"Non credere, sono stato un gran ballerino. Ma Angel come al solito ha fatto in modo di mettermi in ombra."

"E va bene, vediamo di farti un corso veloce di come si balla in due oggigiorno quando si vuole rimorchiare."

"Perché, è una scienza?"

"Oh sì."

"Spiegami una cosa. Ma se conosci questi trucchetti, com'è che ogni tua storia finisce male?"

"Meglio che non ti risponda, potrei aver bisogno di un portacenere. Forza, vieni qua."

Spike, obbediente, si mise davanti a lei, sorridendo divertito "Che devo fare?"

"Allora" disse prendendo le sue braccia "Devi prendere le mie braccia e metterle intorno al tuo collo."

"Così?" disse lui prendendole le mani e facendo lentamente quel che lei le aveva chiesto.

"Perfetto. Ora appoggia le tue mani qui, sulla mia schiena…bene. Stingimi un po'. Ce l'hai un po' di musica o è chiedere troppo?"

Spike si sciolse dall'abbraccio grugnendo qualcosa, e le mostrò un impianto per ascoltare la musica.

"Cosa credi, piace anche a me."

"Non smetterò mai di stupirmi. Ma dove la trovi la corrente per la televisione e l'impianto? Non credo che la cripta avesse prese di corrente."

"Infatti. La succhio ai cavi del vicino tombino, così posso fare quello che mi pare a spese di questa splendida cittadina. Furbo, eh?"

"Lo ammetto…" disse ascoltando le prime note della musica.

 

And I'd give up forever to touch you
Cause I know that you feel me somehow

"Iris. Ho ragione?"

"Sì, hai ragione."

"Non ti pensavo il tipo."

 

You're the closest to heaven that I'll ever be
And I don't want to go home right now

"E invece…Allora, riprendiamo da dove abbiamo interrotto."

 

And all I can taste is this moment
And all I can breathe is your life
Cause sooner or later it's over
I just don't want to miss you tonight

 

"Ti ho detto che devi tenermi più stretta. Guarda che noi ragazze non siamo fatte di vetro."

"D'accordo…"

"E ricorda, l'importante è che la devi guardare negli occhi, sempre. Come se al mondo non ci fosse nessun'altra a parte lei. E non fare passi larghi come stai facendo ora…ecco, ora vanno bene. Lentamente, ricorda. "

Ma quando risollevò lo sguardo e incontrò i suoi occhi blu, si sentì come se non avesse più forza. Non riusciva a distogliere lo sguardo. Lui le aveva fatto fare una giravolta, e l'aveva stretta più vicino a sé.

 

And I don't want the world to see me
Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am

 

 Le aveva fatto un piccolo sorriso. Non credeva di averlo mai visto realmente sorridere senza il fine di punzecchiarla, umiliarla o altro. E neanche di aver mai visto uno sguardo tanto dolce nei suoi occhi. Spike l'aveva attirata ancora più vicino - ora la stava proprio abbracciando - e Buffy notò per un istante quella luce negli occhi…

 

And you can't fight the tears that ain't coming
Or the moment of truth in your lies
When everything feels like the movies
Yeah you bleed just to know you're alive

Improvvisamente ritornò con i piedi per terra, e abbassò gli occhi fingendo di guardare i passi, pregando che la musica finisse presto.

 

I don't want the world to see me
Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am

I just want you to know who I am

La musica si spense nell'aria, e con lei sparì l'atmosfera che si era creata.

"P-Perfetto. Fai esattamente quello che hai fatto con me e andrà tutto benissimo. Fidati."

"D'accordo…"

"Mia madre è fuori, stasera, devo correre a preparare la cena a Dawn. Scusa…devo proprio andare" disse afferrando al volo la sua giacca e scappando via.

Corse fino a casa, e mise la testa sotto il getto della doccia, cercando di snebbiare il cervello. Era stata colpa della musica? Buffy sperava, pregava di sì. Al momento aveva troppi problemi in testa per preoccuparsi anche della sua sanità mentale.

 

La serata andò esattamente come Buffy aveva previsto. Fatta eccezione per Anya, che in quanto ex demone tendeva a essere un po’ solidale con Drusilla, tutti la guardavano come a chiedersi che ci faceva lì. Riley le era accanto, e cercava di farle coraggio, ma era inutile. Anche lei si stava facendo quella domanda. Che ci stava a fare lì?

Con una scusa, Drusilla si alzò e andò vicino all’uscita. Forse se si muoveva riusciva a svignarsela senza che la notassero. Quando però sentì qualcuno darle un colpetto sulla spalla e chiamarla per nome, comprese che quella di sicuro non era la sua serata fortunata.

“Ciao Spike. Sei qui per ridere delle mie disgrazie?”

“Se sapessi quali disgrazie, di sicuro.”

“Sto a parlare con gli amici della cacciatrice. Dio, la mia reputazione, se mai ne ho avuta una, è appena andata a farsi benedire. Com’è che non stai ancora ridendo?”

“Per solidarietà verso una della mia razza che come me deve sorbirsi gli amici della cacciatrice volente o nolente.”

“Ah, già, tu hai il chip come tortura. Me lo dimentico sempre.”

“Ti va di ballare? Da domani prometto che andrò ancora in giro a dire di volerti cavare gli occhi.”

“D’accordo, balliamo…almeno evitiamo il suicidio e il Prozac.”

Vediamo di ricordarci come si fa, si disse Spike aspettando che il gruppo si decidesse a finire la canzone che stava suonando, e sperando fosse un lento. E invece…

“Mirror Mirror dei Blind Guardian. I gruppi che suonano al Bronze si sono dati un’aggiornata. Fantastico!”

“Dru, ma da quand’è che ti piace il metal?”

“Da quando sono tornata sana di mente. Questa è la prima canzone che ho sentito quella notte.”

Oddio, stavolta è impazzita sul serio.

Drusilla lo aveva quasi trascinato sulla pista, e Spike che lo volesse o no si ritrovò a ballare con lei. E a divertirsi. Gli era quasi dispiaciuto che la musica finisse.

“Bene. Grazie del ballo, mi sono tirata su il morale. Ora me la filo, prima d’incontrare qualcuno dei loro.”

“Aspetta, vengo anch’io.”

Spike guardò verso Buffy, che sorrise, e fingendo sorpresa disse “Ma non è Spike il ragazzo che se ne sta andando con Drusilla?”

L’occhiata di Riley verso quei due era proprio da manuale del fidanzato geloso. C’era puzza di problemi…

 

Buffy e Spike però non ebbero il tempo di gioire, che Riley e Drusilla si erano già chiariti. Spike frantumò così un altro paio di bottiglie sul muro, e Buffy andò a sfogarsi in palestra, immaginando di prendere a pugni sia Riley che Drusilla.

 

Si prospettava un'altra allegra notte di caccia per tre dei dodici cimiteri di Sunnydale. Che gioia, pensava Buffy, mentre tutti i suoi amici, compresi Riley e Drusilla, sarebbero stati a spassarsela al Bronze. Beh, almeno non li avrebbe visti insieme, era già qualcosa. Si era fatta una doccia, fatica inutile perché al ritorno avrebbe dovuto rifarsela, e aveva appena infilato la biancheria e un paio di jeans. Era alla ricerca di una maglia da mettersi quando sentì dei passi su per le scale.

"Mamma, dove hai nascosto la felpa grigia col cappuccio?"

"Spiacente tesoro" esclamò Spike spalancando la porta "Non sono Joyce. Ho delle inf…"

Spike spalancò gli occhi, incapace di credere a quel che vedeva. Buffy incrociò le braccia sul petto, impedendogli di guardare, per quanto poteva, e gli intimò urlando d'uscire da camera sua. Ovviamente Spike lo fece, ma nel modo più calmo possibile, che non mancò di mandarla in bestia.

"Sei già riuscito a mettermi di cattivo umore. Che c'è?"

"Venivo a dirti che il tuo soldatino e la mia ex vanno al Bronze stasera, cosa che probabilmente già sapevi. Progetti di riconquistarlo in felpa e blue jeans? Auguri. Metterò una candela a Lourdes per te."

"No, progetto di andare a caccia e sfogare la mia rabbia repressa contro un certo vampiro biondo e una certa vampira mora. Ovviamente non farò nomi."

"Ovviamente. Se non vieni, tenterò di seminare zizzania. Sono molto bravo in questo."

"Va da Riley. È un bravo ragazzo, ma come la Walsh insegna anche un tantino ingenuo. Penso che si berrà qualsiasi cosa tu gli dica di te e Drusilla.”

"Agli ordini. Ah, Buffy, un'ultima cosa" disse mettendo la testa dentro la camera.

"Cosa?"

"Sei una favola…senza quello addosso" disse indicando il discutibile reggiseno di pizzo che la ragazza si era messa addosso. Buffy, furiosa, gli disse di sparire e gli lanciò contro una spazzola, che mancò il bersaglio per una frazione di secondo.

 

Quasi rimpianse di non essere andato con la sua complice. Quei due, sempre a parlare tra di loro, quelle risatine, stavano per farlo vomitare. Erano vittime dell’ostracismo sociale per quanto riguardava la Scooby Gang, ma sembrava che neanche se ne fossero accorti. Poi Drusilla fece per alzarsi, forse per andare a ritoccarsi il trucco. Occasione perfetta, si disse Spike fregandosi mentalmente le mani, e corse a prendere posto accanto a Riley.

“Riley. Ciao.”

“Spike. Ciao. Addio, non ti trattengo.”

“Eh, come corri…”disse lui avvicinandosi ancora di più al ragazzo con la sedia. “Hai visto la cara Drusilla in giro?”

“Lasciala in pace.”

“Sono il suo ex, è il mio lavoro non lasciarla in pace.”

“Stai facendo in modo che ti spacchi la faccia?”

“A parte il fatto che saresti tu a trovarti una pizza margherita al posto della faccia, no, non sto facendo apposta. Dru è molto particolare…”

“Vero.”

“…ma che ti fa credere di avere qualche chance con lei, di essere anche tu così particolare? Spiacente di darti un dolore, ma sei un noiosissimo mortale.”

“Lo so. Infatti la risposta è niente. Assolutamente niente.”

“Perché, vedi, nel caso non lo sapessi lei è il mio sire. È un legame molto profondo, che va al di là del sentimento. È una cosa indissolubile, lei sarà costantemente parte della mia vita e io della sua.”

“No, non lo sarai.”

“Oh, lo sarò. Lo sarò eccome.”

“Ti ridurrei in cenere prima.”

“Sarei proprio curioso di vederti provare, ma ora devo proprio lasciarti.”

Dopo la chiacchierata con Spike, Riley non si sentiva più sicuro di niente. Doveva parlare con Drusilla, voleva sapere se quanto diceva l’ossigenato era vero.

Il caso volle che in quell’istante Drusilla ritornò al tavolo.

“Che aria scura. Che succede?”

“Ho visto una persona che avrei volentieri preso a pugni.”

“Umano o demone?”

“Demone.”

“La cerchia si restringe, allora. A uno. Che voleva Spike?”

“Rovinarmi la serata.”

“E c’è riuscito?”

“Non lo so ancora. Dru, è vero che tu e l’ossigenato siete legati?”

“Non stiamo più insieme. Da molto.”

“Non intendevo un legame sentimentale.”

“Alludi al legame tra sire e creatura, vero?”

“Illuminami.”

“Quando l’ho vampirizzato, l’ho reso un membro della mia famiglia. A quell’epoca però non potevo occuparmi di lui e insegnargli a stare al mondo, l’ha fatto Angelus per me. E poi è stato lui a prendersi cura di me, invertendo i ruoli. Mi chiedi se ci amiamo ancora? No. Vuoi sapere se anche se non ci vedremo mai più continuerò a domandarmi a volte dove sia o se per caso l’hanno ripescato una notte in un fosso? È probabile. Ora devi dirmi se è un problema per te.”

“Non è un problema che tu ti preoccupi della tua creatura. È un problema che la tua creatura si preoccupi ancora di te.”

“Stai scherzando.”

“Magari.”

“Signore, che tormento infinito. Oh, a proposito, hai visto Buffy?”

“No. Perché?”

“Perché da quanto mi hai raccontato non hai ancora chiarito con lei. E a quanto pare non ho ancora chiarito con Spike.”

“Ci incontriamo su terreno neutrale?”

“Non credo sia necessario. Casa Summers e la cripta dell’ossigenat…Spike andranno benissimo. La faresti una cosa per me?”

“Cosa, Dru?”

“Va in chiesa, fa un’offerta e accendimi la candela più grossa che trovi. Ne avremo bisogno…ma per il momento mi basta che mi accompagni a casa.”

“Signorina, si potrebbe pensare che abbia qualche motivo per temere il buio.”

“Piantala, scemo!”

 

"…e sono usciti abbracciati e sorridenti. E io che pensavo di farlo ingelosire almeno un po'" esclamò Spike seduto su un bracciolo della poltrona con una bottiglia di brandy in mano.

"Dobbiamo muoverci, sono stufa di giocare. Ci serve…ehi, ma mi stai a sentire?" esclamò Buffy mentre lui si versava da bere.

"Certo. Scusa, che dicevi?"

"Bene, io ti dico che dobbiamo muoverci e tu ti metti a bere."

"Guarda che è per te."

"Per me? Io non bevo."

"Mandalo giù. Non ho voglia di sentire i tuoi piagnistei su Riley, nel caso tu abbia intenzione di farne."

"Sarebbe il minimo dopo che io mi sono sorbita i tuoi su Drusilla. Da sbronzo e ubriaco. Comunque grazie" disse accettando il bicchiere e mandandolo giù tutto d'un fiato, nel tentativo di imitare la disinvoltura del vampiro. Non l'avesse mai fatto. Le sembrò di avere la gola e l'esofago in fiamme, e iniziò a tossire. Subito Spike le fu vicino, dandole un paio di colpetti sulla schiena.

"Accidenti, donna, ma non lo sai che è roba forte?"

"Non pensavo tanto forte…" mormorò lei.

"Sei ancora in questo mondo?"

"Direi di sì."

"Bene. Allora, il tuo Capitan America verrà da te per discutere la vostra situazione, ora che Dru si è messa in mezzo. Giusto? Perché Drusilla mi ha già fatto sapere che vuole farsi una chiacchierata più o meno sugli stessi argomenti col sottoscritto."

"Non posso crederci. Pure questo..."

"Buffy, stammi a sentire per due secondi. Tu con Riley. Da soli. Non ti sembra una splendida occasione?"

"Spiegati."

"Tu, Riley, la casa vuota, lui che ti chiede perdono per quanto ha fatto e domanda di restare amici, tu, più calma dell’ultima volta, con un bel vestitino sexy che invece gli ricordi che bella coppia eravate e potete ancora essere, magari una marea di candele per casa perché proprio quella mattina c'è stato un provvidenziale corto circuito…Sveglia, ti sto dicendo di provare a sedurlo e di portartelo a letto!"

"Ammesso che ci caschi. Se è cotto di Drusilla come sembra sarà una missione impossibile, e di sicuro mi farà sembrare solo una sciocca patetica."

"Quello lo sembri già. Andiamo, vuoi che sia tanto difficile? Riley è un uomo in fin dei conti. La vera missione impossibile è che io e Drusilla dovremo stare nella stessa stanza, e ci dovremo comportare civilmente."

"Ripeto quanto ho detto. Non ci posso riuscire. Se lo aspetterà di certo!"

"Che spreco."

"Scusa?"

Spike le lanciò una lunga occhiata dall'alto in basso "Ma che te le hanno date a fare tutte quelle curve se non le sfrutti quando ce n'è bisogno?"

Buffy si era alzata in piedi, ancora incredula per il commento più maschilista che avesse mai sentito. "Ripetilo, se ne hai il fegato."

"E c'è di più. Non riusciresti a sedurre neanche un uomo imbottito di afrodisiaco. Un ghiacciolo come te non sa certo come si fa."

"Davvero?"

"Che c'è dolcezza, ho toccato un tasto dolente?"

Il sorriso sarcastico lasciò il posto ad un espressione di totale confusione. Un secondo prima stava guardando lo sguardo furioso di Buffy. Il secondo dopo l'aveva baciato lasciandolo senza fiato…

"Ghiacciolo, eh?" disse ricambiando il suo sorriso sarcastico di poco prima, e poi voltandogli le spalle per uscire dalla cripta.

Eh no. No, non te ne vai così, questa me la paghi.

L'aveva afferrata con forza per un braccio, facendola voltare, e l'aveva spinta contro una parete baciandola con passione. L'occhiata di fuoco che le aveva lanciato non lasciava presagire niente di buono. Lei sostenne il suo sguardo. Mai gli avrebbe fatto capire quanto era rimasta confusa da quel gesto. Poi l'aveva stretta a sé, ricominciando a baciarla. Buffy aveva finto con sé stessa che tutto si sarebbe esaurito con quel bacio, e invece era solo un inizio, come quando stavano ballando. Questa volta c'era il dettaglio che niente l'avrebbe fermato. Era l'unico modo per ricordarle che non era innocuo come tutti pensavano. Buffy aveva sentito la lampo della sua felpa aprirsi, e poi l'aveva vista a terra. Non era riuscita a opporsi alle sue piuttosto chiare intenzioni, e neanche a scappare quando era ancora in tempo. Sentiva le sue resistenze venirle meno sempre di più, mentre con le mani le sfiorava la schiena e si avvicinava pericolosamente al reggiseno di pizzo…

 

Un tuono svegliò Buffy di colpo, e dopo una rapida occhiata si ricordò dov'era, e cos'era successo. Voltandosi di lato, vide Spike dall'altro lato del letto che dormiva profondamente.

Allora non aveva sognato. Era successo davvero. Lei e Spike…

Si tappò la bocca, prima che ne uscisse un singhiozzo, e in silenzio si alzò in piedi e si rivestì, e se ne andò via, sotto la pioggia che aveva iniziato a cadere scrosciante, senza che lui se ne accorgesse. Non avrebbe sopportato che Spike la guardasse in faccia. Non voleva che vi leggesse la vergogna e il profondo imbarazzo che aveva dentro di sé.

 

Era ritornata a casa poco dopo le due, bagnata fradicia. Una volta entrata in casa, si levò le scarpe per non far rumore e si diresse verso le scale.

"Buffy?"

Buffy alzò gli occhi al cielo. No, non ora, non lì…

"Sì, mamma?"

Joyce subito prese la sua tipica espressione da mamma preoccupata "Tesoro, che ti è successo?"

"Niente. Qualche incidente di percorso durante la ronda. E la pioggia."

"Questo spiega i vestiti e i capelli in disordine. Veniamo alla tua espressione e alle lacrime."

"Niente. Solo un po' di depressione. Riley mi ha mollato, o tu sei l'unica che ancora non lo sapeva?"

"Non mi prendere in giro, Buffy. Non sono stupida. Sono un paio di settimane che passi molto tempo nella cripta di Spike…voglio solo sapere quello che sta succedendo. Non voglio essere tagliata fuori dalla tua vita un'altra volta."

"Tra me è Spike non c'è niente."

"Attenta, piccola. Stai giocando col fuoco. Vai a letto subito, capito? Io ho da sbrigare un'ultima pratica per la galleria qui. Mi raccomando, non svegliare Dawn, altrimenti ti riempirà di domande."

"Capito. Buonanotte, mamma."

Salì le scale piano, e in punta di piedi passò davanti alla stanza della sua invadente sorellina. Appena vide il suo letto ci si buttò, stringendo a sé il cuscino, e piangendo il resto di quelle lacrime roventi. Cara la mia mamma, si potrebbe dire che abbia poteri telepatici… Aveva ragione. Aveva giocato col fuoco, l'aveva provocato lei. E si era scottata. Ma era così furiosa per quello sguardo che le aveva lanciato, per le cose che lui le aveva detto! Nessuno poteva permettersi di parlarle così. Buffy strinse ancora più forte il cuscino, desiderando che in quel momento si aprisse una voragine che la inghiottisse. Si vergognava così tanto...Non ho fatto niente per impedirlo. Praticava le arti marziali da anni, sapeva difendersi, e non era certo una ragazzina stupida. Eppure quando aveva visto la situazione precipitare non aveva mosso un dito. Perché lo volevo anch'io… Aveva lasciato che Spike la spogliasse e che facesse l'amore con lei. Non doveva succedere. Non doveva succedere. Non doveva succedere…

 

Per quanto non volesse rivedere la sua faccia, doveva andare da lui. L'ultima cosa che voleva era che pensasse che il suo non farsi vedere volesse dire che per lei aveva significato qualcosa.

L'aveva trovato intento a guardarsi le repliche di Melrose Place, e a dare della stupida a Megan perché stava con Michael.

"Ma non vedi che razza di serpe è quell'uomo?"

"Mi ripeterò" disse Buffy, facendolo girare "ma senti da che pulpito viene la predica."

"Oh. Hai dimenticato qualcosa qui ieri notte?"

"Puoi fare di meglio per offendermi."

"Senza dubbio. Com'è che sei qui?"

"Per mettere le cose in chiaro."

"Non credo ce ne sia bisogno. O dopo Parker e Riley ancora non sai distinguere tra fare sesso e fare l'amore?"

"Conosco la differenza, grazie."

"Allora non farne un caso di stato. Siamo entrambi adulti e vaccinati. È successo, ci siamo divertiti, o almeno io l'ho fatto, e questo è tutto. Ora, se per te voleva dire qualcos'altro…"

"Negherò di averlo mai detto, ma per la prima volta in vita mia sono pienamente d'accordo con te. Anzi, quando questa storia sarà finita avremo pure un motivo in più per detestarci. Due nemici non possono desiderare altro."

Una volta uscita da casa sua, Spike tentò di riconcentrarsi sulla puntata che stava guardando, ma senza grandi risultati. Almeno mi ha creduto. Era cominciato tutto con quel bacio che gli aveva dato. Per quanto non avesse mai voluto ammetterlo, dalla prima volta che l'aveva vista l'aveva reputata molto attraente, e si era spesso chiesto come sarebbe stato baciarla. Finalmente aveva avuto quel che voleva, ma quel sarcasmo nei suoi occhi lo aveva reso furioso. E ansioso di fargliela pagare, ma quello che era iniziato come una piccola vendetta era finito in un modo che lui non aveva previsto.

 

Nel pomeriggio, Riley andò da Buffy. Lei, ancora sottosopra per quanto era successo la notte prima, non era propriamente dell’umore per starlo a sentire. Era riuscita a darsi una calmata solo verso la mattina, ma gli occhi rossi erano rimasti e incuriosirono il ragazzo.

“Buffy, ma tu hai pianto.”

“No. Congiuntivite mista a raffreddore, stavo cacciando ieri sera sotto il temporale ed ecco il risultato.”

“Sono venuto per parlarti.”

“Non s’era capito…”

“Buffy, ascoltami. Viviamo nella stessa città, frequentiamo lo stesso college e le stesse persone. Sarebbe una bella cosa se rimanessimo amici.”

“Non lo so.”

“Non voglio perderti.”

“Riley, tu mi hai già perso…e anche rimpiazzato.”

Riley si rabbuiò in faccia, e in quell’istante un’idea diabolica si fece strada nella testa di Buffy.

“Oh, scusami Riley. Ma mi hai fatto del male. Continuavi a dire che volevi una vita normale e ora frequenti una vampira…”

Senso di colpa. Buffy si diede della stupida per non averci pensato prima. Ora si che c’era qualcosa da fare.

Insomma, tanto disse e tanto fece che riuscì a convincerlo ad uscire con lei per l’ultima volta, per ricordare i bei tempi andati.

Nello stesso momento, Spike aveva appena visto Drusilla arrivare, e si era reso conto di non conoscerla. Era scesa da una moto per cui lui avrebbe venduto sua madre, stupendosi oltre che del suo abbigliamento anche del fatto che sapeva guidare quel bolide blu.

“Porca miseria, ma sei tu?”

“Ciao, William. Vediamo di muoverci, Ok?”

“Cosa c’è, il tuo bambolotto ha paura del buio?”

“Tu hai più motivi di temere il buio, con tutti i demoni che ti vogliono mettere le mani addosso.”

“Forza, parla.”

“Tre parole. Lasciami in pace.”

“E farti commettere il più grande sbaglio della tua vita?”

“Fregatene di quello che faccio per una buona volta!”

“Riley pensa ancora a Buffy.”

“Purtroppo per lui. Ma non sarà ancora per molto. Te lo ripeto, sta fuori dalla mia vita.”

“Sai che non lo farò.”

“Neanche con una supplica?”

“Tua o di Riley?”

“Non fare lo stronzo più del necessario.”

“Dru, quel fanfarone di te e di quello che sei non sa niente.”

“Neanche tu.”

“E siamo stati insieme per 120 anni. Quanto potreste stare insieme voi due? Due anni? Tre? Tu resterai così, lui no, il suo destino è invecchiare e morire! E a te resta solo un ricordo! Sicura di voler vivere così?”

Drusilla lo guardò fisso, non riuscendo a capire perché si scaldasse tanto, poi fece un mezzo sorriso, con l’aria di chi sapeva qualcosa che gli altri ignoravano.

Spike iniziò a sudare freddo, aspettando che parlasse, ma Drusilla si limitò ad annuire e a dargli ragione.

“Lo so, non sono mica scema. La nostra relazione non ha tutti i crismi del caso, durerà quanto durerà.”

“Se lo dici tu…”

“Allora, riuscirò a vivere senza l’angoscia ti trovarti sempre dietro un angolo a spiarmi?”

“Mi ci troverai solo tre o quattro volte…”

Drusilla lo guardò storto.

“…per notte, ovviamente.”

“Iniziavo a preoccuparmi. È un inizio comunque.”

“Andiamo al Bronze a farci una birra? Poi ti lascerò in pace per l’intera serata.”

“Pare interessante.”

“Beh, sempre che tu non debba andare a soccorrere Riley. Sai, è da Buffy…” e lasciò volutamente la frase in sospeso, beccandosi un’occhiata fulminante da Drusilla.”

“Colpo basso, Spikey. Ma non mi hai ferito né affondato.”

“Accidenti, dovrò fare di meglio…”

Riuscì a strappare alla ragazza un sorriso, e insieme andarono al locale con la moto di Drusilla. Spike si guardò intorno alla ricerca di Buffy, e con una scusa lasciò Drusilla e raggiunse l’altra, che lo stava aspettando in un angolo buio.

“Come ti è andata?”

“Dru è un osso duro.”

“Riley ha il suo bel senso di colpa.”

“Te lo sei lavorato per bene. Brava.”

(continua)