Oh, Meg…

 

Spike si svegliò con questo nome sulle labbra. Margareth. A quanto pareva anche questa notte si preannunciava una bella sbronza nel locale di Willy. Per fortuna Angelus e Dru non c’erano, sarebbe stato difficile dare spiegazioni sul suo comportamento. E sarebbe stato difficile spiegare anche perché ogni volta che ripensava a lei quasi rimpiangeva di essere quello che era…

 

 

Tre anni prima

 

Spike e Dru si erano appena mollati. Secondo Miss Edith, la bambola preferita di Drusilla, lui l’aveva tradita con una mortale, e lei non poteva accettarlo. In verità lui non aveva fatto niente, lui amava Dru, ma lei se n’era andata come una furia lasciandolo disperato. Aveva passato la nottata a ubriacarsi, e stava barcollando verso casa quando aveva sentito delle grida. Senza rendersi conto di quel che faceva picchiò tutti e portò la ragazza, sana e salva anche se un po’ spaventata nel suo appartamento.

- Non mi sono neanche presentata. Io sono Meg, e ti sono grata dell’aiuto…come ti chiami?

- Spike.

- Spike? È un soprannome?

- Senti, ti ho aiutato e sono ancora confuso sui motivi per cui l’ho fatto ma che ne dici di chiudere il becco e di dormire? Ho un mal di testa mondiale e non ho voglia di discutere.

E per quella notte la conversazione terminò lì.

 

Spike dormì fino al pomeriggio successivo, e al suo risveglio la ragazza non c’era più. Spike arrivò al punto di chiedersi se si fosse sognato tutto, ma quando vide la borsa di Meg abbandonata sul tavolo dovette ricredersi. Il vampiro frugò tra le sue cose, e trovò i suoi documenti.

- Allora…Margareth De Witt, 15 anni, newyorkese. Sei veramente carina, non c’è dubbio. Dovevo essere completamente sbronzo per non aver pensato a farmi uno spuntino con te. Ma guarda, ora dovrò cercarti per restituirti la borsa…e ho tutte le intenzioni di trovarti, principessa.

 

La sera dopo Spike era davanti la porta di Meg. Bussò e la ragazza, che era appena uscita dalla doccia, andò ad aprire con addosso solo l'accappatoio, e tutta gocciolante.

- Chi…ehi, ciao Spike! Come mai da queste parti?

- Ti eri dimenticata la borsa a casa mia, Meg. Ho pensato di riportartela.

- Grazie. Ti va di entrare?

Spike sorrise. Quale occasione migliore di rimanere da solo con lei? - Accetto il tuo invito.

Entrati in casa, Meg si scusò per come era andata ad aprire, ma era tornata stanca morta da una lezione di danza, e non aspettava visite. Mentre la ragazza si vestiva, Spike girellò un poco per la casa. Guardando in libreria poi, vide un sacco di libri sui vampiri e sui demoni. E qualcosa che pareva tanto un diario, ma non fece in tempo a guardarlo perché Meg arrivò alle sue spalle all'improvviso.

- Non sei il primo che guarda allibito la mia biblioteca.

- Non sono allibito…solo curioso. Come mai questo interesse per i vampiri?

- Tutto è nato da un equivoco, quando ero a Los Angeles. Ero andata in biblioteca a fare una ricerca sul gotico e al posto di un libro d'arte mi sono trovata in mano un libro sui vampiri. Quell'argomento mi è piaciuto, e da allora mia madre quasi non mi parla più. Mi ritiene una matta nel credere davvero all'esistenza di demoni e vampiri. Ma io continuo per la mia strada, ed è anche uno dei motivi perché vivo da sola.

- È brutto stare da soli.

- Sopravvivo. A dirla tutta, non è male dipendere solo da sé stessi. Nessuno mi aspetta, nessuno mi giudica.

- Non sei un tantino troppo radicale?

- La mia famiglia è strana, e comunque non la conosco. Sono nata a New York, è vero, ma sono cresciuta a Los Angeles da sola.

- Perché?

- Lunga storia, troppo complicata da spiegare. Che stupida, non ti ho neanche chiesto se vuoi qualcosa da bere.

Spike le sorrise di nuovo in modo strano: se Meg non la smetteva subito, si sarebbe trovata in guai molto grossi…

- Ma certo.

Meg si era voltata per andare verso la cucina, e in quel momento Spike l'aveva aggredita improvvisamente e morsa sul collo. Ma non la uccise.

 

Si risvegliò debolissima qualche ora dopo, con Spike che fingeva di essersi spaventato a morte quando lei gli era crollata come un sasso tra le braccia.

- Io sono svenuta?

- Sei venuta giù di colpo. Soffri di anemia?

- Un po'…ma non ero mai stata priva di conoscenza. Che strano...

- Forse è meglio che tu vada a riposarti un po', o rischi di svenire un'altra volta…

Meg seguì il consiglio e riuscì, un po' traballante, a raggiungere la porta della sua stanza.

- …sai, preferisco che il mio spuntino sia cosciente - sogghignò lui appena Meg scomparve dalla sua vista. Era talmente risentito nei confronti di Dru e delle donne in generale che eliminare quella ragazzina gli sarebbe sembrato come vendicarsi di tutte quelle che l'avevano fatto soffrire!

Margareth intanto stava cercando di dormire, ma quel dolore al collo le impediva di trovare una posizione comoda Forse ho sbattuto contro la libreria…o forse mi sono stirata qualcosa mentre facevo ginnastica…bah, andiamo a vedere se ho qualche livido.

Arrivata barcollando davanti allo specchio che aveva in camera sollevò i capelli dalla parte sinistra del collo, e rimase quasi pietrificata nel vedere l'immagine riflessa nello specchio. Non c'era un livido, bensì due piccoli fori ancora un po' rossi di sangue. Il suo sangue.

Sconvolta, cercò con la mano il letto e si sedette. Continuava a guardare il riflesso dello specchio, e non riusciva a credere a quello che vedeva. Aveva avuto fortuna a non essere uccisa, o a non essere vampirizzata. Ma non si riteneva fortunata. Stupida, stupida, stupida! Dovresti essertene accorta. È venuto da te di notte, mentre qualsiasi altro l'avrebbe fatto di giorno. L'espressione che ha avuto quando l'ho invitato a entrare…quando gli ho chiesto se voleva da bere…avrei dovuto capire.

Ma l'importante ora era uscire da quella situazione. Agguantò il cellulare ma, non appena lo accese, un bel messaggino sullo schermo le comunicò che la batteria era scarica.

- Al diavolo.

Detto questo, si gettò di traverso sul letto a guardare il soffitto, e il sonno la colse quasi all'istante.

Spike, ora che non aveva più Meg tra i piedi, prese quel diario e cominciò a leggerlo. Sembrava il classico diario di una ragazza, eccezion fatta che per un dettaglio. Margareth sapeva più cose su di loro di quanto a una comune mortale era dato di sapere. Non era la Slayer, lui conosceva la sua faccia perché l'aveva affrontata. Si sarebbe potuta definire un'osservatrice. Qualcuno che osservava senza mai intervenire…

Arrivò l'alba, poi di nuovo il tramonto, e Spike ancora stava leggendo.

Meg, che si era ripresa, lo stava osservando da uno spiraglio della porta di camera sua. Vide il diario, e a quel punto cominciò ad avere paura. Che sarebbe successo ora che Spike conosceva il suo segreto?

 

Ok, la frittata è fatta.

- Ciao. Non pensavo di trovarti ancora qui.

- Non potevo lasciarti in quello stato.

- Grazie. Se pensi che ti sarà così facile mordermi di nuovo hai fatto male i tuoi conti, caro mio.

Meg andò a prendersi del caffè e, di nascosto da lui, si prese anche le vitamine che teneva là sul tavolo. Giusto per evitare altri barcollamenti.

Tornata indietro, gli si sedette davanti e fissandolo negli occhi gli domandò - Perché?

- Perché…cosa?

Meg scostò i capelli, e gli fece vedere il collo. Lui a quel punto chiuse il quaderno e glielo fece vedere - Potrei farti la stessa domanda. Chi diavolo sei tu?

- Quando l'avrò capito sarai il primo a saperlo. Ora vattene.

- Non così in fretta, bellezza. È scortese mettere alla porta qualcuno che tu stessa hai invitato ad entrare…- disse continuando ad avvicinarsi. Margareth sapeva bene che lei aveva solo metà delle forze e lui invece era nel pieno delle sue. Se avessero combattuto stavolta non se la sarebbe cavata con solo un morso sul collo, ma tutto considerato un tentativo poteva anche farlo.

- Scommettiamo che ci riesco?

- OK, bambina. Pronta a giocare con me? - disse lui con la sua faccia demoniaca un secondo prima di scagliarsi addosso a lei.

Cominciarono a lottare a suon di pugni, graffi e tentativi di morsi, e urtando contro il tavolo la borsa da ginnastica di Meg cadde per terra rovesciando il contenuto. Lei si ricordò che c'era un paletto lì in mezzo e allungò la mano nel disperato tentativo di afferrarlo. Lui le aveva già immobilizzato un braccio, e se non ci riusciva poteva dire addio ai suoi progetti e soprattutto alla sua vita.

Ecco…ci sono quasi…Sì! Afferrò il paletto e lo puntò contro il petto di Spike.

- Tenta di mordermi ed entrerai in posacenere!

Lui guardò divertito il suo sguardo, la sua determinazione, e decise che questa ragazzina che aveva tanto fegato da riuscire a puntargli un paletto al cuore meritava di sopravvivere. Per ora.

- Ci rivedremo - e se ne andò prendendo la porta.

Meg si rialzò a fatica appoggiandosi al tavolo e facendo un respiro profondo per riprendersi - Ci puoi contare, Spike. Ci puoi contare.

 

Tornato a casa sua, Spike per la prima volta guardò quelle quattro mura e non si sentì depresso per non averci trovato Drusilla. Anzi, era quasi felice.

Nella sua testa c'era ancora quella ragazzina. Voleva ucciderla, e invece a momenti era lei che uccideva lui. Voleva rivederla, a tutti i costi. Si ricordò del diario, e pensò che una ragazza che conosceva così bene i vampiri doveva anche sapere dove si incontravano, e si ripromise che la sera dopo avrebbe fatto un salto in quel bar di demoni a Manhattan.

Aveva visto giusto, il bar era come al solito pieno. E dopo aver cercato per un po' nell'ombra vide Margareth che osservava la scena. Si avvicinò a lei, e Meg tirò fuori un paletto.

- Sta calma, dolcezza. Vengo in pace.

- Pretendi che ti creda?

- No. Francamente non mi interessa. Ma vorrei che mi dicessi un paio di cose.

- Se rispondo in maniera sorprendente mi lascerai in pace?

- Ovviamente…no.

- Ne ero certa. Forza, spara.

- Faccio fatica a credere che uno schianto come te non abbia un ragazzo. Perché?

- Appena scoprono la mia grande passione scappano. Più o meno al terzo appuntamento. La seconda cosa?

- Se non sei la Slayer perché diavolo lo fai? Intendo rischiare l'osso del collo ad osservare i vampiri.

- Vocazione. Se hai finito ora me ne torno a casa, quindi ciao.

Lui la prese per un braccio, e le disse che voleva conoscerla meglio. Anche se era un po' riluttante, si accorse che anche lei voleva conoscere un po' meglio quel vampiro biondo. Un po' tentennante accettò il suo invito al bar dei demoni e, cosa incredibile, in neanche tre ore sapevano tutto l'uno dell'altra.

- E così…vediamo se ho capito…la tua ragazza ha sentito la sua bambola parlare di te e del fatto che l'avresti tradita con una mortale e sulla base di questo ti ha piantato? E io che pensavo che niente mi potesse stupire…

- Ora sai tutto. Credo che la palma del più sfigato in amore tocchi a me.

- Mi accontento dell'onorevolissimo secondo posto, non farti problemi. Se ti può consolare…ci ha perso lei.

- Smettila di fare la sentimentale, o stavolta ti ammazzo davvero.

- Tanto lo so che ora non lo faresti più.

- Con tutto quello che sai di me ora ho un motivo in più per farlo.

- Fammi un piacere, piantala. E poi che ne dici di smetterla qui con questi discorsi? È l'alba, e io domani devo alzarmi presto.

- Che fai domani sera?

Meg si girò verso di lui - Cosa?

- Credo che a una come te l'Horror piaccia un sacco, e domani notte c'è un film niente male. Niente morsi, te lo giuro.

- C'hai preso in pieno, l'horror è la mia passione. Comunque questa - e gli fece vedere la sua croce - me la porto lo stesso. Fidarsi è bene…

- …non fidarsi è meglio. Domani alle nove, ricorda.

Una volta usciti avevano preso direzioni diverse, ma entrambi avevano un sorriso in faccia che spingeva molti a chiedersi cosa fosse loro mai successo di bello.

Quello fu solo la prima delle loro uscite notturne. Sapevano bene di essere totalmente diversi, ma sapevano anche che tra loro bastava uno sguardo per capirsi. Questo Drusilla non era mai stata in grado di farlo, ripensava amaramente Spike.

E Meg aveva trovato un amico. Ma sentiva che non era destinato a durare, e ne ebbe la conferma quando sorprese Spike e una ragazza mora a quel locale. I due si stavano baciando, e a Margareth arrivò un magone allo stomaco. Drusilla le passò a fianco, e in quel momento Spike la vide, e vide anche la sua reazione.

- Volevo dirtelo, te lo giuro.

- Drusilla, suppongo. È molto bella, sei fortunato. Te l'avevo detto che si sarebbe accorta dell'errore!

- C'è dell'altro…

- Ero abituata a vederti da solo. Sono un po' possessiva, che posso farci?

- Devo dirti un'altra cosa.

- Mi piacerà?

- No.

- Aspetta che mi siedo.

- Io e Dru partiamo domani notte per Vienna.

 

Vienna. Cavolo, che mazzata. Meg si aspettava di tutto, tranne questo.

Ormai era tutto deciso, e altro non poteva fare che andare a salutare Spike prima della partenza facendo attenzione a non beccare anche Drusilla. Rimase ad aspettare vicino alla porta di Spike fino a quando non vide uscire Drusilla e la sua bambola.

- La mia piccola Miss Edith vuole il tè con i biscotti…ma ora dobbiamo fare un lungo viaggio e dovrai aspettare…

Meg si appiattì contro la parete buia cercando di non fare rumore. Già il fatto di avere a che fare con una vampira non le andava, se poi era anche pazza…

Appena fu sicura che Drusilla era lontana entrò nell'appartamento. Spike era alla finestra, e stava guardando la città.

- Pronto a partire?

Lui si girò di scatto, sorpreso di trovarla lì - Dru vuole tornare in Europa, New York non le piace.

- Perché lo fai?

- La amo.

- Spero che lei lo sappia, dannazione!

Quelle parole le erano scappate fuori senza che lei volesse, e ora Spike la stava fissando con un'espressione un po' stupita.

- Scusami…non volevo. È solo che questa storia, il fatto che ora te ne vai, mi deve aver scombussolato più di quello che pensavo.

- Dispiace anche a me lasciare New York, ma chissà, magari ci incontreremo di nuovo.

- Magari la prossima volta saltiamo il morso preliminare, OK?

Spike sorrise alla battuta, e poi fece una cosa per lui veramente insolita: la abbracciò.

- Lo sai che mi mancherai tanto?

- È meglio che vada. Non vorrei che risalisse e mi trovasse qui.

Aveva fatto solo due passi che Spike l'aveva fatta voltare di scatto e baciata. Una cosa che l'aveva lasciata senza fiato e senza parole.

- Stavi dicendo? - le sussurrò tenendola ancora tra le braccia

Lei si allontanò da lui qualche passo, avvicinandosi alla porta - Stavo dicendo che devo andare…per quanto non voglia devo farlo. Addio Spike…

 

Da quel giorno Spike non l'aveva più vista. Ma si sa, al destino piace scherzare con le nostre vite…

 

Buffy era alla stazione degli autobus. Accidenti a Giles! Ma non poteva venire anche lui? E invece no, l'aveva spedita ad accogliere questa sostituta di Kendra da sola. Non aveva neanche la minima idea di che faccia avesse…

L'ultimo autobus da LA era arrivato cinque minuti fa, ma non c'era nessuna che corrispondesse alla vaga descrizione: capelli biondi cortissimi, una croce d'argento, occhi verdi.

Improvvisamente Buffy sentì un gran baccano, e vide un vampiro scaraventato con forza contro un autobus. Paletto alla mano, corse a vedere cosa stava succedendo e trovò la ragazza che stava aspettando. In un momento di tregua, lei alzò lo sguardo e la vide.

- Buffy Summers?

- Margareth DeWitt?

- Piacere di conoscerti. Me la dai una mano?

In quattro e quattr'otto le due Slayer sistemarono i vampiri, e finalmente riuscirono a intavolare una conversazione.

- Sono sempre così? - chiese Meg riagguantando il bagaglio, un borsone.

- A volte anche peggio.

- Buono a sapersi. New York è stranamente calma, se Giles e l'Osservatore di Kendra non mi chiamavano mi sarei annoiata a morte!

- Incredibile. Ci siamo tu, io, e Kendra. Poveri vampiri, quasi mi dispiace per loro. Tre Slayer nello stesso periodo!

- Kendra sarebbe venuta, ma si è beccata un virus e non riesce neanche ad alzarsi dal letto, figurati viaggiare e combattere. Se non sbaglio abbiamo la stessa età, vero?

- No, hai un anno più di me. Forza, mia madre è fuori, e casa mia non è distante. Ti ospiterò per il tempo che ci vorrà.

- Non voglio crearti problemi.

- Scherzi?

- Sai, credo di avere lo stesso problema di Kendra. Devo stare in incognito. Grazie per l'offerta ma preferisco stare per conto mio, è più forte di me.

- Come vuoi. Ci vediamo domani alla biblioteca del liceo di SunNew Yorkdale!

 

Meg cominciò a girarsi intorno, alla ricerca di un palazzo abbandonato, e il destino volle che trovasse una casa splendida e completamente vuota. Mentre controllava il cancello, si accorse che il catenaccio era già stato tranciato.

- Allora avrò compagnia…

Si stava aggirando per il giardino e le piante di gelsomino, quando sentì delle voci e si nascose dietro una pianta.

- E questo è il giardino.

- Oh, Angel, questa casa è un sogno. Guarda, del gelsomino.

- Esce la notte…

- Come noi.

Meg aveva riconosciuto la voce di Dru, ma non conosceva l’altra. Ma di tante case, proprio nel covo di due vampiri doveva capitare?

- È un paradiso…la casa ha grandi finestre così la luce potrà entrare e ucciderci.

- Non ti piace Spike? Allora vattene e sta zitto.

Spike? Margareth si sporse un po'…non era possibile, era proprio lui! Ma che ci faceva su una sedia a rotelle?

- La fabbrica secondo me poteva andare ancora bene per noi.

- Bisogna cambiare Spikey…

- Come sei spirituale, amico mio.

Il vampiro che Dru aveva chiamato Angel aveva raccolto del gelsomino e stava flirtando con Drusilla sotto gli occhi di Spike.

- Adoro vederti felice. Mi fa piacere…

- Certo - rispose lui andandosene, amareggiato per il comportamento della fidanzata e di Angel -  Come sei generoso, Angel. 

I due vampiri si allontanarono insieme, e Meg colse l'occasione per entrare in casa e cercarsi un posto lontano da Drusilla e Angel.
Povero Spike...se lo sentiva che Dru gli avrebbe tirato un altro scherzo del genere!
Si sedette audacemente in soggiorno a leggere un libro, e sentì un cigolare avvicinarsi alla porta
- Al diavolo. Non ho bisogno di questo maledetto affare!
Dopo aver preso a calci per un po' la sua sedia a rotelle, Spike si decise a rientrare in casa. Quando vide chi lo aspettava, a momenti si prese un colpo.
- Che io sia dannato...Meg?
- Ciao Spike - disse lei avvicinandosi a lui - Finalmente ci rivediamo.

Spike continuava a guardarla, come se avesse paura che fosse solo un fantasma. Quando si autoconvinse che era reale la abbracciò stretta, e poi le sfiorò i capelli, che erano un po' diversi da come se li ricordava.

- Ma che ha fatto ha capelli? Santo cielo sei…

- Se le parole che stai per dire sono "uguale a Gwyneth Paltrow" ti impaletto qui seduta stante!

- … sei uno schianto.

- Grazie.

- Non c'è di che. Allora, chi stai seguendo? Qualcuno che conosco?

- Perché?

- Dubito che una newyorkese come te verrebbe in un buco come SunNew Yorkdale se non avesse una ragione più che valida. Allora, chi è?

- Nessuno. Sono qui per aiutare un'amica, e magari studiare un po' l'Hellmouth. Sarà anche un buco questa città, come dici tu, ma ha un'attrazione che non si trova proprio dovunque…voglio saperne di più, e la Slayer può aiutarmi.

-  La Slayer? Buffy Anne Summers?

- Già, lei.

Spike alzò gli occhi al cielo e si sedette sul divano dove prima era lei - Buffy è la cosa più pericolosa della città per quanto riguarda la popolazione demoniaca. Devo ringraziare lei se sono…meglio, sono stato su una sedia a rotelle.

- Lo so.

- E come fai a saperlo?

- Me l'ha detto Giles.

- Come lo conosci?

- Lunga storia, …

- Se stai per aggiungere "troppo complicata da spiegare" questa volta ti uccido sul serio!

- D'accordo, d'accordo…te lo dico. Ma prima c'è un dettaglio che devi sapere di me. Una novità.

In quel mentre un vampiro fece irruzione da una finestra saltando addosso a Margareth - Morte alla seconda Slayer!

Meg senza neanche scomporsi lo fece cadere a terra e lo colpì dritto al cuore.

- Santa pace, quanta polvere…odio che il lavoro mi segua fino a casa!

Poi si ricordò di Spike, il suo amico vampiro che aveva fatto dell'ammazzare le Slayer il suo hobby preferito, che stava seduto esattamente davanti a lei con fare impassibile.

- È questo il dettaglio che mi volevi dire?

- In parole povere…sì. Sono una Slayer. Devo cominciare ad aver paura?

Spike si alzò come una furia, arrivandole esattamente a tre centimetri di distanza - Sei una Slayer. La mia migliore amica…una Slayer. Questa è senza ombra di dubbio la cosa più incredibile che mi sia mai capitata!

Meg non si era mossa di un millimetro, e continuava a fissarlo - Devo avere paura?

Spike le sorrise. Dio, quanto adorava il sangue freddo di questa ragazza. Fece un respiro profondo e poi pronunciò la fatidica sillaba - No.

- E tu mi hai fatto prendere un colpo del genere solo per dirmi questo? Che razza di…

Lui ritornò a sedere ridendo - Lo so. Se te lo sei scordato, ho giurato che non ti avrei mai morso di nuovo, e mantengo la parola data. Forza, siediti e raccontami tutto.

Appena cominciarono a parlare, fu come se non si fossero mai lasciati. Meg aveva cominciato a raccontargli un paio di storie dei sue prime notti di caccia, saltando le storie di vampiri, ed era riuscita a far ridere Spike fino alle lacrime.

- Non ci credo…

- Beh, sei stato tu a consigliarmi di dire sempre quello che penso!

- Sì, ma non vale per gli Osservatori! Oddio, chi sa che faccia che ha fatto …- poi si zittì di colpo.

Meg gli domandò cosa stava succedendo, e lui le fece segno di stare zitta - Angelus e Drusilla. È meglio che sparisci, e alla svelta. Angelus non è esattamente la persona a cui muoio dalla voglia di presentarti.

Quando i due vampiri entrarono ridendo, Meg era sparita e Spike di nuovo sulla sedia a rotelle.

- Ciao amore - disse Drusilla andando da Spike per dargli un bacio.

- Spero tu non ti sia annoiato troppo tra queste quattro mura. - Continuò Angel. - Io e Dru eravamo stati invitati a cena da una famiglia qui vicino…sarebbe stato scortese rifiutare un loro invito.

- L'ultimo della loro vita…- sussurrò Dru, sogghignando al suo sire.

- Tranquillo, amico. So badare a me stesso.

- A guardarti non sembra proprio… - gli rispose Angel guardandolo dall'alto in basso. Lasciatolo solo di nuovo, la sua rabbia sarebbe esplosa di nuovo se Margareth non gli avesse messo una mano

sulla spalla - Vuole solo provocarti.

- E ci riesce benissimo! Ma non ti avevo detto di sparire?

- L'ho fatto, sono sparita nella mia stanza e quando le acque si sono calmate sono tornata giù.

- No. Non dirmi che…

- Abito qui? Mi dispiace, ma se ci rifletti un minuto arriverai alla conclusione a cui sono arrivata io.

- Quale?

- Se succede qualcosa, i tuoi amici mi verranno a cercare. Questo è l'ultimo posto dove guarderebbero.

- Spero per te che tu abbia ragione, piccola.

- Rimarrei a parlare, ma domani ho un incontro alla biblioteca e non vorrei sembrare uno zombie, quindi…buona notte.

Spike la guardò sparire su per le scale. Era felice di saperla così vicina, ma aveva un brutto presentimento…

 

Mattina dopo, Margareth corse alla scuola di Buffy, e prima che qualcuno facesse domande s'infilò in biblioteca.

- C'è nessuno? Signor Giles? Buffy?

- No - rispose Xander - Solo io. Sei nuova?

- In un certo senso…

- Come ti chiami?

- Sono Margareth DeWitt. Vengo da New York. Tu?

- Xander Harris, e sono amico di Buffy. Ma dove sei stata nascosta finora?

- Xander, lascia stare Meg… - gli disse Buffy entrando con Giles e Willow.

- Margareth, piacere di rivederti.

- Già. Si può sapere che succede?

- Vedi, sono arrivati dei vampiri molto pericolosi in città…non so se li conosci di fama. Spike, Angelus e Drusilla. Angelus un tempo è stato…come dire…

- Continuo io, se non le dispiace - interruppe Buffy. - Io e Angelus abbiamo avuto una storia, lui all'inizio della faccenda era buono, aveva la sua anima, e si chiamava Angel. Una notte abbiamo dormito insieme e da quel momento è iniziato l'incubo. Il suo scopo è farmi impazzire.

- Mi dispiace.

- Ormai è successo, è inutile dispiacersi. Giles pensa che abbia bisogno di una mano con i turni di pattuglia al cimitero, durante i combattimenti…insomma, qualcuno che per un pochino si sobbarchi la parte più pesante del lavoro.

- Ovviamente solo per poco, Margareth. So che anche a New York la situazione non è rose e fiori.

- Non c'è bisogno di convincermi, signor Giles, ci sto. Tanto a New York ora non succede niente, posso stare qui in tutta tranquillità. Se succede qualcosa mi fanno un fischio.

- Allora…benvenuta sull'Hellmouth, Miss DeWitt.

 

Ma c'era anche qualcun altro che voleva dare il benvenuto a Margareth.

- È qui…- disse Dru ad Angel, sottovoce perché Spike non sentisse.

- Chi è qui, Dru? Dimmelo.

- La mortale che vuole portarmi via il mio Spike…è qui vicino, lo sento…

- Hai avuto una visione? Dimmi cos'hai visto.

- È come Buffy…ha gli occhi verdi di Buffy, ma non è lei…è buio dov'è, non riesco a vederla bene. Uccidila, uccidila, uccidila! Ti prego, fallo per me…

- Tutto quello che vuoi, piccola. La troverò per te..

 

Angelus quella sera stessa era uscito ed era andato al cimitero. Che fortuna, c'era Buffy. Ma non era da sola, c'era un'altra biondina con lei. Gli ritornarono in mente le parole di Dru, la vaga descrizione di quella nemica… che fosse la misteriosa mortale delle visioni di Dru? Beh, non importava. Comunque gli era venuta fame…

- Ciao amore. Ti sono mancato?

- Come una spina nel piede, Angel - e si stava preparando a combattere quando Angel le chiese chi era la sua amica.

- Sono Margareth. Finalmente ci conosciamo, ne ho sentite tante sul tuo conto.

- Allora, Meg, pronta a morire stanotte?

- E tu?

(continua)