?" "Dimentichi un particolare" disse Scully. "Cioè?" "Le streghe non esistono. E' tutta una messa in scena, qualcuno si è divertito a ricreare un vecchio omicidio, tutto qua." "No, secondo me l'assassino è lo stesso, ci sono troppe analogie... e poi perché ripescare un crimine di cento anni fa, non ha senso!" "Sicuramente ha molto più senso della tua teoria: una donna... mi correggo, una strega, di più di trecento anni che uccide delle persone... Mulder, mi stai ascoltando?" "Stavo pensando a una cosa: perché proprio il 1792. Forse è l'anniversario di qualcosa, forse la nostra risposta si trova nel 1692." "Fantastico, già che ci siamo potremmo tornare nel Medioevo!" esclamò Dana con ironia. Fox accennò un sorriso alla battuta della collega. "Non sto scherzando, Scully. Domani faremo un controllo, e se ho ragione, mi devi una pizza"; un altro sorriso, questa volta da parte di entrambi. "Presupponendo per un attimo che la tua teoria sia corretta: come si spiega la rottura della continuità temporale, dal 1992 al 1998?" "Non ne ho idea, è il tassello mancante del mio puzzle." Si stava facendo tardi, e l'indomani avrebbero avuto un bel po' di lavoro da sbrigare, così si salutarono e Dana tornò nella sua stanza a riposare. Salem, MA Archivio storico 7 aprile 1998 ore 9.30 am Il motel non era molto distante dall'archivio, così in pochi minuti ci arrivarono. Il sotterraneo emanava sempre quel fastidioso odore, ma non ci badarono più di tanto. Trovarono l'archivista immerso nell'analisi di un manoscritto, ma lo disturbarono comunque, poiché l'agente Mulder fremeva dalla curiosità di scoprire se aveva ragione. L'uomo accompagnò gli agenti nella medesima saletta della volta precedente e diede loro i documenti da visionare, questa volta si trattava di atti processuali. Fox passò direttamente agli avvenimenti di aprile, tralasciando il resto. "Guarda un po' qui Scully; il 4 aprile 1692 una donna di nome Bridget Bishop è stata processata e bruciata al rogo, con l'accusa di stregoneria, dalla Court of Oyer and Terminer." "Se non sbaglio era un tribunale istituito esclusivamente durante la caccia alle streghe?!" "Proprio così... guarda le iniziali." "COT. Credi che c'entrino qualcosa?" chiese Dana pur sapendo che era così. "Arrivati a questo punto, credo che non ci sia altra scelta, non trovi?" Dana lo guardò senza rispondere. "Secondo me c'è una stretta connessione tra il rogo che l'ha uccisa e la causa di morte delle sue vittime. Credo che l'energia presente nel suo corpo si trasformi in fuoco, e le permetta di ardere le persone con la sola forza del pensiero." "Mulder, il fenomeno che stai descrivendo è fuori da ogni logica... e anche se fosse possibile, il corpo umano non potrebbe mai sopravvivere ad una così alta concentrazione di energia." "E se lei ci riuscisse? Se il fuoco che l'ha uccisa le avesse dato poteri sovrannaturali, o addirittura fosse divenuto una parte di sé? I cento anni di distanza tra gli omicidi potrebbero servirle a ricaricarsi, a recuperare l'energia perduta." Dana lo fissò per un attimo, poi disse: "E dovrei scriverlo nel mio rapporto?!" Mulder non seppe cosa rispondere, ma l'attenzione della collega non era più rivolta verso di lui, bensì verso i documenti che stavano analizzando. "Cosa sono quei nomi là sotto?" chiese Scully indicando la parte inferiore della pagina proiettata. "A occhio e croce direi che si tratta dei membri della corte." "Oh mio Dio Mulder, leggi i nomi." "John Hathorne, Jonathan Corwin, Samuel Sewall, William Stoughton, Nathaniel Saltonstall, Bartholomew Gedney, Peter Sergeant, Wait Still Winthrop e John Richards... sono..." "... gli stessi cognomi delle vittime" concluse Dana, di fronte ad un Mulder esterefatto. "E non è tutto, da quanto risulta qui: il prossimo della lista è lo sceriffo!" disse Fox indicando il nome di John Richards "dobbiamo fermarla!" aggiunse. Salem, MA 4 aprile 1692 Era una fresca serata di primavera. Aveva da poco compiuto 21 anni, e non avrebbe mai pensato che sarebbero stati gli ultimi. Si trovava legata ad un palo di legno, intorno a lei un cerchio di fuoco; era stata accusata di un crimine che non aveva commesso, ben presto sarebbe stata bruciata. Non aveva niente a che vedere con la stregoneria lei, non sapeva neanche di cosa si trattasse esattamente. Nelle ultime settimane aveva avuto degli strani incubi, sua madre aveva voluto che ne parlasse con un prete, e ora quell'uomo era lì, davanti a lei... per vederla morire. Data la sua bassa estrazione sociale, non le era stato accordato nemmeno un processo; erano venuti a prenderla a casa, l'avevano trasportata in malo modo fino alla piazza della città, e solo lì comprese la sorte che le sarebbe capitata. Il fuoco era di un rosso vivido, emanava un gran calore, e illuminava la città in quella notte senza stelle. L'intero paese si era riunito intorno a quel rogo, sua madre stava piangendo tra le braccia di suo fratello Rob che, sebbene triste, non avrebbe mai versato una lacrima in sua presenza, era troppo orgoglioso. Bridget sapeva che sua madre si stava colpevolizzando di tutto, ma ciò che aveva fatto era a fin di bene poiché mai e poi mai le avrebbe fatto del male. Alla sua destra nove individui vestiti di nero la stavano guardando: erano i giudici, coloro che l'avevano condotta fin lì senza nemmeno un processo; le era stata concessa soltanto la confessione dei peccati dove lei aveva negato, anche se invano, le accuse che le erano state fatte. Era arrivato il momento, le fiamme le si avvicinavano sempre di più, poteva sentire il calore che emanavano sulla sua pelle. Sapeva che quando il fuoco l'avrebbe toccata non le sarebbe rimasto molto tempo, così guardò per l'ultima volta quel mondo, da cui stava per essere esclusa. Puntò lo sguardo verso il cielo: era cupo, senza stelle e senza luna giacché era una notte di novilunio. Si sentiva i piedi bruciare, così abbassò gli occhi e li vide in preda alle fiamme, cominciò a urlare come non aveva mai fatto prima, e gridò vendetta, vendetta per quella morte straziante che stava subendo, vendetta nei confronti di quegli uomini crudeli, dallo sguardo imperturbabile, che riusciva ancora a vedere attraverso il fuoco. La sua agonia non fu molto lunga, piano piano le urla cessarono e il suo corpo si trasformò in cenere. Non avrebbe mai creduto possibile che in quella notte di novilunio le sue grida di vendetta sarebbero state ascoltate, che il fuoco che l'aveva uccisa sarebbe divenuto la sua arma per uccidere. Non avrebbe avuto la possibilità di uccidere i suoi esecutori, e questo le dispiaceva, ma le generazioni future avrebbero pagato per gli errori commessi dai loro antenati. Di questo ne era certa. Salem, MA Casa di cura 7 aprile 1998 ore 9.35 Lo sceriffo era nuovamente seduto sulla sedia a dondolo a guardare fuori dalla finestra; passava così tutte le sue giornate, una dopo l'altra, come foglie morte che abbandonano il loro albero. La sua vita era diventata un'eterna agonia alla quale solo la morte avrebbe potuto rimediare; era stanco del mondo, delle sue ingiustizie e delle sue cattiverie; il suo posto non era più lì, era tempo di andarsene, di cambiare aria. La morte non lo spaventava, tutti la devono affrontare prima o poi: è una conseguenza inevitabile del vivere, ma allora perché viviamo? Dal giorno in cui veniamo al mondo abbiamo la consapevolezza che dovremo lasciarlo, siamo rinchiusi in un circolo senza fine, e non possiamo fare altro che percorrerlo nel migliore dei modi. La vita è una sola, è la tappa fondamentale della nostra esistenza, ma la morte è qualcosa di più: è il capolinea, la fine di un viaggio, ma l'inizio di un altro. L'anima abbandona il corpo e si purifica per poter finalmente... VIVERE. Lo sceriffo era ancora assorto nei suoi pensieri quando percepì un leggero spostamento d'aria proveniente da dietro le sue spalle. Si girò e la vide. Era una giovane donna dai lineamenti dolci e dagli occhi di un azzurro intenso che le davano un'espressione innocente e angelica; indossava un vestito bianco e una mantella nera che le arrivava fino ai piedi, in testa una cuffia bianca in cotone tratteneva i lunghi capelli biondi, non aveva scarpe. E' proprio vero che l'apparenza inganna, non si sarebbe mai potuto pensare che dietro all'aspetto così soave di quella ragazza, si potesse nascondere una forza demoniaca così malvagia. La donna lo guardò e la sua espressione si fece sempre più crudele. "Finalmente ci si rivede, caro Wayne." L'uomo la fissò, era incapace di muoversi: il suo corpo era paralizzato da una forza misteriosa. "E' inutile che tenti di scappare... questa volta non fallirò. La tua mogliettina non è più al tuo fianco a proteggerti, ora sei solo e completamente indifeso." "Non è vero!" urlò lo sceriffo in preda al panico più totale. "Oh sì che lo sei. Rammenti l'ultima volta che ci siamo incontrati? Io purtroppo non possiedo un bel ricordo di quel giorno: tua moglie mi ha quasi annientato con quel maledetto incantesimo, ma ora lei non c'è più... è morta, e fra poco le farai compagnia." All'improvviso un rumore di passi provenienti dal corridoio attirò l'attenzione dello sceriffo e della strega. La porta si spalancò. "Fbi, siamo armati!" urlarono gli agenti in coro. "Ma bene, abbiamo ospiti?!" "Bridget Bishop, sappiamo chi sei e sappiamo cosa vuoi; lascia stare lo sceriffo, lui è innocente, tutte le tue vittime lo erano. Uccidi trasformando la loro energia in fuoco, non è così? Dopo tre omicidi, però, non ne sei più in grado, così devi attendere cento anni per ricaricarti!" disse Fox. "Proprio così; siete stati in gamba a smascherarmi, ma se non volete finire arrosto vi conviene gettare le pistole!" minacciò la donna. Fox si chinò e appoggiò la sua arma a terra. "Scully, fa' come dice." "Mulder, non è armata. Cosa ci potrà mai fare?" "Le mani sono le sue armi" disse Fox "Conto fino a tre... 1... 2" Scully non aveva nessuna intenzione di mollare "... e 3; spiacente." La donna alzò le mani al cielo e successivamente le diresse verso Dana; non voleva ucciderla, sarebbe stato contro alla sua missione vendicativa, così le provocò un banale svenimento. Scully cadde a terra sotto gli occhi spaventati del collega, che si chinò su di lei per accertarsi che fosse ancora viva... il polso era stabile. "Cosa le hai fatto?" gridò Mulder a Bridget. "Si riprenderà presto, non ti preoccupare." La donna si girò verso lo sceriffo ignorando del tutto la presenza di Mulder; si stava apprestando a dirigere la sua arma letale contro l'uomo, quando una forza misteriosa la immobilizzò. Tutt'a un tratto un'esile figura di donna si materializzò nella stanza. "Ciao Wayne, so che non ti aspettavi di vedermi, ma sono tornata per aiutarti; voglio che tu sappia che sono, e sarò, sempre al tuo fianco a proteggerti." "Jen... io... " furono le uniche parole che lo sceriffo riuscì a dire. La donna appoggiò le mani al petto, con il dorso rivolto verso l'alto, dopodiché le indirizzò verso la strega. Una luce abbagliante illuminò l'intera stanza, rendendo impossibile tenere gli occhi aperti; nell'arco di qualche secondo tutto tornò alla normalità: Bridget Bishop e la moglie dello sceriffo scomparvero nel nulla, e Dana si riprese dallo svenimento. "Scully, tutto Ok?" "Sì sto bene, ma cosa è successo?" Mulder le raccontò l'intera vicenda, ma lo scetticismo di Scully, ancora una volta, non sembrava convincersene. Annapolis, MD Appartamento di Dana Scully 8 aprile 1998 ore 9.45 pm Scully era seduta davanti al suo computer a ultimare il rapporto, che avrebbe dovuto consegnare a Skinner il giorno seguente. // (...) Questa mia testimonianza non è in grado di dimostrare né di smentire la tesi dell'agente Mulder, secondo la quale l'autrice dell'omicidio di Sarah Gedney sarebbe una donna con poteri sovrannaturali, che uccise otto persone nell'arco di trecento anni, con l'intento di fare vendetta dei suoi esecutori, che la condannarono a morte per stregoneria nel 1692. Questa donna di nome Bridget Bishop sarebbe in grado di trasformare l'energia presente nel corpo umano in fuoco, attraverso un procedimento a noi sconosciuto. Vi sono forti analogie con sei casi risalenti al 1792 e 1892 esaminati dall'agente Mulder e me, in seguito a una pista fornitaci dall'ex-sceriffo. Wayne Richards è ora ricoverato all'ospedale di Salem sotto la stretta sorveglianza di uno psichiatra, a causa di disturbi mentali, provocati da uno shock post traumatico. Per quanto riguarda la vittima Sarah Gedney, posso affermare con certezza che sia morta in seguito a ustioni di terzo e quarto grado, probabilmente causate dal contatto diretto col fuoco. In mancanza di ulteriori indagini, il caso #DF231203 è chiuso.// F I N E