La parola a Newton…
Sullo spazio assoluto e il tempo assoluto…
Per quanto riguarda il tempo assoluto, egli scrisse:
Il tempo assoluto,
vero, matematico, in sé e per sua natura senza relazione ad alcunché di
esterno, scorre uniformemente, e con altro nome è chiamato durata; quello
relativo, apparente e volgare, è una misura (esatta o inesatta) sensibile ed
esterna della durata per mezzo del moto, che comunemente viene impiegata al
posto del vero tempo: tali sono l'ora, il giorno, il mese, l'anno...
Infatti i giorni naturali, che di consueto sono ritenuti uguali, e sono usati
come misura del tempo, sono inuguali. Gli astronomi correggono questa
inuguaglianza affinché, con un tempo più vero, possano misurare i moti
celesti. È possibile che non vi sia movimento talmente uniforme per mezzo del
quale si possa misurare accuratamente il tempo. Tutti i movimenti possono essere
accelerati o ritardati, ma il flusso del tempo assoluto non può essere mutato.
Identica è la durata o la persistenza delle cose, sia che i moti vengano
accelerati, sia che vengano ritardati, sia che vengano annullati…
Invece, per quanto riguarda lo spazio assoluto:
Lo spazio assoluto,
per sua natura senza relazione ad alcunché d'esterno, rimane sempre uguale e
immobile; lo spazio relativo è una dimensione mobile o misura dello spazio
assoluto, che i nostri sensi definiscono in relazione alla sua posizione
rispetto ai corpi, ed è comunemente preso al posto dello spazio immobile...
Così, invece dei luoghi e dei moti assoluti usiamo i relativi; né ciò riesce
scomodo nelle cose umane: ma nella filosofia occorre astrarre dai sensi.
Potrebbe anche darsi che non vi sia alcun corpo in quiete al quale possano
venire riferiti sia i luoghi che i moti...
NEWTON, Principi matematici della filosofia naturale, trad. A. Pala (UTET, Torino 1965)