TEORIE
Dov'é la luna quando nessuno la guarda?

Al posto della conoscenza certa della meccanica classica, la meccanica quantistica ci offre una conoscenza probabilistica, incerta e incompleta, che ci parla di una natura indeterminata i cui eventi non sono regolati da nessi causali ma dal caso.
La meccanica dei quanti ha messo in discussione alcuni caposaldi della conoscenza: l'idea della realtà oggettiva, la causalità, il determinismo, la completezza. Non ha senso chiedersi se le particelle elementari abbiano un'esistenza oggettiva nel tempo e nello spazio. Si può parlare soltanto di interferenza. delle particelle con un altro sistema fisico, lo strumento di misura: "non siamo osservatori ma attori sul palcoscenico della vita. Quando consideriamo eventi atomici viene meno la tradizionale distinzione fra soggetto e oggetto, tra osservatore e processi oggettivi descrivibili per mezzo delle loro coordinate spazio-temporali."
Per Heisenberg, difensore dell'interpretazione ortodossa della meccanica quantistica, quella della "scuola di Copenaghen", "la fisica deve occuparsi solo di descrivere la correlazione fra le osservazioni". Non si può dir nulla su ciò che accade "realmente" tra una misurazione e l'altra.
Riguardo al problema della misurazione Pascual Jordan ritiene che "l'osservazione non solo disturba quello che viene misurato ma addirittura lo produce; noi stessi produciamo il risultato della misura.".
Di fronte alla posizione di Heisenberg e della scuola di Copenaghen, Einstein manifestò il proprio disagio:"Dio non gioca a dadi col mondo" disse in una celebre lettera a Born nel 1926, esprimendo la profonda convinzione nella validità dei principi fondamentali della scienza classica, la causalità e il determinismo. Come Dio non gioca a dadi, così la luna resta al proprio posto anche se nessuno la guarda.