“E
allora? Che cosa vuoi da me?”
“Il
tuo permesso.”
“Cosa?”
“Insomma…
è stata la tua donna, giusto? Io la amo, ma voglio il tuo…”
“Il
mio permesso per corteggiarla. Non ti sembra un po’ tardi per cominciare a
comportarti secondo le regole? Non lo hai mai fatto. Non mi hai mai dato retta
una sola volta in tutta la tua vita…”
“Lo
so. Ma sono cambiato. Forse… mi ha insegnato ad essere corretto. Credo che per
lei valga la pena essere corretti.”
“Uhf…
sei un povero illuso… Comunque… va bene. Hai il mio permesso. Non ti castrerò
e non ti mangerò il cuore per avere osato alzare gli occhi su di lei… non
ricordo bene in che ordine bisognerebbe farlo… Per quello che mi riguarda,
potete essere felici insieme.”
“Sei
serio?”
“Per
quanto può essere seria questa conversazione… si. A pensarci bene, sembrati
fatti l’uno per l’altra. Ora posso tornare al lavoro?”
“No…
Vorrei farti una domanda…”
“Avanti.
Prima rispondo, prima te ne vai.”
“Perché
l’hai lasciata?”
“Ma
perché potesse avere una vita normale, no? Con un bravo ragazzo.”
“Scusa
buona in un telefilm per adolescenti. Qual è il vero motivo?”
“Cominci
ad essere fastidioso, lo sai?”
“Ma
non vedi l’ora di parlare. Coraggio… A chi puoi dirlo se non a me?”
“Tanto
non te ne andrai se non ti rispondo, vero? O non ti uccido… ma questo mi
farebbe venire dei sensi di colpa… credo…”
“Allora
è vero. C’è un altro motivo. Non credo proprio sia stato il discorsetto che
ti ha fatto sua madre.”
“Quella
cretina non avrebbe convinto a bere un disperso nel deserto… Ma mi ha dato la
scusa giusta. E poi avevo preso la decisione di lasciarla proprio quel mattino.
Una coincidenza.”
“Si…
ma il motivo?”
“Sei
troppo impaziente, ragazzo mio… Devi imparare ad aspettare. Noi abbiamo sempre
avuto i nostri problemi, questo puoi immaginarlo. Cacciatrice… vampiro… Però
potevamo superarli. Potevo superare il fatto che rischiassi di essere
impalettato ogni volta che era nel suo periodo, o che potevo saltarle alla gola
se mi alzavo con la luna storta. Potevo sopportare i suoi amici… neppure sanno
quante volte sono stato vicino a rompergli il collo, soprattutto il topo di
biblioteca e il pagliaccio… e non l’ho fatto solo per lei… E poi c’erano
altre cose. Stupide, ma importanti… Io mi dimenticavo di accendere la luce, e
lei sbatteva contro il muro… lei si metteva a mangiare l’insalata in mia
presenza, e io per poco non vomitavo anche l’anima… Cose così, insomma.
Cose cui non pensi finché non ti capitano. Ma potevo tollerarlo. Potevo
tollerare persino la madre, anche se ogni volta che la vedevo mi veniva
l’impulso irresistibile di ficcarla nel microonde…Però… Insomma…il vero
problema era un altro. Avrei dovuto pensarci dal primo momento che l’ho vista.
Le minigonne ascellari che portava, gli stivali da amazzone, gli abbinamenti di
colori da bruciare le retine, anelli che potevano servire da tirapugni… il
reggiseno in vista sotto il top…”
“Si,
devo ammettere che a volte è un po’ difficile guardarla e non piangere.”
“Già…
ma avrei potuto sopportare anche quello. In fondo, rendeva più eccitante il
toglierle di dosso tutti quegli ammennicoli.”
“Ma
allora?”
“Allora…
Ci sono limiti che non puoi superare, con tutta la buona volontà. Ti prego di
credermi. Ho tentato. Ho tentato davvero. Volevo che funzionasse fra noi.”
“Per
favore…”
“Quella
fatidica mattina lei prese la decisione unilaterale di trasferirsi da me. Disse
che dovevamo passare più tempo insieme e voleva un cassettone, giusto per
metterci un po’ della sua roba, e sai meglio di me cosa intende una donna con
una cosa simile. Convivenza! Così mi sono deciso. Fino a quel momento avevo
sopportato tutto, ma stavolta era troppo. Per questo dico che sei la persona
giusta per lei. Tu vivi in una cripta. Non può peggiorare la tua situazione. Ma
io? Avrebbe stravolto la mia casa. Avrebbe messo i suoi cuscinetti ricamati a
tombolo sul mio letto, le farfalline di cartone sulle pareti e peggio di
tutto… i pupazzi. Ti rendi conto? Avrebbe messo Mister Ciccio su un mio
mobile!”
FINE