NEWS
Materia oscura
Ben Oppenheimer e i colleghi dell'University of California di Berkeley, studiando le stelle nane bianche della Via Lattea, hanno ''visto'' per la prima volta la materia oscura che si ritiene costituisca il 95% dell'universo fisico. L'esistenza della materia oscura, di corpi e sistemi siderali che non possono essere osservati con i mezzi disponibili all' uomo, e' stata ipotizzata un secolo fa circa per far tornare i conti della nuova fisica dell'universo in espansione. Analizzando le immagini della Via Lattea scattate dalle sonde spaziali, hanno individuato una grande quantita' di oggetti opachi che non sono semplici corpi riflettenti ma, da come si muovono, devono essere stelle nane bianche. Secondo la fisica dell'universo in espansione, stelle e corpi celesti si muovono a una velocita' tanto elevata che si puo' spiegare solo con l'interazione di forze gravitazionali non apparenti, forze che riguardano cioe' corpi non visibili.Le stelle nane bianche sono molto vecchie, ormai sul viale del tramonto, a luminosita' molto bassa poiche' al proprio interno non hanno piu' sufficiente massa da alimentare le reazioni nucleari che fanno brillare le stelle. Una massa tuttavia superiore a quella di un corpo di pari dimensioni ma totalmente inerte. E la loro presenza in gran numero nella galassia rende conto di parte di una massa che finora non si poteva osservare, la materia oscura.
tuffi
Australia e Nuova Zelanda sono in stato di allerta per il rientro della MIR, circa 20 tonnellate delle 137 di massa totale della stazione, sopravvivranno all' attrito dell'atmosfera e 1.500 pezzi, alcuni grandi quanto un' auto, dovrebbero cadere nell'oceano
ISS
La navetta Discovery si e' separata dalla Stazione spaziale internazionale (ISS) dove ha lasciato il secondo equipaggio che vi rimarra' per circa cinque mesi.
Ecco Hal, il programma che fa ragionare il PC come un bimbo di 15 mesi
mir
SYDNEY, 6 MAR - AUSTRALIA: CADUTA MIR, SE FUORI ROTTA NON VI SARA' PREAVVISO
il 99% della Mir brucera' al rientro nell'atmosfera e la probabilita' che dei frammenti di Mir colpiscano una citta' e' dello 0,02%.
marziani
ci sarebbero nuove prove del fatto che su Marte c'è vita. La scoperta arriva da un gruppo di ricercatori di tutto il mondo che ha esaminato un meteorite proveniente da Marte e trovato in Antartide e vi hanno trovato lunghe catene di cristalli di magnetite. Catene che, spiega Imre Friedmann, del centro di ricerche Ames della Nasa. "hanno un'origine biologica"
si, si, la sonda NEAR "Calzolaio" Shoemaker ce l'ha fatta, è atterrata su Eros senza disintegrarsi e ci ha mandato questa e queste
Near Shoemaker su Eros
 
Il veicolo spaziale Near-Shoemaker, in orbita intorno all'asteroide Eros, attraverso i suoi potenti strumenti di indagine (una telecamera multispettrale, uno spettometro a infrarossi, un sensore a raggi x e uno a raggi gamma), ha inviato numerosi dati relativi alla composizione dell'asteroide. La sonda sta per esaurire tutti i suoi compiti e i ricercatori della Nasa vogliono tentare un'operazione piuttosto ardita, far avvicinare il veicolo spaziale all'asteroide, in modo che possa riprendere delle immagini sempre più dettagliate, cogliendo particolari prima impossibili. Ora Near-Shoemaker è in orbita a circa 35 chilometri al di sopra del centro di Eros e manterrà questa orbita fino al 24 gennaio quando sarà effettuato un ulteriore avvicinamento all'asteroide a circa 3 chilometri. E infine il 14 febbraio, il giorno di San Valentino, sarà attuato un ultimo ravvicinamento a circa 500 metri. La missione offre una buona opportunità per poter misurare gli elementi più abbondati a basse altitudini e la naturale radioattività dell'asteroide fino a 10 centimetri al di sotto della superficie.
http://www.nasa.gov/
Un mix uomo-maiale
Una società australiana ha ottenuto il brevetto
per mischiare il Dna umano con quello di altre specie
Tra gli scaffali del grande supermercato biotech è spuntata una nuova mercanzia: un frullato genetico in cui il Dna umano si mischia ai codici genetici di altre specie.
"Nel brevetto concesso alla società australiana Amrad nel gennaio del 1999 non si precisa a quale uso viene destinata la chimera", afferma Greenpeace. "Si dice solo che le cellule umane verranno utilizzate assieme a quelle di ovini, bovini, suini. E' probabile che lo scopo sia costruire animali con caratteristiche umanoidi che rendano più facili gli xenotrapianti".
"Il sistema che porta alla creazione di una chimera è radicalmente diverso dal meccanismo della clonazione", . "Non si tratta di alterare la struttura genetica di una cellula in modo da arrivare a un individuo che possiede il Dna di un singolo anziché di una coppia. Si interviene invece ai primi stadi dello sviluppo embrionale per separare e ricomporre le cellule, in modo da far convivere in uno stesso organismo cellule che provengono da specie diverse.
"Si tratta di un processo il cui risultato è estremamente incerto dal punto di vista della riuscita tecnica. Più sicuro appare il rischio: la possibilità che un virus o anche un prione, come nel caso del morbo della mucca pazza, passi da una specie all'altra".
(novembre 2000)
Asimo, cameriere robot

TOKYO - "Asimo" il nuovo robot intelligente di casa Honda, alto 120 centimetri e pesante 43 chilogrammi. La sua specialità, la forza che gli appartiene, è quella di sapersi muovere con agilità, camminare spostandosi e cambiando direzione, girare gli angoli proprio come se fosse un comune appartenente alla specie umana. Il suo corpo è costruito da tanti piccoli muscoli tecnologici. Nato da un progetto inizato nelle officine giapponesi nel 1986 - il cui titolo esplicativo è "Humanoid Robot Research and Development Program" - volto a costruire macchine intelligenti e soprattutto "mobili", "Asimo" ha avuto un cugino prima di lui, chiamato P3: un robot anche lui mobile, pensato per un uso non eslusivamente tecnico ma anche domestico. Il fine della ricerca Honda è quello di immaginare macchine che possano sostituire colf e maggiordomi. Robot in grado di sollevare pesi, trasportare oggetti, muoversi con proprietà e orientamento in una comune stanza d'appartamento. Una frontiera che con "Asimo" appare sempre più vicina. Il nuovo nato in casa Honda è un umanoide di tutto rispetto: cammina mantenedo un decoroso equilibrio, ha un aspetto non freddamente meccanico, una corporatura media, un'agilità di gesti (piegamenti e torsioni compresi) di inedito garbo. Non solo: "Asimo" è anche in grado di parlare e fare da assistente alle persone disabili. Tanto più per il fatto che può essere impiegato in luoghi scomodi e persino pericolosi.Proprietà che ai futuri proprietari di creature come "Asimo" procureranno non pochi vantaggi nella gestione dell'economia domestica. E c'è da giurarci che il gioco ai robot vale la candela: la ricerca ancora in corso tra gli ingegneri del Sol Levante costa ogni anno diversi milioni di dollari. .Il costo per lo sviluppo di 'Asimo' "non ha superato i dieci miliardi di yen" (circa 200 miliardi di lire), ha conteggiato il presidente Hiroyuki Yoshino.
(novembre 2000)
Trovato un villaggio sommerso dal Grande Diluvio?

Robert Ballard, lo scopritore del relitto del Titanic, ha annunciato di aver individuato nel Mar Nero, a 91 metri di profondità, i resti di un insediamento umano risalente a 7.500 anni fa. Si tratta della prima conferma che quello che ora è un fondale marino un tempo ospitava fattore e villaggi, sommersi di colpo da una gigantesca inondazione che sarebbe all'origine del racconto biblico del Diluvio Universale.
"E' una scoperta incredibile", ha detto Ballard,"i manufatti del sito sono chiaramente ben conservati, ci sono travi, rami e utensili di pietra lungo tutta la matrice di fango della struttura".
L'area del sito, di forma rettangolare, per una lunghezza di 4 metri e una larghezza quasi doppia, è stata individuata da "Little Hercules", il robot subacqueo della spedizione, la mattina del nove settembre 2000.
Attraverso gli schermi collocati a bordo della nave, gli scienziati hanno visto apparire le rovine di un edificio
fatto di canne impastate con fango ed argilla.
"Era la tipica costruzione degli antichi abitanti delle coste del Mar Nero", spiega Fredrik Heibert, l'archeologo che guida la missione, aggiungendo che la "capanna" è collocata in un punto ideale per un insediamento umano: in una valle, lungo le rive di un fiume. Sul "pavimento" della struttura, i ricercatori hanno potuto identificare anche quelli che appaiono come dei frammenti di ceramica, ma non hanno ancora rimosso nulla dal sito. "Stiamo solo fotografando",ha detto Heibert, "e ricostruendo una mappa, in modo da comprendere bene la natura del sito".
Ma che si tratti del prodotto delle mani degli uomini non sembrano esserci dubbi. Uomini del Neolitico,
installatisi nella zona quando il Mar Nero era un normale lago d'acqua dolce, completamente separato dal
Mediterraneo. Lungo le sue coste, forse prosperò per millenni una civiltà di agricoltori, che costruirono villaggi e fattorie.
Finché, 7500 anni fa, la fine dell'ultima era glaciale non segnò il loro destino.
La spedizione Ballard, finanziata dal National Geographic, è infatti partita per trovare le prove archeologiche di una teoria propugnata da due geologi della Columbia University, William Ryan e Walter Pitman. Secondo i due studiosi, alla base delle tantissime leggende che parlano di un diluvio universale vi sarebbe un evento reale.
Dodicimila anni fa, dice la teoria, il clima terrestre avrebbe iniziato a riscaldarsi, provocando lo scioglimento delle vaste coltri di ghiaccio che ricoprivano l'emisfero settentrionale. La conseguenza fu un veloce innalzamento dei livelli dei mari e degli oceani, che sommersero molte zone abitate.
Nell'area del Mar Nero, gli avvenimenti furono forse ancora più drammatici che altrove. Le acque del Mediterraneo si "gonfiarono" un po' alla volta , spingendosi sempre più verso nord, finché non scavalcarono di colpo la striscia di terra del Bosforo e si abbatterono sul Mar Nero, che si trovava più in basso, con la forza, dicono gli scienziati, "di 200 cascate del Niagara". Il livello del mare si alzò ad un ritmo di 15 centimetri al giorno, e tutto quel che si trovava lungo le coste del lago venne spietatamente travolto. Uomini, case e animali scomparvero sott'acqua, ma il ricordo di quest'immane catastrofe rimase scolpito nella memoria dei sopravvissuti, che lo hanno fatto arrivare fino a noi nel racconto delle vicende di Noè.
SoloTrek XFV (Exo-Skeletor Flying Vehicle)
La Nasa sperimenterà le prestazioni e l'affidabilità del prototipo di una sorta di elicottero senza scocca
LOS ALTOS (California) - Si tratta di una macchina volante che al momento è solo un prototipo, ma un prototipo di quelli tanto avanzati che forse a breve vedremo in produzione.
Probabilmente sarà la Nasa, che ha anche partecipato alla sua costruzione, a battezzare l'Icaro del futuro: il prossimo mese l'agenzia spaziale americana la sperimenterà mettendone alla prova prestazioni e affidabilità.
Simile a un elicottero, Solo Trek è nata dallo studio decennnale di un ex pilota americano in Vietnam, Mike Moshier, oggi a capo della Millennium Jet, un'azienda che si occupa di tecnologia del volo. Moshier, col volo, ha avuto a che fare da sempre. Sui banchi di scuola fino all'Università, dove ha preso una laurea in ingegneria aerospaziale. Poi, come pilota di aerei militari. Infine come professionista di tecnologie del volo. Dopo dodici anni di studi e quattro di sperimentazioni, Moshier ha tirato fuori, coinvolgendo Nasa e istituzioni pubbliche, il suo goiello.
Con una quarantina di litri di comune gasolio, la macchina può volare fino a 240 chilometri di distanza e a una velocità di circa 120 chilometri orari. Fantascienza?
No, anche se un problema esiste: finora Solo Trek ha dimostrato le sue virtù soltanto in laboratorio, senza mai staccare piede da terra.
Il suo esordio nei cieli avverrà tra un mese sotto gli occhi vigili della Nasa. Dopo, davvero, potremo cominciare a fare due conti col nostro quotidiano futuro. Di costi, impossibile parlarne al momento. Ma di scenari, quanti ne vogliamo. Auto e motorini nel dimenticatoio, uomini e donne volanti ovunque.
Immaginato per usi militari, il progetto che sta dietro a Solo Trek non è refrattario a un uso civile e quotidiano. Alla domanda, è pensabile un giorno vedere il cielo puntellato di esseri umani che litigano in cielo per le precedenze, Moshier non si scoraggia e risponde: "Vorrei ricordare che cento anni fa quando cominciarono a circolare le automobili al posto dei cavalli, la stessa domanda deve'essere circolata nelle interrogazioni scettiche di tutti. Le auto, se fosse sfuggito, l'hanno avuta vinta".
Dunque, prepariamoci a dare appuntamenti precisi del tipo "ci vediamo alla seconda nuvola a destra, altezza trenta metri, velocità 8 nodi".

http://halfdome.arc.nasa.gov/ar/rotorcraft.html
Individuati altri nove pianeti fuori dal nostro Sistema Solare (e siamo a 41...)


MANCHESTER - Al congresso internazionale sull'astronomia, a cui hanno partecipato circa 2000 astronomi, provenienti da 87 paesi, è stato dato l?annuncio che nove nuovi pianeti al di fuori del sistema solare sono stati individuati. Sei di questi sono stati rilevati dagli astronomi dell'Università di Ginevra, che lavorano con le informazioni dall' osservatorio La Silla in Cile. Gli astronomi americani dell'università di California a Berkeley ed all'università del Texas a Austin hanno rilevato gli altri tre pianeti. I nuovi pianeti, chiamati exoplaneti, molto probabilmente orbitano intorno a stelle. La prova per ora è data dall'osservazione di oscillazioni delle stelle dovuta alla attrazione gravitazionale dei pianeti. Gli studiosi finora hanno trovato 41 exoplaneti, ma sono certi dell'esistenza di un solo altro sistema solare, oltre il nostro, chiamato Upsilon Andromidea, costituito da una stella posta al centro e da più di un pianeta orbitante intorno a essa. Ora gli scienziati americani riportano la scoperta di un probabile secondo sistema extra-solare, che si trova nella costellazione Vela e dista 141 anni luce dal nostro sistema. Questo sistema è formato da due pianeti di dimensioni simili a quella di Saturno che orbitano intorno ad una stella, HD 83443. Alcuni studiosi ipotizzano che possano esistere dei pianeti simili alla Terra, in cui sia possibile trovare tracce di vita, ma è ancora presto per dimostrare tale ipotesi.

Cellule del cervello che si trasformano in muscoli

MILANO - Le cellule universali, ossia non ancora differenziate, hanno rilevato una versatilità inaspettata manifestando la loro capacità di trasformarsi in cellule di altri tessuti. I ricercatori dell'Istituto San Raffaele di Milano hanno ottenuto la trasformazione di cellule del cervello, neuroni, in cellule muscolari. La scoperta stupisce perché per la prima volta cellule staminali adulte di un particolare tessuto si sono trasformate in cellule di un altro tessuto con origine embrionale completamente diversa. Finora i biologi erano convinti che le cellule staminali fossero in grado di differenziarsi e sostituire quelle già specializzate e ormai invecchiate del tessuto di appartenenza. "Ciò che stupisce nei nostri esperimenti - spiega Vescovi, dell'Istituto scientifico San Raffaele di Milano, autore della ricerca - è che la cellula del cervello dia origine non solo ad altri tessuti, ma a tessuti di origine embrionale radicalmente distinta". Ulteriori studi saranno svolti dai ricercatori per comprendere il possibile impiego di questa scoperta in campo medico.

Tracce di acqua allo stato liquido su Marte

La Nasa è riuscita a fotografare, grazie ad una camera posta sulla sonda Mars Global Surveyor, zone della superficie di Marte, con evidenti segni di una recente presenza di acqua. Le immagine ad alta risoluzione rappresentano canali sulle rupi o pareti di crateri, che paragonati con le stesse geomorfologie presenti sulla terra, fanno pensare ad una azione dell'acqua sulla superficie del pianeta rosso. La relativa freschezza di tali impronte suggeriscono che ora l'acqua si trovi al di sotto di almeno di 500 metri della superficie.L'esplorazione di Marte è uno dei principali progetti della Nasa, rivolto a definire due principali aspetti del pianeta; probabili forme di vita sia presente che passate e la situazione climatica del pianeta che ne abbia mai permesso il suo sviluppo.La scoperta di acqua è una prova molto importante per affermare la presenza di vita, in quanto essa si può sviluppare solo in presenza di acqua. In base alle ultime notizie provenienti dalla Nasa tracce di acqua sarebbero state rinvenute nella parte centrale di Valles Marines, un largo canyon che si snoda per circa 6000 chilometri nella regione chiamata Candor Chasm, situata lungo l'equatore del pianeta.L'acqua non è mai stata vista direttamente su Marte ma la sua presenza è stata dedotta dalla confermazione di alcune strutture geologiche. Particolari segni morfologici presenti sulla superficie come canali, solchi meandriformi e canyon fanno ipotizzare una passata presenza di acqua, quando Marte era un pianeta più caldo e più umido. Non è ancora chiaro dove sia finita l'acqua che una volta bagnava il pianeta, sussistono solo ipotesi. Quando il pianeta ha perso l'atmosfera potrebbe aver rilasciato anche l'acqua. L'acqua si possa essere infiltrata nel terreno a formare il permaforst, un agglomerarto di polvere e ghiaccio; le probabilità che al di sotto della crosta esistono giacimenti della vecchia acqua sono alte. Oppure quando Marte incominciò a raffreddarsi, le acque probabilmente gelarono e formarono delle calotte di ghiaccio secco, di anidride, ai poli del pianeta, come dimostra un immagine ripresa della Nasa. (qui sotto a sinistra)Attualmente lo spessore dell'atmosfera è troppo sottile affinchè l'acqua possa rimanere allo stato liquido, l'evaporazione è istantanea. Il canyon Valles Marines è caratterizzato da una grande varietà di forme morfologiche, come frane, sedimenti marini e lacustri, materiale deposto dal vento, depositi vulcani, per cui la sua superficie è irregolare e alcuni punti sono situati al di sotto della quota media della superficie del pianeta. Solo in questi punti è possibile trovare acqua allo stato liquido in quanto l'atmosfera, essendo più spessa, ha una pressione sette volte più forte, sufficiente per mantenere l'acqua allo stato liquido. Qui l'acqua potrebbe, anche, essere nascosta in falde nei primi strati del sottosuolo. Le immagini riprese dalla sonda rappresentano canali di recente erosione causata dall'acqua; i canali fotografati sulla superficie di Marte sono molto simili a quelli scavati dall'acqua sulla Terra. Presentano la tipica morfologia dei corsi d'acqua con una testa ossia il punto di accumulo di acqua, un canali di scorrimento dell'acqua e una parte terminale di uscita di acqua. (vedi foto a destra)Sono numerosi i segni di percolazione dell'acqua che suggeriscono infiltrazione di acqua fino a circa 500 metri di profondità. Le fotografie hanno ripreso parecchie zone, presenti sulla superficie di Marte, con evidenti canali di percolazione. (vedi foto a sinistra)L'acqua potrebbe essere presente solo durante alcune stagioni del pianeta come tracce lasciate nelle rocce dopo le microalluvioni stagionali. In base ai dati provenienti dalla Sonda "Mars Global Surveyor" l'acqua presente su Marte, potendo esistere allo stato liquido solo per brevissimo tempo a causa dell'atmosfera rarefatta, proviene dal sottosuolo, dallo stato di permaforost che inumidisce il terreno.
Un ascensore per lo spazio
In poco più di cinquanta anni, con un po' di fortuna e ricerche approfondite, si potrà compiere un emozionante viaggio verso lo spazio
Gli scienziati della Nasa stanno valutando quali tecnologie utilizzare per realizzare un ascensore che porti nel cosmo. L'obiettivo sarà senza precedenti, significherà stendere un cavo lungo 36 mila chilometri, che dall'Equatore giungerà fino all'orbita geostazionaria. Una stazione orbitante sarà costruita all'estremità spaziale del lungo cavo. La "cabina" potrà salire dalla superficie terrestre fino alla stazione spaziale sfruttando la legge di gravitazione combinata con la forza centrifuga. La stessa forza centrifuga impressa dalla rotazione terrestre farà salire l'ascensore fino all'orbita, lungo la guida rigida del cavo, in cui l'ascensore potrà scorrere.
Asteroide sfiora la Terra
Se il 2000 QW7 fosse entrato in collisione il genere umano avrebbe potuto estinguersi
LONDRA - C'è mancato un soffio, anzi, quattro milioni di chilometri. Un gigantesco asteroide ha infatti sfiorato il nostro pianeta, mancandolo di appena 2,4 milioni di miglia.
L'asteroide 2000 QW7, originato all'interno dello spazio tra i pianeti Marte e Giove, è transitato vicino alla Terra a una distanza appena dodici volte più lontana di quella della luna. "Solo un poco più qua - dichiara Lembit Opik, uno dei maggiori esperti britannici - e ci saremmo trovati di fronte a uno scenario apocalittico da Deep Impact o Armageddon".
Sfortunatamente, a differenza di quanto accadeva nella finzione cinematografica, nella realtà nessun eroe spaziale dalle fattezze di Bruce Willis avrebbe potuto salvare il genere umano dalla catastrofe. Come riferisce Eleanor Helin, la principale ricercatrice Nasa sugli asteroidi, se il QW7 fosse realmente entrato in collisione con il nostro pianeta, almeno un quarto della polpolazione terrestre sarebbe infatti stata spazzata via. E questo nella migliore delle ipotesi. A volerla dire tutta, infatti, gli esseri umani hanno rischiato di fare la stessa fine che fecero i dinosauri quando 65 milioni di anni fa, almeno questa è la tesi più attendibile, vennero estinti insieme ai tre quarti delle altre specie viventi a causa della collisione con la Terra di un grosso asteroide.
Gli scienziati sembrano estremamente soddisfatti del fenomeno, al di là dello scampato pericolo, infatti, la scoperta del 2000 QW7 è molto significativa per gli astronomi perché offre l'eccezionale opportunità di studiare da vicino un asteroide potenzialmente pericoloso. "E' un oggetto molto importante, ha detto la Helin, ed è così brillante da essere visibile fino alla fine dell'anno. E' un mistero perché non sia stato avvistato prima".

Ricordati che devi morire!!!!
....si si mò me lo segno!!!