A volte le situazioni della vita ti portano a riflettere. Una riflessione però più approfondita di quella che ogni essere umano riserva ai pochi minuti che precedono il sonno. Ed è proprio questa necessità di riflettere che mi ha portato qui, davanti a questo quaderno bianco che ancora profuma del piacevole odore della carta fresca di stampa. Proprio io che non prendevo in mano un foglio da quando gli insulsi versi che vi decantavo sopra rendevano di me un fallito. E ora che per la prima volta guardo al passato, a ciò che ho fatto, a ciò che sono stato, al demone che mi ha strappato l’anima, mi pare quasi di capire che in fondo un fallito lo sono sempre stato. Tutte quelle morti, le cacciatrici uccise, erano solo una copertura, belle storie che mi divertivo a raccontare a me stesso. Il chip ha fatto molto più che impedirmi di far del male agli uomini, mi ha aperto una finestra sui miei 121 anni di dolore, fino all’ultimo, mio ennesimo fallimento, con te. Avevi riposto in me la tua fiducia, affidandomi il bene più prezioso che ti fosse rimasto al mondo. Ti sono grato per questo. Peccato però che io ti abbia ripagato con la sconfitta. Ho miseramente perso l’unica battaglia che potevo davvero combattere al tuo fianco.

Non leggerai mai questa mia pseudo - lettera, e questo in verità mi rincuora un po’, perché vuol dire che non potrai deridermi ancora una volta, con quella tua crudele convinzione di essere nel giusto. E preferisco ricordarti così, sfrontata e temeraria in superficie, debole e sola all’interno.

Ed è qui che metto un punto a concludere queste mie righe, perché credo di aver dato abbastanza spazio a William il poeta per questa sera, ed è bene che torni in quel luogo remoto del mio essere, che tanto abilmente so nascondere.

                                                                                                                                    Spike

 

 

Il quaderno dalla bella fodera in pelle nera fece appena un lieve rumore quando si chiuse sulla fredda lastra di pietra, lasciando scivolare fuori dalle pagine la foto di una giovane ragazza dai capelli biondi, i cui grandi occhi verdi erano oscurati da un cupo velo di tristezza…..

 

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TRE MESI DOPO

 

B: “Buongiorno!”

Com’era sorridente Buffy quella mattina. Quando entrò raggiante dalla porta del Magic Box trovò i suoi amici intenti a morire dalle risate mentre ascoltavano una delle ultime figuracce di Xander. Guardando quel gruppo così felice e spensierato nessuno avrebbe mai creduto che fino a un mese prima la depressione faceva da padrona. Ma per fortuna la situazione era notevolmente cambiata da quando l’incantesimo di Willow aveva fatto resuscitare la cacciatrice: niente più angoscia, niente più dolore. Buffy era rimasta molto debole per i primi tempi, ma ora stava riacquistando le forze molto rapidamente, migliorava a vista d’occhio, e questo contribuiva a rallegrare le loro giornate. La vita sembrava ricominciare a scorrere tranquillamente dopo essere stata a lungo ferma, sospesa….Ecco che allora Dawn tornava serenamente a scuola, Willow e Tara avevano ripreso a seguire i seminari di magia e Xander e Anya, forti degli ultimi e positivi sviluppi, non avevano più paura di affrontare il grande passo verso l’altare…

Forse una piccola scia della tristezza ormai scomparsa era rimasta solo in Spike. Buffy sembrava essersi chiusa con lui da quando era tornata. Certo non c’era mai stato un grande rapporto di confidenza tra loro, ma quelle poche parole in meno che la cacciatrice gli rivolgeva e il tono freddo con cui le pronunciava erano come un enorme macigno che pesava sulle spalle del vampiro. La monotonia era la regina delle sue giornate, passate chiuso nella cripta solo con sé stesso e con i suoi pensieri, continuando ad osservare la piccola fessura in alto, unica fonte di luce, aspettando che il maledetto sole andasse a rintanarsi dietro l’orizzonte, per poi correre da lei, di nuovo, anche sapendo che molto probabilmente non si sarebbero scambiati più di un paio di sussurri…Era questa forse l’unica novità “positiva” tra loro, ora infatti Spike e Buffy facevano la ronda insieme, ogni sera più silenziosi della precedente, ma insieme.

Sprofondato nella sua poltrona a distruggersi il cervello pensando alla strana situazione in cui si trovava, Spike passò le ultime due ore prima del tramonto.

E fu di nuovo notte, l’ora della caccia.

 

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Buffy e Spike camminavano lentamente e a testa bassa, l’uno accanto all’altra. Nessun vampiro in vista per quella sera, erano già da un’ora al cimitero e non avevano fatto altro che andare avanti e indietro tra le lapidi. Decisero quindi di dividersi, o meglio, Buffy decise di dividersi, “per perlustrare meglio”, aveva detto.

Mentre la cacciatrice passeggiava pensierosa illuminata dalla luna un fruscio alla sue spalle attirò la sua attenzione. Finalmente qualcosa o qualcuno avrebbe movimentato la serata, almeno così sembrava. Quando sentì la fredda canna di una pistola premerle contro la tempia capì però che non si trattava di un vampiro, e nemmeno di un demone. Erano teppisti, circa una decina di giovani e inesperti teppisti pronti a commettere quello che forse era il loro primo colpo, ma le armi che le puntavano contro indussero Buffy a non sottovalutarli. Tutto quello che volevano erano orecchini e orologio, come in una classica rapina, e alla cacciatrice si strinse il cuore  quando si vide costretta a consegnare gli orecchini d’oro regalatigli dalla madre per il suo ventesimo compleanno.

Spike intanto la stava raggiungendo sul lato est del cimitero di Sunnydale, per proporle di tornare a casa, vista l’inutilità della ronda di quella sera. D’istinto sgranò gli occhi di fronte alla scena che si trovò davanti, e per un istante rimase nascosto nel buio, indeciso sul da fare. Avanzò pian piano, mostrando il suo volto demoniaco. Non aveva paura per sé, se lo avessero colpito non gli avrebbero fatto niente, essendo già morto, ma non poteva sopportare l’idea che facessero del male alla sua Buffy. Non appena si accorsero di lui i teppisti furono invasi dal terrore e scapparono a gambe levate gridando come pazzi, decisamente non avevano mai visto un vampiro…

Buffy fece per rincorrerli, gli iniziali attimi di paura si erano trasformati in rabbia, che ora ribolliva in lei tanto vivacemente da poterle far commettere chissà quale sciocchezza. Spike se ne accorse, e prontamente la fermò cingendole le braccia con le sue.

 

B: “Fammi andare, devo fermarli o quei bastardi faranno del male a qualcuno! Perché sei venuto qui? Stavo per battermi con loro…avrei vinto…ora invece sono liberi di scorrazzare per le vie di Sunnydale andando a rapinare qualche altra ragazza…”

 

S: “Sarai anche la cacciatrice ma non puoi combattere contro le pallottole”

Buffy prese a dimenarsi violentemente, ma la stretta del vampiro sembrava essere d’acciaio.

 

B: “Lasciami..mi fai male..”

Spike allentò di scatto la presa.

 

B: “Aspetta…tu non puoi farmi del male…ma come?…oh Dio…”

Il velo di paura sceso sui suoi occhi completò in pochi secondi le frasi che lei non era neanche riuscita a finire. Spike cercò di avvicinarsi a lei. La verità viene sempre a galla, questo lui lo sapeva, eppure le aveva mentito.

 

B: “Tu…”

 

S: “Lo so. E’ un mese ormai che il chip è disattivo.”

 

B: “E quando pensavi di dirmelo??”

 

S: “Io…l’avrei fatto, te lo giuro. Avevo solo paura che tu reagissi..beh…più o meno come stai facendo adesso…”

 

B: “Ma cosa diavolo avevi in mente? Ti stavi guadagnando la nostra, la mia fiducia per poi ucciderci tutti???”

 

S: “Non dire sciocchezze, sai che non vi farei mai del male, con o senza quel marchingegno. Buffy, ascolta…”

Allungò una mano nel tentativo di sfiorarle un braccio, ma a lei non bastò che un sonoro schiaffo per allontanarlo.

 

B: “Non toccarmi. Se penso a tutte le volte che ti ho lasciato solo con Dawn, a quello che avresti potuto farle, ma è colpa mia, sono stata davvero un’ ingenua…cosa mi aspettavo da un assassino? Amore? Affetto? Immagino sia stato divertente per te vedere come credevo a tutte le bugie che mi buttavi addosso! Stavi recitando una parte, e io non l’ ho capito…”

 

Spike rinunciò all’idea di fermare quel suo fiume di parole. Era una furia, inarrestabile. Le sue parole trasudavano disprezzo da ogni parte, e il vampiro si ritrovò a pensare con tristezza che forse quel bel discorso Buffy se lo era fatto tante volte nella mente e stava solo aspettando il momento giusto per sbattergli in faccia la verità.

 

B: “Ti odio….vorrei che non fossi mai venuto a Sunnydale…vorrei che fossi sparito quando ti avevo detto di farlo…vorrei…”

 

S: “Ci ho pensato anch’io, lo sai?!”

 

* Cosa? *

 

B: “Cosa?”

 

S: “Io credo che me ne andrò, lascerò Sunnydale.”

 

* Oh no…non di nuovo..non lui…*

 

S: “E’ da un po’ che ci penso. Glory ormai è morta da tempo, tu sei in forma e pronta a tornare in carica a tutti gli effetti e i vampiri di questa città sembrano a poco a poco dare le dimissioni. Non c’è ragione per cui io resti ancora qui.”

 

* Nemmeno rimanermi vicino? *

 

B: “Sai bene che questa ragione non verrà da me. Mi dispiace solo di perdere un alleato nella quotidiana lotta contro il male, ma in fondo non mi preoccupo più di tanto, so di potermela cavare senza problemi anche da sola.”

 

S: “Stai tranquilla, cacciatrice. Vedrai che presto troverai un altro vampiro completamente innamorato di te che si farà torturare pur di difenderti. Sunnydale ne è piena…”

 

* Corri…nascondi le lacrime… *

 

B: “Beh, se la pensi così allora non credo di doverti aiutare a fare le valigie. Addio.”

 

E in un attimo gli dette le spalle, mentre gli occhi e si inumidivano velocemente. Non era riuscita a fermare le lacrime, ma almeno lui non l’aveva vista piangere. Maledetto orgoglio…

Arrivò in fretta a casa, incurante degli sguardi perplessi di chi le passava accanto e si chiedeva il perché dei suoi occhi fissi e lucidi.Quando vide da lontano la porta accelerò il passo. Avrebbe potuto chiudersi in camera e piangere con il volto affondato nel cuscino senza che nessuno la tempestasse di domande e la confondesse più di quanto non lo fosse già. Non appena fu abbastanza vicina notò però che c’era qualcosa sul tappetino proprio di fronte alla sua porta. Percorse ancora qualche metro e solo allora si accorse della rosa rossa stesa ai suoi piedi. Si piegò lentamente sulle ginocchia e la prese in mano, leggendo il piccolo biglietto attaccato al gambo. “Se è vero che vivrò in eterno, in eterno continuerò ad amarti. Addio” La scrittura non le era familiare, ma di certo chi l’aveva scritto non era un casuale ammiratore segreto. Entrò comunque in casa e filò dritta in camera sua. Mise premurosamente la rosa in acqua fresca e posò il piccolo vaso sul comodino. Si spostò poi alla finestra, osservando Sunnydale immersa nella notte. D’istinto sorrise quando i suoi occhi si posarono sul grande albero davanti a lei. Come se non si fosse mai accorta che lui vegliava su di lei tutte le notti…Non glielo aveva mai impedito perché dopo tutto le faceva piacere, per una volta voleva essere lei quella protetta invece di proteggere sempre gli altri. Ed era rassicurante anche sapere di poter contare su di lui ogni volta che ne aveva bisogno.

 

* Brava Buffy…è bello sfruttare i sentimenti degli altri.. *

 

In un attimo fu al piano di sotto, e poi via fuori di casa in direzione del cimitero, il biglietto ancora stretto tra le dita. Non sapeva di preciso cosa gli avrebbe detto. Aveva argomenti per trattenerlo in città? Oh..si che ne aveva..il problema era tirarli fuori e vincere la sua eterna lotta con l’orgoglio. Arrivata davanti alla cripta si accucciò in silenzio dietro i cespugli, e con una mano scostò appena la siepe per spiare l’entrata. Mentre le foglie le si intrecciavano fra i capelli, Buffy vide Spike prepararsi a salire in macchina. Non ebbe il coraggio di uscire ma per sua sfortuna il ramoscello che si spezzò sotto il suo piede la tradì. La cacciatrice fu perciò costretta ad uscire dal suo nascondiglio, mentre il bel vampiro la guardava con aria piuttosto interrogativa.

 

S: “Cosa fai tu qui?”

 

Ed era in quel momento che avrebbe dovuto rispondergli rivelandogli tutto ciò che veramente pensava di lui e provava per lui, anche senza il chip nel cervello. Ci aveva riflettuto su e aveva concluso che Spike era un tipo piuttosto deciso e dalle idee chiare, e se avesse voluto davvero farle del male di occasioni ne avrebbe avute in grande quantità. Peccato però che il coraggio le venne improvvisamente a mancare e tutte quelle belle parole che si era preparata nella mente come in un copione svanirono di colpo. Quella fu davvero l’ultima goccia. Il silenzio alzò un muro invalicabile tra di loro, un muro di ghiaccio che pochi secondi dopo vide Spike montare in macchina e lasciarsi alle spalle la sua amata cacciatrice. Buffy rimase immobile ancora qualche istante, i pugni stretti talmente forte che ormai le unghie le stavano ferendo il palmo della mano, poi entrò titubante nella cripta. Si guardò intorno, in fondo negli ultimi tempi aveva passato più tempo lì che a casa sua…poi rivolse lo sguardo alla lastra di pietra, sulla quale era posato un quaderno, quasi fosse stato messo lì apposta per lei. Accarezzò la copertina con le dita, lasciando tracce nella coltre di polvere che la ricopriva. Si decise infine ad aprire e subito riconobbe quella calligrafia così ordinata, leggendo attentamente. Con la mano ancora tremante frugò nella borsa e ne tirò fuori una penna.

 

Ti sbagliavi pensando che non avrei mai letto le tue pagine. Sono tornata, sono viva e le ho proprio qui, adesso, tra le mie mani. Riesco ancora a sentire l’odore dello smog della tua auto, l’unica cosa che ti sei lasciato alle spalle. Non so nemmeno dove sei diretto, forse a Los Angeles, dove la tua eterna compagna starà aspettando a braccia aperte il ritorno del sanguinario. Sai una cosa? Avrà una bella sorpresa, perché sei cambiato davvero, non per merito del chip, ma perché tu lo hai voluto. E non credere che io non lo abbia notato, solo non volevo darti la soddisfazione di farti capire quanto lo apprezzassi. Sono brava a mentire…Spero solo che tu riesca a leggere questo breve messaggio, nonostante le mie lacrime stiano sciogliendo l’inchiostro a poco a poco. Su una cosa però avevi ragione: la vita ti porta a riflettere. Io l’ ho fatto. Ma purtroppo sono riuscita solo a mettere in luce quello che l’orgoglio aveva astutamente occultato. E che ora mi fa soffrire. Sono giunta alla mia conclusione, Spike. Ti amo.

                                                                                                                        Buffy

 

 

- FINE -