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Pisodeuorrior
Luci sulla mia futura moglie

Le luci artificiali del locale si alternano veloci sulla pelle del suo viso, delle spalle, della schiena.
Corrono veloci, inarrestabili, seguendo ogni curva, aderendo.
Le invidio quasi.
Giallo, blu, rosso, verde, bianco.
Seguono diligenti la pelle. E la musica.
Midlife Crisis. Faith No More. Bei gusti ‘sti pivelletti, bravi ragazzi, bella scaletta. E non suonate nemmeno male.
Ma torniamo alle mie luci ed alla mia fata. Una sola di queste, noto, lascia trasparire il colore reale della pelle, liscia, pallida e diafana, come quella di una bambola di porcellana. Questo effetto mi ipnotizza, e cerco di afferrare un senso in questa sequenza, poi di capire quale delle luci è “sincera”, e non cambia quanto le sta sotto. Ovviamente c’è una parte di interesse “professionale”, mi trovo spesso paralizzato ad osservare il dettaglio di un’ombra, la sfumatura di un colore, l’armonia di una curva. Con un certo interesse clinico mi accorgo - senza stupirmi, è chiaro – che parte dell’intensa morbosa concentrazione è favorita dalla modesta quantità di alcool che – mio malgrado - governa al momento una discreta percentuale delle mie intenzioni.
Prendo atto, prendo atto, ma staccare gli occhi da quell’incanto è una violenza che non riesco a sopportare, e rimango stupito ad osservare quel caleidoscopio umano, incartato in efficentissimi vestiti femminili.
Dopo un paio di minuti sono certo di essere in grado di disegnarla.
Penso a questa frase tra me e me, sì, sarei in grado di disegnarla. Solo che invece di “disegnarla” mi viene in mente “riprodurla” e mi viene da ridere.
gh gh gh mpffff hihihi
Mi accorgo che la sto fissando sogghignando, quindi probabilmente assomiglio ad un pazzo maniaco sessuale, quindi distolgo un attimo lo sguardo. Cosa c’è ora? Alice in Chains? Cazzo, questa non la sentivo da anni.
Ma non ce la faccio, lo sguardo torna lì, quella ragazza è una calamita, ma guardate che bella. Ma guardate!
Devo fare un ripasso, un attimo solo, giusto per non sbagliare se davvero mi dovessi trovare a disegnarla.
La curva degli occhi, quasi orientale e dal taglio solo un pò severo, è appena segnata da una linea di trucco che ne mette in risalto l’azzurro quasi glaciale. Una linea graziosa di rughe di espressione nella loro parte inferiore denota l’abitudine a ridere sovente, cosa che non manco mai di apprezzare.
Il naso è di curva piacevole, direi la perfezione ideale di un naso, aristocratico, proporzionato, leggermente all’insù ma non abbastanza da poterlo definire “alla francese”. No, non ha uno spocchioso e altero naso alla francese.
Ma quello su cui indugio di più è la bocca. Il labbro superiore è leggermente più carnoso di quello inferiore, e si curva verso l’altro in una bocca di bambola, che assieme al colorito fragile dell’incarnato contribuisce a darle quell’aspetto un po’ irreale. E’ semi-socchiusa, e sta cantando le parole della canzone. Un bocca che promette.
Va bene, ora distolgo lo sguardo, altrimenti mi sanguina il naso….
Guano Apes, questa è polverosa ma mi piace un sacco, ora mi tuffo nel pogo.
La guardo solo di sfuggita mentre mi faccio largo nella calca. Sta cantando anche questa. Hai un punto in più, ragazza, il rating si alza. E ora sì che sono sicuro, la potrei disegnare. Anzi, mi vedo nel momento in cui le faccio dono del quadro. Lei è ritratta così, rapita dalla musica ed avvolta di luci multicolori. Rimane strabiliata dalla somiglianza del dipinto, quando glielo porgo, e dagli occhi si capisce benissimo che vorrebbe gettarmi le braccia al collo e baciarmi, ma non lo fa. Perché è una ragazza pudìca. Io la fisso dritto dritto in quegli occhi azzurri, e muovendo appena le labbra le dico: “Guarda, piccola. Ti ho riprodotto”
gh gh gh mpfff hihihih
Lei mi guarda. Cioè, mi guarda davvero. Oddio, si è girata, avete visto tutti? Si è girata, non me lo sono sognato!
Ed ha un’aria familiare, sembra quasi di conoscerla già, di averla sempre vista.
E mi ha guardato, non è vero? E più di una volta, non è mica stato un caso. E’ lei, garantito, la madre dei miei figli è là.
Mentre sto ripassando nella testa la formula del matrimonio – non vuoi impappinarti di fronte al prete vero? Non vuoi dargli questa soddisfazione – uno dei miei amici mi mette una mano sulla spalla.
Bastardo, è dalle elementari che mi rovini bei momenti, cazzo vuoi? Mi stavo sposando.
“Oh, hai visto quella là?”
Se l’ho vista? Le ho fatto la TAC, minchione!
“No, chi?”
“Ma quella lì, non te la ricordi? Barbara! Abitava da noi, di fronte al supermercato. Aveva i capelli lunghi ed era piena di brufolazzi. Minchia ahahaha, và com’è diventata!”
Lei ovviamente si accorge che stiamo parlando di lei, anche perché il mio amico la indica abbastanza esplicitamente.
Che stronzo.
Lei si avvicina. Cazzo, si avvicina, viene qui.
“Ciao”
“­hemmm…. ciao”
“Ti ricordi di me?”
“Oh, scherzi? Ne stavamo giusto parlando…. certo certo, mi ricordo….. non ci vediamo da un sacco, ti ricordavo diversa.. Barbara vero?”
Che bella voce che ha, la voce di una bambola, come il resto. Ora le chiedo di sposarmi. E….. cosa? Cosa ha detto? Non ho mica capito…… stanno suonando…. qualcosa dei Tools credo….
“Cosa? Che hai detto?”
“Ho detto se ti ricordi quella volta che mi avete buttato il Ciao nel cassonetto!”
Non so cosa rispondere….. dal mio amico nessun aiuto visto che si è girato prendendosi il ventre della risate.
Balbetto qualcosa, ma è ovvio che se la voglio sposare dovrò davvero fare del mio meglio ora…
Ma niente, troppo tardi, le sue amiche arrivano a prelevarla, lei mi saluta agitando la mano e se ne va. Ovviamente non la rivedrò più, figurati. Il mio amico sta ancora ridendo. Com’era qualla mossa di Ken? Quella che gli infilava sette dita nel petto e poi lui esplodeva?
Cazzo è in questi momenti che vorrei possedere almeno un po’ di quei duemila anni di storia Okuto.
Però li utilizzerei per suicidarmi.
Ricordo tutto ora eh, da piccoli le torturavamo davvero, lei e le sue amiche. A quell’età si è davvero bastardi, e chissà quanto ci è stata male lei. A quell’età si sta male parecchio per ste cose….
Scusa piccola, per quanto può valere ora, scusa….
Però va bè, la tua rivincita te la sei presa. Ma sposare un altro, così, per ripicca, ti sembra il caso? Avremmo potuto essere felici, non ti pare?
Va bè.
Com’era più quella mossa di Okuto?