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Pisodeuorrior
La Triste Storia della Ragazza Triste

Si dice che quando un amore è Quello Vero, tutto il Creato si debba fermare ad osservarlo perché è cosa rara e bella.
Così quando la Ragazza Triste disse addio al suo amore dalla banchina del molo, i pesci del mare, gli uccelli del cielo ed il sole stesso volsero sguardo alla loro unione, benedicendola.
Egli promise che sarebbe tornato al più presto, e che nessuna forza sulla terra gli avrebbe impedito di esser nuovamente da lei.
Ed ella gli giurò, sulle labbra, che sarebbe rimasta in riva al mare a scrutare l’orizzonte ricurvo, sino a quando non avesse visto la sua bianca vela farne capolino.

Fu così che i due si separarono, col cuore greve ma l’animo fermo, perché ben sapevano che se i loro corpi erano lontani, lo spirito rimaneva uno, e che né Uomo né Dio poteva spezzarne il legame.
E così le cose andarono: che la Ragazza Triste rimase in piedi sulle pietre del molo, ad aspettare, con sguardo così intenso e puro che il sole stesso si intenerì e si prodigò a scaldarla, fintanto che il suo amato non fosse giunto.
E quando le notti calarono, la Luna brillò più vivida, affinchè alla Ragazza Triste l’orizzonte non fosse nascosto.
Ed ella stette immobile, con gli occhi alle onde, ed i pesci catturati dal suo sguardo nuotarono in lungo e in largo a cercar traccia del suo amato, che pure non tornava.
Ed infine il Mare stesso ne fu così colpito che mise da parte il suo temperamento, conducendo onde alla rena affinchè a quegli fosse più agevole la strada.

Ma nonostante tutto la bianca vela non compariva all’orizzonte.

E la povera non mosse piede né disperò, poiché sapeva che il suo amore era Quello Vero e sarebbe presto tornato da lei, e niente potè farle cambiare idea.
Quindi il Vento soffiò, e condusse correnti al molo, affinchè la vela non potesse perdersi ed egli giungesse al più presto.
Ed ella sempre immobile, tanto che gli uccelli presero a portarle nutrimento, ed il Mare conforto.
E le stelle tutte, infine, stettero a guardare, e pulsarono brillanti per indicare la strada a colui che tardava.

Così ella stava sul molo, circondata dalle onde, dal vento e dai raggi del sole, e dagli animali che le portavano nuove.
E la Terra stessa, in ultimo, si mosse a proteggerla, tanto che la Ragazza Triste fu coperta di foglie e fiori profumati, sì che diventò meraviglia nella regione, e genti presero a viaggiare per ammirarla.

E tutti narrano commossi che era così intenta ed assorta da sembrare pietra, e che le onde le si infrangevano ai piedi. E che la luna le brillava in viso, e negli occhi si vedeva l’orizzonte, ma senza vela alcuna.
E i fiori le avvolgevano le braccia, sì che sembrava albero ella stessa, e gli uccelli le si posavano sopra, e cantavano per lei.
E presto fu leggenda, e molti si recavano al molo per invocarne la voce, o ad attendere con lei il ritorno dell’ amato, che ancora non dava cenno.
E le notti ed i giorni si inseguirono innumerevoli, e le onde passarono ed il vento soffiò, le stelle brillando, in ansia.
E sempre del navigante alcuna notizia.
Tanto che un giorno ella disse: ”mavaffanculovà, te e la tua barca di merda”.
E se ne andò a casa.