Per
ogni generazione esiste una Prescelta, che si erge contro i vampiri, i demoni e
le forze del male. Lei è la Slayer.
E per ogni generazione esiste un'altra prescelta, una ragazza uguale a lei, che dovrà i tutti i modi ostacolarla e impedirle di portare a termine la sua missione. Nessuno sa esattamente chi sia, dove viva fino a quel momento, molti pensano non esista sul serio. Invece lei c'è, nell'ombra, aspettando il momento più propizio per attaccare la sua nemica.
________
Posso
dire che cominciò tutto una sera. Angel era appena diventato cattivo, e Buffy
era ancora sconvolta. Aveva bisogno di uscire, e così la trascinai fuori a
forza. La serata non andò neanche male, lei si fece anche quattro risate, ma
dopo neanche un'ora nonostante le mie proteste decise di tornare a casa.
Sentivo
che sarebbe successo qualcosa, ma mi dissi che era soltanto una mia fantasia.
Sbagliavo.
Cara
Willow…aveva cercato di tirarmi su il morale in tutti i modi possibili, ma ci
sarebbe voluto un miracolo. Se fossi rimasta un secondo di più avrei fatto
deprimere anche lei. Appena sono uscita dal Bronze, mi sono accorta che qualcuno
mi stava seguendo. Avevo appena iniziato a voltarmi, che questa mia inseguitrice
mi aggredì all'improvviso gettandomi a terra. Ora potevo vederla in faccia. O
mio Dio…conoscevo quegli occhi. Erano i miei stessi occhi verdi. Lei era
uguale a me!
Sogghignai.
La sua espressione di paura mista a sorpresa mi divertiva molto. Poverina,
neanche aveva mai sospettato della mia esistenza. Piacere dolcezza, sono Venetia,
le dissi, e poi continuai a combattere. Bravina, questo posso concederglielo, ma
non abbastanza. Metterla KO fu veramente uno scherzo. Era ancora priva di
conoscenza quando la portai nel luogo che avevo scelto per lei. Inferriate alle
finestre - ops, all'unica finestra - e una porta praticamente impossibile da
buttare giù mi dava la garanzia che non sarebbe riuscita a scappare tanto
presto. Prima di chiuderla dentro mi fermai a guardarla: incredibile, avevo
passato la vita a studiarla, a odiarla, ma niente poteva cambiare il fatto che
avremmo potuto essere sorelle gemelle. Mi avvicinai, e tolsi dalle dita tutti
gli anelli. Me li infilai subito, e poi sciogliendomi i capelli li pettinai
esattamente alla stessa maniera. Dopo essermi assicurata che l'anestetico avesse
fatto effetto, la chiusi a chiave e me ne andai a casa sua…a casa mia. La
commedia aveva inizio…
Non
sapevo più chi era. La persona che avevo davanti non poteva essere Buffy, mi
rifiutavo di crederlo. L'ultima volta che l'avevo vista era una ragazza con il
cuore spezzato che piangeva per tutto quello che le era successo, ma ora…
Buffy
mi ignorava ormai da due settimane, a quanto pareva preferiva Cordelia e le sue
amiche oche a me. Xander invece era diventato l'oggetto dei crudeli scherzi di Buffy e Harmony. Lo vedevo che soffriva, e cercavo di
consolarlo, ma non sapevo darmi una spiegazione. Neanche Giles era in grado di
capire la ragione del suo modo odioso di comportarsi. A me ricordava tanto la
ragazza che era diventata quando aveva ucciso il Maestro. Forse era solo il suo
modo di superare il dolore per Angel, ma se era così speravo che tutto finisse
al più presto. Rivolevo la mia amica.
Che
spasso! Stavo distruggendo la vita di Buffy, e la cosa mi divertiva un mondo.
Per prima cosa avevo rotto i rapporti con quei perdenti, e credo anche unici
amici che lei avesse per indirizzarmi verso Cordelia. Sapevo che Buffy non
avrebbe mai fatto una cosa del genere, per cui lo feci di corsa. Tutti avrebbero
dovuto vederla esattamente come io volevo, e poi sarei rimasta a guardare
da distanza di sicurezza l'effetto che avrebbe fatto alla mia
"sorellina". Prima però c'era una cosa che dovevo fare. Riguardai il
Claddagh alla mia mano destra, e decisi che quella sera avrei fatto visita ad
Angelus. Quando aveva ancora l'anima l'avevo incontrato, ma ero rossa, riccia e
avevo gli occhi nocciola. Speravo si ricordasse di me. L'unica cosa che avevo in
comune con Buffy era che avevo perso la testa anch'io per quell'affascinante
vampiro irlandese…
Ero
finalmente da solo alla villa. Spike aveva portato fuori Drusilla, o meglio,
Drusilla aveva spinto fuori Spike e la sua insopportabile arroganza fuori di
qua. Avessi saputo che sarebbe stato una tale spina nel fianco, lo avrei
ammazzato a Londra nel 1880 invece che farlo restare con me, Darla e Drusilla!
Sentii dei passi, e riaprii gli occhi. Quasi feci un balzo dalla poltrona. Buffy
era davanti a me. Mi divertiva questo suo
gesto pazzo, davvero. Le domandai perché fosse qui, ma lei mi sorrise in
maniera strana e cominciò ad avvicinarsi lentamente a me. Una volta che mi fu
davanti, si chinò a baciarmi appassionatamente.
Questo
Buffy non lo avrebbe mai fatto in questi giorni, neanche da sbronza. Ma chi era
questa ragazza? Cominciai a ripensare ai miei giorni maledetti, e mi tornò in
mente una ragazza dai capelli rossi, molto bella, e molto determinata a riuscire
a strapparmi l'anima. Non potevo sbagliarmi, la donna che mi stava davanti era
Venetia. Ora ricordavo tutto, e ricambiai il bacio attirandola a me. Quanto
avevo desiderato che fosse lei a liberarmi…Ma all'epoca avevo ancora una
maledetta coscienza che mi aveva impedito di rendere questo possibile, anzi,
avevo fatto in modo che il Consiglio la trovasse e la portasse a Londra per
imprigionarla. Ora però era qui, e la cosa mi rendeva felice. Sentivo l'oscurità
dentro di lei, e sapevo che era uguale alla mia. Ci sarebbe stato molto da
divertirsi nei giorni a venire…almeno per noi due.
Mi
ero risvegliata in una stanzetta buia, umida e fredda. Da quanto ero lì? Non lo
sapevo proprio. Dopo essermi posta le domande di rito (Dove sono? Che diavolo
era successo?) ed essermi data qualche risposta (Non lo so! Non lo so!),
cominciai a cercare un modo per uscire. Provai a buttare giù la porta, ma dopo
il terzo tentativo rinunciai, troppo robusta. Mi diressi verso la finestrella,
con una piccola grata. Forse avrei avuto più fortuna. Prima mi aggrappai alle
sbarre e feci forza sulle braccia per riuscire a vedere cosa ci fosse fuori.
C'era un giardino, quindi dove mi trovavo doveva essere la cantina della casa,
un seminterrato forse. Strattonando la grata per un po' grazie al cielo mi
rimase in mano dopo poco. Cominciai a trascinarmi fuori, e quando fui uscita mi
accorsi che quella era la casa dove Spike, Dru, e Angelus si nascondevano.
Dovevo filarmela, e alla svelta.
Beh,
il sogno di una vita era diventato realtà. Stavo sonnecchiando tra le braccia
di Angelus, nella sua sontuosa camera da letto. Quello che è successo tra di
noi potete anche immaginarlo, dopo quel…uhm, come definirlo?, bacetto
innocente che ci siamo dati. Sapeva perché ero sull'Hellmouth, e mi aveva
appena offerto il suo aiuto incondizionato. Voleva proprio far soffrire quella
poveraccia di Buffy…meglio così, insieme sarebbe stato più divertente. E
voleva anche che io rimanessi lì con lui per tutto il tempo che ci sarebbe
voluto. Mi divertii a farmi pregare, ma tanto lo sapevamo benissimo entrambi che
era quello che volevo. Non ho alcuna fretta, gli dissi, e lui mi sorrise mentre
mi baciava di nuovo e mi stringeva a sé.
La
trovai sui gradini di casa mia, sembrava sconvolta. Non ci voleva un genio per
capire che aveva bisogno di qualcuno vicino, e nonostante tutto ero felice che
fosse venuta da me. Mi sedetti accanto a lei, e mettendole una mano sulla spalla
le chiesi che cosa fosse successo. Mi aspettavo una spiegazione per come si era
comportata in quei giorni, invece lei cominciò a raccontarmi una storia
incredibile su di una ragazza uguale a lei, di nome Venetia. Se lo avesse
raccontato in una qualsiasi parte del mondo nessuno le avrebbe creduto, ma
vivevamo sull'Hellmouth, e tutto era possibile.
Dopo
averla nascosta in casa mia, all'alba andai a buttare Giles giù dal letto. Sì,
come se dalla morte di Jenny Calendar avesse mai dormito più di tre ore per
notte. Saltando i convenevoli, gli raccontai tutto quello che Buffy mi aveva
detto, e osservandolo mi era sembrato di sollevargli un macigno dal cuore. La
cosa che mi sorprese era che lui sapeva di Venetia. Mi raccontò che il
Consiglio l'aveva catturata anni prima, e che gli avevano sempre detto di non
preoccuparsi, che il problema era stato risolto. Io non avevo mai incontrato i
membri del Consiglio, forse direttamente non l'aveva mai fatto neanche Giles, ma
mi domandavo che genere di persone potesse tenere nascosta una cosa in grado di
distruggere la vita della Slayer stessa, quando il loro compito era aiutarla,
guidarla e proteggerla.
Giles
mi disse di riferire a Buffy che voleva vederla domani notte, e mi diede un
libro per dare un'idea a Buffy di chi Venetia fosse. Io senza leggere potevo già
dare un giudizio: sarebbe stata una bella gatta da pelare.
Maledizione!
Non avevo previsto che quella piccola strega scappasse tanto presto! Stavo
camminando avanti e indietro da almeno un'ora nel salotto della villa, sotto lo
sguardo di Dru, divertito o di odio non saprei. La pazza non mi poteva
sopportare, fin dall'istante in cui avevo messo i piedi in casa e le mani su
Angel. Peggio per la moretta, non lo avrei mollato tanto facilmente.
Angelus
mi stava guardando, lui invece era il ritratto della calma. Mi disse di sedermi
accanto a lui, e dopo avermi preso le mani mi rassicurò dicendomi che non era
cambiato niente, e che il mio piano aveva solo subito una piccola accelerata. Ma
dove la trovava tutta quella calma? Beh, adesso avevo altro a cui pensare.
Dovevo andare a scuola a fare la mia parte.
Avevo
incontrato Buffy…cioè, Venetia. Ora che sapevo la verità le sue cattiverie
non mi facevano più né caldo né freddo, e fu così anche per Xander, appena
gli raccontai tutto. Lui voleva addirittura affrontarla faccia a faccia, ma io e
Giles riuscimmo a fargli cambiare idea. Era meglio continuare a fingere di non
sapere niente, così Venetia non avrebbe sospettato niente e non avrebbe saputo
dove cercarla. Lo sapevo anch'io che il mio piano faceva acqua da tutte le
parti, ma era l'unica cosa che mi era venuta in mente…
Ero
nella camera di Willow intenta a leggere il libro di Giles. Venetia e io eravamo
nate nello stesso giorno, ma in due luoghi diversi: io a Los Angeles, lei nelle
Highlands scozzesi. Aveva passato la vita ad essere addestrata al combattimento,
ad odiarmi senza mai avermi visto, e a distruggermi. Qualche anno prima aveva
anche tentato di sedurre Angel, ma lui aveva fatto in modo che il Consiglio la
trovasse e la imprigionasse. Da Londra era riuscita a scappare grazie al suo
Osservatore, una mia vecchia conoscenza: Ethan Rayne.
Venetia
mi spaventava e, potevo mettere la mano sul fuoco, avrebbe fatto alleanza con
Angelus. Non osavo neanche pensare a cosa sarebbe successo il giorno dopo…
Avevo
quasi terminato la mia opera. A dirla tutta, girare con Cordelia stava
cominciando ad annoiarmi, era ora di mettermi a giocare con Buffy. Mi accorsi
che Willow mi stava fissando. Ma che voleva quella secchiona? Appena si accorse
del mio sguardo, s'infilò subito nella biblioteca. O forse era stata solo la
mia immaginazione. Viva la paranoia! Se non fosse per Angelus mi sarei cercata
un posto per vivere dove potevo stare sola. La moretta a parer mio era un pelino
inquietante.
Quella
sera accompagnai Buffy da Giles, facendo attenzione a non avere gente strana che
ci seguisse. Lui era felice come una pasqua di vedere la vera Buffy! Cominciammo
a parlare, e la domanda era una sola: come fermare Venetia?
Ero
andata via dalla casa di Giles con una scusa. Venetia era qui per me, e non
volevo che loro due ci andassero di mezzo. Andai al Bronze, e cominciai a
guardarmi intorno. Neanche cinque minuti dopo, ebbi l'impressione che il tempo
si fermasse. Venetia. E Angelus. Stavano ballando insieme, stretti l'uno
all'altra. Rimasi a fissarli per non so quanto tempo, ma quel che importa era
che si accorsero di me.
Che
faccia. Poverina, poteva anche aver concepito che io e Angelus avevamo stretto
un'alleanza, ma di sicuro non che io e lui dormivamo insieme. Di sicuro ora
qualcosa aveva afferrato. Ero proprio felice di non essermi sbagliata, insieme
ad Angelus mi stavo proprio divertendo. A differenza della Slayer.
Potevo
dire con assoluta certezza di aver sentito il cuoricino di Buffy andare in mille
pezzi, e il tacco delle scarpe di Venetia calpestare i cocci. Quasi mi venne da ridere. Se io e lei l'avessimo organizzata,
questa scena non sarebbe venuta così bene, ci avrei scommetto.
Mi
mancava il respiro. Ma perché? Lui non era il mio fidanzato, il mio Angel era
morto, e lei…lei era la mia nemica. Ma
a chi volevo darla a bere? Era così ovvio. Nonostante tutto, nonostante il male
fatto a me e ai miei amici, vederlo con un'altra (per altro uguale a me) era
come ricevere una coltellata in pieno petto. Era passato troppo poco tempo, le
ferite erano ancora aperte. E sanguinavano ancora. Rimanemmo a fissarci per
quello che a me sembrò un'eternità, ma che poi scoprii essere stati solo dieci
minuti. Niente parole, niente colpi. Solo sguardi. Alla fine ognuno andò per la
sua strada, e io tornai a casa di Willow. Mi aspettava, e appena la vidi
scoppiai in lacrime mentre lei mi abbracciava, tentando di calmarmi.
Io
e Angelus eravamo fuori dalla finestra di casa Rosemberg. Perfetto,
assolutamente perfetto. E non ci eravamo neanche preparati! Non si può dire che
la piccola abbia nervi d'acciaio, scherzai io, ma lui non mi rispose. La
fissava, senza dire una parola, mentre stava piangendo, poi si ricordò della
mia domanda e rispose di sì. Mi mise un braccio sulle spalle e ritornammo alla
villa. Durante il tragitto, mi sussurrò la sua nuova idea, e se quello che
avevo visto (o creduto di vedere…) mi aveva demoralizzato, questa mi tirò su
subito il morale.
La
mattina dopo Venetia non si fece vedere a scuola. Meglio così, in questo modo
riuscii a dire agli altri quel che era successo quella notte. Dissi anche che al
mio risveglio Buffy era sparita. Aveva lasciato solo un biglietto, voleva
evitarci problemi ed era convinta che Venetia e Angelus avrebbero dato la caccia
solo a lei. La mattina si rivelò essere più monotona del solito, e quando
tornai a casa nel pomeriggio non trovai neanche i miei genitori, andati a
trovare una zia malata nel Nebraska. Stavo per prepararmi la cena, quando uno
strano rumore mi spinse a uscire fuori di casa. Era buio, non vedevo niente.
All'improvviso, un colpo secco alla nuca mi fece perdere i sensi.
Willow
era crollata ai miei piedi come un sacco di patate. Chi mancava? Nessuno. Ero già
passata a prendere Xander e Giles, la piccola Willow era l'ultima della lista.
Buffy avrebbe di sicuro tentato di salvarli, e io ci contavo proprio.
Altrimenti…beh, altrimenti avrebbe perso gli unici amici che aveva.
Venetia
quella sera aveva addosso un vestito blu notte che le avevo preso la notte
scorsa. Era semplicemente stupenda. Secondo i nostri suggerimenti, Drusilla
aveva organizzato una piccola festicciola, dove Buffy e i suoi amici sarebbero
stati gli ospiti d'onore. Erano tutti vestiti eleganti, come noi del resto,
l'unica differenza era che noi eravamo in piedi, e loro legati alla sedia. Le
loro espressioni quando, risvegliandosi, si accorsero dov'erano, e soprattutto
con chi!
Nella
sala c'era un silenzio di tomba. Si sentiva solo il fruscio del mio vestito,
mentre passavo tra le sedie. Avevo visto giusto. Nei loro sguardi, specialmente
in quello di Willow, c'era un odio che prima non c'era. Loro sapevano chi ero in
realtà.
Ero
fuori dalla casa, e stavo spiando la situazione. Quanto ero stata stupida, ma
davvero pensavo che non avrebbero giocato anche questa carta? Non intervenire,
significava condannarli a morte. Intervenire, significava tentare di salvarli e
affrontare Venetia e Angelus, con una possibilità di salvarsi su un miliardo.
Feci un respiro profondo, e cercai di calmarmi, anche se avevo il cuore che
minacciava di volermi uscire dal petto. Era un suicidio, ma comunque non mi
sembrava di avere ancora molto da perdere. Entrai.
Scusami
se ti ho fatto attendere, disse Buffy entrando nel salone. Ma perché era
venuta? Non aveva capito che era una trappola? La guardai negli occhi. No, la
mia amica lo sapeva benissimo. Avrebbe giocato da sola contro Angelus e la sua
gemella per liberarci, e avevo paura. Buffy nello stato in cui era avrebbe
potuto compiere una sciocchezza.
Finalmente
faccia a faccia. Sentivo la sua rabbia, il suo odio, ma non avrebbe mai potuto
raggiungere il livello che avevano raggiunto i miei. Non sarei stata io ad
eliminarla. No, quella era una cosa che avrei lasciato ad Angelus. Mi sedetti di
fianco a Drusilla, che era intenta a cullare la sua bambola, e osservai la
scena.
Buffy
mi fissava impassibile, senza far trasparire emozioni, ma io percepivo la sua
paura. Aveva come il presentimento che se non fosse successo un miracolo,
stavolta l'avrei uccisa. Non sbagliava, era proprio la mia intenzione. Avevamo
giocato, ma adesso era ora di finirla.
Avevo
iniziato a combattere contro Angelus, rispondendo colpo su colpo, ma per quanto
stessi facendo Angelus riuscì ad afferrarmi per la gola e a sbattermi contro un
muro. Tentai di liberarmi, ma lui era più forte di me. Era giunto il momento di
dire addio, il miracolo non si sarebbe verificato…
Buffy
stava per essere strangolata da Angelus, quando avvenne l'inimmaginabile. Credo
che avrei fatto un salto dalla sedia se non fossi stata legata saldamente alla
sedia! Drusilla aveva attaccato Venetia, e prendendola di sorpresa l'aveva morsa
sul collo. Angelus si distrasse un momento, e Buffy riuscì a tirargli un calcio
e a correre da noi per liberarci. Ero sollevata, quello strano sguardo l'aveva
abbandonata. Dopo tanto dolore, finalmente riconoscevo la mia amica, com'era
prima che questa storia iniziasse.
Mi
sentivo debolissima…ma che era successo? Ecco, ora ricordavo. Drusilla. Lei
vedeva in me sia Buffy, sia una minaccia nel suo rapporto con Angelus. Avevo
abbassato le difese un secondo, e lei ne aveva approfittato. Era pazza, non
stupida...Sentii che qualcuno mi sollevava. Angelus? No, lui stava combattendo
con Buffy, mentre gli altri se la stavano filando. Prima di perdere i sensi
cercai di guardarlo in faccia. Era Giles.
Come
riuscimmo ad andarcene da quel posto maledetto non lo sapevo proprio. Giles
disse che si sarebbe occupato di Venetia e che avrebbe avvisato il Consiglio. Ce
ne tornammo tutti a casa, e appena entrai nella mia stanza e vidi i miei nuovi
pesci rossi mi sentii a casa, e crollai di stanchezza.
La
mattina dopo andai insieme agli altri da Giles. Il Consiglio aveva fatto sapere
che sarebbero venuti a prendere Venetia entro un paio d'ore e, datemi pure della
stupida, volevo parlarle.
Era
seduta vicino alla finestra, guardava la pioggia che rigava il vetro. Anche se
si accorse della mia presenza, non fece alcun cenno di muoversi.
-
Che vuoi?
-
Parlare.
-
Perdi il tuo tempo, slayer. Tra poco arriveranno quelli del Consiglio a
prendermi. Sai cosa mi succederà?
-
Credo proprio di sì. Ma forse c'è una scappatoia.
-
Sentiamo.
-
Willow ha trovato una magia per piegare la volontà altrui. Potremmo farti
passare per mia sorella gemella. Niente lotte, niente problemi col Consiglio.
Che ne dici?
-
Dico che sei matta! Se non mi farà la pelle il Consiglio, ci penserà la mia
gente. Apri gli occhi, Buffy. Dietro il Consiglio che credi di conoscere c'è un
mondo che non immagini. La loro malvagità non è una debolezza, ma uno stile di
vita. E a me piace.
-
Venetia, ascolta…
-
No, ascolta tu! Se un bel giorno ti venissero a dire che il tuo compito è
cambiato, che ora non devi più uccidere i vampiri ma proteggerli, tu che
faresti?
-
Dovrà gelare l'Inferno, prima che succeda. Non si può mutare il male.
Venetia
sorrise cattiva - Congratulazioni. Ci sei arrivata.
-
Tenterai di scappare?
-
No. Non sono così stupida, con gli scagnozzi del Consiglio alle calcagna non
arriverei a domani. Vivrò più a lungo se non faccio pazzie.
Sentii
il rumore di un motore fermarsi sotto la finestra. I miei carcerieri erano
arrivati, i miei Men in Black, come li avevo soprannominati io tempo fa. Mi
alzai da dov'ero seduta, e dopo aver afferrato la mia borsa uscii dalla stanza
passando a fianco di Buffy.
-
Buona fortuna. Contro il mio Angelus ne avrai bisogno.
Attraversai
il salotto fino all'entrata di quella casa con i loro sguardi di ghiaccio
puntati addosso. Se pensavano di spaventarmi avevano fatto male i loro conti.
Scesi le scale, fronteggiai i due uomini che mi stavano aspettando e poi mi
sedetti in macchina, in mezzo a loro. Non avevamo ancora lasciato la casa di
Giles che subito mi accorsi che qualcosa non andava. Troppa calma.
Quando
il passeggero vicino all'autista si voltò verso di me, non sapevo se mettermi a
urlare o essere felice. Ethan Rayne.
-
Signor Rayne, ma che cosa…?
-
Hai fallito Venetia.
-
Me ne assumo la responsabilità, ma…
-
Sai che noi non tolleriamo i fallimenti - disse turando fuori dalla giacca una
siringa.
O
mio Dio…sapevo cosa c'era dentro. E sapevo anche che se non avessi tentato di
scappare sarei morta. Mi dimenai, tirai morsi e calci, tentai di attirare
l'attenzione battendo al vetro posteriore dell'auto, gridai con quanta voce
avevo in corpo ma ormai nessuno poteva sentirmi. Uno dei gorilla che avevo a
fianco mi iniettò il veleno nel braccio, e subito cominciò a fare effetto.
Buffo,
pensavo che il mio ultimo pensiero sarebbe stato per Angelus, invece stavo
pensando a Buffy. Neanche dieci minuti prima mi aveva offerto una nuova vita,
tentare di essere felice, e io l'avevo gettata via per quella stessa gente che
ora mi stava uccidendo. Al destino non mancava il senso dell'ironia, pensavo
quando chiusi gli occhi e dissi addio alla mia vita.