TEORIE
IO SONO LO SCIENZIATO PAZZO E QUESTA È LA FORMULA DELL'UNIVERSO!
E allora, se dobbiamo rompereammerda, rompiamo tutto fino in fondo! Sono partito come un razionalista puro che metteva in dubbio persino il libero arbitrio, mi sono scontrato con problemi così grossi che sono stato costretto ad ammetterlo, ed allora, su questa base, mi prendo il coraggio di generalizzare e ipotizzare un modello cosmologico per fondare una specie di metafisica moderna dove trova posto il determinismo, il libero arbitrio, il funzionamento del cervello, l'entropia, l'intelligenza artificiale, Internet e tutto quanto fa spettacolo!
Intanto, immaginare l'universo esploso dal big bang iniziale, è un po' limitato in quanto esistono tanti buchi neri dove poi la materia può collassare, per cui, generalizzando, perché non immaginare che esistano anche tanti big bang dai quali la materia possa venir generata? Oltretutto non ho mai sopportato l'idea che prima ancora del big bang non ci fosse niente. Come minimo, mi aspetto che nell'attimo precedente abbia avuto fine il "big crunch", ossia il collasso di tutta la materia e magari anche di tutti i buchi neri in un solo ed enorme bucone nero, se proprio vogliamo. In ogni caso, anche così, immagino infiniti cicli di big bang e big crunch. Nell'attimo in cui il big crunch finisce ed il big bang sta per iniziare, ci sono delle condizioni talmente al limite che si può ipotizzare che, come il libero arbitrio riesce a modificare lo stato del cervello umano, possa in qualche modo decidere o influenzare le condizioni dell'avvento del big bang. Se siete mistici, questo corrisponde a Dio che dice "sia fatta la luce". Dopo di ciò, la mossa successiva consiste nel realizzare le molecole organiche da cui ha origine la vita nei mondi adatti alla sua crescita. Anche se sappiamo che statisticamente possono venire fuori "a casaccio", dopo aver visto i fiammiferi che cascano in piedi sono disposto ad ammettere che possa esistere un libero arbitrio in grado di influenzare questo caso. Dopo di ciò inizia l'evoluzione ed anche qui certe mutazioni "casuali" possono essere favorite rispetto ad altre, con lo stesso meccanismo, che in pratica prevede che "localmente" il libero arbitrio nascosto nelle forze subatomiche possa influenzare le particelle secondo un disegno organico in modo da provocare una inversione locale dell'entropia in grado di produrre effetti macroscopici. Se vogliamo questa è una tesi animista in cui si afferma che nascoste nelle forze subatomiche possa esistere del libero arbitrio in grado di influenzare la materia, ma, senza un'organizzazione come quella di un corpo vivente, occorre che molte di queste forze "di libero arbitrio" cooperino per produrre effetti nella materia inerte, per cui nel macroscopico vale sempre la meccanica statistica. Una volta creato un cervello abbastanza grande per essere cosciente, il libero arbitrio riesce a governare un corpo intero, probabilmente perchè le piccole forze subnucleari che è in grado di influenzare hanno a disposizione una struttura così complessa che riescono ad esprimersi, traducendosi in differenze di potenziale elettrico nei neuroni che a loro volta si configurano in modo talmente complesso che sono in grado di attivare i nervi ed i muscoli ed infine il libero arbitrio ha a disposizione per esprimersi un intero corpo fisico nella realtà fisica. Adesso siamo nello stadio della storia in cui si è raggiunta questa consapevolezza, che il mondo esterno può essere governato utilizzando le leggi fisiche a cui è sottoposto. Questa è la chiave per preservare anche quanto si è così faticosamente raggiunto nel tempo, cioè l'espressione del libero arbitrio attraverso un corpo cosciente al punto di essere in grado di modificare l'ambiente circostante per adattarlo alle sue esigenze. Adesso possiamo vedere se è possibile costruire qualcosa che permetta al libero arbitrio di essere ancora più libero di esprimersi, anche se è relegato in quelle forze subatomiche che sappiamo. Il modello del cervello umano è quello a cui ispirarsi. Poichè viviamo nell'era di Internet, la prima analogia che mi viene è quello con la neonata World Wide Web. Ricordiamoci che Internet è nato ieri, ma è qui per rimanere. Ci sarà anche tra mille anni, ed ora è nato solo da non più di cinque anni, almeno nella diffusione critica che lo ha fatto diventare così popolare (il progetto iniziale è del 1968). Per cui bisogna essere dei visionari per vedere cosa diventerà. Ecco la mia visione. I documenti che gli umani buttano su web corrispondono ai cinque sensi del nostro corpo. Acquisiscono informazioni. I motori di ricerca, sono l'analogo dell'espressione dei nostri pensieri. Restituiscono informazioni. Manca l'elaborazione critica, che ognuno fa rimuginando ciò che ha appreso. Questo significa che occorre fare dei programmi che non solo sono in grado di trovare i dati su Internet pertinenti alle domande che gli utenti fanno, ma che sono in grado di accorgersi se due documenti sono correlati, quale grado di correlazione hanno e stabilire dei link da proporre poi agli utenti interessati. Qui va concentrato lo studio attuale sull'intelligenza artificiale. Questi "agenti" devono costruire la rete delle connessioni tra tutti i documenti di Internet. Questa rete di connessioni allora diventerà l'analogo delle connessioni del cervello umano. Cercare un documento su Internet, basterà chiederlo come si chiede oggi un libro ad un bibliotecario che conosce tutti i libri della sua biblioteca. Anche se i documenti su Internet sono instabili, questi agenti sempre al lavoro potrebbero sempre togliere le connessioni inesistenti e costruire quelle con i documenti nuovi. Gli uomini mettono il materiale a loro gusto, che domani sarà immesso direttamente con microfoni e videocamere o chissà come, non necessariamente si tratterà di materiale scritto. Gli agenti "archivisti", acquisiscono il materiale, gli danno una prima collocazione, e poi speculano su tutte le connettività che potrebbe avere. Devono essere in grado di interpretare il più possibile il materiale, e qui anche deve essere indirizzata la ricerca attuale sull'intelligenza artificiale. Anche se questi agenti archivisti sono tanti e distribuiti, devono apparire come un insieme organico, sintetizzando le varie informazioni e presentandole nel modo più adatto all'utente. Anche l'insieme di questi programmi potrebbe essere modificato dai programmi stessi, se sono in grado di interpretare i documenti che archiviano per stabilirne le connessioni; questo accadrebbe in particolare anche con quei documenti che parlano di loro stessi, della loro organizzazione e di come si costruiscono e si modificano. Nel momento in cui questi programmi fossero così evoluti da auto-modificarsi sulla base delle informazioni su loro stessi, si avrebbe finalmente l'intelligenza artificiale nel senso più completo del termine, e qui l'auto-referenza colpisce di nuovo con tutta la sua forza come nel teorema di Goedel ed io a questo punto affermo che a quel punto il sistema nel suo complesso avrebbe il suo proprio libero arbitrio, sulle stesse basi del paradosso dello scienziato pazzo che, essendo in grado di interpretare il futuro, è pure libero di fare una cosa diversa!