C’era una volta un principe.
Un principe un po’ strano, probabilmente.
Non viveva certo in un castello, anzi. Non era neanche bello come un principe, né si vestiva di porpora ed ermellino come un principe.
Ad essere onesti, era l’esatto contrario di un principe.
Di azzurro aveva solo gli occhi.
D’oro aveva solo il cuore.
Ma era innamorato proprio come un principe, con tutto il suo cuore d’oro, con tutto il suo animo nobile.
E come un principe era innamorato di una principessa.
Lei sì che era vissuta in una favola, c’era stata per anni, non sempre felice. Poi una grande nube nera aveva oscurato il sole, e la favola era finita.
Era saltata da un libro a un altro, e lì aveva voluto ricostruire la sua vita. Ma anche l’altro libro si era chiuso, e a restare era stata solo la realtà.
Una realtà un po’ strana e senza senso, in cui si era rifiutata di annegare. Aveva deciso di andare aventi, e per resistere si era aggrappata a un sogno.
E così lei e il principe si erano incontrati, senza sapere di star creando una nuova favola.
Una un po’ triste, nera, un po’ buffa e tenera, dove su un carillon ballano senza tempo due statuine di vetro.
Sanno le statuine che il carillon smetterà di suonare?
Sanno che i loro piedistalli non si potranno mai incontrare?
Loro continuano, continuano a danzare, perché non c’è futuro, o passato, per loro. Solo un presente, dove il tempo è mera misura di quanto possono guardarsi negli occhi.
Ma quando la musica sarà finita, il carillon rotto e il suo compagno in pezzi, cosa farà la piccola ballerina?
Come potrà ballare, la principessa, senza il suo principe a guidarla nei passi?
Piange, la principessa, piange un principe che ha perso senza averlo mai avuto, piange un amore cominciato, vissuto e morto nello stesso momento.
E le sue lacrime non si vedono, sul volto della ballerina di vetro, sono trasparenti e leggere come lei, così che sembra che non ci siano.
Ma sono tante, e tante, e piano piano le si infiltrano nel cuore, e si raccolgono, e lo riempiono, e lo avvolgono, e lo soffocano, e a poco a poco il suo cuore muore, continua a battere, ma è opaco e spento.
E non ha un corpo su cui piangere, perché i frammenti sono troppo piccoli, così piccoli che non si vedono, così piccoli che nessuno potrà mai ricomporre il suo principe.
Il suo principe, dagli occhi azzurri e il cuore d’oro, sparso in mille piccoli cristalli, tanti fiocchi di neve che hanno gelato l’intero mondo.
Ma la musica non si ferma mai del tutto, continua, continua a suonare.
Un nuovo carillon prende il posto del vecchio e gira, gira, continua a girare.
Torna a danzare, principessa di vetro, con gli occhi azzurri del tuo principe in mente.
Torna a danzare, innamorata triste, stringendo il suo cuore a riscaldare il tuo petto.
Torna a danzare, piccola ballerina, e nella tua danza lui rivivrà.