La parola a Bergson…
Il tempo spazializzato e reversibile della scienza...
"Tutte
le nostre opinioni intorno agli oggetti, tutte le nostre operazioni sui sistemi
che la scienza isola, si fondano sull’idea che il tempo non incide su di essi.
[...]
Il tempo astratto "t", attribuito dalla scienza a un oggetto materiale
o a un sistema isolato, consiste solo in un numero determinato di simultaneità
o, più in generale, di corrispondenze, il cui numero resta invariato, qualunque
sia la natura degli intervalli che separano le corrispondenze. Quando si parla
della materia bruta, si astrae sempre da tali intervalli; o, se si prendono in
considerazione, è solo per introdurvi nuove corrispondenze, tra le quali potrà
pur sempre accadere tutto ciò che si vorrà. Il senso comune, che si occupa
solo di oggetti staccati — come la scienza, che considera solo sistemi isolati
—, si colloca alle estremità degli intervalli, e non lungo il loro corso. E
però, se, per ipotesi, il corso del tempo si svolgesse con una velocità
infinita, sì che tutto il passato, il presente e l’avvenire degli oggetti
materiali o dei sistemi isolati potesse squadernarsi in un sol colpo nello
spazio, non vi sarebbe, tuttavia, nulla da cambiare né nelle formule dello
scienziato né nello stesso linguaggio del senso comune. Il numero "t"
non muterebbe significato: servirebbe sempre a misurare lo stesso numero di
corrispondenze tra gli stati degli oggetti o dei sistemi e i punti di quella
linea già tracciata che è il «corso del tempo."