Faceva
uno strano effetto a Buffy tornare a casa dopo tutto quel tempo. Angel non era
con lei, era tornato in Irlanda per vedere come stava venendo la loro nuova
casa. Buffy lo avrebbe raggiunto appena venduto l'appartamento al Greenwich
Village.
Non
era più la stessa città…beh, era ovvio. Cinquant'anni dopo la loro partenza,
l'Hellmouth era stata riaperta, la città praticamente distrutta e la
popolazione sterminata.
Nessuno
aveva osato metterci piede da quel giorno, a parte quella mezza dozzina di
superstiti che ancora ci vivevano e ai vampiri che avevano preso possesso della
città e che ora la governavano. Il Consiglio neanche aveva provato ad opporsi,
o a combatterli, aveva semplicemente preso coscienza che la loro più importante
roccaforte era caduta.
Quando
Buffy lo aveva saputo, le erano venuti i brividi. Ma di che si stupiva? Quelli
non erano uomini, non avevano anima. Se possibile, li riteneva peggio dei demoni
e dei vampiri a cui dava la caccia.
Passeggiando
in mezzo a quella desolazione, passò davanti alla sua vecchia scuola, ora solo
un cumulo di macerie. Il cimitero era diventato grande quasi come metà della
città, e in completo abbandono. Sembrava che nessuno avesse più voglia o forza
di piangere i morti. La parte dove una volta sorgeva il Bronze, ora era
diventata veramente la parte brutta della città. I vampiri ne avevano fatto la
loro zona.
Buffy
alzò gli occhi e guardò il cielo. Tra non molto il sole sarebbe scomparso
all'orizzonte, meglio tirare fuori un paletto.
E
quando le ombre presero il posto della luce, Buffy si accorse di non essere
sola.
Una
schiera di vampiri l'aveva semi circondata, e le loro espressioni non lasciavano
presagire niente di buono. Il mezzo sorrisetto che fece Buffy mentre valutava la
situazione mandò in bestia un paio dei vampiri lì presenti, che le si
scagliarono addosso. Senza scomporsi, Buffy li polverizzò all'istante. Alzando
lentamente lo sguardo, si accorse che tutti la stavano fissando con stupore. Ma
chi diavolo era quella straniera che era riuscita ad eliminare due di loro in un
paio di secondi? Beh, non importava, tanto non sarebbe sopravvissuta a un loro
attacco in gruppo.
Li
vide avvicinarsi, con delle espressioni che in teoria avrebbero dovuto
spaventarla. Buffy alzò gli occhi al cielo e represse una risatina. Ne aveva
visti troppi di vampiri per non riconoscere a prima vista dei buoni a nulla. Ma
che fine avevano fatto i vampiri di una volta?
Dopo
averli eliminati tutti, continuò la sua passeggiata solitaria fino alla villa
dove una volta aveva abitato con Angel, Spike e Drusilla. Curioso, era l'unica
costruzione che non fosse danneggiata e che avesse le luci accese. Si avvicinò
per cercare di scorgere gli abitanti, quando un braccio spuntato dal niente la
prese per il collo, sollevandola a venti centimetri da terra.
"Non
so chi tu sia dolcezza, e non mi interessa, ma se ci tieni alla pelle non ti
azzardare ad avvicinarti a quella villa" le sussurrò l'uomo tenendola a
qualche centimetro dal suo viso, prima di gettarla a terra e scomparire.
Buffy
si allontanò prudentemente dalla casa, continuando a porsi un sacco di domande,
e si diresse a casa di Drusilla.
La
sua amica era sopravvissuta per miracolo alla strage, e da allora cercava di
fare quel che poteva per evitare che la situazione andasse più a rotoli di
quando già non stesse andando. Quando Giles era morto, da lui aveva ereditato
tutti i suoi libri, e Buffy per prenderla in giro le ripeteva che ora conosceva
più cose di un Osservatore in carica.
Dru
appena vista l'amica fuori dalla porta, la fece entrare di corsa e rimise i tre
catenacci alla porta.
"Scusa
se non ti ho salutato, ma…"
"Non
ti scusare. Ho visto cos'è successo alla città, fai bene ad essere prudente.
Quello che non capisco è perché sei rimasta in questo inferno."
"Forse
per abitudine, forse perché l'avevo promesso a Giles quando è morto, forse per
restare vicino al mio Xander…chi lo sa."
"Mi
dispiace di non essere riuscita a venire al funerale di tuo marito..."
Dru
scosse la testa, dicendo che ormai era passato tanto tempo e che non voleva
discuterne. Le chiese di Angel e Spike, e Buffy raccontò quello che lei e il
marito avevano fatto in quei secoli, e quello che aveva saputo dell'ex di Dru.
Le chiese anche se sapeva chi abitava alla villa.
"Ho visto delle luci, ma quando ho tentato di avvicinarmi
un bestione mi ha aggredito e spiegato a chiare lettere di non
avvicinarmi."
"Hai
avuto fortuna. Di solito il Luogotenente se ti becca dove non devi ti ammazza e
basta."
"Chi
è?"
"Il
vampiro che detta legge in città."
La
mattina dopo Dru accompagnò Buffy a fare un altro giro per la città, per poi
andare al cimitero. Buffy pose due rose sulle tombe di Giles e Xander.
"Com'è
successo?"
"Eravamo
a caccia, io e Xander. Ad un certo punto non lo vidi più, e cominciai a
cercarlo. Lo trovai morto, e il Luogotenente era sopra di lui, con la bocca
sporca del suo sangue. Due notti dopo, toccò a Giles, a casa sua. Gli promisi
che avrei cercato di fermare quel vampiro…"
"Che
fine hanno fatto Cordelia, Willow e Oz?"
"Saranno
morti, come tutte le persone mortali, ma non ne ho la certezza. Se ne sono
andati pochi anni dopo il diploma, e da allora non li ho più visti."
"Kendra?"
Morta
due anni dopo la tua partenza. Hanno portato il cadavere in Africa. Ogni Slayer
arrivata qui dopo di lei è stata sistematicamente uccisa."
"Se
non me ne fossi andata…"
"Non
potevi conoscere il futuro."
"Parlami
ancora di questo tipo, il Luogotenente."
"Vediamo
un po'…Alto, grosso, crudele, e governa Sunnydale da quando l'Hellmouth è
stata riaperta. Anzi, è stato proprio lui a farlo, nonostante abbia cercato di
impedirlo. A momenti uccideva anche me, ma il suo capo, una donna, gli ha detto
di risparmiarmi. Lei vive nella villa, e nessuno l'ha mai vista. Non esce
mai."
"Vi
siete scontrati di recente, tu e lui?"
"Dopo
che ha fatto uscire quella donna dall'Hellmouth ha moltiplicato i suoi poteri.
Non posso niente contro di lui…"
"Vedrai
che insieme riusciremo a fare qualcosa."
"Ho
paura, Buffy."
Buffy
mise un braccio intorno alle spalle della ragazza, e insieme andarono via. Non
si erano accorte che qualcuno le stava spiando da lontano…
"Ciao
Angel, sono io. Mi dispiace, non credo di riuscire a venire. Sono passata per
Sunnydale, o meglio per quello che ne resta. Dru è ancora qui. Devo fare una
cosa per lei, poi prendo il primo volo e arrivo a Dublino. Non preoccuparti. Si,
lo so. Sì, starò attenta. Ti amo anch'io. Ci sentiamo presto."
Buffy
interruppe la telefonata e spense il cellulare. Davvero, non vedeva l'ora di
salire su quell'aereo. Aveva ripreso a camminare, sentiva solo i suoi passi.
Tutta la strada era immersa in un silenzio irreale, quando, all'improvviso, un
rumore le fece comprendere che c'era qualcuno davanti a lei.
"Salve,
bellezza."
Buffy
s'irrigidì: odiava essere chiamata a quel modo.
Il
vampiro si avvicinò, continuando a parlare "Che ci fa una donna come te in
un posto come questo?"
"È
quello che mi domando anch'io. La risposta credo che sia ammazzare qualche tuo
amico."
"Bella,
e sincera. Mi piacciono queste cose in una donna…certo, prima di
ucciderla."
"Credi
di essere all'altezza?"
L'osservazione
aveva punto sul vivo il misterioso vampiro che aveva sguainato una spada
"Ti ho vista la notte scorsa. Finiti i paletti hai tirato fuori un'altra
arma. Vediamo che sai fare, ragazzina."
Buffy,
sorridendo, dal cappotto tirò fuori una spada, dalla lama lunga e sottile. Ci
erano voluti duecento anni, ma alla fine Angel era riuscito a farle amare quella
disciplina, fino a renderla pressoché imbattibile. Il vampiro se ne accorse
subito, il combattimento era finito ancora prima di cominciare. Con un'abile
mossa, lei gli fece cadere la spada, e prima che riuscisse a riprenderla lei ci
mise un piede sopra, e gli puntò la spada alla gola.
"Fine
dei giochi" sussurrò, e con un rapido gesto lo decapitò.
Sentendo
dei passi alle spalle, si voltò di scatto con la spada in mano.
"Ehi!"
esclamò Drusilla, spostandosi prima che la lama le arrivasse vicino al collo
"Guarda che io sono con i buoni!"
"Oh,
scusami Dru. Non ti avevo vista."
"Fatto
buona caccia?" disse lei indicando il cumulo di polvere. Tra la cenere,
luccicava un anello con smeraldo, che Drusilla prese subito in mano.
"Mio
Dio, Buff, ma lo sai chi hai fatto secco?"
"Qualche
pezzo grosso?"
"Il
Luogotenente! Hai fatto secco il gran bastardo!"
Buffy
pareva sconvolta tanto quanto Dru era eccitata. Quest'ultima le chiese cosa
fosse successo, e lei le rispose che ora erano nei guai.
"Ti
rendi conto di quello che dici? Stai parlando del vampiro che ha ucciso Giles e
Xander! Meritava di morire!"
"Non
fraintendere. Dico solo che ora ci daranno la caccia."
"Credo
sia la prima volta che ti vedo spaventata."
"Andiamo
via."
E
un'altra volta una figura emerse dall'ombra per spiarle mentre se ne andavano.
Buffy in città, il Luogotenente morto…Milady doveva esserne informata subito!
A
due passi da casa, Dru disse a Buffy che sarebbe andata a farsi uno spuntino
prima di andare a dormire, oramai sapeva dove trovarli, i criminali.
Si
sentiva felice, come non succedeva da molto. Buffy era qui, l'assassino di
Xander era morto…finalmente si intravedeva un po' di luce alla fine del
tunnel.
Senza
avere il tempo di accorgersene, qualcuno l'aveva afferrata e scaraventata con
forza contro un muro. Stordita, quando alzò la testa vide che il suo assalitore
stava mutando aspetto.
Drusilla
iniziò a correre più veloce che poteva. Il mostro però era veloce, fin
troppo, e la raggiunse a qualche passo da casa saltandole alla gola.
Buffy,
dal canto suo, la stava aspettando a casa. A furia di andare avanti e indietro
aveva ormai quasi fatto un solco nel pavimento…fino a quando una fitta
lancinante al cuore la fece accasciare a terra. Sembrava quasi che qualcuno le
volesse strappare il cuore. In quello stato di semi incoscienza, riuscì a
vedere Drusilla, a due passi da casa, che stava morendo.
Facendosi
forza, e cercando di ignorare il dolore, si alzò in piedi e andò da lei.
Appena la vide capì che era tardi. Drusilla era a terra con il collo spezzato.
Buffy
represse un conato di vomito. Sapeva che era un'altra maniera di uccidere i
vampiri, ma dopo averlo fatta una volta si era ripromessa di non farlo più. A
tutto c'era un limite.
Non
riuscì a fare altro che rimanere immobile, e una folata di aria fredda le
scompigliò i capelli.
Ora
non aveva più dubbi.
La
guerra era cominciata.
Buffy
la mattina dopo cominciò a cercare Angel e Spike, ma non rispondevano né al
telefono né al cellulare. Ma dov'erano andati? Era uscita, voleva andare in
chiesa, cosa che non faceva da secoli, ma non era rimasta una sola chiesa
consacrata in tutta la città. Allora decise di tornarsene a casa a piangere in
pace per un altro po'. Era entrata da neanche dieci minuti, che sentì bussare
alla porta. Era Spike, con l'espressione sconvolta. Le venne spontaneo
abbracciarlo, e cercare di consolarlo. Le raccontò che stava per partire per la
Scozia, quando aveva avuto una fitta al cuore e aveva avuto una visione di Dru
morente ed aveva preso il primo aereo per Los Angeles. Evidentemente era un
effetto collaterale della maledizione: se a uno di loro succedeva qualcosa, loro
lo avrebbero visto e sentito.
Dieci
minuti dopo arrivò anche Angel, e allora Buffy li portò dove aveva seppellito
Dru.
Come
se finalmente avesse realizzato quel che era successo, Buffy scoppiò a piangere
tra le braccia di Angel.
"Voglio
la testa di quello che l'ha uccisa…"
"La
vendicheremo, Buffy, te lo prometto."
"Buffy,
Angel, sarà difficile. Tu hai ucciso quel vampiro, ma Dru gli ha pestato i
piedi per più di una vita. Hanno eliminato lei e dato un avvertimento a te, e
di solito in questi casi il colpevole non si trova."
"Io
invece credo di sapere dove sia" disse Buffy, scostandosi da Angel e
indicando la villa.
All'interno
della casa, una donna vestita di bianco stava osservando la scena da uno
specchio magico seduta su un trono. Sorrideva, e sorseggiava con eleganza un
calice di vino.
"Complimenti,
hai fatto un ottimo lavoro, mia cara. Devo dedurre che ci sia stato dell'attrito
tra te, la moretta e questa Buffy?"
La
giovane vampira si fece avanti "Come sempre avete ragione. Io Buffy e
Drusilla ci conoscevamo già."
"Puoi
andare, Cordelia. Se avrò bisogno di te, te lo farò sapere."
Cordelia
sorrise alla sua signora, e facendole un inchino uscì dalla stanza. L'aver
visto Buffy uccidere il suo fidanzato e sire l'aveva mandata letteralmente in
bestia, e aveva avuto il pretesto per regolare i conti con Drusilla riguardo
Xander una volta per tutte, e colpire l'ex slayer dandole il bentornato in città.
Cielo,
come le piaceva essere cattiva. Finalmente aveva trovato la vera sé stessa…e
le piaceva.
Buffy
nonostante la pastiglia che Angel l'aveva costretta a prendere non riusciva a
dormire. Cercando di non svegliarlo, si alzò dal letto, si vestì e andò a
farsi un giro nei dintorni della villa. Stavolta niente le avrebbe impedito di
vedere chi ci abitava.
Si
accostò alla finestra del salone, e si accorse che alla parete opposta c'erano
due donne. Una di loro, quella con i capelli rossi, le dava le spalle. L'altra,
quella vestita di bianco, le dava i brividi. Alta, con i capelli biondi così
chiari da sembrare bianchi, e due occhi color ghiaccio. Irreale, Buffy non
trovava altro aggettivo con cui definirla. Irreale, bellissima e di sicuro anche
altrettanto crudele. La osservò parlare con l'altra ragazza, e mai lasciò
trapelare le sue emozioni, accuratamente celate sotto una maschera di fredda
serenità.
All'improvviso
lo sguardo suo e di Buffy si incrociarono per una frazione di secondo, e
quest'ultima si ritrasse fulmineamente, accostandosi al muro. Sperava, pregava
che quella donna non l'avesse vista.
"Hai
fatto un ottimo lavoro anche tu. Continua a spiare la ragazza come ti ho
chiesto."
"Come
desiderate mia signora" sussurrò la ragazza abbozzando un inchino e
facendo per andarsene.
"Aspetta,
non ho finito. Chiama Cordelia, ho un nuovo incarico per lei."
Era
giunto il momento di tirare un altro dardo al cuore di quella ragazzina.
Tornata
a casa, Angel era sveglio che l'aspettava. E anche arrabbiato per come se n'era
andata nel bel mezzo della notte, una cosa che faceva fin troppo spesso. Una
cosa che aveva capito di lui era che non amava che gli si nascondessero le cose,
quindi Buffy preferì dirgli tutta la verità.
"Perché
hai fatto una tale pazzia?"
"Volevo
vedere chi era questa misteriosa signora, e finalmente ci sono riuscita."
"Qualcuno
che conosciamo?"
"No.
Molto bella, bionda, occhi azzurri…fredda come un iceberg. Pareva un angelo,
qualcosa di irreale, non saprei…"
Angel
le sembrò avesse ricevuto una mazzata "Credo di sapere chi sia."
"Vecchia
conoscenza?"
"È
una leggenda. Una leggenda su come il Maestro sia diventato un vampiro. Darla me
l'aveva raccontata una notte."
"Racconta."
"Si
narra che il Maestro, prima di diventare un vampiro malvagio, fosse un monaco
gesuita. Una notte che stava pregando, una giovane donna bussò alla porta del
monastero chiedendo asilo. Rimase incantato a guardarla, pareva un angelo. Era
una castellana che aveva smarrito la via mentre tornava a casa, il suo nome era
Hélène Marie Gabrielle de Saint-Valére. Contravvenendo alle regole, il monaco
permise che una donna dormisse tra le mura del monastero. Fu la rovina sua e
degli altri monaci. Hélène li uccise tutti, e quando arrivò il turno del
monaco che l'aveva fatta entrare lei gli sorrise, e lo rese un vampiro."
"Pensi
che sia vera?"
"Il
sire trasmette parte del demone che lo anima alla sua creatura, direi che spiega
perché il Maestro era quello che era, e ci dà un'idea di come sia questa
signora."
"Non
oso neanche pensarci. Spike la sa tutta questa storia?"
Angel
le sorrise "Spike non è mai stato un tradizionalista, e non dirmi che non
l'avevi capito. Non ama ascoltare le storie del passato, anche se insegnano
qualcosa."
"Beh,
stavolta dovrà fare un eccezione."
Andati
alla vecchia fabbrica, dove Spike si nascondeva, si accorsero che non c'era
nessuno. Cominciarono a chiamarlo, a cercare in giro, ma Spike non si trovava.
C'erano
segni di colluttazione, e sul terreno c'erano tracce di sangue, che riconobbero
come di Spike.
"Che
cosa è successo?"
"Credo
che Hélène de Saint-Valére ci stia invitando ad andarla a trovare."
Alla
villa, nel frattempo, la vampira con i capelli rossi e Cordelia Stavano legando
Spike, ancora privo di conoscenza, a due catene che pendevano ad una parete.
"Cosa
pensi che ne farà Milady?"
"Non
sono affari nostri " le rispose Cordelia "forza, ora leviamoci dai
piedi. Angelique gli vuole parlare a quattr'occhi."
La
donna sfiorò i lividi che Spike aveva in faccia, facendolo trasalire di dolore.
"E
così tu sei Spike, una volta conosciuto come William the Bloody. Il
poetastro."
Spike
spalancò gli occhi. E come diavolo faceva a saperlo? A nessuno aveva detto cosa
faceva in vita, neanche a Dru.
"Ti
stai chiedendo come lo so, vero? Il clan della mia creatura, e i suoi
componenti, non hanno segreti per me."
Si
accorse poi della presenza di Cordelia, che sembrava quasi spaventata. Le chiese
cosa ci fosse, e Cordelia chiese perdono per non essere riuscita a portarle
Angel, com'era suo desiderio.
Allora
la donna l'abbracciò "Oh, Cordelia, non temere. Non sono in collera con
te. Portandomi lui, mi hai assicurato che Buffy e Angel verranno a salvarlo. Due
piccioni con una fava."
"Sanno
già di Spike. Ora stanno venendo qui" esclamò l'altra vampira, arrivando
alle sue spalle.
La
vampira sobbalzò a sentire la sua voce all'improvviso "Maledizione! Quante
volte ti ho detto di non strisciarmi alle spalle!" le urlò
arrabbiatissima, prendendola per il bavero.
"C-Chiedo
per-perdono…forza dell'abitudine, dopo secoli a spiare prima Drusilla e poi
Buffy…"
La
vampira scosse la testa, e la lasciò andare "Cerca di fare un rumore
quando arrivi. Bussa, un colpo di tosse…qualunque cosa!"
La
giovane demone le ridisse quanto aveva scoperto, e la sua signora, sorridendo
alle altre due, continuò dicendo che bisognava preparargli un comitato di
benvenuto.
Angel
e Buffy non si fecero attendere, e si introdussero nella villa senza problemi.
Era pur sempre casa loro, e la regola dell'invito non funzionava in quel caso.
Dopo
una rapida ispezione in giro, si accorsero di essere soli. Appena messo piede
nel salone, videro Spike legato alla parete, pesto e sanguinante.
Subito
Buffy corse da lui, cercando di fargli prendere conoscenza, ma lui borbottava
solo una frase incomprensibile.
Angel
cominciò a slegarlo, e una volta libero lo aiutarono a camminare.
"Buffy,
Angel, andatevene…è una trappola…"
Finalmente
era riuscito a dirglielo, ma ormai era tardi.
"Quanto
hai ragione, biondino."
Buffy
aveva riconosciuto quella voce, e sentirla di nuovo dopo tutto quel tempo le
fece l'effetto di una doccia fredda.
"Willow?"
"Ciao
Buffy" disse Willow uscendo dall'ombra insieme a Cordelia "Ti siamo
mancate?"
Buffy
rimase a guardarle come in stato di shock. Willow e Cordelia, le sue nemiche.
Come un flash, le ritornarono alla mente i giorni che aveva passato insieme a
loro, chiacchierando, litigando, o più semplicemente essendo amiche l'una
dell'altra. Assurdo. Come poteva essere successo?
Willow
si avvicinò a lei "Cosa c'è, non mi abbracci?"
"Mi
dispiace tanto…"
"A
me no, e neanche a Cordy. Beh per lei non è stata un'esperienza nuova, ma per
me lo è. Essere rispettata e temuta...ma lo sai quanto ho desiderato
esserlo?"
Gli
occhi le brillavano, la sua voce era carica d'odio verso di Buffy, e Cordelia,
dietro di lei, si limitò a sorridere cattiva.
Poi
con un balzo le fu addosso, gettandola a terra, mentre Willow si occupava di
Angel, che stava provando a portare Spike in salvo.
"Tu
non sai da quanto aspettavo di fartela pagare. Tu e la tua amichetta
pazza…spero vi siate divertite a portarmi mia gli unici due uomini
che abbia mai amato!" disse Cordelia, sferrandole un paio di pugni.
"Ma
che stai dicendo?"
"Il
Luogotenente e Xander. Il primo ha avuto la sfortuna di incontrarti, il secondo
grazie a te ha sposato dopo il liceo la persona che più detestavo al mondo, con
la benedizione di tutti. Non sai che piacere è stato levarmela di
torno…"
Quell'ultima
frase le attraversò la mente come una lama. Era stata lei. Cordelia aveva
ucciso sua sorella. Dal profondo cominciò a crescere una rabbia profonda, un
odio che le impediva di pensare, che le stringeva lo stomaco e minacciava di
soffocarla, se non lo avesse lasciato uscire. Il demone dentro di lei,
quell'antica maledizione che le aveva ridato la vita, premeva per prendere il
controllo, vendicare una parte della sua essenza che a causa di quella vampira
con cui stava combattendo era stata distrutta. E Buffy lo lasciò libero.
Quando
alla fine riprese il controllo, aveva un paletto in mano, e un cumulo di polvere
davanti ai piedi. Aveva ucciso una vampira che un tempo era sua amica, e tutto
quello che riusciva a provare era un po' di senso di colpa, che quasi subito
scomparve. Voleva vendetta, e finalmente l'aveva ottenuta. Willow aveva provato
a mettersi in mezzo, e si era presa un colpo che l'aveva fatta finire contro un
muro, lasciandola svenuta.
Angel
le era arrivato alle spalle, silenzioso come sempre, e le aveva tolto il paletto
dalla mano.
"Non
era lei. Era la cosa che l'ha uccisa."
"Lo
so. Ma non mi sentirò subito meglio per questo."
"E
questa è l'unica cosa che traccia una differenza tra me e te."
I
due si voltarono verso la porta, dove con portamento maestoso entrò nella
stanza la loro nemica.
"Hélène
Marie Gabrielle de Saint-Valére, suppongo."
"Supponi
giusto, ragazzina. Ma da quando il mio sire mi ha ribattezzato Angelique è
questo il mio nome. Voi dovete essere Angelus e Buffy, tra i membri più giovani
della mia grande famiglia."
Poi
sollevò per il bavero Spike, ancora semi incosciente "Come anche questo
qui. Cielo, William, che delusione sei stata per me…" e con la mano
libera lo impalettò davanti ai suoi amici. Angelique osservò i due contorcersi
dal dolore, stringendosi il petto, e ordinò a Willow di ucciderli.
Rimaneva
il fatto che per quanto Willow fosse forte, loro erano in due, e molto
arrabbiati. Quando si accorse che la sua ancella non ce l'avrebbe fatta, si
avventò su Angel, impedendogli di fuggire come era riuscita a fare la sua
compagna.
Buffy
aveva oltrepassato il giardino correndo come mai aveva fatto in vita sua, e non
si era fermata fino a quando non fu a casa. Dopo aver chiuso la porta, si lasciò
scivolare fino a terra, e appoggiò la testa sulle ginocchia.
Si
sentiva una vigliacca, per essere scappata ed aver lasciato Angel da solo, ma se
non l'avesse fatto avrebbe giocato l'unica possibilità di salvarlo. Quando
ricominciò a pensare coerentemente, iniziò a tremare. Questa era la partita
finale, lo sentiva. Comunque sarebbe andata, questa storia finalmente si sarebbe
conclusa.
Angelique
aveva ordinato a Willow e Cordelia di legare Angel esattamente come Spike, e poi
di lasciarla da sola con lui.
"Angelus.
Ho sentito parlare di te. Sai chi sono?"
"Sì.
Credo di sì."
Angelique
continuava ad avvicinarsi, aveva negli occhi lo sguardo del gatto che giocava
col topo, e cominciò ad accarezzargli lentamente il viso, e il torso nudo. Più
lui di sentiva a disagio, più lei si divertiva.
"Che
peccato che un uomo bello e affascinante come te sia anche maledettamente
fedele…Avrei proprio voluto divertirmi stanotte" disse lei con voce roca,
allungando le sue braccia su quelle di lui, fino ad afferrargli la mano sinistra
"ma credo che questo anello Claddagh e la tua anima me lo impediscano. Sai,
è difficile che un sire e la sua creatura riescano ad avere una relazione
duratura. Tu e tua moglie siete un caso raro."
Poi
gli sussurrò all'orecchio "Un caso che tra poco non esisterà più…"
Angel
come una furia cercò allora di strappare i legacci che lo imprigionavano,
provocando in Angelique uno scoppio di risa "Tu sei la sua vita. Senza di
te morirebbe, e lo sa benissimo. Sono proprio curiosa di combattere contro di
lei."
"Non
osare toccarla!"
"Altrimenti?"
Angel
distolse lo sguardo, e Angelique si riavvicinò a lui "Chi me lo
impedirebbe? Tu?"
La
donna prese il viso di Angel tra le mani e gli diede un bacio, poi lo lasciò da
solo.
Buffy
sapeva che la stavano aspettando, e aveva come la sensazione che da quella casa
non sarebbe uscita viva.
Angel
le aveva sempre detto di non preoccuparsi di quelle strane sensazioni che ogni
tanto aveva, che non volevano dire niente. Forse non voleva credere che sua
moglie avesse delle premonizioni come Drusilla, o forse ne aveva semplicemente
paura. E così lei aveva smesso di raccontargliele. Ma non aveva mai smesso di
proteggerlo dall'ombra, anche se lui non l'avrebbe mai saputo. Una volta lui
aveva detto a sua madre che non poteva vivere senza di lei. Era verissimo anche
il contrario: lui era la sua ragione di vita. Buffy riguardò la sua immagine
allo specchio. Dio, le sembrava impossibile di essere ancora la stessa ragazza
che era morta poco lontano da quella casa. Era così lontana da quella che era
diventata…tutto quello che le era successo prima di diventare un vampiro,
pareva addirittura fosse successo a un'altra, in un'altra vita. Sospirò, e
sorrise amaramente. Non è carino far aspettare la persona che forse ti ucciderà,
pensò sarcasticamente mentre finiva di indossare i pantaloni di pelle nera e
quel top in tinta che non aveva mai avuto l'occasione, o il fegato, di
indossare. Mise al collo la croce d'argento che Angel le aveva regalato secoli
prima, l'unico gioiello che avesse mai portato oltre al Claddagh, e presa la sua
spada si diresse a casa di Angelique. Era arrivato il momento di chiudere i
giochi.
La
vampira la stava aspettando, seduta su quella specie di trono.
"Ti
aspettavo."
"Dov'è
Angel?"
"Non
ti preoccupare, è ancora vivo. Quello che voglio ora è parlare con te."
"Ma
guarda un po'" disse lei sguainando la spada "io invece non ne ho
assolutamente voglia."
Angelique
continuava a sorseggiare il suo vino "Mi deludi. Pensavo sapessi che il
metallo non uccide i vampiri."
"Questa
è un regalino del mio defunto osservatore Giles, e ti assicuro che li uccide
eccome."
Angelique
si alzò in piedi, e prese dallo scomparto di un mobile una spada identica alla
sua.
"Fammi
vedere di cosa sei capace."
A
Buffy vennero i brividi lungo la schiena.
Sfidare
Angelique per lei equivaleva a sfidare un dio, ma se voleva salvare Angel non
aveva scelta.
Iniziarono
dapprima lentamente, facendo tintinnare le spade, poi i movimenti cominciarono a
farsi sempre più veloci e furiosi. Dalla sala dove si trovavano si spostarono
ad un'altra, e poi a un'altra ancora, fino a quando non arrivarono a dove Angel
era prigioniero. Facendo avvicinare Angelique ai ceppi di Angel, Buffy fece in
modo che li tranciasse di netto con un colpo andato a vuoto. Angelique guardò
prima le catene spezzate, poi Buffy. La ragazzina era furba…meglio così. Il
combattimento sarebbe stato più interessante.
Il
combattimento procedeva ormai senza sosta da due ore, e Buffy cominciava a
essere stanca, a differenza di Angelique. Gettarla a terra e allontanarle la
spada fu uno scherzo da ragazzi. Subito Willow prese la spada e la porse alla
sua padrona.
"Finalmente
nelle mie mani."
"Cos'è?"
"Un'arma
forgiata dall'Ordine di Byzantinum…l'unica cosa che può uccidermi, e uccidere
i membri della mia famiglia."
"È
stato il regalo di nozze che quel maledetto osservatore aveva fatto a Buffy e
Angel."
Con
l'arma in mano, si avvicinò ad Angel, abbandonato contro la parete.
"Oh,
mio povero Angel, forse avrei dovuto dirtelo. Quando ti ho baciato, ti ho fatto
prendere una forte droga. Questo mi renderà molto semplice levarti di mezzo…o
levare di mezzo tua moglie. Devo decidere ancora chi sarà il primo e il
secondo. Tu cosa mi suggerisci, Willow?"
La
ragazza sorrise, e annuì. Capiva sempre al volo quello che lei voleva fare.
"So
cosa volete fare, e sono d'accordo."
Angelique
levò la spada sopra la sua testa con ambo le mani, pronta a piantarla nel cuore
di Angel.
La
spada aveva colpito a morte la sua vittima predestinata, sotto lo sguardo
divertito della donna.
Angel
guardò sconvolto sua moglie, mentre scivolava a terra con lei tra le braccia.
"Sapevo
lo avresti fatto, Buffy" le disse Angelique.
La
ragazza infatti quando aveva visto cosa stava per succedere, aveva fatto appello
alle sue forze e si era messa in mezzo per salvare Angel. La spada le aveva
perforato un polmone, impedendole di riuscire a parlare, di dire almeno una
parola di addio a suo marito. L'unica cosa che riuscì a fare fu quella di
appoggiare la testa alla sua spalla, e chiudere gli occhi. Angel fece in tempo
solo a farle un'ultima carezza sul viso, e poi la donna che aveva amato con
tutto se stesso si dissolse nel nulla tra le sue braccia.
Con
gli occhi accecati dalle lacrime, si scagliò contro Angelique "Completa
l'opera adesso!"
"L'ho
fatto."
"Queste
morti…no, non puoi aver fatto tutto questo solo per colpire me!"
"Sei
la rovina di questa famiglia, Angelus. La tua anima, la tua storia con la nostra
nemica, il fatto che pur indirettamente tu le abbia salvato la vita…"
"Perché
non mi hai ucciso allora?"
"Perché
avrei dovuto? Gli amici di Buffy hanno fatto una cosa giusta, ridandoti l'anima.
Così soffrirai per l'eternità e ricorderai com'è stato aver visto morire il
tuo grande amore, e i tuoi amici. Ricordati che tu devi a me quello che sei, e
che io ho potere di vita e di morte su di te. Ucciderti non mi sarebbe di
nessuna gioia, guardare il tuo tormento sì. E ora vattene, quando ritornerò
qui non voglio trovarti" e se ne andò con Willow al seguito.
Angel
si sentiva soffocare, e stava per uscire quando tra le ceneri vide l'anello di
Buffy. Angel lo prese un mano, e lo strinse forte. Era stato il simbolo di una
promessa d'amore eterna, e lei pur di salvare questa promessa aveva pagato con
la vita. Si rialzò, e uscendo da quella casa sparì nella notte.
Un
secolo dopo…
Un
secolo era passato, e non passava giorno che non pensasse a lei. Era tornato a
Dublino, nella casa immersa nel verde che aveva fatto costruire per Buffy e che
lei non aveva mai visto, pregando che il tempo lo aiutasse a dimenticare l'unica
donna che avesse mai amato.
Oramai
erano tre giorni che rimaneva in casa, seduto in poltrona a fissare fuori dalla
finestra. Aveva sempre avuto un pensiero in testa, fin da quella maledetta
notte, ma lo aveva sempre ricacciato indietro. Non era quello che lei avrebbe
voluto, se lo era ripetuto fino alla nausea, ma in quegli ultimi tre giorni si
era accorto di essere stanco. Stanco di vivere, stanco di lottare, stanco di
combattere una battaglia che non era più la sua.
Come
ogni sera, andò fuori nel giardino. In un angolo riparato, tra gli alberi,
aveva collocato la tomba di sua moglie.
Davanti
alla lapide, dopo avervi deposto una rosa, trafisse il suo cuore con un paletto
che aveva con sé.
Era
discesa la nebbia.
Angel
era inginocchiato a terra, incapace di comprendere cosa fosse successo. Ad un
tratto, si accorse che qualcuno gli stava tendendo una mano per rialzarsi. Alzò
lo sguardo. Davanti a lui, Buffy, vestita di verde, che gli sorrideva in un modo
dolcissimo. Angel prese la mano, e una volta in piedi la portò alle labbra,
ricambiandole il sorriso. Buffy gli fece cenno di seguirla, e i due si
inoltrarono tra gli alberi, mano nella mano, fino a quando non furono delle
ombre evanescenti nella nebbia.
E
scomparvero.