La parola a Kant…
I giudizi sintetici a priori
(...) Se io devo andare al di
là del concetto A, per conoscere, come congiunto a esso, un altro concetto B, su che cosa
m'appoggio, e da che cosa è resa possibile la sintesi, dal momento che qui non ho il vantaggio
di andarlo a cercare nel campo dell'esperienza?
Kant apre il suo capolavoro con un'ipotesi gnoseologica di fondo: "benché ogni nostra conoscenza cominci con l'esperienza, da ciò non segue che essa derivi interamente dall'esperienza. Kant è convinto che la conoscenza umana, e in particolare la scienza - che era sempre stata al centro delle sue attenzioni - offra il tipico esempio di principi assoluti, ossia di verità universali e necessarie, che valgono ovunque e sempre allo stesso modo. Infatti, pur derivando in parte dall'esperienza, e pur nutrendosi continuamente di essa, la scienza presuppone anche, alla propria base, taluni principi immutabili che ne fungono da pilastri. Kant denomina principi di questo tipo "giudizi sintetici a priori": giudizi poiché consistono nell'aggiungere un predicato ad un soggetto; sintetici perchè il predicato dice qualcosa di nuovo e di più rispetto ad esso; a priori perché essendo universali e necessari non possono derivare dall'esperienza.
Lo spazio è la forma del senso esterno, cioè quella "rappresentazione a priori, necessaria, che sta a fondamento di tutte le intuizioni esterne" e del disporsi delle cose "l'una accanto all'altra". Il tempo è la forma del senso interno, cioè quella rappresentazione a priori che sta a fondamento dei nostri stati interni e del loro disporsi "l'uno dopo l'altro", ovvero secondo un ordine di successione. Tuttavia, poiché è unicamente attraverso il senso interno che ci giungono i dati del senso esterno, il tempo si configura anche, indirettamente, come la forma del senso esterno, cioè come la maniera universale attraverso la quale percepiamo tutti gli oggetti. Per cui, se non ogni cosa è nello spazio, ad esempio i sentimenti, ogni cosa è però nel tempo, in quanto "tutti i fenomeni in generale, ossia tutti gli oggetti dei sensi, cadono nel tempo".