TEORIE
IL FIAMMIFERO
Eppure qualcosa ogni tanto non quadra... Quando avevo circa quindici o sedici o diciassette anni, un giorno mi stavo vantando di chissà quale cosa molto furba con mia sorella Donata, di un anno più giovane di me, mentre stava per prepararsi il tè in cucina. Lei, evidentemente seccata dalla mia invadenza, accese il fornello con un fiammifero svedese (quelli a sezione quadrata, per intenderci), scosse il fiammifero per spegnerlo e lo tirò, come al solito, sul ripiano della cucina, tra le piastre elettriche ed i fornelli. Bene, è assolutamente assurdo da raccontare ed io stesso non ci crederei, ma sono assolutamente certo che quella volta il fiammifero CASCÒ IN PIEDI E RIMASE IN PIEDI. Ero così infoiato dal mio discorso che per qualche secondo feci finta di niente e continuai a sparare le mie cazzate, mentre anche la Donata faceva finta di niente. Dopo di ciò la ragione prese il sopravvento e mi fermai e dissi alla Donata: "Ma Donata, un momento, hai visto anche tu o mi sto confondendo... il fiammifero è rimasto in piedi!" e lei rispose timidamente "Effettivamente mi è sembrato anche a me..." Visto che lei l'aveva tirato, ed eravamo i soli testimoni dell'evento, mi presi la libertà di prenderlo tra le dita. Il pianale della cucina era pulito come raramente era, e non vidi tracce di grasso o macchie appiccicose che avrebbero potuto favorire l'evento. Provai a rimetterlo in equilibrio dove era caduto, ma non ci riuscii. Questo evento lo ritengo il più assurdo di tutta la mia vita. Non sarei capace di calcolare la probabilità di un simile evento, considerando che il fiammifero non fu posato ma TIRATO sul pianale della cucina, ma assolutamente non credo che potrò assistere ad un altro evento più improbabile di questo. Se leggessi un libro dove l'autore racconta questo fatto, penserei ad una invenzione letteraria. Ebbene NO, lettori miei. Questo evento è accaduto realmente e non posso pensare che solo il caso possa averlo generato. Quando anni dopo lo ricordai a mia sorella, lei mi spiegò che in quel momento la stavo infastidendo al punto che il suo desiderio era di farmi tacere in qualche maniera (e certamente capisco che dovevo essere insopportabile), e tirò il fiammifero con questo intento, anche se certamente senza l'intenzione cosciente di farlo cadere in piedi. Devo dire che riuscì benissimo nel suo scopo. Anche se lei non sembra dare più di tanto peso alla cosa, io non ho dimenticato la lezione. Il suo istinto ha compiuto un miracolo che assolutamente non è riproducibile con la sola volontà. Ma questi miracoli sono possibili, questa per me fu la prova più clamorosa. Il problema è riuscire ad utilizzare queste possibilità istintive in modo sistematico, per farne una risorsa utilizzabile coscientemente. Questo non solo direi che è difficile: forse è proprio impossibile.

P.S.: Dopo aver letto questo episodio, la mia sorella Anna detta "la Pazza" mi ha telefonato giurando che anche a lei è capitato di tirare un fiammifero svedese e che questo sia rimasto "in piedi", e questo episodio è successo poco dopo quello raccontato da me. Io non ero presente ma posso garantire la buona fede di mia sorella; tuttavia a questo punto posso avanzare su questi fatti le seguenti ipotesi:

  1. La nostra casa di Viareggio è un luogo con particolari congiunture spazio-temporali, per cui accadono i fenomeni più improbabili con una frequenza assolutamente eccezionale.
  2. La mia sorella Pazza è una grande stregona, che, saputa la prodezza della sorella Donata, è riuscita ad emularla accentrando per una seconda volta le stesse forze cosmiche che ne erano state la causa.
  3. Un qualche spirito o folletto domestico si diverte a farci gli scherzi più bizzarri.

Nel mio buonsenso, mi sembrano le tre cause più ragionevoli. Inoltre, colpito da questi racconti, stanotte mi sono sognato che anch'io tiravo un fiammifero che cascava in piedi, ed anzi mi esercitavo per riuscirci più volte di seguito, dandogli un particolare "giro" mentre lo tiravo. Ingasato, stamani ci ho provato ma senza successo, finché il fiammifero è caduto nello spazio che c'è tra il muro e la cucina, dove è sparito senza lasciare tracce.