Quando
vide l'appartamento, Eve comprese le parole di Faith e accettò la convivenza.
Veramente aveva deciso di accettarla ancora prima di vedere la casa. Tempo tre
ore, e Evelyn smise di abitare in quello squallido motel.
"Come
spiegherai la mia presenza qui, Eve?" disse Faith a Eve, che era seduta ai
piedi del suo letto con una fetta di pizza in mano.
"Prima
tasto il terreno, poi deciderò come indorare la pillola."
"Occhio
a quello che fai. Ti giocherai la loro fiducia aiutandomi."
"Non
credo. Anzi penso che non aspettino altro che un mio errore per
rinfacciarmelo."
"È
rabbia quella che sento?"
"No,
solo frustrazione."
"Benvenuta
nel club."
"Ma
al momento non mi interessa. Voglio sapere se quello che sospetto su Kathryn e
Joshua è vero. Perché se lo è, Quentin e Nigel avranno molto di che
preoccuparsi."
"Cosa
vuoi fare?"
"Nell'immediato,
ho solo intenzione di dormire. Domani devo andare al college. Ci vediamo per
pranzo alla mensa?"
"Perché
no…aspetta. Willow. Tara."
"Due
parole. Corso. Sospeso. Non ci saranno domani, se ne andranno alla spiaggia. Ora
stai meglio?"
"Decisamente."
Eve
si addormentò poco dopo, con un libro di diritto penale ancora aperto in mano.
Faith invece non riusciva a dormire. Non condivideva l'ottimismo di Evelyn, ed
era troppo preoccupata da quello che sarebbe potuto succedere. Quel
sogno…l'immagine di lei e Eve davanti a quella tomba. Una di loro due la
prossima volta non sarà tanto fortunata da sopravvivere.
"Non
toccherà a te, lo prometto. Tra noi due, quella che qui non ha più niente di
buono da fare sono io."
Il
segreto però non riuscì a rimanere tale per un tempo sufficiente a Evelyn da
farsi venire in mente una storia convincente, e tutto per colpa di Xander.
Era
successo nel modo più stupido. Xander passava per caso e dalla strada aveva
visto Evelyn entrare in un palazzo. L'aveva seguita per salutarla e chiederle
che ci faceva lontano dalla sua stanza al motel, e poi si era accorto che era
entrata nel vecchio appartamento di Faith. Aveva bussato. Evelyn era sotto la
doccia, e così Faith andò ad aprire.
Dopo
essere rimasto imbambolato per un nanosecondo, corse via prima che la ragazza
riuscisse a bloccarlo.
Dopo
aver avvertito Eve, le due Cacciatrici uscirono di corsa per andare al negozio
di magia, e bloccare Xander prima che dicesse tutto, ma gli sguardi con cui Eve
venne accolta le fecero intuire che ormai era tardi.
"Faith.
Qui. Evelyn come hai potuto?"
"Willow,
lascia che ti spieghi…"
"Spiegare
cosa?" s'intromise Xander "Ci hai ingannato. Sei sparita per giorni
senza dire una parola, e poi ritorni con una evasa."
"Con
una donna fuori per buona condotta, Xander. L'ho fatta uscire io dal
carcere."
"E
come?"
"Sono
un avvocato. Faith era in pericolo, e…"
"…e
sai quanto la cosa non ci interessa? Ha quasi fatto uccidere Buffy!"
"Vi
piaccia o no, io continuerò ad aiutarla. E se volete proprio saperlo, è stato
Angel a portarmi da lei."
"Tu
conosci Angel?"
"Da
poco. Mi ha cercato lui. Ad ogni modo Faith rimane qui."
"Se
fa qualcosa" disse Giles, che finora era stato zitto "Ti riterremo
responsabile delle sue azioni. Mi hai compreso, Evelyn?"
"Perché
non lo dice a me, signor Giles?" esclamò Faith, entrando nel negozio.
"Che
fai qua dentro?" le sussurrò Eve.
"Non
te li lascio affrontare da sola."
L'Antartide
aveva una temperatura più calda dell'atmosfera che era scesa tra di loro.
In
meno di dieci minuti Eve aveva perso tutto quello che aveva conquistato, ma
Faith vedeva che stranamente non ne faceva un dramma. Anzi, l'aveva presa quasi
con filosofia. Non si poteva dire che lei e Evelyn avessero avuto una vita
facile: madre alcolizzata, niente altri legami in vita, pochi amici…erano le
stesse esperienze, ma avevano influito in maniera molto diversa su di loro.
Invidiava il suo modo di prendere le cose come capitavano, belle o brutte che
fossero. Se ne fosse stata in grado anche lei, forse molte cose non sarebbero
successe.
Eve
passava tutto il tempo con il naso in mezzo ai libri, e alla fine Faith una sera
gliene aveva strappato uno di mano chiedendole cosa ci fosse di tanto
interessante. Era un testo del suo corso, e dopo due righe le disse che l'unica
cosa che aveva capito erano i punti. Ma che non le sarebbe dispiaciuto capire
anche il resto.
Aveva
ripreso il liceo, parlava di continuare a studiare. Questo era quello che diceva
a Eve. In realtà Faith continuava a pensare a quell'incubo, e giurò a sé
stessa che mai quella sorte sarebbe toccata alla sua amica.
Circa
tre giorni dopo vennero sorprese da una setta di vampiri, calata in città per
sfidare Evelyn. In principio, Eve e Faith combatterono schiena contro schiena,
cercando di non allontanarsi l'una dall'altra, ma ben presto furono separate e
non si videro più. Lasciata da parte la preoccupazione, che in una battaglia
del genere avrebbe potuto costare loro la vita, si gettarono nella mischia e non
si fermarono fino a quando non furono circondate altro che da cenere. Faith era
stata colpita alla testa, ed era preda come di vertigini. L'ultima cosa che vide
prima di cadere a terra fu Evelyn, svenuta, con la testa e il viso sporchi di
sangue. E l'uomo dagli occhi di ghiaccio.
Quando
Faith si riprese all'ospedale, quasi tramortì l'infermiera che si occupava di
lei pur di alzarsi e andare da Evelyn. La ragazza si trovava in Terapia
Intensiva, piena di lividi, e circondata da Giles e gli altri che ascoltavano il
medico descrivere la sua situazione clinica.
"…i
lividi guariranno, e anche la gamba, ma le lesioni al resto dell'apparato
scheletrico e il trauma cranico…è una miracolata solo ad essere ancora viva.
Non credo però che si risveglierà. Bisogna avvertire la sua famiglia."
"Non
ha nessuno ancora vivo, dottore."
"Capisco.
Se volete rimanere qui, fate pure. Non state troppo" disse il medico
uscendo.
"Non
vi sembra una sorta di assurdo déjà vu?"
"Sì,
Willow. Ma al suo posto c'era Faith."
"A
proposito, non che m'interessi, ma…?"
"Una
botta in testa, lividi e un polso malconcio. Sta bene tutto sommato."
"Povera
Eve" mormorò Tara "Non meritava una fine così."
Faith,
che era fuori dalla stanza e osservava tutto, sentì una lacrima scorrerle sulla
guancia. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per impedirlo, e invece la storia si era
compiuta ugualmente.
Entrò
nella stanza, e passò in mezzo agli sguardi accusatori di Willow, Xander e
Giles come se neanche li vedesse. Tara, intuendo le sue intenzioni, si era
alzata dalla sedia vicino al letto, e Faith si era seduta restando immobile a
guardare Evelyn neanche si aspettasse che aprisse gli occhi da un momento
all'altro.
Era
seduta da alcuni minuti, che l'infermiera che l'inseguiva si accorse di lei e
cercò di riportarla nella sua stanza. L'occhiata piena di dolore e rabbia che
le scoccò la fece correre via, e sotto gli occhi di tutti Faith si era chinata
su letto, e aveva iniziato a piangere.
Aveva
chiamato Angel per avvertirlo, e lui era corso subito a Sunnydale. L'aveva
abbracciata d'istinto appena l'aveva vista, non ricordava di averla mai vista
tanto sconvolta.
"Non
doveva succedere. Non doveva essere lei!"
"Faith…"
"Guardami,
Angel. Ho fatto del male a tante persone, te compreso, ne ho anche uccise.
Evelyn invece sgobbava per conciliare la caccia e il suo sogno di diventare
avvocato. Mi ha dato una possibilità quando nessuno a parte te era disposto a
darmela. Doveva toccare a me, dovevo esserci io in quel letto…"
"Faith,
ma che stai dicendo? Non è stata colpa tua. "
"Sì,
invece. Potevo impedirlo. Angel, io sapevo di Eve ancora prima di incontrarla.
L'avevo sognata."
E
così raccontò il suo sogno ad Angel.
"Era
una premonizione."
"A
volte non si può cambiare il destino. E forse quella che qui può fare ancora
qualcosa sei tu."
"Sai
che ti dico? Hai proprio ragione. Devo trovare il responsabile."
"E
poi?"
"E
poi? Uhm, non lo so. Magari fargli rimpiangere di essere vivo."
Sentiva
di nuovo dentro di sé la rabbia della vecchia Faith mentre camminava per le
strade di Sunnydale. Aveva in mano la sua arma, e con lei anche tanti paletti
che sarebbero bastati per un esercito nel caso il suo uomo misterioso avesse
qualche non-morto al seguito.
Poi
si accorse di una presenza vagamente familiare alle spalle. Sorrise, e sentì un
rumore di passi che si stavano avvicinando lentamente.
"Faith
Lewis. Finalmente ti conosco di persona."
La
ragazza si voltò "Lei chi è?"
"Non
credo abbia molta importanza. Io di te so tutto, invece. Vuoi vendicare la tua
amica Evelyn, vero? Povera innocente, coinvolta in un gioco che non la
riguardava. Non avrebbe mai iniziato a fare domande scomode a Travers se tu non
le avessi messo quelle idee in testa."
"Lei
è del Consiglio…l'avete uccisa voi…"
"Una
cosa che voi ultime Cacciatrici, Kendra esclusa, avete dimenticato è che noi
del Consiglio abbiamo potere di vita e di morte su di voi. Evelyn e la sua
curiosità non sono più un problema. Tra non molto non lo sarai neanche
tu."
"E
Kathryn? E Joshua? Che cosa avevano fatto loro?"
"Hanno
violato il nostro comandamento. Non è quello che dicevi tu, cioè sul
considerare o meno la Cacciatrice come persona, ma questo: Non farti
coinvolgere."
Faith
stringeva il suo pugnale talmente forte che la sua mano aveva iniziato a
sanguinare. Stava per scagliarsi contro di lui, quando Angel comparve dal nulla
alle sue spalle e le bloccò la mano.
"Non
farlo, Faith. È esattamente quello che McAndrew vuole."
McAndrew
abbozzò un sorriso "Bravo, Angel. L'hai tirata fuori dai guai una volta di
più. Ma quanto durerà stavolta?"
Se
n'era poi andato, e Faith e Angel stavano per fare altrettanto. Esattamente
quello che il tiratore di McAndrew aspettava. Faith si ritrovò a terra tra le
braccia di Angel, in preda ad un dolore fortissimo e a tratti accecanti. Poi si
accorse della freccia che l'aveva colpita a pochissima distanza dal cuore.
<><><><><><><>
Dove
mi trovo?
Faith
si trovava in mezzo ad un deserto senza fine, senza capire come c'era arrivata.
Si guardò le mani. Non c'era il taglio che si era fatta, e il polso dell'altra
mano non le faceva più male. Non c'era neanche la ferita provocata dalla
freccia.
Era
tutto così…
"Strano,
vero?"
Faith
cercò nella direzione dove aveva sentito la voce, ma non vide nessuno.
"Chi
sei?"
"Chi
sono? Faith, andiamo che lo sai benissimo. Dovrei sentirmi offesa dal fatto che
non mi riconosci già dalla voce."
Poi
si accorse di un'ombra che si andava delineando, man mano che si avvicinava.
Faith rimase a bocca spalancata quando vide che si trattava di Buffy.
"Buffy?"
"Risposta
esatta."
"Angel
mi ha detto quello che è successo. Mi dispiace."
"Beh,
sapevo di non essere immortale, sono stata sul filo del rasoio per troppo e
dovevo cadere. Cadiamo tutte prima o poi."
"Sono
morta?"
"Non
ancora. E neanche Evelyn."
"Anche
Eve è qui?"
"Perché
non lo constati con i tuoi occhi?" le disse indicando un'altra sagoma che
si stava avvicinando.
"Ciao
Faith."
"Ciao
Evelyn."
"Buffy,
credo di fare questa domanda anche a nome di Faith: che ci stiamo a fare
qui?"
"Non
lo sapevo neanch'io, ma è stato qui che me l'hanno chiesto."
"Cosa?"
"Se
volevo tornare dai miei amici, o restare morta. Con vuoi la situazione è un po'
diversa, solo una può ritornare indietro."
"E
perché, Buffy?"
"Non
lo so, Faith, davvero, ma ho una teoria. Ci sono state quattro Cacciatrici in
neanche cinque anni. Io, Kendra, tu, Evelyn. Secondo me non vogliono che ne
arrivi una quinta, e per rimettere le cose a posto deve esserci solo una
Cacciatrice. La scelta è rimasta tra voi due."
"Gli
altri sono distrutti. Perché tu non hai scelto di tornare?"
"È
stato doloroso anche per me, ma non ce l'ho fatta. Ho combattuto, ho salvato il
mondo per cinque anni ed ero convinta che potevo andare avanti così
all'infinito. Poi sono arrivata qui, e ho conosciuto una pace che mi era
totalmente sconosciuta. Niente demoni, niente sangue o battaglie…mi sono resa
conto di averlo sempre desiderato. E ora l'ho finalmente ottenuto. Mi giudicate
egoista per questo?"
Forse
a qualcuno Buffy sarebbe potuta sembrare la persona più egoista del mondo perché
sceglieva di rinunciare alla battaglia che era stata chiamata a combattere, ma
per Faith e Evelyn no. Loro capivano, e non potevano condannare Buffy per una
cosa che possibilmente avrebbero voluto entrambe.
<><><><><><><>
Angel
aveva preso Faith in braccio e decidendo di correre un bel rischio l'aveva
portata al negozio di Giles. Vedendo la ragazza in fin di vita, Giles aveva
dimenticato in un istante chi era e aveva chiamato da dietro anche Willow e Tara
per dargli una mano. Angel la depose sul tavolo, e dopo che Giles tolse la
freccia Willow la prese in mano per vedere se era avvelenata, e con cosa.
Giles,
preso Angel da parte, gli domandò cosa fosse successo.
"Ero
un po' distante, non ho sentito tutto il discorso. Quando mi sono avvicinato a
Faith però l'ho riconosciuto. L'avevo già visto di sfuggita a Los Angeles,
credo si chiami McAndrew."
"Mordecai
McAndrew?" esclamò Giles. Pareva sconvolto.
"Allora
lo conosci."
"Tutti
al Consiglio lo conoscono. Lo conoscono e ne hanno un timore reverenziale.
L'uomo ombra del Consiglio, il capo della Squadra Speciale che si occupa di
tutti i problemi che insorgono. Cacciatrici ribelli, Osservatori che mancano ai
loro doveri…"
"Eve
e Faith. Perché?"
"Curiamo
Faith. Poi ce lo dirà lei."
<><><><><><><>
Buffy
era scomparsa nello stesso modo in cui era arrivata, lasciando Faith e Evelyn da
sole affinché decidessero. Faith stava per dire a Eve la sua intenzione di
restare, quando lei, sorridendo, disse che sarebbe rimasta con Buffy.
"Evelyn,
no. Ti prego, rifletti, perché vuoi lasciare tutto?"
"Faith,
ho visto come sono ridotta. Sono attaccata ad una macchina che mi fa respirare,
e nel caso mi risvegliassi non vivrei in un modo tanto diverso da un vegetale.
No, non voglio vivere a quel modo, anzi non voglio più vivere per svegliarmi
ogni mattina con gli incubi e con i miei rimorsi. Non ce la farei ad andare
avanti. Evidentemente non era destino, non era per combattere che sono capitata
qui."
"Ma
che stai dicendo?"
"Sto
dicendo che voglio che tu vada via da qui, che trovi quello che ci ha fatto
questo scherzo e che gliela faccia pagare. Sono io quella fuori posto in città,
non tu. Sunnydale ti riserverà ancora molte sorprese, fidati di me, ma ora
vai."
"Mi
mancherai."
"Anche
tu. Ho solo un ultimo favore da chiederti. Va da Spike. Spiegagli perché non
sono tornata indietro."
"Spike?
William il Sanguinario?"
"Proprio
quel vampiro. Colui che ha ascoltato i miei sfoghi, e ti assicuro che sono stati
tanti."
Faith
riprese conoscenza nel momento in cui Evelyn moriva all'ospedale. Subito si
accorse di non riuscire a muoversi, e prima che ci provasse di nuovo Willow la
fermò dicendole cos'era successo e perché era lì.
"Ti
avevano inoculato un composto mistico che assomiglia a quello con cui avevi
avvelenato Angel. E comunque, un centimetro più in su e avresti raggiunto Buffy
all'altro mondo."
Stavo
proprio per venire ripagata con la stessa moneta, pensò Faith. Poi sentì
Willow parlare di Eve, di quanto era stata vicina a morire.
"Willow,
Evelyn è morta."
"No,
l'hai vista anche tu, è in coma."
"No.
Mi ha mandato qui al posto suo."
"Non
capisco."
"Aiutami
ad alzarmi. Io devo…"
Angel
subito andò ad aiutare Willow a sostenerla "Faith, non se ne parla. Devi
riposarti."
"Ho
dormito per un mese, e se proprio vuoi che lo faccia ancora lo farò…dopo aver
sistemato McAndrew. Mi è venuto a cercare, ha detto che era solo colpa mia se
Eve era in quelle condizioni, ma non è altri che lui il colpevole. Sono certa
che è stato lui a fare in modo che Kakistos trovasse me e Kathryn, e a dare
l'ordine che l'Osservatore di Evelyn…E quei due non avevano altra colpa che
quella di averci voluto bene. Io e Eve vogliamo vendetta."
"Forse
non sai chi è, Faith" disse Giles "McAndrew può eliminarci solo
schioccando le dita. Anche Nigel e Travers hanno una paura del diavolo di lui, e
tieni conto che sono i due più vicini al capo supremo del Consiglio."
"Già,
Quentin e Nigel…Eve mi aveva detto che erano in città. Ci sono ancora?"
"Che
vuoi fare, Faith?" le chiese Angel.
"Niente
di illegale, non preoccupatevi voi due. Solo quattro chiacchiere…alla mia
maniera."
"Perché
mi rendi tutto tanto difficile? Voglio solo avere una risposta alla mia
domanda" sussurrò Faith a Nigel, mentre lo teneva per il bavero. L'uomo
aveva una delle sue espressioni impassibili, ma gli occhi tradivano la paura di
essere nelle mani di Faith.
"Io
non so niente."
"E
io non ti credo. Come la mettiamo?"
Faith
stava per tirargli un pugno, quando Quentin entrò nell'alloggio del collega.
"Faith
Lewis?" esclamò sorpreso.
Faith
lasciò andare Nigel, che si cercò una sedia e si sedette felice di averla
scampata, e si diresse verso l'uomo.
"Quentin
Travers. Quanto tempo è passato dall'ultima volta che volevo spaccarti la
faccia? Quattro anni?"
"Sorpreso
di vederla viva."
"Mi
creda, anch'io. Lo devo a Eve."
"Eve?"
"Mi
scusi, credo che voi la conosciate come Evelyn Capshaw. Sa che è morta? Certo
che lo sa. L'ordine l'ha dato proprio lei, vero? Io e Kathryn avevamo
un'opinione bassa di lei, ma questo…questo non può essere quantificato in
termini di odio e disprezzo."
"Ha
finito?"
"Per
ora sì, ma non si preoccupi. Di disprezzo ho ancora la parte di Eve."
"Sa
chi è Mordecai McAndrew?"
"Il
capo della Squadra Speciale."
"È
un dio. Persino il capo supremo del Consiglio ne ha timore. Noi ci limitiamo a
dirgli la situazione, poi come la gestisce non sono affari che ci riguardano.
Evelyn è un prezzo accettabile, se alla fine lei sarà resa inoffensiva."
"Un
prezzo accettabile. E io? Che cosa sono io?"
(continua)