"Willow,
sta tranquilla, e anche tu Tara. È un amico di Angel che ha bisogno di una
mano…"
E
Buffy spiegò alle due ragazze chi fosse Jarod, quale fosse il suo problema e
chi fossero i suoi nemici. A Willow s'illuminarono gli occhi appena sentì la
parola simulatore.
"E
così sei un vero simulatore? O mio Dio…avevo letto di un uomo che senza aver
compiuto gli studi necessari sapeva esercitare perfettamente la professione di
medico, ma…o mio Dio! Pensi che potrei farti qualche domanda?"
"Willow!
Metti a riposo i tuoi istinti da scienziata, vuoi?"
"Se
Angel l'ha mandato da noi vuol dire che il problema è grosso. E se l'ha fatto
accompagnare da Cordelia e Wesley vuol dire che è molto
grosso. Ora sono da Giles al negozio di magia a dargli una mano. Con
l'influenza che si è presa Anya, ancora un po' e si sarebbe fatto prendere dal
panico!"
"Influenza?"
"Regalo
della mia adorata sorellina, Dawn."
"Tornando
a Jarod…possiamo aiutarti?"
"Siete
essenziali. Buffy mi ha accennato al fatto che siete streghe. Ci sono
incantesimi tra i libri che avete che servono a far sparire una persona e a
farla ricomparire lontano da qui?"
Willow
scosse la testa, mentre Tara ci pensò su per un istante e poi disse che sì, le
sembrava proprio che un testo simile ci fosse nella sua stanza alla Stevenson
Hall. Solo, bisognava cercarlo in mezzo alla montagna di altri libri che aveva,
ed erano veramente parecchi.
Mentre
Buffy, Jarod e Willow controllavano i testi ammucchiati sul tavolo, Tara
guardava quelli nello scaffale, quando si accorse che in cima ce n'erano altri
due. Mettendosi in punta di piedi e allungandosi più che poteva riuscì a
sfiorarli e a farli cadere a terra. Insieme ai libri, si accorse, era venuto giù
anche un mazzo di carte che riconobbe come i tarocchi che aveva ricevuto da sua
madre. Buffo il modo in cui erano disposti. Erano tutte cadute senza mostrare le
figure, tranne una. La Morte.
Tara
rimase a guardarla per qualche istante senza riuscire a muovere neanche un
muscolo, poi con gesti rapidi raccolse le carte e fatto spazio sul tavolo a
scapito di alcuni libri iniziò a disporre le carte sotto lo sguardo perplesso
degli altri tre.
"Tara?"
"Tara,
che succede? Che hai visto, me lo vuoi dire?"
"Solo
un brutto presagio Willow. Può essere niente, e lo spero con tutto il cuore, ma
se non lo fosse…" e cominciò a girare le quattro carte che aveva
davanti.
"Non
ho sbagliato. A qualcuno vicino a uno di noi succederà qualcosa di molto
brutto. Forse è già successo. Chi indica questa carta?" domandò Tara
all'amica.
"Non
lo so. L'Angelo capovolto…una persona in cerca di riscatto. Chi conosciamo noi
che…o santo cielo!"
"Angel…"
Tutti
si voltarono a guardare Buffy, che era sbiancata di colpo, e che continuava a
fissare quella carta.
"Buffy,
vedrai che non è niente di così grave…" tentò di calmarla Willow, ma
Buffy non la stava a sentire, e presa la giacca e controllati i soldi che aveva
con sé prima che Jarod potesse fermarla corse via, diretta alla stazione degli
autobus per prendere il primo in partenza per Los Angeles. Angel l'aveva sempre
aiutata, nei momenti importanti c'era sempre stato. Il funerale di sua madre era
l'ultimo della lista. Era arrivato il momento di ricambiare.
Una
volta fatto il biglietto stava per montare al volo sull'autobus in partenza,
quando si sentì afferrare saldamente alle spalle da qualcuno, perdendo la
possibilità di salire. Furiosa, senza guardare chi fosse gli tirò una gomitata
allo stomaco e lo scaraventò a terra. Povero Jarod, quando aveva a che fare con
Buffy le prendeva sempre.
"Sei
tu. Ti avverto, non torno indietro. Angel ha bisogno di me."
"Non
sono qui per fermarti" disse indicando con un cenno l'auto di Wesley
"Wesley e Cordelia rimangono qui per aiutare Giles col negozio, mi hanno
lasciato la macchina che mi risulta essere più veloce di un autobus. Angel è
anche amico mio, Buffy. Se è nei guai, io vengo con te."
______________________
Miss
Parker gongolava. Quando Raines
era andato nella cella di Angel, e non trovandolo era piombato come una furia
nell'ufficio del signor Parker, aveva avuto la brutta sorpresa di trovarci già
Miss Parker, con una sua versione dei fatti che nessuno si sentì di ribattere,
neanche Lyle e Brigitte. L'espressione di Raines era tutta un programma, ma
stavolta era lui ad avere le mani legate. Inoltre Raines aveva avuto dalla Torre
un incarico che lo avrebbe portato a Los Angeles per un po' di tempo, e si vide
costretto a lasciare il suo nuovo giocattolo nelle mani di Miss Parker.
"Lassù
qualcuno mi ama!" esclamò entrando felice e contenta nell'ufficio di
Sydney.
"Ho
sentito che l'incarico passa a te. Congratulazioni."
"Spero
di non dovermene pentire. Raines è uno che se la lega al dito, ma francamente
è meglio se Angel resta vivo, e per farlo è meglio che parli con me."
"Stai
mantenendo la cosa sul piano professionale, vero?"
Miss
Parker ci pensò un attimo, e poi gli disse di sì. Anche se sapeva di mentire.
Aveva subito sentito una sorta di attrazione verso di lui, una forza che l'aveva
subito spinta a parlargli e a vederlo. Era l'unico che sapeva il suo nome a cui
aveva permesso di chiamarla così. Appena Raines fu fuori dal Centro e dalla
zona di Blue Cove, Miss Parker fece trasferire Angel dall'infermeria ad un
sottolivello dove erano ospitati altri soggetti del Centro. La motivazione
ufficiale era quella di convincerlo a collaborare usando un diverso approccio.
"E
quella ufficiosa, Jennifer?" domandò Angel divertito, seduto al lato
opposto della tavola a cui era seduta anche Miss Parker.
"Mia
madre si sarebbe rivoltata nella tomba se ti avessi lasciato a marcire nell'Ala
Rinnovamento. Se possibile è peggio del museo degli orrori che Raines aveva
quando era in vita lei, e per cui quel morto che cammina brucerà
all'Inferno."
"Lo
odi molto."
"Sono
convinta sia responsabile della morte di mia madre."
L'espressione
scura di Angel le fece capire che lui non lo sapeva "Scusami. Credevo lo
sapessi."
"Ho
saputo con certezza della sua morte solo nel 1996, da un amico comune, e ancora
non mi pare vero. Mi avevano detto che si era suicidata."
"E
tu ci credi?"
"Sinceramente?
No."
"Mia
madre amava la vita, la sua famiglia, e so che non l'avrebbe mai fatto. I conti
non tornano."
"Catherine
sapeva le sarebbe successo qualcosa prima o poi, ma non sapeva per mano di chi.
Aveva anche altri nemici a causa del suo lavoro."
"Chi?"
"Non
ti servirà a niente saperlo."
"Tu
dimmelo. Deciderò io se mi serve o no."
"D'accordo.
Tua madre lavorava per un'istituzione inglese antichissima, il Consiglio. Era
un'Osservatrice molto in gamba, sapeva il fatto suo. E non era la donna fragile
che tutti credevano."
"Osservatrice?"
"Tua
madre sapeva molte cose sulle forze del male. Parte dei suoi studi che aveva
condotto in Inghilterra vertevano su quello. Una volta laureata era tornata in
America e aveva proseguito la sua vita come se nulla fosse, ma ogni anno
prendeva e tornava in Inghilterra. Sbaglio?"
"Diceva
che si trattava di una riunione con i vecchi compagni di scuola…"
"E
invece andava a Cambridge da loro. Suo progetto era quello di salvare te e altri
bambini da questo posto, se ricordo giusto, e di portarvi laggiù. Una volta
ottenuta la protezione del Consiglio sareste stati al sicuro. Per sempre."
"È
tanto influente questo Consiglio?"
"Influente
e pericoloso."
"Sembri
sapere di cosa si parla."
"Ho
visto che succede a chi va contro di loro."
"Buffy?"
"No,
un'altra ragazza che conoscevo."
"Non
parli molto di lei."
"Neanche
tu parli del padre di tuo figlio se è per quello."
"È
morto tre mesi fa, e due mesi dopo ebbi questa bella sorpresa. C'est la
vie" sospirò Jennifer sorridendo amaramente "Anche lei è…"
"No,
ma è come se lo fosse, ed è meglio così."
"Come
vuoi. Torniamo al motivo per cui sei qui. Che sai di Jarod?"
"Dimmelo
tu."
"So
che lavorava per uno studio legale chiamato Wolfram & Hart, che ha spedito
in galera due di loro."
"Come
lo sai?"
"Uno
dei loro è venuto qui."
"Tiro
a indovinare. Lindsey McDonald, vicedirettore della sezione Progetti Speciali di
Wolfram & Hart?"
"Già…Progetti
Speciali?"
"Sì,
e io sono uno di quelli. Ti riporteranno Jarod?"
"Ci
possono provare. Ma la caccia, quella è solo tra me e lui, e se non ritorna qui
io non sarò mai libera. Voglio lasciarmi questo posto alle spalle e le persone
che ci lavorano al più presto."
"Anche
la tua famiglia?"
"La
tua famiglia è morta da secoli, ma la mia purtroppo è ancora qui. Ho un padre
debole e bugiardo, e un fratello psicopatico. Starò molto meglio senza di loro.
Mia madre…era l'unica persona di cui potevo fidarmi. Ora non mi fido di
nessuno."
"Puoi
fidarti di me."
___________________
"Willow
dopo che sono uscita ha detto qualcos'altro al riguardo?" disse Buffy
mentre insieme a Jarod entrava all'hotel Hyperion.
"Ha
detto solo quello che sapevi già."
"Quindi
può essere Drusilla, Darla, un nuovo nemico, o di nuovo un veleno
mortale…qualsiasi cosa. Ma se Angel muore, troverò il responsabile e gliela
farò pagare."
Una
volta nell'ufficio di Angel, fu chiaro a tutti che erano arrivati troppo tardi,
erano evidenti i segni di lotta e di effrazione.
"Santo
cielo…"
"Dovevano
essere in cinque, lo hanno preso alle spalle e immobilizzato. Almeno così
pare."
"Chi
può essere stato?"
"Wolfram
& Hart. Uno studio legale con cui è meglio non avere a che fare."
Poi
sentirono dei passi, di due persone che entravano nel palazzo e che presto si
fecero vedere. Erano Lindsey e Lilah, e non sembravano felici di rivederlo.
"Jarod."
"Lindsey,
Lilah, ma che sorpresa. Scommetto che state cercando Angel."
"Noi
a differenza di te sappiamo dove si trova. E da quel posto non uscirà mai più,
sono troppo interessati a studiare i demoni."
"The
Initiative?" domandò Buffy all'uomo.
"Il
governo non c'entra. Per rispondere alla vostra domanda, stiamo solo dando
un'occhiata in giro. Questo palazzo diventerà di nostra proprietà tra non
molto, è meglio essere informati."
"Se
il proprietario non fa ritorno prima, Lindsey" rispose Jarod. E poi
rivolgendosi alla sua amica "Sai Buffy, credo proprio di sapere dove sia.
Quanto?"
"Cosa?"
"Quanto
ti ha offerto Raines per farti cadere così in basso e vendere le persone,
Lindsey?"
"Oh,
non si tratta di denaro, ma di vendetta. Pura e semplice. E mi pare tu sia un
esperto al riguardo" disse uscendo con la collega.
Erano
appena saliti in macchina, che il cellulare di Lindsey cominciò a suonare.
Dall'altro capo del filo, Raines, che i due avvocati sapevano li stava
aspettando a Wolfram & Hart.
"Come
è andata?"
"Il
suo simulatore era lì, che cercava Angel. Credo che tra non molto sarà a Blue
Cove per cercare di aiutare il vostro ospite…"
"È
questo che mi piace sentire, però ho l'impressione che lei stesse per dire un
ma."
"Infatti.
C'è una variabile. Jarod non era solo, con lui c'era una ragazza bionda, che
lui ha chiamato Buffy."
"Può
essere solo una spettatrice, ma io voglio sapere lo stesso chi sia. Voglio
sapere dove vive, con chi, se va in chiesa, se ha litigato con qualcuno prima di
partire…tutto. Appena trovate qualcosa, vi voglio vedere. Tutti e due.
Dobbiamo definire altre cosette."
E
le notizie non tardarono ad arrivare. Lilah era stata estremamente precisa al
riguardo, pur di dimostrare di essere meglio di McDonald.
"Ecco
quanto sappiamo di questa ragazza. Elizabeth Anne Summers, nata nel gennaio
dell'81 qui a Los Angeles, figlia unica. Studentessa modello fino a quattro,
cinque anni fa quando inizia a essere coinvolta in casi oscuri e misteriosi, e
viene cacciata dalla scuola per aver bruciato la palestra."
"Affascinante…"
"Dopo
il divorzio dei suoi Buffy si trasferisce con la madre a Sunnydale, un posto
veramente particolare perché molto popolato da demoni e simili. Angel è in
città in quel periodo, e anche se c'è poco al riguardo, credo siano stati
molto legati fino a quando due anni fa lui si trasferisce qui. Lei si diploma
nel 1999, e ora frequenta il college. E continua a essere coinvolta in casi
oscuri e misteriosi. Ha imprigionato di nuovo Acathla, ha impedito che il
Maestro tornasse nel mondo reale. Ha evitato anche un'Ascensione. La ragazza è
tutto fuorché innocua, se è sopravvissuta a questo."
"Esiste
un termine per definirla, secondo i testi che ho letto. Slayer."
"Non
credo di sapere di cosa stia parlando, signor Raines" esclamò la donna.
"Una
ragazza, una per generazione, chiamata a combattere il male che voi difendete.
Credo che lei abbia ragione, Lilah. È tutto fuorché innocua…"
"Devo
avvertire i soci anziani?"
"Non
credo sia necessario. Dopotutto, è solo una ragazzina, e noi abbiamo qualcosa
che lei vuole. E Jarod la aiuterà…ma avranno una bella sorpresa. Crede che
potrei avere un colloquio con la signorina Summers?"
"Lei
è uno dei nostri migliori clienti, e per lei Wolfram & Hart farà questo ed
altro."
__________________
Nel
frattempo, Buffy era da sola all'Hyperion, seduta sul pavimento. Jarod dopo aver
guardato in giro nel palazzo non aveva trovato altri elementi utili a
ricostruire cos'era successo, e dopo essersi accorto dell'ora era uscito per
comprare qualcosa da mangiare al vicino ristorante cinese. Dopo che quei due
avvocati se n'erano andati, Jarod le aveva fatto vedere cos'era il Centro che
lui tanto odiava attraverso le immagini e i documenti che aveva rubato, e le
aveva parlato di William Raines, dell'Ala Rinnovamento e del SL - 27. Abbastanza
perché a Buffy venissero i brividi. Pensava che dopo aver visto di cos'era
stata capace Maggie Walsh e The Initiative non fosse possibile trovare niente di
peggio. Ora sapeva che era possibile.
E
Angel era lì…Aveva una tale rabbia in corpo, odiava essere impotente. Uno
scricchiolio del pavimento le fece voltare di scatto la testa, e si alzò
lentamente cercando di non far rumore nascondendosi in un angolo buio.
Aveva
visto giusto, non era Jarod. Assomigliava a uno di quelli che lui aveva chiamato
spazzini, solo aveva un'aria diversa. Non sembrava il classico tipo del
subalterno senza cervello. Trattenne il respiro quando lui iniziò a ispezionare
con lo sguardo l'ufficio, e rimase immobile fino a quando non uscì dalla porta,
dicendo agli altri con lui che non c'era nessuno.
"Come
nessuno? La ragazza deve essere qui."
"Da
quanto ho sentito non va sottovalutata."
"Non
ha neanche vent'anni. Che cosa vuoi che ci fac…"
L'uomo
non riuscì a terminare, Buffy lo aveva steso con una mazzata in testa. Gli
altri prima guardarono lui, poi lei che dopo aver gettato la mazza da baseball
stava sorridendo.
"Scusate.
Stavate forse cercando me?"
Subito
l'attaccarono, ma Buffy era abituata a ben altro e con un paio di calci ben
assestati e qualche pugno li mandò a far compagnia al loro amico. Chinandosi un
momento su di loro, si accorse che dalla tasca di uno sporgeva un biglietto da
visita.
W&H.
Wolfram & Hart.
"Perfetto…"
disse sospirando, e si era appena rialzata quando qualcuno le piombò alle
spalle tenendola stretta e premendole sul volto uno straccio imbevuto di etere.
Prima di perdere conoscenza riuscì a liberarsi e a scagliarlo contro un muro,
ma poi le pareti avevano cominciato a girarle intorno e dopo tre passi cadde per
terra svenuta. Esattamente ai piedi di Lindsey, che la prese agilmente in
braccio e la portò via, mentre altri uomini si occupavano di quelli che aveva
steso. E tutto solo cinque minuti prima che Jarod tornasse con la cena.
Buffy
si risvegliò seduta su una poltrona, dentro un ufficio molto elegante,
circondata da persone che non conosceva. Due uomini e una donna, e uno dei due
aveva una bombola d'ossigeno al seguito.
Scosse
la testa un paio di volte per far andar via il caos che le annebbiava il
cervello, e guardò con sguardo confuso le persone davanti a lei.
"Chi
siete, e che volete da me?"
"Benvenuta
a Wolfram & Hart, miss Summers."
Ad
un più attento esame, si rese conto di conoscerli. Erano i due avvocati che
erano venuti all'ufficio di Angel durante il giorno, Lindsey McDonald e Lilah.
Mentre l'altro, ci avrebbe giurato, doveva essere William Raines.
"Grazie,
signor McDonald, anche se ho molto da ridire sui metodi con cui sono stata
condotta qui."
"Lei
conosce il mio nome…"
"Abbiamo
un amico in comune. Forse più di uno."
"Non
sbaglia. E a noi piacerebbe sapere in che rapporti è con Angel e Jarod."
"E
perché dovrei dirvelo?"
"Perché
Angel è in mano dei miei uomini ora, e Jarod lo sarà presto. La loro vita è
nelle sue mani."
"Se
li conosceste sapreste che balla colossale avete appena detto."
"Potrebbero
anche liberarsi, certo, e correre qui cercando vendetta. Ma a quel punto noi
avremo in mano una carta vincente" disse fissandola in un modo che a Buffy
fece venire i brividi lungo la schiena "che li costringerà a fare quello
che vogliamo. Comprende?"
"Credo
di sì. Ma sa una cosa, signore? Lei ci sta sottovalutando."
Raines
si era avvicinato alla poltrona, poggiando le mani sui braccioli e costringendo
Buffy a schiacciarsi contro lo schienale "il tempo dimostrerà chi dei due
ha ragione, Miss Summers. Con permesso" e con un cenno chiamò fuori
dall'ufficio anche i due avvocati.
"Drogatela
e fate venire qui due dei vostri uomini più forti. Loro e i miei spazzini
dovrebbero bastare a tenerla buona."
"Drogarla?
Quello straccio aveva tanto cloroformio che avrebbe steso un uomo grosso il
doppio per almeno sei ore. Lei è riuscita a stendere una persona, prima di
perdere conoscenza. Ed è rimasta incosciente solo per un ora. Signor
Raines…"
L'uomo
tirò fuori dalla giacca una siringa e una fiala verde "Questa farà al
caso vostro. La priverà delle sue forze per dodici, diciotto ore. Cortesia dei
laboratori medici del distaccamento inglese del Centro. Fategli l'iniezione e
fate in modo che arrivi al Centro. Una volta lì, Jarod arriverà di
conseguenza, e allora sarà in trappola."
Buffy
intanto si era alzata, e aveva iniziato a girare per la stanza come un animale
in gabbia. Uscire dalla porta? No, sarà di sicuro sorvegliata. Dalla finestra?
No, erano al ventesimo piano. Dal condotto dell'aria? No, c'erano le telecamere.
Era in trappola, una cosa che odiava.
Sentì
la porta aprirsi con violenza, e senza voltarsi vide nel riflesso della finestra
una decina di uomini, tra spazzini e scagnozzi dello studio legale. Non
particolarmente insidiosi, ad un primo esame. Dopotutto erano solo mortali. Solo
quando si voltò verso di loro si rese conto che questa battaglia non l'avrebbe
vinta. In mano a uno di loro - Willy - c'era la fiala verde e la siringa. Sapeva
bene cosa c'era all'interno della fiala, lo aveva sperimentato due anni prima. E
ricordava fin troppo bene l'effetto che aveva avuto. Per metterla alla prova le
avevano iniettato quella sostanza, che l'aveva privata della sua forza, e poi
lasciata alla mercé di un vampiro psicopatico che aveva rapito sua madre.
"Forza.
Venite a prendermi."
Gli
uomini non si fecero pregare, e l'attaccarono tutti insieme, e in quel momento
Buffy si rese conto di averli sottovalutati. Rispondeva ai colpi dell'uno,
cercando di riuscire a evitare i colpi degli altri quando ci riusciva, quando a
un certo punto nella ressa sentì una puntura al braccio, e senza sapere come si
ritrovò a terra in ginocchio. Ora che era inoffensiva, drogarla e portarla via
fu una vera passeggiata.
___________________
"Osservatrice?"
esclamò confusa Miss Parker, sotto lo sguardo serio di Angel, seduto dall'altro
lato del tavolo.
"Sì.
Osservatrice. E anche una molto in gamba, sapeva il fatto suo. Non era la donna
vulnerabile che tutti credevano."
"Mia
madre sapeva di voi?"
"Ti
avrebbe stupito quante cose sapeva. Ma veniamo al giorno in cui le nostre vite
sono entrate in collisione."
"Sono
tutta orecchi."
"1900.
Arrivai in America in quel periodo più o meno, dopo la rivolta dei Boxer in
Cina. Non potevo attaccare nessuno, il rimorso e il ricordo delle persone che
avevo ucciso in 125 anni di scorrerie in tutta Europa me lo impedivano. Vivevo
per le strade, mangiavo quando capitava, e soprattutto quel che capitava."
"Quel
che capitava?"
Angel
le lanciò un'occhiata eloquente, e la donna capì cosa intendeva.
"Qualsiasi
cosa vivente con del sangue eccetto persone. Qualsiasi.
Insomma, vissi così per non so quanto tempo, circa settant'anni. Poi una notte
che i crampi della fame mi stavano facendo impazzire, decisi di attaccare la
prima creatura indifesa che mi capitasse a tiro."
"Mia
madre?"
"Stava
tornando a casa da sola, con un libro stretto tra le mani. Mi era sembrata
perfetta…Dio quanto sbagliavo. Appena tentai di aggredirla lei mi torse un
braccio contro la schiena e mi spinse a terra, e quando tentai di alzarmi aveva
già in mano una croce per tenermi lontano. Decisamente non era la donna
indifesa che credevo. Lei poi mi guardò come se mi riconoscesse, e mi chiamò
Angel. Io le risposi che sbagliava, ma lei mi rispose di no. Sapeva che ero
Angelus, e che non ero il mostro sanguinario delle origini."
"Sapeva
anche della maledizione, allora."
"Sapeva
tutto di me. Mi confessò che aveva fatto la sua tesi su di me, quando era
diventata Osservatrice, e che in un certo senso aveva sempre sperato di
trovarmi. Donna curiosa, tua madre. Affascinata da quello che più avrebbe
dovuto temere. Facemmo un patto: io le avrei parlato di me, e lei mi avrebbe
aiutato a riemergere dall'abisso in cui ero piombato. Voleva farmi ritornare un
uomo che cammina nel mondo reale, e non che si nasconde ai suoi margini."
"E
c'era riuscita?"
"Non
ero ancora pronto per farlo, mi serviva uno scopo che era ancora di là da
venire. Aiutare una Cacciatrice che doveva ancora nascere. Buffy."
"Cacciatrice?"
"La
naturale nemica dei vampiri e del resto dei demoni del mondo. Una sola per
generazione."
"Ora
capisco alcune cose."
"Quelle
che io ho compreso dopo tre anni con lei, suppongo" rispose lui, e poi
accennò un sorriso.
"Che
c'è?"
"Niente,
è solo che…le assomigli tanto. Mi pare di parlare ancora con Catherine, anche
se so che non è possibile. Le dovevo molto, ma non ho mai avuto il tempo di
dirle quanto. Un giorno l'aspettai per ore, ma lei non arrivò più. Pensai che
il Consiglio avesse scoperto tutto e glielo avesse proibito, non immaginavo
certo che fosse morta. Me lo disse con certezza un demone a New York, che lei
aveva aiutato alla stessa maniera in cui aveva fatto con me. Lui completò
l'opera e mi fece diventare quello che sono. Fine della storia."
__________________
Raines
era in viaggio sull'aereo che avrebbe riportato lui e Buffy al Centro, e dopo
essersi assicurato che fosse sorvegliata attentamente si mise seduto e tirò
fuori un diario di pelle. Mai avrebbe pensato che quelli che aveva sempre
considerato come i vaneggiamenti di una povera pazza si potessero rivelare veri.
Sulla prima pagina c'era il nome di Catherine Jameson, e più sotto un altro
nome di donna, con vicino due date. Un periodo di 10 anni. Aveva confrontato a
Los Angeles il profilo che aveva ottenuto da Lilah su Buffy con quello della
ragazza, che si chiamava Laney Osborne, era giunto alla conclusione che fossero
simili, per non dire uguali. Catherine usava i termini Slayer,
Cacciatrice, o la Prescelta per riferirsi a lei, e non ci aveva messo molto a
capire cosa c'era in ballo. Studiare la cacciatrice e la sua preda. Molto
interessante. Non riusciva a chiarire però come la dolce defunta signora Parker
fosse invischiata in storie tanto assurde e terrificanti. Peccato che fosse
morta, non gli sarebbe dispiaciuto saperne di più dalla diretta interessata.
__________________
Angel
stava per tornare alla sua cella con Miss Parker, quando notò degli uomini che
spingevano un lettino, con sopra una ragazza. Erano diretti verso l'Ala
Rinnovamento, e non poté fare a meno di sentirsi dispiaciuto per lei. Chissà
cosa le avrebbero fatto.
"Un'altra
delle marionette di Raines" sussurrò Miss Parker arrivandogli alle spalle.
"Che
le farà?"
"Esperimenti.
Il solito. Anche lei viene da Los Angeles, quegli sono uomini di Wolfram &
Hart."
Angel
fissò il viso della ragazza per un istante, mentre stava facendo una smorfia
come di dolore, e gli sembrò che il tempo si fermasse. Quella ragazza era
Buffy.
"Buffy…"
"Che
cosa?"
"Devo
aiutarla!" esclamò cercando di correre verso di lei, prima che la
facessero entrare nell'ascensore.
"No!
Angel, ragiona, non puoi fare niente per lei a parte farti ammazzare…"
gli disse lei trattenendolo, e osservando con lui quegli uomini portare via
Buffy. Lo sguardo addolorato di Angel diventò subito furioso, e mostrata
la sua faccia demoniaca spinse Miss Parker contro il muro "Perché?"
ringhiò lui, con uno sguardo che avrebbe fatto tremare molta gente. Miss Parker
però non si lasciò intimidire.
"Non
avresti ottenuto niente comportandoti in quel modo, a parte farti ammazzare,
mettere in pericolo lei e nei guai me. Se scoprono quello che facciamo…"
"Cosa
c'è, le parole qui possono uccidere?"
"Hanno
ucciso mia madre, e scusa tanto se non voglio fare la sua stessa fine!"
"Jennifer,
cerca di capire almeno perché è qui. Ti prego, solo questo."
"Cercherò
di fare il possibile, Angel, ma ora che Signor Scienziato Pazzo è tornato tu
torni sotto la sua giurisdizione."
"Motivo
in più per fare in fretta."
"Ti
faccio sapere. Ora ti devo riportare alla tua stanza…"
Angel
si fermò, e sorprendendo Miss Parker la abbracciò "Grazie."
Miss
Parker si ritrasse subito, un po' imbarazzata, e lo fece entrare nel suo
alloggio chiudendo la porta. Non si accorse del pezzo di plastica tra la
serratura e la porta che impedì a quest'ultima di chiudersi, e non si accorse
neanche del fatto che Angel, durante l'abbraccio, le aveva sottratto la tessera
per entrare all'Ala Rinnovamento.
Quando
fu certo che non ci fosse nessuno in giro, uscì diretto per andare nel regno di
Raines, a cercare Buffy. Ma come erano arrivati a lei? Che era successo?
Si
accorse di una porta che si apriva, e prudentemente si nascose dietro un muro.
Non poteva vedere chi stava parlando, ma sapeva di
chi stavano parlando.
"Continuate
a somministrarle…non so neanche come si chiamino quelle pillole verdi,
comunque continuate a dargliele. E se ha di nuovo le crisi, rimettetela sotto
sedativi. Se penso che era sotto l'effetto della droga e ha steso Hayes…ora
sembra solo una gattina indifesa."
"Una
gattina preziosa, se Raines spende tanto tempo per piegarne la volontà,
dottore."
"Lei
e quell'altro sono i nuovi soggetti di Raines, e credo di non sbagliare quando
dico che questi il mondo là fuori non lo vedranno più…"
Sentì
il rumore dei passi e le voci allontanarsi nel corridoio, e una volta solo
s'introdusse nella stanza, usando il passe-partout di Miss Parker. Vedere Buffy
ridotta all'ombra di sé stessa fu come ricevere una pugnalata al cuore. La
ragazza era seduta sul letto, con il braccio attaccato ad una flebo, e lo
guardava senza però riconoscerlo, effetto delle medicine che Raines le dava.
Nella sua mente un uomo come lui, vestito di nero, era sinonimo di spazzino,
come quelli che l'avevano condotta lì. E lei ne aveva paura.
"Che
ti hanno fatto…"
Buffy
subito si alzò dal letto terrorizzata, e più lui le si avvicinava più lei
indietreggiava verso il muro in lacrime. Angel allora si fermò, e le tese una
mano dicendole che non le avrebbe fatto niente, che poteva fidarsi di lui. E
Buffy prese la mano, alzandosi in piedi e lasciandosi ricondurre a letto. Angel
si sedette accanto a lei, finalmente riuscendo a comprendere l'odio profondo che
Jennifer nutriva per Raines.
Mise
un braccio intorno alle spalle della ragazza, e l'attirò contro di lui
"Buffy, ascoltami. So che puoi farlo. Troverò il modo per portarti via da
qui, te lo giuro, come giuro che Raines pagherà per quel che ti ha fatto.
Smetti di prendere le pillole che ti danno. Ti stanno uccidendo…ti prego,
lotta contro di loro."
Buffy
non disse niente, ed Angel, triste come non lo era mai stato le diede un bacio
sulla fronte e uscì silenziosamente com'era entrato.
Miss
Parker, nel frattempo, si era accorta della mancanza della tessera, e seguendo
il presentimento che aveva, tornò giù di corsa fino alla cella di Angel. Lo
trovò seduto sul letto, con un'aria incredibilmente triste, che giocherellava
distrattamente con la carta magnetica che aveva tra le mani.
"Credo
tu abbia qualcosa che mi appartenga" esclamò fredda Miss Parker, e Angel,
senza neanche alzare lo sguardo appoggiò l'oggetto sopra il tavolo.
"Che
pensavi di fare? Portarla via?"
"Ne
sono stato tentato. Tu non l'hai vista…"
"Permettimi
di ricordarti che qui tu vali un po' più di lei perché sei un demone, e per
questo dovresti ritenerti estremamente fortunato. Non riuscireste a muovere
neanche un passo fuori da qui, che avreste Wolfram & Hart e il Centro alle
calcagna!"
(continua)