Dimenticatosi
di Buffy, Angelus attaccò la ragazza. Meg pensava che i vampiri della sua
metropoli fossero forti, ma questo qui li batteva tutti. Buffy, vedendo l'amica
in difficoltà, tentò di colpire Angelus ma lui la sbatté a terra, facendole
perdere i sensi.
-
Oh no…Buffy!
-
Scusami, Buff, ma la faccenda riguarda solo Meg e me. Vogliamo riprendere?
Il
combattimento si spostò dal cimitero alle strade, e quando lei cominciò a
pensare che la faccenda sarebbe stata dura, si sentì afferrare alle spalle.
Drusilla.
-
La regina di cuori vuole tutti i cavalieri del regno…ma non avrai il mio.
Margareth
cercò di liberarsi dalla stretta di Drusilla, ma ormai era tardi. Ora era
Angelus a tenerla tra le braccia, e così stretta che minacciava di soffocarla.
-
Sei stata molto cattiva, Margareth - disse mentre la sua faccia cambiava - e non
sopporto che qualcuno renda infelice Drusilla…
Meg
cercò in tutti i modi di liberarsi quando la morse, ma Angelus era più robusto
e forte di lei. Piano piano smise di lottare, la testa abbandonata sul petto del
vampiro, la vita che le stava scivolando via senza poter fare niente per
trattenerla.
Appena
rialzò la testa, sciolse la ragazza dal suo mortale abbraccio e la lasciò
cadere come una bambola rotta. Drusilla cominciò a fare i salti di gioia e
corse avanti lungo la strada, Angelus no. S'inginocchiò vicino alla sua
vittima, un sorriso crudele sul viso ritornato umano - Non ti preoccupare, Meg,
la tua agonia non durerà ancora molto. Sei a due passi dalla casa di Buffy,
spero ti trovi giusto in tempo per assistere alla tua morte…- e detto questo,
le fece una carezza sul viso e raggiunse Dru che lo stava chiamando.
Ormai
era questione di poco, e non avrebbe sentito più niente.
L'unica
cosa che ancora poteva fare era guardare in cielo le bellissime stelle apparse
quella notte, e le lacrime cominciarono a scendere senza controllo.
All'improvviso il cielo si oscurò, e Margareth perse i sensi.
Era
così che Spike l'aveva trovata. Da quando aveva ripreso l'uso delle gambe
andava sempre in giro quando gli altri non c'erano, e quando la vide abbandonata
a terra in fin di vita…
Senza
pensare a quello che stava facendo la prese tra le braccia e corse a casa della
sua acerrima nemica, Buffy Summers.
-
Non ti preoccupare, andrà tutto bene. Andrà tutto bene…
Buffy
sentì qualcuno bussare violentemente alla porta, e andò ad aprire. Quando vide
Meg svenuta lì davanti, la prese in braccio per portarla dentro e poi chiamò
subito l'ambulanza.
Spike
non aveva avuto il coraggio di farsi vedere. Tanto sapeva che nessuno gli
avrebbe creduto, specialmente Buffy. Se fosse stato trovato vicino a lei, non
avrebbero certo pensato per prima cosa che volesse aiutarla… Rimase a guardare
da fuori fino a quando non la portarono all'ospedale a sirene spiegate insieme a
Buffy, poi ritornò alla villa.
Intanto
all'ospedale erano arrivati anche Giles, Xander e Willow, chiamati da Buffy che
era sull'orlo di una crisi di nervi.
-
Buffy, che cosa è successo?
-
Angelus . Non si sa neanche se si risveglierà…
-
Maledetto… - ringhiò Xander a denti stretti.
-
Ha saputo di una nuova Slayer e subito ha tentato subito di ucciderla. Che
tempismo.
-
Quando l'ho vista davanti a casa…mio Dio, ho avuto paura che fosse morta. I
paramedici hanno detto che in quelle condizioni è un miracolo che sia
sopravvissuta. Ma nessuno sa per quanto ancora.
Spike
era entrato nella stanza di ospedale di Margareth. Neanche assomigliava alla
ragazza che solo la notte prima scherzava con lui, circondata da un sacco di
macchine che cercavano di mantenerla in vita.
-
Non è giusto…
Si
avvicinò al letto, le prese la mano. Era così fredda…pareva quella di un
cadavere, forse lo sarebbe stata di li a poco. Ma non lo avrebbe permesso. La
sua Margareth non sarebbe morta in quel modo.
Le
sfilò la mascherina per l'ossigeno, e si morse la mano. Appena vide il sangue
affiorare, riguardò per un momento il viso pallido della ragazza. Stava per far
bere a Meg il suo sangue, quando la porta si aprì di scatto e Buffy entrò.
Un'infermiera aveva detto di aver visto un ragazzo strano e con i capelli
ossigenati girare per i corridoi, e a Buffy non c'era voluto molto a fare due più
due.
-
Cosa pensi di fare? Completare l'opera del tuo amico?
Spike
guardò la Slayer con rabbia. Dannazione, sarebbe bastato un solo minuto in più!
Buffy
lo scaraventò fuori dalla finestra prima che lui avesse il tempo di reagire -
Se osi ancora avvicinarti a lei, giuro che ti farò implorare di morire!
Depresso
come non lo era mai stato in vita sua, Spike ritornò da Drusilla e Angel. Erano
così di buon umore che domandò loro cosa fosse successo.
-
Una Slayer è morta, e un'altra la seguirà presto. Non ti sembra un motivo
sufficiente?
-
Angel, forse hai bevuto, ma al mondo ce n'è solo una per volta. Ricordi? Me
l'hai insegnato tu.
-
Era una biondina, occhi verdi, graziosa tutto sommato. Mi pare abbia detto di
chiamarsi Margareth. Avresti dovuto vedere come lottava per liberarsi…
Spike
ascoltava i discorsi di Angelus con faccia inespressiva. Sei
stato tu…tu l'hai ridotta in quello stato. Me la pagherai, non so ancora come,
ma me la pagherai! - Ah, davvero?
-
Sì, davvero - confermò Drusilla - il mio Angel ha fatto un ottimo lavoro.
Spike
guardò la sua fidanzata ancora al braccio del suo sire. Evidentemente Dru aveva
sentito la sua presenza e aveva fatto in modo che non fosse una minaccia per
lei.
All'improvviso
Drusilla si accasciò per terra piangendo per una visione - No…non è
possibile…è viva, sento ancora il suo cuore battere!
-
Maledizione, è più forte di quello che pensavo. Ma è una cosa a cui posso
rimediare subito.
-
NO! - urlò Spike bloccandolo prima
di uscire.
Il
vampiro lo guardò con aria bellicosa, e allora Spike si affrettò a dire che
ormai era l'alba e che era inutile compiere un'imprudenza del genere per una
ragazzina comunque in fin di vita.
-
Hai ragione. Ci penseremo domani sera.
Domani
sera sarà dove tu non potrai trovarla, Angelus. Ti do la mia parola.
Appena
l'ultimo raggio di sole scomparve all'orizzonte, Spike uscì di nascosto per
mettere in atto il suo piano. Arrivato alla sua stanza, si accorse che Xander
stava facendo buona guardia fuori dalla porta Accidenti
a te! E ora che faccio?
Fortunatamente
il ragazzo si allontanò un momento per una rapida razzia alla macchinetta in
fondo al corridoio, e Spike ne approfittò subito per entrare nella stanza,
prendere Meg tra le braccia, e portarla nel posto a parer suo più sicuro della
terra.
La
casa di Buffy Summers.
Bussò
alla porta urlando come un forsennato - Apri questa maledetta porta, Summers!
-
Sparisci Spike, o giuro che… - Buffy dalla finestra vide Margareth tra le
braccia del vampiro - Mio Dio…
-
Fammi entrare, o Angelus stavolta ammazza tutti e tre!
Spike
sistemò subito Meg sul divano, prendendo la coperta che Buffy gli porgeva -
L'incantesimo contro Angelus è ancora attivo?
-
Prima dimmi che diavolo centri tu…e poi da quando è che cammini di nuovo?
Ma
Spike non era dell'umore adatto, e sbatté Buffy contro il muro - Ti ho chiesto
se l'incantesimo è ancora attivo!
-
Sì. Lo è.
-
Angelus si è accorto di non aver terminato il lavoro, e stanotte sarebbe
tornato a finirla. Portarla qui era l'unico modo per proteggerla.
Stava
per andarsene, quando Buffy gli sbarrò la strada - Non così in fretta. Credo
che tu mi debba dare qualche spiegazione.
Spike,
seduto in cucina con lei, per la prima volta parlò di Margareth, di come si
erano conosciuti, di quello che sentiva per lei.
-
È sacra per me. L'unica persona al mondo a parte Dru a cui abbia mai detto
"Ti voglio bene" da quando sono un vampiro.
-
Sei stato tu, vero? A portarla davanti alla mia porta?
-
Perché, se mi fossi presentato con una Slayer moribonda tra le braccia mi
saresti stata a sentire? Non credo.
-
Vero. Mia madre è fuori per comprare dei quadri, Meg può stare in camera sua.
Forza, ti faccio strada.
Era
una cosa ai limiti della realtà, stava pensando Buffy mentre saliva le scale.
Una sua amica era stata quasi ammazzata dal suo ex, e lei ora stava cercando di
salvarla insieme a Spike! Incredibile era solo un eufemismo. Quando l'avrebbe
detto a Giles…
Osservò
Spike mentre metteva sul letto Meg, come la guardava. Non poteva davvero credere
a quello che vedeva.
-
O santo cielo…Buffy, vieni. Ha aperto gli occhi!
Meg
si stava guardando intorno un po' spaesata, e appena fece il tentativo di
parlare Spike le mise un dito sulle labbra - Non parlare. Sei a casa di Buffy
ora, qui c'è un incantesimo che impedisce ad Angelus di entrare. Lui sa che sei
ancora viva, avrebbe tentato di ucciderti. Drusilla…penso che abbia sempre
saputo di te. Ma non preoccuparti, andrà tutto bene, ti rimetterai in men che
non si dica.
Era
riuscita solo a fare un cenno con la testa e a sorridere ai due, poi aveva perso
di nuovo conoscenza.
-
Se Meg muore, ammazzerò Angel con le mie mani. Te lo giuro.
-
Ecco una cosa che non avrei mai creduto di sentirti dire.
Il
giorno dopo Buffy riunì tutti in biblioteca per metterli al corrente delle
novità, ma dopo aver visto l'occhio nero di Xander si rese conto che qualcosa
sapevano già.
-
Lasciami indovinare…Angel?
-
Mi ha scaraventato a terra come una furia, è entrato nella stanza per ucciderla
e sorpresa, non c'era più. Non so chi fosse il più stupito. Dove sarà?
-
È a casa mia. Non crederete mai a quello che sto per raccontarvi…
Al
termine del racconto tutti la stavano guardando come qualcuno che fosse
impazzito di colpo.
-
Lo so che è pazzesco, ma Spike era veramente sconvolto quando l'ha portata da
me…non riesco a credere a quello che sto per dire, ma io gli ho creduto.
Davvero.
Erano
passati tre giorni, e Margareth con l'aiuto di Buffy e Spike si stava
riprendendo. Una sera riuscì a scendere le scale e a raggiungerli di sotto,
sotto lo sguardo sorpreso dei due.
-
Perché ogni volta che ti vedo il giorno dopo sto sempre uno schifo?
-
Tanto male non stai, se riesci a fare una delle tue solite battute sceme.
-
Beh, almeno ti ho fatto sorridere. Non è cosa da tutti…
-
Forza, vieni a sedere o rischi di svenire un'altra volta.
-
Come stai? - le chiese Buffy.
-
Molto meglio di prima. Com'è la situazione?
-
Meg, stai malapena in piedi, cosa vuoi fare?
-
Ero venuta qui a studiare l'Hellmouth, studierò l'Hellmouth…sui libri. La
vendetta su Angelus può aspettare un altro po'.
Buffy,
raccontate le novità a Giles, si accorse che l'uomo era alquanto scioccato.
-
Era in fin di vita…e ora mi stai dicendo che in tre giorni si è ripresa?
-
Incredibile, ma vero.
-
Capacità di guarigione veloce vengono con tutto l'armamentario della Slayer. -
disse Margareth entrando in biblioteca - L'avere un amico vampiro che mi tira
fuori dai guai? È solo un mio bonus.
-
Meg, ma che diavolo fai qui?
-
Se voglio studiare l'Hellmouth non pensi mi servano i libri?
-
Ehm…Margareth? Scusami la domanda…ma nella tua famiglia ci sono stati altri
casi di guarigioni così veloci? - disse Giles mentre le prendeva i libri.
-
Solo mia madre…cioè, da quello che mi hanno detto. Io…
-
Sei stata cresciuta da un'Osservatrice, lo so. Aveva doti particolari?
-
No - disse lei mentre usciva carica di libri - era solo un mezzo vampiro.
-
Un mezzo vampiro? Ora le ho proprio sentite tutte! - disse Spike mentre
Margareth chiudeva i libri per quella sera.
-
Se ti ricordi, avevo detto che la mia famiglia era...insolita .
-
Solo insolita?
-
Va bene, forse "un po' inquietante" la descrive meglio. Comunque è
morta che ero piccola, neanche mi ricordo di lei. Restando in argomento di
famiglie strane…come stanno i miei ex coinquilini?
-
Esattamente come li hai lasciati - ironizzò il vampiro - forse staranno
ballando adesso, l'uno nelle braccia dell'altra.
-
Mi dispiace. Sai, stavo pensando una cosa…ma credo mi servirà il tuo aiuto e
quello di Buffy.
-
E cosa mai potrebbe spingere io, te, e lei a lavorare insieme?
-
Angelus. Direi che tutti e tre abbiamo motivi sufficienti per detestarlo.
-
Allora parlavi sul serio. Ti vuoi davvero vendicare. Guarda che stavolta
potresti non essere così fortunata.
Margareth
comunque non lo stava a sentire, e gli chiese di aspettare con lei il ritorno di
Buffy per discuterne anche con lei.
-
Scommetto che saprai già che è un'idea totalmente folle, ma qualcuno dovrà
venire per tirarti fuori dai guai. Sono della partita - le rispose lei.
-
Per quanto riguarda te - disse rivolgendosi a Spike - è meglio fare una tregua.
Niente tentativi di ucciderci a vicenda fino a quando questa storia non sarà
finita. D'accordo?
-
D'accordo.
-
OK, Meg. Dicci cos'hai in mente.
Angelus
stava ritornando alla villa dopo un'altra notte di quello che per lui era puro
divertimento. Peccato non aver trovato anche la piccola Buffy, gli sarebbe
piaciuto tormentarla un po'. L'unico neo era non essere riuscito a trovare
quell'altra, ma era sicuro che nello stato in cui l'aveva lasciata o era già
morta o lo sarebbe stata entro poco.
Non
si aspettava di certo di trovarsela in casa, sul divano, che lo stava
aspettando!
-
Tu.
-
Ciao. Mi stavi forse cercando?
-
Cercavo un cadavere. Ecco perché non ti trovavo. Tranquilla, a questo rimediamo
subito.
Iniziò
la lotta, Angelus era già sicuro di batterla una seconda volta ma guardandola
negli occhi vide una luce che gli fece venire un brivido lungo la schiena.
-
Cosa vuoi fare? Giocare? Se non sbaglio l'ultima volta ti è andata molto
male…
-
L'ultima volta ero venuta da sola, - e da dietro le spalle si fece avanti Buffy
- stavolta ho portato un'amica. Spero non ti dispiaccia.
-
Mi hai fatto un favore. Non sai quanto ti ho cercato stasera, Buffy.
Come
Margareth aveva previsto, il vampiro vista Buffy si dimenticò di lei
all'istante ,lasciandola libera di soffiargli addosso una strana polverina
argentata.
Angelus
smise di lottare e guardò le due ragazze ridendo - Pensate che un po' di
polvere possa fermarmi? Sapete, vi credevo più furbe…
Riprese
a lottare con tutte e due, ma dopo qualche minuto si accorse che qualcosa non
andava. Cominciava a non vedere più le sue avversarie, le voci gli arrivavano
come da un posto lontanissimo, e cosa strana per lui, era arrivata una debolezza
che gli impediva di muoversi velocemente. Morale della storia: Angelus era in
uno stato talmente pietoso che per Buffy e Meg prendersi una rivincita su di lui
fu estremamente facile.
-
Allora Angel…cos'è che dicevi?
-
Che mi hai fatto maledetta strega…
-
Niente di troppo cattivo, per arrivare al tuo livello avrei dovuto impegnarmi di
più. Forza, Buffy, andiamo via.
Le
due ragazze erano appena uscite che subito Spike era apparso per sapere come era
andata.
-
E come volevi che andasse? Grazie per aver tenuto Dru lontano, non sarebbe stato
facile con lei in casa.
-
Appena ha visto quel negozio di bambole antiche, si è perfino dimenticata della
mia esistenza. Ora è corsa dentro…da lui.
-
Se ti può consolare, ora le parti si sono invertite. Rendigli pan per focaccia
ora.
-
Ci puoi contare.
Margareth
a quel punto gli lanciò un'occhiata fulminante, e Spike anche se di malavoglia,
ringraziò Buffy per l'aiuto.
-
Non mi ringraziare…le ostilità riprendono quando Meg riparte.
Nessuno
però immaginava che sarebbe successo tanto presto.
Tornando
a casa di Buffy, Margareth ascoltò la segreteria e ci trovò un messaggio di
Giles
"Margareth,
tua madre e il tuo Osservatore mi hanno chiamato, sembra che a New York stia per
succedere qualcosa. Chiamali appena senti il messaggio…"
E
in effetti qualcosa c'era. Una nuova Confraternita di vampiri in città. La
madre le aveva assicurato che li avrebbe tenuti d'occhio lei, ma Meg entro tre
giorni doveva essere a casa.
Prima
di partire però c'era ancora tempo per festeggiare con Buffy e il resto della
truppa. Giles aveva fatto sapere che il posto per lui era troppo rumoroso, ma
che cosa ci si poteva fare? Il Bronze era l'unico club della città…
Cordelia
appena aveva saputo da dove veniva, l'aveva sequestrata per parlare di negozi,
vestiti, ragazzi, e nessuno era riuscito a farla stare zitta. Come fosse
riuscita a scapparle Meg non lo sapeva proprio.
-
Come va la serata? - gli disse Spike uscendo da un vicolo vicino al locale.
-
Bene. È divertente, e faresti bene a spassartela un poco anche tu, invece che
rimanere qua fuori a spiare.
-
L'ho appena lasciato il mio spasso. Vedere Angelus in quello stato si può dire
che non mi lascia indifferente - sogghignò lui.
-
Che tipo che sei…allora, entri con me? Magari così Cordelia decide di starmi
alla larga.
-
Non credo sia il benvenuto. Perché non ci vediamo domani, da soli…come
facevamo a New York?
-
E perché no?
Le
nove e mezza. Ma dov'era finita? Si erano dati appuntamento al Bronze alle nove,
e Spike cominciava ad avere paura che le fosse successo qualcosa, o che Buffy
avesse ficcato di nuovo il naso nei fatti loro facendole un bel sermone su di
lui.
Quando
però la vide arrivare, tutta vestita di rosso e nero, tutti i suoi dubbi
sparirono.
-
Scusa il ritardo. Ero a caccia.
Senza
parlare, lui sorridendo le prese la mano ed entrarono nel locale. Quella sera
niente esisteva, né Drusilla, o l'incombente partenza di Meg. Solo loro.
Dopo
aver parlato un po' come non facevano da tanto, Spike le chiese se voleva
ballare, e in quel momento, la band cominciò a suonare una vecchia canzone,
"I have only eyes for you"
"My
love must be a kind of blind love… I can't see anyone but you…"
Lentamente
i due avevano iniziato a ballare, l'uno tra le braccia dell'altra.
-
Mi dispiace…
-
Di cosa Spike? - domandò Margareth.
-
Vorrei che le cose fossero andate diversamente.
"The
moon may be high, but I can't see a thing in the sky…"
-
Io no…- sorrise Meg
"'Cause
I only have eyes…"
Spike
le sorrise anche lui. Quella serata sembrava un sogno agli occhi di Margareth, e
si aspettava di svegliarsi da un momento all'altro. Quando però Spike si chinò
a baciarla, dovette rendersi conto che era tutto vero.
"…for
you"
Aveva
ancora il ricordo di quella serata in testa, e quella canzone nel cuore, quando
neanche un'ora dopo era in viaggio con Buffy e Giles per l'aeroporto di LA.
-
Grazie dell'aiuto…con Angel.
-
Sarà fuori gioco per almeno una settimana, forse due, non preoccuparti.
-
Ma come hai fatto?
Meg
sorrise e mostrò a Buffy un sacchetto di erbe - Mia madre si diletta di magia,
e mi ha insegnato ad usare qualche filtro…sono ormai una habituée delle
botteghe di magia della mia città. Se vuoi te lo lascio, può sempre servire
una seconda volta.
-
Non credo funzionerebbe ancora su di lui. Comunque grazie per l'offerta.
Ritornerai qualche volta?
-
Non credo succederà. Comunque scrivi, chiaro?
Le
due ragazze e l'Osservatore si salutarono davanti l'aeroporto, lasciandola sola
ad aspettare il volo. Non aveva fatto neanche tre passi, che tutti i tabelloni
dei voli cominciarono a dare scritte incoerenti, lasciando l'aeroporto nel caos.
-
Ci mancava anche questa…- mormorò lei sedendosi. Sarebbe stata una lunga
attesa.
-
Mamma calmati…guarda che sono solo bloccata in aeroporto…sì, i computer.
Non lo so, dipende se trovo un volo, se risolvono il problema…comunque per
domani sera sono a casa, per conoscere i nuovi arrivati. Tienili d'occhio ancora
stasera, OK? Ciao mamma, ci vediamo. Ciao.
Stava
tornando dal suo bagaglio quando si accorse che c'era qualcuno che la stava
aspettando.
-
Ci fosse una volta che fai quello che dici! Non avevamo deciso di evitare gli
addii stavolta?
Spike
le rispose che "per caso" aveva sentito dei problemi ed era venuto a
vedere.
-
E comunque dovevo fare due cose.
-
D'accordo. La prima?
-
Questa è la prima - le disse consegnandole un pacchetto. - Aprilo quando avrai
lasciato Los Angeles, va bene?
-
Lo prometto. La seconda?
-
La seconda…ecco, riguarda una cosa che stavo per fare quando eri in ospedale.
Io…
-
Lo so. Buffy me lo ha detto. Non ti sarebbe piaciuto avermi intorno, perché
come prima cosa ti avrei ucciso per avermi vampirizzato, poi avrei sistemato Dru
per quello che ti ha fatto e poi Angel perché mi sta antipatico.
-
Meno male che poi ho capito il mio errore!
In
quel momento i tabelloni ripresero a funzionare definitivamente, e il caso volle
che ci fosse un aereo in partenza per New York entro mezzora.
Lui
rimase con lei fino al momento dell'imbarco, davanti al gate.
-
Ora devo proprio andare.
-
Fa buon viaggio - le disse lui abbracciandola e dandole un bacio sulla fronte.
Anche
se nessuno aveva detto niente, entrambi sapevano che quello era un addio
definitivo. Il destino che li aveva fatti incontrare, innamorare, che li aveva
divisi e riuniti, aveva concluso il suo gioco.
Meg
lo guardò allontanarsi, fino a quando sparì tra la folla, e poi salì
sull'aereo che l'avrebbe riportata a casa.
Come
lui le aveva fatto promettere, appena Los Angeles fu lontana aprì il regalo che
le aveva fatto.
Era
un CD, e c'era incisa quella dolcissima canzone che avevano ballato insieme solo
poche ore prima. E c'era anche un biglietto, quattro parole che Margareth lesse
asciugandosi una lacrima dagli occhi e che poi mise nella tasca dentro la
giacca.
"Perché
tu non dimentichi"