"Non
credere, sono stato un gran ballerino. Ma Angel come al solito ha fatto in modo
di mettermi in ombra."
"E
va bene, vediamo di farti un corso veloce di come si balla in due oggigiorno
quando si vuole rimorchiare."
"Perché,
è una scienza?"
"Oh
sì."
"Spiegami
una cosa. Ma se conosci questi trucchetti, com'è che ogni tua storia finisce
male?"
"Meglio
che non ti risponda, potrei aver bisogno di un portacenere. Forza, vieni
qua."
Spike,
obbediente, si mise davanti a lei, sorridendo divertito "Che devo
fare?"
"Allora"
disse prendendo le sue braccia "Devi prendere le mie braccia e metterle
intorno al tuo collo."
"Così?"
disse lui prendendole le mani e facendo lentamente quel che lei le aveva
chiesto.
"Perfetto.
Ora appoggia le tue mani qui, sulla mia schiena…bene. Stingimi un po'. Ce
l'hai un po' di musica o è chiedere troppo?"
Spike
si sciolse dall'abbraccio grugnendo qualcosa, e le mostrò un impianto per
ascoltare la musica.
"Cosa
credi, piace anche a me."
"Non
smetterò mai di stupirmi. Ma dove la trovi la corrente per la televisione e
l'impianto? Non credo che la cripta avesse prese di corrente."
"Infatti.
La succhio ai cavi del vicino tombino, così posso fare quello che mi pare a
spese di questa splendida cittadina. Furbo, eh?"
"Lo
ammetto…" disse ascoltando le prime note della musica.
And
I'd give up forever to touch you
Cause I know that you feel me somehow
"Iris.
Ho ragione?"
"Sì,
hai ragione."
"Non
ti pensavo il tipo."
You're
the closest to heaven that I'll ever be
And I don't want to go home right now
"E
invece…Allora, riprendiamo da dove abbiamo interrotto."
And
all I can taste is this moment
And all I can breathe is your life
Cause sooner or later it's over
I just don't want to miss you tonight
"Ti
ho detto che devi tenermi più stretta. Guarda che noi ragazze non siamo fatte
di vetro."
"D'accordo…"
"E
ricorda, l'importante è che la devi guardare negli occhi, sempre. Come se al
mondo non ci fosse nessun'altra a parte lei. E non fare passi larghi come stai
facendo ora…ecco, ora vanno bene. Lentamente, ricorda. "
Ma
quando risollevò lo sguardo e incontrò i suoi occhi blu, si sentì come se non
avesse più forza. Non riusciva a distogliere lo sguardo. Lui le aveva fatto
fare una giravolta, e l'aveva stretta più vicino a sé.
And
I don't want the world to see me
Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am
Le
aveva fatto un piccolo sorriso. Non credeva di averlo mai visto realmente
sorridere senza il fine di punzecchiarla, umiliarla o altro. E neanche di aver
mai visto uno sguardo tanto dolce nei suoi occhi. Spike l'aveva attirata ancora
più vicino - ora la stava proprio abbracciando - e Buffy notò per un istante
quella luce negli occhi…
And
you can't fight the tears that ain't coming
Or the moment of truth in your lies
When everything feels like the movies
Yeah you bleed just to know you're alive
Improvvisamente
ritornò con i piedi per terra, e abbassò gli occhi fingendo di guardare i
passi, pregando che la musica finisse presto.
I
don't want the world to see me
Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am
I just want you to know who I am
La
musica si spense nell'aria, e con lei sparì l'atmosfera che si era creata.
"P-Perfetto.
Fai esattamente quello che hai fatto con me e andrà tutto benissimo.
Fidati."
"D'accordo…"
"Mia
madre è fuori, stasera, devo correre a preparare la cena a Dawn. Scusa…devo
proprio andare" disse afferrando al volo la sua giacca e scappando via.
Corse
fino a casa, e mise la testa sotto il getto della doccia, cercando di snebbiare
il cervello. Era stata colpa della musica? Buffy sperava, pregava di sì. Al
momento aveva troppi problemi in testa per preoccuparsi anche della sua sanità
mentale.
La
serata andò esattamente come Buffy aveva previsto. Fatta eccezione per Anya,
che in quanto ex demone tendeva a essere un po’ solidale con Drusilla, tutti
la guardavano come a chiedersi che ci faceva lì. Riley le era accanto, e
cercava di farle coraggio, ma era inutile. Anche lei si stava facendo quella
domanda. Che ci stava a fare lì?
Con
una scusa, Drusilla si alzò e andò vicino all’uscita. Forse se si muoveva
riusciva a svignarsela senza che la notassero. Quando però sentì qualcuno
darle un colpetto sulla spalla e chiamarla per nome, comprese che quella di
sicuro non era la sua serata fortunata.
“Ciao
Spike. Sei qui per ridere delle mie disgrazie?”
“Se
sapessi quali disgrazie, di sicuro.”
“Sto
a parlare con gli amici della cacciatrice. Dio, la mia reputazione, se mai ne ho
avuta una, è appena andata a farsi benedire. Com’è che non stai ancora
ridendo?”
“Per
solidarietà verso una della mia razza che come me deve sorbirsi gli amici della
cacciatrice volente o nolente.”
“Ah,
già, tu hai il chip come tortura. Me lo dimentico sempre.”
“Ti
va di ballare? Da domani prometto che andrò ancora in giro a dire di volerti
cavare gli occhi.”
“D’accordo,
balliamo…almeno evitiamo il suicidio e il Prozac.”
Vediamo
di ricordarci come si fa, si disse Spike aspettando che il gruppo si decidesse a
finire la canzone che stava suonando, e sperando fosse un lento. E invece…
“Mirror
Mirror dei Blind Guardian. I gruppi che suonano al Bronze si sono dati
un’aggiornata. Fantastico!”
“Dru,
ma da quand’è che ti piace il metal?”
“Da
quando sono tornata sana di mente. Questa è la prima canzone che ho sentito
quella notte.”
Oddio,
stavolta è impazzita sul serio.
Drusilla
lo aveva quasi trascinato sulla pista, e Spike che lo volesse o no si ritrovò a
ballare con lei. E a divertirsi. Gli era quasi dispiaciuto che la musica
finisse.
“Bene.
Grazie del ballo, mi sono tirata su il morale. Ora me la filo, prima
d’incontrare qualcuno dei loro.”
“Aspetta,
vengo anch’io.”
Spike
guardò verso Buffy, che sorrise, e fingendo sorpresa disse “Ma non è Spike
il ragazzo che se ne sta andando con Drusilla?”
L’occhiata
di Riley verso quei due era proprio da manuale del fidanzato geloso. C’era
puzza di problemi…
Buffy
e Spike però non ebbero il tempo di gioire, che Riley e Drusilla si erano già
chiariti. Spike frantumò così un altro paio di bottiglie sul muro, e Buffy andò
a sfogarsi in palestra, immaginando di prendere a pugni sia Riley che Drusilla.
Si
prospettava un'altra allegra notte di caccia per tre dei dodici cimiteri di
Sunnydale. Che gioia, pensava Buffy, mentre tutti i suoi amici, compresi Riley e
Drusilla, sarebbero stati a spassarsela al Bronze. Beh, almeno non li avrebbe
visti insieme, era già qualcosa. Si era fatta una doccia, fatica inutile perché
al ritorno avrebbe dovuto rifarsela, e aveva appena infilato la biancheria e un
paio di jeans. Era alla ricerca di una maglia da mettersi quando sentì dei
passi su per le scale.
"Mamma,
dove hai nascosto la felpa grigia col cappuccio?"
"Spiacente
tesoro" esclamò Spike spalancando la porta "Non sono Joyce. Ho delle
inf…"
Spike
spalancò gli occhi, incapace di credere a quel che vedeva. Buffy incrociò le
braccia sul petto, impedendogli di guardare, per quanto poteva, e gli intimò
urlando d'uscire da camera sua. Ovviamente Spike lo fece, ma nel modo più calmo
possibile, che non mancò di mandarla in bestia.
"Sei
già riuscito a mettermi di cattivo umore. Che c'è?"
"Venivo
a dirti che il tuo soldatino e la mia ex vanno al Bronze stasera, cosa che
probabilmente già sapevi. Progetti di riconquistarlo in felpa e blue jeans?
Auguri. Metterò una candela a Lourdes per te."
"No,
progetto di andare a caccia e sfogare la mia rabbia repressa contro un certo
vampiro biondo e una certa vampira mora. Ovviamente non farò nomi."
"Ovviamente.
Se non vieni, tenterò di seminare zizzania. Sono molto bravo in questo."
"Va
da Riley. È un bravo ragazzo, ma come la Walsh insegna anche un tantino
ingenuo. Penso che si berrà qualsiasi cosa tu gli dica di te e Drusilla.”
"Agli
ordini. Ah, Buffy, un'ultima cosa" disse mettendo la testa dentro la
camera.
"Cosa?"
"Sei
una favola…senza quello addosso" disse indicando il discutibile reggiseno
di pizzo che la ragazza si era messa addosso. Buffy, furiosa, gli disse di
sparire e gli lanciò contro una spazzola, che mancò il bersaglio per una
frazione di secondo.
Quasi
rimpianse di non essere andato con la sua complice. Quei due, sempre a parlare
tra di loro, quelle risatine, stavano per farlo vomitare. Erano vittime
dell’ostracismo sociale per quanto riguardava la Scooby Gang, ma sembrava che
neanche se ne fossero accorti. Poi Drusilla fece per alzarsi, forse per andare a
ritoccarsi il trucco. Occasione perfetta, si disse Spike fregandosi mentalmente
le mani, e corse a prendere posto accanto a Riley.
“Riley.
Ciao.”
“Spike.
Ciao. Addio, non ti
trattengo.”
“Eh,
come corri…”disse lui avvicinandosi ancora di più al ragazzo con la sedia.
“Hai visto la cara Drusilla in giro?”
“Lasciala
in pace.”
“Sono
il suo ex, è il mio lavoro non lasciarla in pace.”
“Stai
facendo in modo che ti spacchi la faccia?”
“A
parte il fatto che saresti tu a trovarti una pizza margherita al posto della
faccia, no, non sto facendo apposta. Dru è molto particolare…”
“Vero.”
“…ma
che ti fa credere di avere qualche chance con lei, di essere anche tu così
particolare? Spiacente di darti un dolore, ma sei un noiosissimo mortale.”
“Lo
so. Infatti la risposta è niente. Assolutamente niente.”
“Perché,
vedi, nel caso non lo sapessi lei è il mio sire. È un legame molto profondo,
che va al di là del sentimento. È una cosa indissolubile, lei sarà
costantemente parte della mia vita e io della sua.”
“No,
non lo sarai.”
“Oh,
lo sarò. Lo sarò eccome.”
“Ti
ridurrei in cenere prima.”
“Sarei
proprio curioso di vederti provare, ma ora devo proprio lasciarti.”
Dopo
la chiacchierata con Spike, Riley non si sentiva più sicuro di niente. Doveva
parlare con Drusilla, voleva sapere se quanto diceva l’ossigenato era vero.
Il
caso volle che in quell’istante Drusilla ritornò al tavolo.
“Che
aria scura. Che succede?”
“Ho
visto una persona che avrei volentieri preso a pugni.”
“Umano
o demone?”
“Demone.”
“La
cerchia si restringe, allora. A uno. Che voleva Spike?”
“Rovinarmi
la serata.”
“E
c’è riuscito?”
“Non
lo so ancora. Dru, è vero che tu e l’ossigenato siete legati?”
“Non
stiamo più insieme. Da molto.”
“Non
intendevo un legame sentimentale.”
“Alludi
al legame tra sire e creatura, vero?”
“Illuminami.”
“Quando
l’ho vampirizzato, l’ho reso un membro della mia famiglia. A quell’epoca
però non potevo occuparmi di lui e insegnargli a stare al mondo, l’ha fatto
Angelus per me. E poi è stato lui a prendersi cura di me, invertendo i ruoli.
Mi chiedi se ci amiamo ancora? No. Vuoi sapere se anche se non ci vedremo mai più
continuerò a domandarmi a volte dove sia o se per caso l’hanno ripescato una
notte in un fosso? È probabile. Ora devi dirmi se è un problema per te.”
“Non
è un problema che tu ti preoccupi della tua creatura. È un problema che la tua
creatura si preoccupi ancora di te.”
“Stai
scherzando.”
“Magari.”
“Signore,
che tormento infinito. Oh, a proposito, hai visto Buffy?”
“No.
Perché?”
“Perché
da quanto mi hai raccontato non hai ancora chiarito con lei. E a quanto pare non
ho ancora chiarito con Spike.”
“Ci
incontriamo su terreno neutrale?”
“Non
credo sia necessario. Casa Summers e la cripta dell’ossigenat…Spike andranno
benissimo. La faresti una cosa per me?”
“Cosa,
Dru?”
“Va
in chiesa, fa un’offerta e accendimi la candela più grossa che trovi. Ne
avremo bisogno…ma per il momento mi basta che mi accompagni a casa.”
“Signorina,
si potrebbe pensare che abbia qualche motivo per temere il buio.”
“Piantala,
scemo!”
"…e
sono usciti abbracciati e sorridenti. E io che pensavo di farlo ingelosire
almeno un po'" esclamò Spike seduto su un bracciolo della poltrona con una
bottiglia di brandy in mano.
"Dobbiamo
muoverci, sono stufa di giocare. Ci serve…ehi, ma mi stai a sentire?"
esclamò Buffy mentre lui si versava da bere.
"Certo.
Scusa, che dicevi?"
"Bene,
io ti dico che dobbiamo muoverci e tu ti metti a bere."
"Guarda
che è per te."
"Per
me? Io non bevo."
"Mandalo
giù. Non ho voglia di sentire i tuoi piagnistei su Riley, nel caso tu abbia
intenzione di farne."
"Sarebbe
il minimo dopo che io mi sono sorbita i tuoi su Drusilla. Da sbronzo e ubriaco.
Comunque grazie" disse accettando il bicchiere e mandandolo giù tutto d'un
fiato, nel tentativo di imitare la disinvoltura del vampiro. Non l'avesse mai
fatto. Le sembrò di avere la gola e l'esofago in fiamme, e iniziò a tossire.
Subito Spike le fu vicino, dandole un paio di colpetti sulla schiena.
"Accidenti,
donna, ma non lo sai che è roba forte?"
"Non
pensavo tanto forte…" mormorò lei.
"Sei
ancora in questo mondo?"
"Direi
di sì."
"Bene.
Allora, il tuo Capitan America verrà da te per discutere la vostra situazione,
ora che Dru si è messa in mezzo. Giusto? Perché Drusilla mi ha già fatto
sapere che vuole farsi una chiacchierata più o meno sugli stessi argomenti col
sottoscritto."
"Non
posso crederci. Pure questo..."
"Buffy,
stammi a sentire per due secondi. Tu con Riley. Da soli. Non ti sembra una
splendida occasione?"
"Spiegati."
"Tu,
Riley, la casa vuota, lui che ti chiede perdono per quanto ha fatto e domanda di
restare amici, tu, più calma dell’ultima volta, con un bel vestitino sexy che
invece gli ricordi che bella coppia eravate e potete ancora essere, magari una
marea di candele per casa perché proprio quella mattina c'è stato un
provvidenziale corto circuito…Sveglia, ti sto dicendo di provare a sedurlo e
di portartelo a letto!"
"Ammesso
che ci caschi. Se è cotto di Drusilla come sembra sarà una missione
impossibile, e di sicuro mi farà sembrare solo una sciocca patetica."
"Quello
lo sembri già. Andiamo, vuoi che sia tanto difficile? Riley è un uomo in fin
dei conti. La vera missione impossibile è che io e Drusilla dovremo stare nella
stessa stanza, e ci dovremo comportare civilmente."
"Ripeto
quanto ho detto. Non ci posso riuscire. Se lo aspetterà di certo!"
"Che
spreco."
"Scusa?"
Spike
le lanciò una lunga occhiata dall'alto in basso "Ma che te le hanno date a
fare tutte quelle curve se non le sfrutti quando ce n'è bisogno?"
Buffy
si era alzata in piedi, ancora incredula per il commento più maschilista che
avesse mai sentito. "Ripetilo, se ne hai il fegato."
"E
c'è di più. Non riusciresti a sedurre neanche un uomo imbottito di
afrodisiaco. Un ghiacciolo come te non sa certo come si fa."
"Davvero?"
"Che
c'è dolcezza, ho toccato un tasto dolente?"
Il
sorriso sarcastico lasciò il posto ad un espressione di totale confusione. Un
secondo prima stava guardando lo sguardo furioso di Buffy. Il secondo dopo
l'aveva baciato lasciandolo senza fiato…
"Ghiacciolo,
eh?" disse ricambiando il suo sorriso sarcastico di poco prima, e poi
voltandogli le spalle per uscire dalla cripta.
Eh
no. No, non te ne vai così, questa me la paghi.
L'aveva
afferrata con forza per un braccio, facendola voltare, e l'aveva spinta contro
una parete baciandola con passione. L'occhiata di fuoco che le aveva lanciato
non lasciava presagire niente di buono. Lei sostenne il suo sguardo. Mai gli
avrebbe fatto capire quanto era rimasta confusa da quel gesto. Poi l'aveva
stretta a sé, ricominciando a baciarla. Buffy aveva finto con sé stessa che
tutto si sarebbe esaurito con quel bacio, e invece era solo un inizio, come
quando stavano ballando. Questa volta c'era il dettaglio che niente l'avrebbe
fermato. Era l'unico modo per ricordarle che non era innocuo come tutti
pensavano. Buffy aveva sentito la lampo della sua felpa aprirsi, e poi l'aveva
vista a terra. Non era riuscita a opporsi alle sue piuttosto chiare intenzioni,
e neanche a scappare quando era ancora in tempo. Sentiva le sue resistenze
venirle meno sempre di più, mentre con le mani le sfiorava la schiena e si
avvicinava pericolosamente al reggiseno di pizzo…
Un
tuono svegliò Buffy di colpo, e dopo una rapida occhiata si ricordò dov'era, e
cos'era successo. Voltandosi di lato, vide Spike dall'altro lato del letto che
dormiva profondamente.
Allora
non aveva sognato. Era successo davvero. Lei e Spike…
Si
tappò la bocca, prima che ne uscisse un singhiozzo, e in silenzio si alzò in
piedi e si rivestì, e se ne andò via, sotto la pioggia che aveva iniziato a
cadere scrosciante, senza che lui se ne accorgesse. Non avrebbe sopportato che
Spike la guardasse in faccia. Non voleva che vi leggesse la vergogna e il
profondo imbarazzo che aveva dentro di sé.
Era
ritornata a casa poco dopo le due, bagnata fradicia. Una volta entrata in casa,
si levò le scarpe per non far rumore e si diresse verso le scale.
"Buffy?"
Buffy
alzò gli occhi al cielo. No, non ora, non lì…
"Sì,
mamma?"
Joyce
subito prese la sua tipica espressione da mamma preoccupata "Tesoro, che ti
è successo?"
"Niente.
Qualche incidente di percorso durante la ronda. E la pioggia."
"Questo
spiega i vestiti e i capelli in disordine. Veniamo alla tua espressione e alle
lacrime."
"Niente.
Solo un po' di depressione. Riley mi ha mollato, o tu sei l'unica che ancora non
lo sapeva?"
"Non
mi prendere in giro, Buffy. Non sono stupida. Sono un paio di settimane che
passi molto tempo nella cripta di Spike…voglio solo sapere quello che sta
succedendo. Non voglio essere tagliata fuori dalla tua vita un'altra
volta."
"Tra
me è Spike non c'è niente."
"Attenta,
piccola. Stai giocando col fuoco. Vai a letto subito, capito? Io ho da sbrigare
un'ultima pratica per la galleria qui. Mi raccomando, non svegliare Dawn,
altrimenti ti riempirà di domande."
"Capito.
Buonanotte, mamma."
Salì
le scale piano, e in punta di piedi passò davanti alla stanza della sua
invadente sorellina. Appena vide il suo letto ci si buttò, stringendo a sé il
cuscino, e piangendo il resto di quelle lacrime roventi. Cara la mia mamma,
si potrebbe dire che abbia poteri telepatici… Aveva ragione. Aveva giocato
col fuoco, l'aveva provocato lei. E si era scottata. Ma era così furiosa per
quello sguardo che le aveva lanciato, per le cose che lui le aveva detto!
Nessuno poteva permettersi di parlarle così. Buffy strinse ancora più forte il
cuscino, desiderando che in quel momento si aprisse una voragine che la
inghiottisse. Si vergognava così tanto...Non ho fatto niente per impedirlo.
Praticava le arti marziali da anni, sapeva difendersi, e non era certo una
ragazzina stupida. Eppure quando aveva visto la situazione precipitare non aveva
mosso un dito. Perché lo volevo anch'io… Aveva lasciato che Spike la
spogliasse e che facesse l'amore con lei. Non
doveva succedere. Non doveva succedere. Non doveva succedere…
Per
quanto non volesse rivedere la sua faccia, doveva andare da lui. L'ultima cosa
che voleva era che pensasse che il suo non farsi vedere volesse dire che per lei
aveva significato qualcosa.
L'aveva
trovato intento a guardarsi le repliche di Melrose Place, e a dare della stupida
a Megan perché stava con Michael.
"Ma
non vedi che razza di serpe è quell'uomo?"
"Mi
ripeterò" disse Buffy, facendolo girare "ma senti da che pulpito
viene la predica."
"Oh.
Hai dimenticato qualcosa qui ieri notte?"
"Puoi
fare di meglio per offendermi."
"Senza
dubbio. Com'è che sei qui?"
"Per
mettere le cose in chiaro."
"Non
credo ce ne sia bisogno. O dopo Parker e Riley ancora non sai distinguere tra
fare sesso e fare l'amore?"
"Conosco
la differenza, grazie."
"Allora
non farne un caso di stato. Siamo entrambi adulti e vaccinati. È successo, ci
siamo divertiti, o almeno io l'ho fatto, e questo è tutto. Ora, se per te
voleva dire qualcos'altro…"
"Negherò
di averlo mai detto, ma per la prima volta in vita mia sono pienamente d'accordo
con te. Anzi, quando questa storia sarà finita avremo pure un motivo in più
per detestarci. Due nemici non possono desiderare altro."
Una
volta uscita da casa sua, Spike tentò di riconcentrarsi sulla puntata che stava
guardando, ma senza grandi risultati. Almeno mi ha creduto. Era
cominciato tutto con quel bacio che gli aveva dato. Per quanto non avesse mai
voluto ammetterlo, dalla prima volta che l'aveva vista l'aveva reputata molto
attraente, e si era spesso chiesto come sarebbe stato baciarla. Finalmente aveva
avuto quel che voleva, ma quel sarcasmo nei suoi occhi lo aveva reso furioso. E
ansioso di fargliela pagare, ma quello che era iniziato come una piccola
vendetta era finito in un modo che lui non aveva previsto.
Nel
pomeriggio, Riley andò da Buffy. Lei, ancora sottosopra per quanto era successo
la notte prima, non era propriamente dell’umore per starlo a sentire. Era
riuscita a darsi una calmata solo verso la mattina, ma gli occhi rossi erano
rimasti e incuriosirono il ragazzo.
“Buffy,
ma tu hai pianto.”
“No.
Congiuntivite mista a raffreddore, stavo cacciando ieri sera sotto il temporale
ed ecco il risultato.”
“Sono
venuto per parlarti.”
“Non
s’era capito…”
“Buffy,
ascoltami. Viviamo nella stessa città, frequentiamo lo stesso college e le
stesse persone. Sarebbe una bella cosa se rimanessimo amici.”
“Non
lo so.”
“Non
voglio perderti.”
“Riley,
tu mi hai già perso…e anche rimpiazzato.”
Riley
si rabbuiò in faccia, e in quell’istante un’idea diabolica si fece strada
nella testa di Buffy.
“Oh,
scusami Riley. Ma mi hai fatto del male. Continuavi a dire che volevi una vita
normale e ora frequenti una vampira…”
Senso
di colpa. Buffy si diede della stupida per non averci pensato prima. Ora si che
c’era qualcosa da fare.
Insomma,
tanto disse e tanto fece che riuscì a convincerlo ad uscire con lei per
l’ultima volta, per ricordare i bei tempi andati.
Nello
stesso momento, Spike aveva appena visto Drusilla arrivare, e si era reso conto
di non conoscerla. Era scesa da una moto per cui lui avrebbe venduto sua madre,
stupendosi oltre che del suo abbigliamento anche del fatto che sapeva guidare
quel bolide blu.
“Porca
miseria, ma sei tu?”
“Ciao,
William. Vediamo di muoverci, Ok?”
“Cosa
c’è, il tuo bambolotto ha paura del buio?”
“Tu
hai più motivi di temere il buio, con tutti i demoni che ti vogliono mettere le
mani addosso.”
“Forza,
parla.”
“Tre
parole. Lasciami in pace.”
“E
farti commettere il più grande sbaglio della tua vita?”
“Fregatene
di quello che faccio per una buona volta!”
“Riley
pensa ancora a Buffy.”
“Purtroppo
per lui. Ma non sarà ancora per molto. Te lo ripeto, sta fuori dalla mia
vita.”
“Sai
che non lo farò.”
“Neanche
con una supplica?”
“Tua
o di Riley?”
“Non
fare lo stronzo più del necessario.”
“Dru,
quel fanfarone di te e di quello che sei non sa niente.”
“Neanche
tu.”
“E
siamo stati insieme per 120 anni. Quanto potreste stare insieme voi due? Due
anni? Tre? Tu resterai così, lui no, il suo destino è invecchiare e morire! E
a te resta solo un ricordo! Sicura di voler vivere così?”
Drusilla
lo guardò fisso, non riuscendo a capire perché si scaldasse tanto, poi fece un
mezzo sorriso, con l’aria di chi sapeva qualcosa che gli altri ignoravano.
Spike
iniziò a sudare freddo, aspettando che parlasse, ma Drusilla si limitò ad
annuire e a dargli ragione.
“Lo
so, non sono mica scema. La nostra relazione non ha tutti i crismi del caso,
durerà quanto durerà.”
“Se
lo dici tu…”
“Allora,
riuscirò a vivere senza l’angoscia ti trovarti sempre dietro un angolo a
spiarmi?”
“Mi
ci troverai solo tre o quattro volte…”
Drusilla
lo guardò storto.
“…per
notte, ovviamente.”
“Iniziavo
a preoccuparmi. È un inizio comunque.”
“Andiamo
al Bronze a farci una birra? Poi ti lascerò in pace per l’intera serata.”
“Pare
interessante.”
“Beh,
sempre che tu non debba andare a soccorrere Riley. Sai, è da Buffy…” e
lasciò volutamente la frase in sospeso, beccandosi un’occhiata fulminante da
Drusilla.”
“Colpo
basso, Spikey. Ma non mi hai ferito né affondato.”
“Accidenti,
dovrò fare di meglio…”
Riuscì
a strappare alla ragazza un sorriso, e insieme andarono al locale con la moto di
Drusilla. Spike si guardò intorno alla ricerca di Buffy, e con una scusa lasciò
Drusilla e raggiunse l’altra, che lo stava aspettando in un angolo buio.
“Come
ti è andata?”
“Dru
è un osso duro.”
“Riley
ha il suo bel senso di colpa.”
(continua)