"Poetastro.
Credi non sappia da dove viene il tuo soprannome, William il Sanguinario?"
"Brava
piccola, hai fatto i compiti per casa. Spiffera una sola cosa e sei morta."
"E
il chip?"
"Sopporterò
stoicamente il dolore mentre ti torcerò il collo, Evelyn."
"Ah
beh, quand'è così tolgo il disturbo. Grazie della chiacchierata, Spike"
disse lei alzandosi da dov'era seduta.
"Figurati,
dolcezza. È stato bello anche per me. Non sei l'unica a essere tenuta distante
ultimamente. Ah, Eve, un'ultima cosa."
"Spara."
Spike
voleva dire qualcosa, ma le parole gli rimasero in gola "No, niente."
Guardò
Eve uscire dalla porta e sparire nella notte, e poi tornò a sedersi nella sua
poltrona.
"Fa
solo molta attenzione. Non ho voglia di piangere anche sulla tua tomba"
mormorò.
"Allora,
è già da un po' che Evelyn è qui con noi. Opinioni al riguardo?" domandò
Xander, durante una serata al Bronze in una delle rare occasioni in cui tutti
erano seduti senza sapere che dire.
"A
me piace tanto, Xander. È simpatica" disse subito Tara.
"Non
è male, s'interessa anche di magia. Mi ha chiesto di spiegarle alcuni filtri
magici, ed è dotata. Questo piace a Giles. E mi ha detto lui che è felice di
avere Eve qui. Poverino, qui come connazionale aveva solo Spike. Ripeto, non è
male ora che l'ho conosciuta un po' meglio."
"A
me non piace" dichiarò Anya.
"Perché?"
"Quella
vuole il posto di Buffy."
"È
la nuova Cacciatrice."
"Io
rivoglio Buffy, non voglio lei."
"Tutti
noi rivorremmo Buffy, ma è morta. Non può tornare. Evelyn è simpatica, e sarà
bello darle una mano."
"Aiutala
e tra noi è finita."
"Anya,
ma perché la odi tanto?"
"Non
la odio. Non la sopporto e basta, è diverso. Ci nasconde qualcosa, ne sono
certa. Sono un ex demone della vendetta, me ne accorgevo se gli uomini
nascondevano qualcosa. Le donne non fanno eccezione, sono solo un po' più
complicate."
"Cosa
è complicato?" esclamò Eve arrivando al tavolo dov'erano seduti tutti, e
trovando posto vicino a Tara e Willow.
"Delle
lezioni al college."
"Vero.
A proposito Willow, grazie del libro. Sono a metà."
"Tu
leggi l'occitanico?" esclamò Willow sorpresa. Poi lanciando una rapida
occhiata agli altri si affrettò a dire che si trattava di una lingua europea
medievale.
"Sono
appassionata del Medioevo, una malattia che mi ha trasmesso il mio precedente
Osservatore."
"Come
si chiama?"
"Si
chiamava Joshua Camden. È morto due mesi fa, un incendio è divampato nella sua
casa e io non sono riuscita a tirarlo fuori. Non sarei riuscita a tirare fuori
neanche me stessa se non fosse stato per i pompieri."
"Scusa.
Non lo sapevamo."
"Credo
lo sappia solo Giles."
"E
come stai ora?"
"Ancora
mi sorprendo a pensare perché non sia qui con me. Abbiamo passato otto anni
insieme, mi sembra strano non vedere più la sua faccia di punto in
bianco."
Il
sorriso doloroso di Eve fece abbassare ad Anya, Xander e Willow lo sguardo.
Dicevano che non li poteva capire, e invece poteva meglio di quanto pensavano
perché aveva passato anche lei quel che stavano passando loro. Finalmente se ne
stavano rendendo conto.
Anya
aveva detto due parole su come si era comportata, le aveva chiesto scusa o
almeno sembrava, e anche gli sguardi di Xander e Willow erano cambiati. Era una
di loro, finalmente.
Ora
bisognava vedere quanto sarebbe durata.
Stava
per arrivare il colpo dal cielo che Eve non voleva.
Erano
arrivati a bordo di una berlina nera, ed erano entrati nel negozio alla stessa
maniera dell'anno prima. Una volta fatti scappare i clienti, ordinarono a Giles
di vedere la signorina Capshaw. Giles chiese ad Anya di andare a chiamarla, era
occupata negli allenamenti nell'altra stanza.
Quando
Eve si trovò davanti ai due uomini, e Giles iniziò a fare le presentazioni,
gli disse che non era necessario. E che voleva parlarci a quattr'occhi in
privato.
"Signor
Travers, Nigel…a che devo questa visita?"
"Miss
Capshaw, lieto di rivederla. Come si trova in questo nuovo frangente?"
"Bene,
ma non è Londra."
"L'ho
saputo, è stata recalcitrante a lasciare Londra. Ma ammetterà che la sua
presenza era necessaria qui."
"Ma
certo. A che devo questa visita?"
"Subito
al sodo…d'accordo. Dopo quanto ha passato, il Consiglio ha deciso di tenerla
sotto controllo. Una Cacciatrice instabile è molto pericolosa, e non vogliamo
si ripeta un'altra volta il caso di Faith, capisce..."
"Ma
io non sono instabile, credo di averlo dimostrato ampiamente."
"Ha
subito un trauma, e vogliamo essere sicuri che l'abbia superato. La perdita del
suo Osservatore, l'incendio, un trasferimento oltreoceano…"
"La
piantiamo di ripetere le stesse cose? Non lo sopporto."
"Evelyn,
non comprendo questo suo atteggiamento nei nostri riguardi."
"Scommetto
che è la stessa cosa che avete detto anche a Buffy. Solo che io ho più punti
in comune con la cara Faith, com'era prima
del fattaccio, e voi lo sapete bene. Se non avessi il suo carattere, potrei
anche essere tornata dall'Inferno e a voi non ve ne importerebbe niente."
"Lei
ci sottovaluta."
"No,
siete voi a sopravvalutarvi. Buffy è stata la prima a cantarvele chiare in
faccia. Fate attenzione, potrebbe esserci una seconda volta. Il fatto che non mi
sia mai ribellata, non significa che non ne sia in grado. Se ora volete
scusarmi, vorrei andare a scuola e cercare di laurearmi entro la fine del
secolo."
Nigel
e Quentin rimasero impassibili fino a quando Evelyn non lasciò il negozio, poi
gettata la maschera si lasciarono andare alla stizza.
"Non
è simile a Faith. Quella È Faith."
"Crede
sia il caso di avvertire McAndrew?"
"No,
non ancora, Nigel. La situazione non ci è per il momento sfuggita di mano.
Evelyn non si fida di noi dopo quando è successo, è ovvio. Si tratta solo di
riconquistare la sua fiducia…e impedirle di parlare con Faith, quando si
risveglierà. Non siamo riusciti a controllare lei e Buffy. Non ripeteremo lo
stesso errore per la terza volta."
<><><><><><><>
Camminava
in un cimitero…le era familiare. Era lo stesso cimitero che aveva visto prima
di svegliarsi, mesi prima, quando era in coma a Sunnydale. Si era accorta della
tomba aperta, ma stavolta non c'era caduta dentro. Si era fermata a guardare la
lapide, ma il nome era illeggibile. Una pioggia scrosciante aveva iniziato a
cadere, ma lei rimaneva lì immobile. Poi avvertì un rumore di passi alle sue
spalle, e con la coda dell'occhio vide una ragazza. Una moretta con gli occhi
verdi, che non aveva mai visto prima. La ragazza fissava la lapide, poi si era
voltata verso di lei sorridendo.
"Perché
ne hai paura?"
"Perché
ci sono andata vicino due volte."
"Io
una" rispose lei.
"Come
mai sei qui?"
La
ragazza non rispose, continuava a sorridere, e poi le indicò la lapide.
"Tu
hai ancora molto da fare qui, e di sicuro anch'io. Ma la prossima volta una di
noi due non sarà tanto fortunata."
Si
erano messe entrambe a fissarla. La pioggia stava ripulendo la
scritta…finalmente si cominciava a intravedere il nome sotto…
Faith
spalancò gli occhi di colpo.
Cercò
di muovere il collo, ma le faceva male e decise di restare immobile. Con gli
occhi guardò la stanza dove si trovava. Era in ospedale o nell'infermeria del
carcere? Non sapeva dire. Gettando uno sguardo alla sua destra, si accorse di un
uomo addormentato su una sedia. Angel.
Tendendo
una mano, riuscì a sfiorargli il braccio e a farlo svegliare.
"La
bella addormentata si è svegliata, finalmente. Mi hai fatto preoccupare."
"Quanto
tempo, stavolta?"
"Un
mese."
"Beh,
sto migliorando…" sussurrò sorridendo, e poi gemendo di dolore.
"Hai
un paio di costole incrinate. Non ridere."
"A
momenti neanche respiro, ma grazie lo stesso del consiglio. E cos'altro?"
"Le
botte sono guarite quasi tutte, e anche il polso tra non molto lo sarà."
"Il
collo e la testa mi stanno facendo un male cane."
"Aspetta,
chiamo un'infermiera. Ti darà qualcosa per il dolore"
Faith
lo afferrò per il polso "Solo un momento. Stavolta è successo, vero? C'è."
"Sì,
Faith. Stavolta c'è un'altra cacciatrice, e le ho dato quanto mi hai fatto
avere."
Faith
annuì, e poi richiuse gli occhi mentre Angel andava a dare la notizia del suo
risveglio al medico che la seguiva e alla guardia che sorvegliava la sua stanza.
Ci scommetteva, era lei quella che aveva sognato.
Sentì
dei passi nella stanza, e pensò che era l'infermiera con l'antidolorifico.
Sperava fosse l'infermiera con l'antidolorifico.
Quando
spalancò gli occhi e si accorse del cuscino che le stava per essere premuto in
faccia, un'ondata di paura la raggiunse. Cercò di urlare, ma il cuscino
soffocava i suoi gemiti. Tentava di muoversi, ma chiunque volesse ucciderla era
più grosso e più forte di lei. Poi tutto si fermò. Sentì un tonfo a terra, e
poi Angel le tolse il cuscino dalla faccia e l'aiutò ad alzarsi.
"Dobbiamo
andarcene da qui."
Faith
guardò l'uomo a terra, e riconobbe una delle guardie del carcere. Perché la
voleva morta?
"Angel,
che sta succedendo?"
"Qualcuno
al Consiglio ti vuole morta. Wesley ha ancora degli amici là, e gli hanno
passato l'informazione."
Faith
si mise addosso gli abiti che le aveva portato il vampiro, e poi corsero via per
le scale antincendio. Era notte fonda, nessuno fece caso a loro due, così Angel
riuscì a portare la ragazza a casa sua.
"Qui
sarai al sicuro per un po'. Vuoi qualcosa?"
"Un
analgesico per il mio collo, se non è troppo disturbo. E qualcosina sulla
nuova."
"Si
chiama Evelyn Capshaw, Eve per tutti" disse Angel porgendole la pastiglia e
un bicchier d'acqua. "Viene dall'Inghilterra."
"Il
Consiglio la manovrerà per bene."
"Non
mi ha dato quest'impressione. A dire il vero credo che Eve ti somigli un po'.
Anche tu eri molto legata alla tua prima Osservatrice, e l'hai persa in modo
tragico, e anche tu sei da sola o almeno credevi di esserlo."
"Se
è vero quello che dici forse loro hanno paura di lei. Che si ripeta un'altra
volta la storia."
"Parla
chiaro."
"Di
sicuro sa come è andata la faccenda. E forse avrebbe voluto parlarne con
me…"
"Un
morto non avrebbe potuto parlare. Di che faccenda parli?"
"Bastardi.
Lo so io com'è andata realmente, e ci giurerei che lo sa anche Eve. Andiamo a
Sunnydale. Ora."
<><><><><><><>
"Pronto?"
"Signor
McAndrew, sono io"
L'uomo,
sulla quarantina e con già un accenno di capelli grigi si fece serio subito
"Immagino che il lavoro sia stato fatto."
"La
ragazza è scomparsa."
"Non
è possibile! Come può una ragazza nelle sue condizioni svegliarsi e
andarsene?"
"Lo
ha già fatto una volta, signore. Stavolta è stata aiutata."
"Chi?"
"Non
l'ho visto in faccia. Mi ha tramortito con un colpo alla testa arrivandomi da
dietro."
"Faith
è un problema. Il più grosso dopo la morte della Summers. Mi aspetto il
massimo impegno da dei professionisti come voi…perché immagino voi lo
siate."
L'uomo
non ebbe neanche il tempo di ribattere. McAndrew aveva già riattaccato.
Quentin
e Nigel non avevano perso tempo, e subito avevano iniziato a sottoporre Eve ai
loro assurdi test. L'unico motivo per cui non aveva detto ancora loro in faccia
quel che ne pensava era Giles. Non voleva inguaiarlo con loro. Era ormai una
settimana che quella farsa andava avanti però, e Evelyn stava perdendo la
pazienza. I vampiri ormai quando la sentivano arrivare e vedevano che era
arrabbiata facevano dietrofront in due nanosecondi netti.
"Ma
dove sono spariti i vampiri di questa maledetta città?"
Poi
ne avvertì uno alle sue spalle, e con un movimento fulmineo lo sbatté contro
il muro. Dopo avergli puntato un paletto contro il petto si accorse che era
Angel.
"Non
te l'ha mai detto nessuno che è pericoloso strisciare alle spalle di una
Cacciatrice?"
"Nervosa,
stanotte. Che succede?"
"Il
Consiglio ha deciso di rompermi le scatole ed è venuto in città di
nuovo."
"Porta
pazienza. Se ne andranno."
"O
li butto fuori io da questa città. Non c'è molto da scegliere."
"Sono
venuto a prenderti. C'è una persona che ti vuole vedere, e scommetto che sai
anche chi."
"Faith?
Faith si è svegliata? Oh Signore ti ringrazio. Prendo due cose al motel e
andiamo subito, muoio dalla voglia di conoscerla. È in ospedale?"
"Non
precisamente."
Quando
Angel le fece incontrare Faith, lei era seduta sul suo letto che si massaggiava
il collo.
"Credo
di aver capito cosa intendevi con quel non precisamente, Angel."
Faith
l'aveva guardata a lungo, come se la riconoscesse. Poi si ricordò del suo
sogno.
Doveva
avere davvero un'espressione allibita, perché Eve la guardò in modo strano e
le chiese se andava tutto bene.
"Al
cento per cento."
"Felice
di sentirtelo dire. Dio, sono un po' emozionata. Sei la prima Cacciatrice con
cui parlo."
"Quanti
anni hai?"
"Ventidue.
Se non sbaglio, la tua stessa età."
"Non
sbagli. Faccio prima a chiederti cos'altro sai di me."
"Cacciatrice,
vita un po' sregolata, passaggio alle forze del male, coma, hai tentato di far
la festa a Buffy, poi sei venuta qui e stai cercando di redimerti."
"Questo
non viene dal Consiglio. Angel, che diavolo hai detto a questa ragazza?"
"Solo
la verità."
"Ora
se non ti dispiace voglio parlarci da sola."
E
se Angel aveva qualche dubbio sull'utilità della sua presenza nella stanza, gli
sguardi di Faith e Eve glieli chiarirono all'istante.
"Scusatemi"
e sparì dalla porta dov'era entrato.
"OK"
disse Eve sedendosi "Come stai?"
"Dolorante
ma viva."
"E
il carcere?"
"Non
so più che fare. Se torno, rischio di finire uccisa o da quelle che mi hanno
pestato o da quelli della squadra speciale del Consiglio."
"Lo
vuoi il consiglio di un quasi avvocato?"
"Studi
legge? E come cavolo fai a conciliare tutto?"
"Sono
un mito. Angel non te lo aveva accennato?"
"Va
al Diavolo, secchiona."
"Grazie,
ci andrò senz'altro. Mi ci avete mandato in molti ultimamente…Anche il mio
Osservatore esercitava. Poi sono arrivata io e gli ho sconvolto la vita."
"Anche
per Kathryn è stato così. Vederla morire in quel modo…non credo lo supererò
tanto presto."
"Lo
so. Josh è morto in un incendio a casa nostra. Mi ero trattenuta in palestra,
ma se fossi solo…sarei potuta arrivare in tempo e tirarlo fuori. Invece sono
arrivata tardi. Sono voluta entrare lo stesso, e mi è crollata addosso una
trave infuocata. Non sono rimasta paralizzata, ma mettermi abiti scollati dietro
è diventato davvero un bel problema."
"Mi
dispiace."
"Ormai
sono due mesi."
"Per
te è stato un incidente?"
"Sinceramente?
No. Il modo in cui le cose andavano nei giorni immediatamente prima…sentivo
che c'era qualcosa che non andava. E poi c'era un uomo, la notte dell'incendio.
Prima che perdessi conoscenza, l'ho visto vicino alla casa."
"Sulla
quarantina, capelli grigi, uno sguardo che avrebbe potuto tagliarti in
due?"
"Sì."
"Lo
stesso che ho visto quando Kakistos ha ucciso Kathryn. Sulle prime ho pensato ad
uno spettatore, ma poi…quello che vedeva non gli faceva né caldo né
freddo."
"Proprio
l'impressione che ho avuto io. Ucciderli…ma perché?"
"Perché
hanno violato il sacro comandamento degli Osservatori. Mai considerare la
Cacciatrice una persona."
"Bastardi…Sai,
Quentin e Nigel sono a Sunnydale. Sono sotto esame per evitare che diventi una
psicotica come lo eri tu."
"Che
divertimento."
"L'hai
detto. Sai, Angel mi ha parlato della tua situazione, e ho chiesto il tuo
fascicolo. Sono una studentessa di Legge, non possono negarmelo. E sai che c'è?
Puoi uscire per buona condotta."
"Non
me la daranno mai."
"Io
dico di sì."
"Sei
sempre così maledettamente ottimista, tu?"
"Solo
quando so in anticipo di vincere."
Dopo
quella chiacchierata, Faith rinunciò a opporsi ai piani rivoluzionari di
Evelyn. Si era eletta a suo avvocato, anche se tecnicamente non lo era ancora, e
prima che Faith riuscisse a capire quel che stava succedendo era in macchina con
lei, diretta a Sunnydale.
"Non
riesco a crederci."
"Credici,
sorella. Sei libera."
"Grazie.
Grazie davvero."
"Ho
fatto il mio dovere. In futuro mi pagheranno una fortuna anche per molto
meno."
"Dannata
capitalista."
"Come
ogni bravo avvocato."
"Come
gli spiegherai la mia presenza?"
"Qualcosa
mi inventerò."
"Eve,
sii realista."
"Sarà
difficile. Tramite Buffy hai fatto in modo che ti odiassero. Specialmente
Willow, scommetto."
"Soprattutto
Willow."
"Tara
ha paura di te, e Xander…beh, è diventato muto e rosso appena ho fatto il tuo
nome. Credo di aver capito…"
"Una
notte. E non guardarmi così!"
"Se
non parlasse sempre di Buffy, io ci avrei fatto un pensierino…"
"No…anche
tu con Xander?"
"Xander?
Ehi, non sono disperata. Io dicevo di Spike. Ma è perso nel ricordo di
Buffy."
"Anche
lui."
"Tesoro,
se tu ti sei dovuta confrontare con lei da viva, io devo misurarmi col mito da
morta."
"E
come va?"
"Ora
che finalmente non mi guardano più come un'aliena? Abbastanza bene."
"Cosa
facciamo appena arrivate?"
"Pensavo
di ospitarti al motel dove vivo. Lo spazio non è molto, ma…"
(continua)