Sono nuovamente solo.

Willow è venuta a Sunnydale per pochi giorni, ma è dovuta ripartire oggi, e io sono qui a difendere la trincea.

Era molto che non ci vedevamo e non ricordavo quanto mi mancasse, quanto mi mancasse una qualsiasi compagnia umana. Mi è sembrata cambiata, più vecchia, e non solo fisicamente. Come se una patina grigia la ricoprisse. Abbiamo parlato, ma non come facevamo una volta. Abbiamo anche fatto l’amore, ma è stato quasi come un atto dovuto, senza passione, senza gioia. Soprattutto senza spontaneità. Wil non è mai stata molto spontanea, ma ora… sembra quasi una macchina. Mi ha fatto male vederla così.

Da anni è persa dietro quella sua folle caccia per trovare Buffy e questo risucchia tutte le sue energie. Mi ha detto che i Guardiani del Consiglio hanno una traccia, una traccia sicura a quanto pare, e lei è di nuovo in gara. Io non credo più che riuscirà a trovarli, ma per Willow ormai è un’ossessione e così se ne è andata di nuovo.

Ora sono a casa e osservo la notte al di là della finestra. Sento la cosa che non mi fa dormire. Dietro al rumore delle macchine, ai rumori della vita, dentro di me, sotto il battito del cuore e lo scorrere del sangue, c’è un rumore di fondo. Lo sento da sempre e una volta non ci facevo caso, ma ho imparato ad ascoltare e ho paura. E’ il canto di Sunnydale, un suono appena oltre il limite di percezione dell’udito, così orribile e seducente. Grida, e chiama a se quella parte dell’anima che chiede solo di perdersi. Da un po’ mi sembra che sia più forte, con una nota di trionfo ed esultanza. Forse è la mia ora, non lo so.

Una volta Angel ci raccontò una favola del suo paese. Non mi sono mai interessato a queste cose, ma ricordo bene quella storia. Eravamo tutti mezzi sbronzi… o meglio, Angel era mezzo sbronzo, noi eravamo partiti del tutto. Una di quelle cose che Giles non ha mai saputo è che qualche volta andavamo in un locale dove la clientela va dai dieci ai mille anni e se ne infischiano delle leggi sulla vendita degli alcolici ai minori e ci ubriacavamo. Noi stavamo giusto cominciando a realizzare quello che era la nostra vita e certe volte la tensione era eccessiva. Quanto ad Angel, a quel tempo non era molto equilibrato. La sanità mentale la ritrovò più tardi, insieme alla capacità di fare danni. Non c’era da meravigliarsi se ogni tanto davamo tutti un po’ i numeri. Ad un certo punto Angel comincia a raccontare di una specie di spirito o di fata, la Banshee, che annunciava la morte gridando, e chi sentiva quell’urlo era destinato a morire.

Qui è lo stesso. La città grida per chiamare la morte, e grida tutte le notti.

Dio, la sento rimbombare nella testa…

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Oggi Trevor Lucas, l’attuale preside del liceo, mi ha chiamato. Pare che due ragazzi mi stiano cercando. Ho troppo sonno per andare ora in biblioteca, ma gli ho promesso che arriverò nel pomeriggio. Poi ho staccato il telefono e mi sono ributtato a letto, dimenticandomi di tutto.

Mi sono svegliato tardissimo. Non importa. Se quei due hanno bisogno del bibliotecario, domani andrà bene come oggi.

La mia vera vita comincia ora. Stanotte andrò a caccia, così controllo le armi. Uso armi da fuoco, fucili e rivoltelle. Perché? Semplice. Io non sono la Cacciatrice, non ho nessuna possibilità di scontrarmi fisicamente con un vampiro e uscirne vivo. Sono forte, molto forte per essere un uomo, ma sarebbe come battersi a mani nude con una tigre. Funziona nei film di Tarzan, ma questo non è un film. Così ho imparato a usare altri sistemi. Qualche proiettile in corpo in genere li mette fuori combattimento il tempo necessario perché possa eliminarli con mezzi più adeguati, e una cosa che ho scoperto è che non sono realmente invulnerabili. Se sopravvivono sono in grado di riparare perfettamente qualsiasi lesione fisica con velocità sorprendente, ma oltre un certo limite non possono andare, e se i danni sono sufficienti muoiono. Sono anni che li studio, con più attenzione di quanto farebbe un Osservatore, perché non ho le spalle coperte dalla Cacciatrice. Io rischio di mio e questa è un ottimo incentivo. Mi sono convinto che gran parte di quello che Giles ci ha raccontato non è che leggenda. In realtà sono molto più… concreti e naturali di quanto il nostro vecchio amico immaginasse. Forse molto più naturali di noi. Ho imparato a conoscerli e credo che identificarmi anche un po’ con loro. In fondo, la nostra vita non è molto diversa. Non ricordo più l’ultima volta che ho visto il Sole, passo le notti a caccia e il mio solo scopo è sopravvivere. Forse, se non dovessi ucciderli o corressi continuamente il rischio di essere ucciso da loro, potremmo persino diventare amici. Una cosa è certa, provo molta più considerazione per loro che per gran parte dei miei simili, e se dovessi scegliere se naufragare su un’isola deserta con dei vampiri o con i membri del Senato, non avrei un attimo di esitazione a favore dei vampiri.

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Lucas ha richiamato questo pomeriggio. Mi ero dimenticato dei due studenti.

Va bene, tanto vale andare. In fondo, ufficialmente ho ereditato il compito di Giles alla biblioteca, anche se in pratica non ci sono mai. Ma per quello che serve… non c’è mai nessuno in biblioteca. Comunque, ho incontrato Trevor. Mi dice che questi due che mi cercano sono studenti dell’Università dell’Ohio. Stanno preparando la tesi di dottorato in Antropologia e hanno bisogno di informazioni su miti e leggende locali. Per poco non mi sono messo a ridere, poi mi sono trattenuto. Lucas conosce benissimo la situazione del luogo, come tutti, ma è contrario all’etichetta di Sunnydale parlarne. Ha detto ai due che io sono la persona giusta per loro. Con questo vuol farmi capire che non devo dire troppo. Miti e leggende. E questo deve bastare. Naturalmente lo rassicuro. Certo, racconterò delle belle storie, magari davanti ad una tazza di the. Belle storie…

Lascio il preside e mi dirigo in biblioteca dove i due mi aspettano da tutto il giorno. Da ieri, a dire la verità.

Una giovane coppia è seduta al tavolo centrale, coperto di volumi. Appena entro si alzano, sembrano imbarazzati o intimoriti, come se li avessi sorpresi a fare qualcosa di male, piuttosto che a leggere dei libri. Ma che diavolo gli avrà raccontato Lucas di me? Finalmente il ragazzo si fa avanti. E’ alto, biondo, con occhi sorprendentemente grigi.

“Dottor Harris? Buonasera. Sono David Lassale e lei Kristine Norris.”

La ragazza mi si avvicina sorridendo. Ha capelli e occhi castani e un aspetto fragile, come se un soffio di vento dovesse portarla via. E’ bella. Sono tutti e due belli e talmente giovani… Ma che sono venuti a fare qui? Questo non è un posto dove venire, per nessun motivo, meno che mai una tesi. Vorrei dirgli di rimettersi in testa i caschi che vedo posati per terra accanto al tavolo, risalire sulla moto e scappare via subito, prima che sia troppo tardi, prima che Sunnydale reclami anche loro. Ma non posso farlo.

“Piacere.” dico loro “Lucas mi ha detto che avete bisogno di una consulenza.”

“Si, è vero.” risponde lui piuttosto precipitosamente “Stiamo cercando materiale per il dottorato di ricerca. Abbiamo qui le lettere di presentazione della professoressa Klinovska della cattedra di Antropologia… “

“Calmati, io non mordo.”

I due ragazzi si guardano come se avessi detto una spiritosaggine, poi sembrano rilassarsi un po’. Va bene, ora vediamo di fare un altro passo avanti.

“Sediamoci, per prima cosa.” gli dico “E poi mi chiamo Xander. Niente dottore, per favore. Detesto i titoli accademici e le formalità.”

Vero. Mi ricordano troppo Giles, e non voglio pensare a lui. La ragazza, Kristine, mi sorride e sembra che l’alba sia entrata a illuminare la biblioteca. Finalmente siamo seduti tranquillamente e leggo le lettere di presentazione che mi hanno dato. Notevoli. Hanno una borsa di studio con Juliet Klinovska, titolare della cattedra di Antropologia Culturale della Kent State University dell’Ohio. Bene, due cervelloni.

“Queste mi dicono quello che potete fare, ma cosa volete fare?”

“Stiamo tentando uno studio comparativo tra il folklore recente americano e le leggende del vecchio continente.” risponde David “Il continente americano ha dato vita ad una grande quantità di miti e leggende negli ultimi due secoli, mentre l’Europa, dopo l’Illuminismo, ha subito una frenata d’arresto in questo senso, vivendo, per così dire, di rendita dal passato. Noi stiamo cercando gli elementi di questa mitologia moderna che si ricollegano agli archetipi della mitologia antica.”

“E perché qui?”

“Perché scavando nelle cronache abbiamo scoperto elementi tipici della favolistica.” continua Kristine “Persino nella cronaca attuale. Sono solo accenni, molto velati e molto, molto nascosti, ma noi siamo attenti. Ora, la Sunnydale moderna esiste solo da un secolo circa, ma prima qui c’era un avamposto spagnolo e prima ancora una popolazione indiana, e le cose non cambiano. Sempre, in ogni testimonianza, si ritrovano queste tracce.”

Io ascolto, e lentamente il sangue mi si gela nelle vene. Cosa vogliono fare questi due, aprire il vaso di Pandora?

“Capisco. Perché siete venuti da me?”

“Sia il dottor Lucas che il rettore del Campus ci hanno detto che lei conosce i segreti di Sunnydale meglio di chiunque e che dovevamo fidarci di lei.”

Ma bene. Devo ricordarmi di ringraziare Lucas e quell’altro per questo regalino. Come se non avessi abbastanza da fare ora mi tocca assumere il ruolo di baby-sitter, indirizzando questi due bambocci sulla strada giusta (ma non troppo giusta) ed evitando di farli ammazzare (a meno che non scoprano troppo, allora possono fare da cena a quelli dell’ ‘altra’ Sunnydale).

“Va bene, vi posso aiutare. Non sono certo un esperto in Antropologia e Folklore, ma credo di conoscere bene il colore locale.”

In realtà sono venuti nel posto sbagliato, loro cercano favole, e qui non ce ne sono. Da noi la verità basta e avanza.

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Oggi mi è arrivata una mail da Willow. La leggo e per poco non mi viene voglia di scaraventare il computer dall’altra parte della stanza.

 

 

From:  “Willow Rosemberg” <willowrose@galatea.uk>

To:  “Alexander Harris”  <harrisxander@hotmail.com>

Sent: Thursday, October 22, 2009  5:32 PM

Subject: ci siamo

 

>I Guardiani del Consiglio hanno davvero un responso.

>Francia nord occidentale. Attendibilità altissima.

>C’è anche un secondo centro di probabilità in Norvegia, ma è più basso.

>Non te l’avevo detto quando ci siamo visti un paio di settimane

>fa perché non avevo ancora la certezza e non volevo crearti illusioni.

>Cerca di resistere ancora mio caro. Non devi cedere al male.

>Sei rimasto il nostro ultimo baluardo, l’ultima difesa contro

>l’inferno, ma presto tutto tornerà come prima.

>Ti voglio bene.

>Willow

 

 

Ma che dici, Willow? Che diavolo stai dicendo? Come… lo stai dicendo? Gli Osservatori ti hanno lavato il cervello per esprimerti in questo modo?

Io sono qui… da solo… a rischiare la vita tutti i maledettissimi giorni per fare un lavoro assolutamente inutile, sono qui in prima linea come uno stupido pedone, il pezzo più sacrificabile degli scacchi… e tu parli come la protagonista di uno schifoso fumetto? Quando ero un bambino potevate farmi credere che noi siamo gli indifesi rappresentanti del bene contro l’oscurità del male.

Cazzate!

La leggi mai la cronaca? Rapine, violenze, omicidi per i motivi più futili… Un uomo ha ammazzato il vicino perché annaffiando i fiori gli bagnava il balcone. Un balcone, Wil! E ci limitassimo a sterminarci fra noi! E’ di ieri la notizia dell’ultima carretta galleggiante naufragata nelle isole del Pacifico riversando non so quante tonnellate di petrolio in mare. E così ci siamo giocati anche le barriere coralline solo perché qualche stronzo ha pensato che il costo di una nave decente non rientrasse nel bilancio aziendale.

E questo sarebbe bene? Gente come quella sarebbe bene? Parassiti. Ecco cosa sono. Rubano al mondo senza dare niente in cambio.

Dio, come vorrei poter fare quello che ha fatto Buffy e seguirla nei sentieri selvaggi. Perché continuo con questa vita allora? Semplice. Non so fare altro. Credo che potrei offrirmi come mercenario per combattere in Angola o in Cile o in qualsiasi miserabile paese dove ci si scanna per l’una o l’altra menzogna politica o religiosa, ma se devo morire, allora voglio che a uccidermi sia qualcosa che rispetto.

La verità è che siamo tutti massacratori, la sola differenza è la categoria raggiunta. Noi uccidiamo all’ingrosso, i vampiri al dettaglio, e non cercano giustificazioni per quello che fanno. Non sono più malvagi di noi, solo meno ipocriti.

In quanto a te, tesoro mio, non riempirti la testa di menzogne. Tu non vedi l’ora di ammazzare i due che ti stanno tenendo in scacco da cinque anni e dimostrare ancora una volta di essere la migliore, e chissenefrega se una dei due è la tua migliore amica. Ti eccita l’idea di attaccare il trofeo al muro.

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Da più di una settimana assisto i due ragazzi e mi accorgo che cominciano a piacermi, parecchio anche. Sono pieni di entusiasmo, pieni di vita, e non sono solo colleghi. Si amano. Si amano molto. Mi ricordano come eravamo noi una volta, anche se il paragone non calza. Noi non siamo mai stati così immediati e disinteressati nei nostri amori. In fondo c’era sempre una paura e una solitudine che ci faceva ricercare gli altri per avere sollievo. Questi due sono privi di paura e di conseguenza il loro amore non ha secondi fini.

Li invidio.

Quasi ne sono geloso.

E’ sempre stato il mio problema, la gelosia. Vorrei sempre essere il centro principale d’attenzione. E’ che purtroppo non ne ho le capacità. Non sono abbastanza intelligente, o abbastanza forte, o abbastanza bello. Mi piazzo bene in ogni cosa, ma c’è sempre qualcuno migliore di me. L’eterno secondo, ecco quello che sono. La mia famiglia non si è mai curata di me, troppo presa dai suoi problemi, e allora cercavo di far colpo sugli amici facendo il buffone, come se comportandomi da stupido potessi primeggiare in qualcosa. Quando a sedici anni mi ritrovai nella piccola squadra di detectives del paranormale di Giles, credevo che finalmente avrei contato per qualcuno. Mi ero follemente innamorato di Buffy, e nessuno deve dirmi che a sedici anni non ci si può innamorare. Qui l’esistenza è alterata e lo sono anche i sentimenti. L’amavo, ma era arrivato il fottuto demone, che sembrava saltato fuori direttamente da una dannata fiaba, con la sua bellezza, la sua vita tormentata e tutti i corollari giusti per fare colpo. Non avevo nessuna possibilità di competere, né Buffy mi aveva mai dato alcuna illusione. Credevo di odiarlo per quello, ma la verità è che mi ha sempre fatto venire i brividi. Stare vicino ad Angel era come stare vicino ad una bomba con il timer attivo. Così, quando successe il disastro, in mezzo alla costernazione generale io ne ero contento, e non c’era neppure bisogno di dire ‘ve l’avevo detto’. Lo sapevano tutti, che lo avevo detto. La cosa più orribile, la cosa che mi vergogno ad ammettere anche con me stesso, è che ad ogni nuova vittima di Angel ero sempre più contento. Ero arrivato a sperare… a pregare… perché continuasse ad uccidere.

E Willow mi parla di bene… so che significa essere dei mostri. Ogni volta che chiudo gli occhi devo affrontare i miei peccati.

Poi il bastardo fece fuori Jenny Calendar, e io ero quasi esultante. Non che la bella maestrina fosse innocente. Non mi viene in mente nessuno completamente innocente in questa storia. Se Jenny avesse parlato forse ci saremmo risparmiati un sacco di guai… o forse no… Comunque ero felice, perché mi dicevo che finalmente Buffy si sarebbe decisa a ucciderlo e magari avrei avuto campo libero con lei. Invece, l’unica cosa che cambiò è che di colpo Giles cominciò ad invecchiare, a vista d’occhio. Sembrava ritirarsi in se stesso. Solo anni dopo, quando con Willow lessi i suoi diari, ne capii il motivo. Giles aveva amato Jenny, ma soprattutto amava Buffy, più di ogni altra cosa. E odiava Angel, più di ogni altra cosa. Nessuno aveva mai saputo quanto lo odiasse. Giles era un uomo gentile, e buono. Non credo che avesse mai odiato niente e nessuno in vita sua, eccetto Angel. Ma per proteggere Buffy dal Consiglio, inevitabilmente si ritrovava a proteggere anche lui, e questo lo stava distruggendo.

Per alcuni anni seguimmo una routine che in un certo senso era tranquillizzante nella sua atroce inevitabilità. Angel regnava incontrastato dall’ ‘altra parte’, e con lui giocavamo la nostra sanguinaria partita a scacchi. I vampiri ammazzavano qualcuno ogni notte, e fortunatamente Sunnydale richiama in continuazione sbandati e vagabondi di ogni tipo, altrimenti nel giro di pochi anni la popolazione locale si sarebbe estinta. Da parte nostra facevamo il possibile per pareggiare i conti. In mezzo, i comuni mortali erano al tempo stesso pedine e campo di gioco.

Poi le cose cominciarono ad andare male.

A diciannove anni Willow divenne adepta di Giles. Da quel momento smise di seguirci nelle nostre scorribande notturne e anche di giorno non aveva più il tempo di stare molto con noi. La sua vita era solo studio e disciplina. Io sentivo la sua mancanza, ma credo che lei ne fosse felice. Era quello che aveva sempre voluto. Poi Cordelia e Oz vennero uccisi a pochissimi giorni di distanza l’una dall’altro. Cordy si fece beccare durante un giro di pattuglia. Il vampiro che stava affrontando se la scrollò di dosso e lei cadendo picchiò la base della testa contro il cordolo di un marciapiede. Vertebra rotta, storia finita. Semplice, stupido, ma almeno era stato veloce e indolore. Oz fu tutt’altra storia. Ancora adesso non so chi lo uccise. Una sera sparì, e quando lo ritrovammo di lui restava a malapena quello che bastava per riconoscerlo.

Io e Willow eravamo a pezzi. Per la prima volta eravamo stati colpiti. Fino a quel momento avevamo anche potuto credere di essere immortali, ma ora la realtà si era fatta strada nel modo più brutale dentro di noi.

Buffy cominciò a cambiare, o forse aveva iniziato da tempo e io non me ne ero mai accorto. Già ai funerali sembrava diversa. Aveva pianto, come tutti noi, ma il suo dolore aveva un che di superficiale, come se fosse solo una forma, e non l’espressione di un’autentica sofferenza. Comunque, da quel momento i cambiamenti divennero sempre più rapidi ed evidenti. Si stava trasformando in qualcos’altro, qualcosa di estraneo. A volte potevo vedere quest’altra affiorare dai suoi occhi, giorno dopo giorno sempre più in superficie, e questa cosa mi faceva paura.

Avete mai visto la metamorfosi di una libellula? La larva si appende sotto la pellicola dell’acqua dove ha vissuto fino a quel momento e la pelle diventa un guscio duro. Talvolta si può vedere in trasparenza la creatura che sta diventando, fino a quando l’involucro si spacca e il nuovo essere alato e splendente ne emerge, asciuga le ali e spicca il volo. Le libellule sono i più efficienti uccisori del mondo.

Anche Buffy viveva per la caccia. Per lei non era più solo un compito, ma una cosa necessaria come l’ossigeno. Di giorno sembrava quasi letargica, ma di sera si risvegliava ed era tutt’altra cosa. Di punto in bianco andò a vivere da sola, e infine cominciò a riavvicinarsi a Angel. Si erano più o meno ignorati negli ultimi anni, ma ora ripresero a girarsi intorno a circoli sempre più stretti. Io lo sapevo. Li avevo visti parlarsi e ogni volta mi sembravano più simili. Con noi invece lei non parlava praticamente più, quasi non riuscisse a capirci o a farsi capire, come se i nostri pensieri avessero preso binari paralleli che non potevano più incontrarsi, con concetti e logica troppo diversi, o troppo diverse velocità.

La guardavo, ma sempre più spesso era l’altra Buffy, la libellula, a ricambiare lo sguardo.

L’ultima volta che ci ascoltò veramente fu quando Giles le proibì di trovare gli uccisori della piccola Denise Shaw, una bambina massacrata da assassini mai scoperti. Gli obbedì come se fosse un regalo d’addio, poi prese a fare solo quello che voleva. Iniziò a predare anche membri della criminalità di Sunnydale, spacciatori, soprattutto, ma anche magnaccia e tossici pescati in qualche rapina. Non ce lo disse mai, se non alla fine, ma credo che in fondo noi lo avessimo già capito. Intanto Angel si era scatenato come il primo anno dopo la fine della maledizione.

Durò poco, ma credo che quel periodo fu uno dei peggiori nella storia di questa felice cittadina. Così la mandammo fuori nel buio per trovarlo e toglierlo di mezzo, e lei non tornò più. Il re nero si era preso la nostra regina.

Ancora adesso vivo nel rimorso di essere stato io a spingerla a fare la scelta definitiva. Forse se non avessi insistito tanto… ma chi può saperlo? Forse non sarebbe cambiato niente o forse si sarebbe limitata a rimandare una decisione ormai inevitabile. E se anche la colpa è mia, sono stato punito abbastanza. Giles si uccise, Willow partì sulle tracce di Buffy e io rimasi qui, solo.

Non è una cosa divertente, questa? La sola cosa che davvero mi abbia mai spaventato è restare solo. Nel profondo dei miei incubi, sapevo che sarebbe andata a finire così. E allora cercavo di circondarmi di amici, di persone, a costo di passare per un buffone. Nessun prezzo mi sembrava abbastanza alto pur di tenere lontana la solitudine e invece…

Ridi pagliaccio, ridi… L’ultima ghignata è alle tue spalle. 

 

L’inferno non potrebbe essere più terrificante, ma non è il vero inferno quello su cui ci troviamo, quello biblico, intendo. Mi conforterebbe se fosse così. Vorrebbe dire che da qualche parte, dall’altra parte, c’è qualcuno che tiene a noi. Ma non riesco più a credere all’esistenza di un dio d’amore, e l’alternativa è troppo orrenda anche solo per pensarla. So che il mondo è molto più complesso e selvaggio di quello che vorremmo credere. Lo so bene, quanto è selvaggio.

 

La città canta, un inno di gioia che cerca di annullare la mia volontà…

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Hanno ucciso Trevor Lucas. Lo hanno trovato a casa sua, con la gola squarciata. Questa non è stata una delle solite uccisioni casuali, ma una cosa mirata. Di tutti i notabili di Sunnydale, Trevor era quello che più si dava da fare per aiutarmi. Non eravamo amici, anzi, non ci sopportavamo, ma almeno gli era rimasta abbastanza volontà per reagire. Essere andati a casa sua, facendo la fatica di essere invitati, significa aver puntato un bersaglio specifico.

Mi preoccupa molto. I vampiri non agivano in questo modo da quando se ne è andato Angel. Lui teneva sotto controllo la popolazione demoniaca con la stessa spietata efficienza della Cacciatrice. Non tollerava la minima rivalità nel suo parco giochi privato, e appena un suo simile si mostrava un po’ più intraprendente della media si affrettava a toglierlo di mezzo. Buon per noi. Un unico diavolo conosciuto è meglio di molti di cui non si sa niente. Una volta sparito lui, erano rimaste solo le mezze tacche, ma dovevo immaginare che prima o poi il delizioso clima del luogo e la sua amichevole popolazione avrebbero attirato un pesce grosso.

Sto proprio grattando il fondo del barile se sento la mancanza di Angel.

 

C’è un locale a Sunnydale il cui proprietario ha trovato il modo di prosperare e salvarsi al tempo stesso il collo. E’ una specie di zona franca, dove puoi incontrare membri di tutte le specie e a volte cose che sembrano non appartenere a niente. Lo conosco da quando ero adolescente e non è mai cambiato.

Quando entro, il padrone, Willy, mi saluta.

“Ciao, Xander. Come vanno le cose nella zona alta della città?”

“Peggio che in quella bassa, direi. Non vorrai farmi credere di non sapere che hanno fatto fuori Lucas?”

Willy non replica. Bene, altra domanda.

“Hai idea di chi può essere stato? Che dice la tua clientela notturna?”

“Non molto. Ma qualche voce l’ho sentita. Pare che sia arrivato uno nuovo, uno di quelli svegli, e ha deciso di appropriarsi del territorio.”

“Fin qui niente di nuovo. Lo immaginavo anch’io. Ha un nome e un aspetto questo nuovo, o è un puro spirito?”

“Non lo so, credimi. Sembrano tutti su di giri, ma hanno anche una gran paura. Non so neppure se è un maschio o una femmina. So solo che è giovanissimo, in senso umano intendo, e questa è una cosa strana.”

“Allora vediamo di non dargli il tempo di crescere. Mi informi se hai altre notizie?”

“Certo… Xander, sta attento. Stavolta potrebbe essere davvero brutta.”

“Sono sopravvissuto al Maestro e ad Angelus, non sarà un ragazzino a farmi la pelle.”

“Il Maestro si era fregato con le sue mani. Angelus era in calore e aveva altro per la testa. Xander, sono proprio i ragazzini a causare i guai peggiori, tu dovresti saperlo bene.”

Mi affretto ad uscire. Willy mi terrà informato, ne sono sicuro, come sono sicuro che informerà anche l’altra parte del mio interessamento. Buon vecchio Willy, riesce a mantenere le distanze da entrambi i fronti con ammirevole equità.

 

Nonostante l’arroganza che ho mostrato, sono letteralmente preso dal panico. Finora ho fatto un buon lavoro, ma ho avuto gioco facile. Otto vampiri su dieci ragionano solo con le zanne, non fanno piani e non programmano le loro mosse. Ma i due che restano sono in grado di dare dei punti a qualunque essere umano. Ricordo fin troppo bene quello che era capace di combinare Angel quando era dell’umore giusto, e allora c’era Buffy con noi. Non ho nessuna voglia di affrontare di nuovo uno di quelli da solo.

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“Non lo sentite?”

“Cosa?” chiede Kristine

“Questo rumore. Non smette mai, ma certe volte è più debole. Da un po’ di tempo invece lo si sente bene.”

I due giovani mi guardano. Chissà se credono che sia pazzo.

“Cosa senti, Xander?”

Io le sorrido “Niente, non preoccuparti. Sto solo invecchiando.”

“Hai pochi anni più di noi.” afferma David “Non sei vecchio.”

“Certe volte mi sento vecchio come le montagne.” mormoro, a voce troppo bassa perché possano sentirmi “Allora, cosa dovevate chiedermi?”

Restiamo a parlare alcune ore, poi i due decidono di andarsene. Benissimo. Sembrano stanchi stanotte, e io ho da fare. Appena prima di uscire, Kris si volta verso di me.

“E’ come il rumore delle onde sulla spiaggia.” mi dice “Ti viene voglia di buttartici dentro.”

Un brivido mi corre lungo la schiena. Anche loro… No, ti prego, loro no. Lasciali stare

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Le cose vanno male. C’è davvero qualcuno che sta organizzando i mostri locali. Per la seconda notte di fila ho trovato pochissimi vampiri in giro per i parchi e per i loro soliti territori di caccia. Però al mattino scopro che qualcuno ha pasteggiato con i clienti del Bronze. Erano anni che non succedeva. Quella era la tecnica preferita da Angelus. Andava in discoteca, ballava, rideva, poi si portava via la cretina o il cretino di turno che aveva abbagliato e che regolarmente veniva ritrovato cadavere. Qualche volta lo faceva sotto i nostri stessi occhi, e anche se lo conoscevamo come uno di noi, non riuscivamo a vederlo. Allora come faccio a trovare questo demonio, se non so neppure com’è?

Così stanotte sono al Bronze. Non ci venivo da una vita. Mi sento a disagio in mezzo a tutti questi ragazzi. Non sono molto più giovani di me, anzi, alcuni sono anche più vecchi, ma non c’è più niente che ci accomuna.

So come deve essere questo mostro. Giovane, bello, o comunque molto attraente. E’ difficilissimo che venga trasformato qualcuno che ha superato i trent’anni e mai chi ha difetti fisici. Da questo punto di vista i vampiri sono più fissati dei salutisti californiani, ma non è che in questo modo abbia ristretto molto il campo. Un terzo dei presenti si adatta alla descrizione, e non posso certo andare in giro a tastare il polso a tutti. E poi Willy aveva ragione. Chi dice che è un uomo? Potrebbe benissimo trattarsi di una ragazza.

Come vorrei avere le facoltà di Buffy invece di girare così alla cieca.

Resto qui tutta la notte e naturalmente non succede niente. Il giorno dopo però scopro che hanno colpito in mezzo alla strada.

Maledizione! Mi sembra di essere un criceto sulla ruota che corre come un pazzo per non arrivare da nessuna parte.

Va bene, torniamo da Willy.

 

“Allora? Aspettavo tue notizie.”

“Quello che so te l’ho già detto. Non c’è niente di nuovo.”

Mi sembra spaventato e stavolta mi fa innervosire. Lo afferro per il collo e lo colpisco nello stomaco fino a quando non cade a terra gemendo.

“Chissà perché non riesco a crederti. Willy, voglio sapere chi è. Sta giocando a rimpiattino con me e la cosa non mi piace per niente.”

“Non lo so, te lo giuro. Non si è mai visto qui, ma so che ha liquidato qualcuno dei vecchi e deve aver fatto un buon lavoro. Nessuno mi parla più e mi hanno fatto capire di non fare domande. Xander, mi ammazzeranno se ficco il naso nelle loro faccende.”

“Questo lo posso fare anch’io.”

“No, non come loro. Sai di cosa sono capaci.”

Ah, certo, non ha tutti i torti. Potrei picchiarlo fino a rompergli tutte le ossa e non riuscirei a spaventarlo come possono fare i vampiri. E allora tanto vale lasciarlo andare. Per fortuna non sono ancora arrivato al punto di massacrare un uomo solo per sfogarmi.

“Ti è mai venuto in mente che un giorno o l’altro uno dei tuoi amichetti ti farà la pelle comunque? Non sei niente per loro, proprio niente.”

“Sono i rischi del mestiere, e non credo di correre più pericoli di chiunque altro, qui.”

Si, forse ha ragione lui. Me ne vado e quasi senza volerlo mi dirigo al cimitero. Sono qui, tutti i miei amici. Eccetto una. Oz, Giles, Cordelia, che mi manca più di chiunque altro, e c’è anche la lapide di Buffy, su una tomba vuota. Era stata dichiarata morta ed era stato fatto il funerale, anche se non c’era un corpo da seppellire. Non mi sembra un’incongruenza. Qui è veramente sepolta Buffy, quella che conoscevo, un’illusione adolescenziale.

Magari in mezzo a queste tombe strette l’una vicino all’altra è rimasto un posticino anche per me.

Basta, meglio andare a casa, prima di diventare morbosi.

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From:  “Willow Rosemberg” <willowrose@galatea.uk>

To:  “Alexander Harris”  <harrisxander@hotmail.com>

Sent: Wednesday, November 11, 2009  11:38 PM

Subject: buone notizie

 

>Sto restringendo il campo d’azione. Ci sono solo tre

>città in Bretagna rimaste dalla mia analisi iniziale che

>potrebbero essere il covo di Buffy. Quiberon, Douarnenez e Crozon. Hanno

>tutti i requisiti giusti, sono piccole ma non troppo, isolate,

>piene di sconosciuti che vanno e vengono. E

>ci sono state sparizioni inspiegabili. Insomma l’ideale. Le

>farò controllare attentamente prima di muovermi. L’ultima volta li ho

>persi perché ho avuto troppa fretta, ma ho imparato e stavolta

>non ho intenzione di farmeli scappare.

>Baci

>Willow

 

Va al diavolo Wil, anzi, torna a casa. Ho bisogno di te.

(continua)